di Sergio Di Cori Modigliani
Se è vero che Hollywood definisce sempre i trend e che i grossi film gettati sul mercato dall'industria cinematografica americana finiscono poi per imporre e lanciare nuove mode, allora sappiate che gli anni'70 bussano alla porta.
E lo fanno alla grande.
Luned' esce in Usa in tutte le sale l'ultimo film prodotto da Steven Spielberg e diretto dal suo pupillo J.J. Abrahams "Super 8", con la colonna sonora (che serve come una continua citazione per tutto il film) di uno dei più grossi hit degli anni'70, la canzone "My Sharona" cantata dal gruppo The Knacks.
Per tutti coloro che hanno meno di 45 anni è bene chiarire e spiegare che cosa vuol dire Super8.
Erano allora (metà anni '70) tempi in cui non soltanto non esistevano i cellulari e il computer, ma non c'era neppure il video-registratore. Chi voleva fare cinema, dati i costi esorbitanti, poteva munirsi di un prodotto "rivoluzionario" lanciato sul mercato dalla Kodak nel 1972 che si chiamava, per l'appunto SUPER 8. Era una piccola cinepresa portatile a buona definizione che consentiva di fare delle riprese a 8 mm allargati (con la possibilità cioè di stamparli e in sede d montaggio tirarli fino a 16 mm, da cui il termine "super").
Fu, allora, l'apertura di gloriosi orizzonti per chiunque aspirasse a diventare regista.
In Italia, tra i primi a utilizzare questa cinepresina domestica fu Nanni Moretti, il quale nel maggio del 1972, giovanissimo, si presentò al festival della comunicazione di Fermo con un film in super 8 che si chiamava "Epater le bourgeois" ricevendo diverse critiche positive.
Era un vero e proprio rito di passaggio per ogni aspirante regista ed è durato circa quindici anni.
"Questo mio film, Super 8" spiega il regista "e' nato dalla commistione di due diverse idee di sceneggiatura, una che raccontava di un gruppo di giovanissimi alle prese con una cinepresa e con il loro primo film e l'altro incentrato su un viaggio organizzato dal governo americano per spostare dalla famosa Area 51 i segreti contenuti nella base militare, ormai diventata troppo famosa. Entrambi i progetti erano deboli" - dice Abrams - "ma messi insieme avrebbero potuto funzionare. Ne ho parlato con Spielberg che si e' entusiasmato. Mi ha raccontato come per anni avesse cercato di fare un film su un brutto divorzio e poi un giorno avesse deciso di mischiare la trama con elementi sci-fi. Il risultato fu E.T.''
E' un mix di generi diversi, ma il concetto del film consiste nel ricordo, analisi e memoria degli anni'70 e nel dichiarato tentativo di rilanciare lo spirito di quell'indimenticabile decennio.
In Italia il film verrà distribuito nelle sale a settembre.
Lo consiglio a tutti i patiti di querlla decade.
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