di Sergio Di Cori Modigliani
A dire il vero sembra che il vento sia sempre lo stesso: mutuare il significato e lo strumento dei pubblicitari per affermare un concetto. Tradotto, vuol dire cercare di combattere e battere Berlusconi sul suo stesso terreno: quello della manipolazione del concetto di informazione.
Non si tratta di moralismo, bensì di informazione, cioè di IN-FORMAZIONE.
Ed ecco la notizia: questo qui in calce è il manifesto del PD che annuncia il varo della Festa de l'Unità a Roma la prossima settimana. Non è piaciuto a molte associazioni femminili che hanno subito protestato sostenendo che l'immagine è sessista.
La prima e più vibrante protesta è arrivata dal comitato "se non ora, quando" che ha manifestato il proprio dissenso esprimendo "sgomento e raccapriccio di fronte all'ennesima manifestazione di sessismo".
Il punto di vista delle donne è comprensibile e legittimo.
Leggendo e studiando l'immagine, infatti, il messaggio che arriva consiste nel fornire un'idea del cambiamento basato sul fatto di un paio di belle gambe femminili con scarpette rosse e disponibile sessualmente, di cui il testo didascalico arriva -in maniera subliminare- secondo modalità che il cervello traduce in una formula del tipo: "il vento cambia, finalmente alza le gonne delle femmine tutte vestite di rosso per attirare il maschio".
Innegabile il fine e la fnalità del messaggio: rinunciare alla politica e scendere sullo steso campo retrivo di Berlusconi usando i suoi stessi mezzi.
Secondo il mio punto di vista questo messaggio può anche essere letto (a me arriva così):
"Signori, il vento non cambia. E non cambierà. Cosce vendeva Berlusconi per attirare voti, cosce vendiamo noi per attirare voti". O anche "mostriamo le cosce care elettrici del PD, così attiriamo voti e consenso".
L'alta tecnologia mette a disposizione milioni di immagini. Ritengo che il PD abbia a disposizione grafici eccellenti e la possibilità di qualche consulente di comunicazione con sale in zucca.
Certo, parlare di politica è rischioso.
Obama, questo rischio lo ha corso.
Nelle ultime tre settimane del 2008, il clou della campagna pubblicitaria statunitense, i repubblicani sostenevano John Mac Cain presentando l'immagine di una splendida spogliarellista di Las Vegas scollacciata, che ammiccante diceva "Noi vogliamo vincere: riporta gli USA al primato del mondo". Andando contro la sezione "pubblicitari" del suo partito, Obama volle chiarire la propria posizione e lanciò invece un messaggio opposto: una fotografia di un gruppo festoso dove c'erano bianchi, neri, cinesi, africani, si vedevano coppie di lesbiche e gay e un travestito ed eterosessuali, tutti insieme. Stavano facendo la fila all'ufficio di collocamento, e sopra c'era scritto: "Sì, possiamo farcela: purchè lo facciamo tutti insieme, nessuno escluso".
Ha vinto.
E ha regalato al popolo americano la riforma sanitaria spezzando il monopolio delle multinazionali assicurative.
Questo manifesto mi fa capire che il PD nasce vecchio e intende pedinare il PDL.
E' un errore politico grave.
Ed è un insulto a tutti noi, maschi e femmine pensanti.
Il messaggio, dal punto di vista dell'analisi comunicativa, spinge alla depressione e non all'ottimismo.
Chi lo guarda pensa: "siamo alle solite" e introietta l'idea che il vento non sta cambiando affatto.
Io voto contro.
Ma è una mia semplice opinione.
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