sabato 28 luglio 2018

La democrazia liberale non è una opinione, è un dato storico oggettivo.






di Sergio Di Cori Modigliani


"La democrazia è finita, non esiste più. E’ quindi realistico far svolgere le elezioni parlamentari attraverso estrazioni casuali dei candidati".
                                                                                   Beppe Grillo, 27 Luglio 2018




Questa frase, pronunciata, pubblicata e diffusa ieri con grande enfasi dal fondatore del movimento pen tastellato è la posizione teorica di base del socialismo nazionale (o nazionalsocialismo) del M5s.
 

E' una idea distopica del mondo e della politica.
E' una idea dispotica che giustifica la genesi dell'abolizione del dissenso e del libero pensiero.
E' l'idea di mondo di Maduro, di Trump, di Putin, di Erdogan.

Bisogna stare attenti all'uso delle parole. Le parole, le frasi, collaborano a comporre le tessere dell'immaginario collettivo della nazione per costruire consenso. E la strategia è chiara per chiunque la voglia capire. Quattro giorni fa il proprietario legale del movimento e della vita degli eletti in parlamento ha detto che "entro qualche lustro il parlamento non esisterà più....".
 

Non passano neppure 100 ore e Beppe Grillo si impossessa di quel concetto e -la distopia dispotica così funziona- lo strappa da un futuro imprecisato e lo situa nel passato prossimo per poter alterare e falsificare il presente a proprio uso e consumo. 

Si chiama "informatica predittiva" e insieme all'uso di elementi psicotronici quotidiani opera creando scenari fittizi che poi produrranno effetti reali, in tal modo impossessandosi, giorno dopo giorno, delle menti delle persone.
I più deboli, i più ignoranti, i più disperati, non se ne rendono conto.
Non possono perchè non sono in grado.
Si tratta, infatti, di atti e comportamenti intellettualmente vigliacchi perchè basati sullo sfruttamento e manipolazione reale di bisogni reali di persone reali che soffrono e sono consapevoli della loro debolezza.
Operare consapevolmente per ottundere la loro coscienza è un vero attentato contro il senso di civiltà umana.

Per nostra fortuna, tutto ciò che dicono non è vero.
La democrazia rappresentativa è solida, è forte, e reggerà benissimo. 

L'unica possibilità del movimento distopico al governo consiste nello spingervi a credere che la democrazia non esiste più.

Siate liberi, siate felici, e fate in modo di credere alle utopie.
 

Non fatevi rubare il presente esistenziale da mercanti di parole e da tecnocrati dilettanti.

Non fidatevi degli scafisti della rabbia sociale.

giovedì 26 luglio 2018

E' scoppiata la guerra? E' scoppiata la pace? Entrambe, e allo stesso tempo.






di Sergio Di Cori Modigliani


Donald Trump invita Juncker a Washington e lo preavverte in data 22 luglio 2018: "sia chiaro che i dazi rimangono e quel punto non è negoziabile a nessun livello. Anzi. Gli comunicherò che intendo addirittura estenderlo ad altri setteori merceologici".
La borsa va giù e i media annunciano "è scoppiata la guerra economica tra Usa e Ue".
E così, Juncker va a Washington il 25 luglio e si mette l'elmetto.
Finita la riunione Donald Trump annuncia: "come avevamo stabilito, i dazi tra gli Usa e la Ue vengono aboliti perchè noi siamo contro l'imposizione di ogni forma di dazio e lo siamo sempre stati".

La borsa va su e i media annunciano "è scoppiata la pace tra gli Usa e la Ue".
Il mondo ormai funziona così.
La guerra è durata 4 giorni.
Si è verificata soltanto su facebook, su twitter e sulle piattaforme mediatiche professionali, sia cartacee che digitali.
Nella realtà .-cioè nel mondo fisico reale in cui si manifesta la nostra esistenza- non è accaduto nulla.
Nel frattempo, una ben nutrita pattuglia di persone, alcune entità finanziarie, dei furbi e abili banchieri, hanno lucrato a man basse. Altri sono stati rovinati.

Il trumpismo è questo, motivo per cui è tanto sostenuto: la via più breve che conduce all'abolizione della verità oggettiva, della coerenza, dell'assunzione di responsabilità ed è basata sulla cancellazione del significato delle parole.
Non a caso, oggi i sociologi definiscono questo fenomeno come "protofascismo". Nel senso che Trump (e i trumpisti) stanno facendo il lavoro sporco per i dittatori che verranno. Poi, una volta eliminata la verità oggettiva, arriveranno i politici veri. E' la linea sostenuta dagli antagonisti di Trump.

Così va la vita, oggi, nel mondo in cui viviamo.

mercoledì 25 luglio 2018

Accadde 80 anni fa



di Sergio Di Cori Modigliani


Memento personale familiare che condivido con i giovani di ogg: dedicato a chi è interessato alla Storia d'Italia.
80 anni fa, il 25 luglio del 1938, si riuniva il gran consiglio del fascismo che ratificava la legge sulla razza. L'estensore del testo approvato e poi pubblicato sul giornale "La difesa della razza" diretto da Telesio Interlandi, era stato scritto da un giovane molto ambizioso, di Arezzo, che si chiamava Amintore Fanfani. Il primo firmatario del manifesto dei professori, docenti e intellettuali, si chiamava Nicola Pende, era il docente di endocrinologia, Università di Roma, nonchè direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Medica e primario dell'ospedale S. Camillo dove lavorava il mio geniale zio Ferruccio Di Cori che era il primo chirurgo d'Italia al di sotto dei 30 anni, premiato 5 anni prima dal Duce in persona per "meriti alla Patria come scienziato ricercatore". I suoi colleghi morivano dall'invidia. Il prof. Pende, ci tenne a comunicare di persona a mio zio "l'immediato licenziamento in tronco in quanto appartenente a razza inferiore e quindi inabile a essere riconosciuto come pari all'interno della società nazionale del Regno". I colleghi carrieristi celebrarono con gioia. Mio zio raccattò tutte le sue carabattole e scappò via in Usa, dove a Manhattan, divenne il più famoso psicoanalista di New York e nel 1969 il primo presidente di etnia italiana della APA (American Psychiatric Association). 
In famiglia -aveva un ottimo carattere ultra ottimista- scherzava sempre sostenendo che "grazie a Mussolini, il fascismo mi ha spianato la strada verso un grandioso successo professionale".
Emigrate, quindi, se potete, con allegria, ottimismo, volontà, e andate nel mondo a diffondere il genio incomparabile dell'italianità. 

Questa Patria, per tradizione storica, è da sempre ingrata e cattiva con i suoi figli migliori.
Grazie per l'attenzione.

mercoledì 18 luglio 2018

4° racconto sul mondo in cui viviamo e su come funziona la comunicazione pentaleghista.




di Sergio Di Cori Modigliani


Molto presto, la cosiddetta "emergenza migranti" sfumerà passando alle seconde linee mediatiche e sarà sempre di meno la notizia del giorno. 
Per due ragioni: 

a) cominciano a far presa i dati veri e autentici, ufficiali e documentati: per quanto possiamo essere tutti ciechi e manipolati, prima o poi i "fatti oggettivi" riprenderanno l'egemonia sulle opinioni soggettive. Poichè la comunicazione attuale post-moderna non ruota intorno al principio della realtà, bensì ruota intorno alla "percezione collettiva del principio della realtà", il salvinismo comincerà a mostrare il proprio passo asfittico travolto dai dati. Ne basterebbe uno soltanto, tanto per fare un esempio: tra il 1 gennaio e il 15 luglio 2018, in Italia, sono arrivati 17.030 profughi. La "percezione" (vedi sondaggio del 4 luglio) indica l'Italia come paese lasciato solo, quello che li accoglie tutti, "e davvero non se ne può più di essere invasi, mentre gli spagnoli fanno quadrato a difendere le loro coste". L'ultimo sondaggio rivelava che il 72% della popolazione italiana pensa che sia ingiusto stare in una Ue in cui noi italiani accogliamo tutti. 
I dati parlano chiaro: nel 2018 l'Italia ha accolto 17.030 migranti, la Spagna ne ha accolti 18.120, quindi più di noi. Tra un po' cominceranno a emergere le vere cifre e i figli del grande fratello saranno più disposti e disponibili ad accettare la realtà.

b). Molto presto, l’informazione pentastellata avrà l’opportunità di prendere di nuovo il sopravvento sulla strabordante maniacalità egoica salviniana, recuperando l’egemonia della comunicazione. Poiché la loro modalità comportamentale non è basata su una visione programmatica, su un progetto strutturato ad ampio raggio, bensì sulla banale e pedissequa applicazione dei codici della cosiddetta “informatica predittiva” (uso e abuso dei big data raccolti su facebook, twitter e siti trendy on-line, ovverossia quel mondo che definisce la percezione degli eventi e che quindi va cavalcato, pedinato e manipolato al fine di arrivare al punto in cui “la realtà” viene sostituita da “la percezione della realtà”) suppongo che stiano preparando un nuovo storytelling che sostituirà il tormentone migranti con un nuovo passatempo matrix, coniato apposta per el pueblo unido.
Nelle ultime 24 ore, infatti, arrivano chiari segnali (e dati) dalla realtà planetaria: ci stiamo avvicinando alla vigilia di una nuova tempesta finanziaria. Intendiamoci, l’Italia non c’entra niente in tutto ciò, se non come soggetto passivo. Non è colpa nostra, non l’abbiamo voluta noi, non l’abbiamo provocata noi. Noi semplicemente la subiremo. In un Paese normale (cosa che non siamo) si approfitterebbe della situazione per aprire subito un ampio dibattito sugli eventi in corso e magari capirci tutti un po’ di più. Ma il boccone è troppo ghiotto per farselo sfuggire di mano. Arriverà tra breve il nuovo protagonista dell’estate che avanza: “la perfidia immonda e corrotta delle banche” e con questo storytelling, di sicuro, il M5s tenterà di riconquistare l’egemonia. L’asse ufficiale del Nuovo Ordine Mondiale in preparazione: “Trump-Putin in guerra vs.(Cina)-Ue” provocherà a breve dei sommovimenti molto forti e noi dovremo sorbirci il nuovo matrix pronto e cotto apposta per noi: banchieri strozzini, responsabili del disastro, banche assassine, ecc., ecc. E’ perfetto per questa data.
E così si ricomincia il giro. E si riaprono le danze.
Si ballerà sul nulla come nei film di fantascienza: milioni di persone che danzano senza accorgersi che non c’è nessuna musica, bambolotti che si muovono all’unisono, perfettamente sincronizzati. Ed è un ballo che ha il vantaggio di aspirare ad essere “eterno”, dato che non c’è la musica e la pista da ballo è la rete, quindi immensa e senza limiti, e alla fine chi smette lo farà soltanto per esaurimento fisico e mentale.
In attesa di nuovi big data da seguire, pedinare, cavalcare, manipolare.
Uscire dal Matrix è possibile, anche se non facile: dipende da ciascuno di voi, da ciascuno di noi.
Il primo passo consiste nel riconoscerlo e precedere le mosse del Grande Fratello in agguato.

Come dire "sappiamo già di che cosa parlerete dalla prossima settimana e noi non vi ascolteremo perchè preferiamo goderci l'estate nell'allegra e spumeggiante spensieratezza che ci meritiamo".
Stay tuned

lunedì 16 luglio 2018

Trump e Putin ci dichiarano guerra. Ma in Italia nessuno ci fa caso.






di Sergio Di Cori Modigliani

Trump intervistato dalla CBS: "La Ue è il nostro grande nemico".
Se non altro è chiaro e trasparente.
Lo sapevamo già, comunque sia: grazie per l'informazione!
Putin pensa (e pratica) la stessa idea.
Soltanto in Italia, per motivi a me imperscrutabili, el pueblo non ha voluto accettare la realtà della nostra attuale situazione: entrambe le due super-potenze ci hanno dichiarato guerra e faranno di tutto per disunirci, smembrarci e poi impossessarsi economicamente e politicamente dei nostri rispettivi territori.
Uno per uno, uno alla volta.
Essere europei e sostenere la Ue, oggi, è la nuova vera resistenza.



P.S. Nell'incontro odierno a Helsinki con Putin, il presidente americano ha sottolineato due volte la necessità di far fronte comune "contro la Ue...è l'Europa il nostro grande nemico comune".

stay tuned

3° racconto sul mondo in cui viviamo. Come funziona la comunicazione mediatica ai tempi del populismo?





di Sergio Di Cori Modigliani


Qual è l'obiettivo primario del proto-totalitarismo?

E' da sempre lo stesso: attaccare subito il desiderio e il desiderante, abbassare la libido, distogliere energie dall'espressione leggera, spensierata, allegra, per convogliare surrettiziamente e subliminarmente l'energia collettiva verso la paura, la rabbia e l'odio verso nemici immaginari costruiti ad arte ogni giorno. Poi, nella seconda fase, quando il totalitarismo si afferma "ufficialmente", il nemico, da fittizio diventa reale.
Il viaggo del nostro ministro degli interni a Mosca, con l'aggiunta di una delirante affermazione ("Il 99% degli italiani tifa Croazia, quindi vado in tribuna d'onore a tifare Croazia. Se per caso incontro Macron, lascio la tribuna e vado in curva con i tifosi croati a rappresentare il popolo italiano"), non ha come obiettivo quello di farsi ridere appresso o di ottenere dei mipiace o di provocare polemiche. No.
L'obiettivo che si prefiggeva è stato raggiunto.
Era stato ben costruito a tavolino, seguendo la tradizione del pensiero totalitario negativo, ed era il seguente: impedire che i tifosi italiani di calcio, in patria, trascorressero un paio d'ore rilassanti (non essendo coinvolti) divertendosi, cercando di tifare per la squadra che stava giocando meglio in quel momento e per i singoli giocatori che stavano offrendo lo spettacolo migliore. Un passatempo leggero, rilassante, da condividere con familiari e amici mangiando un bel melone fresco.
Politicizzando in forma rozza e primitiva un evento (che non era politico) si è voluto dare al Paese un significato chiaro e netto sulla prospettiva ideologica di questo governo: non ci interessa il merito, cari cittadini, bensì la politicizzazione del merito; non ci riguarda la leggerezza e la spensieratezza, perchè voi non dovete divertirvi (questo è disfattismo) bensì dovete schiumare dalla rabbia e dall'indignazione di continuo, coltivare e nutrire un odio perenne e costante, e il vero divertimento -per voi che siete italiani- deve essere l'orgoglio di una dignità ritrovata che vi fa vivere ogni esperienza come un duello, una lotta ansiosa contro un nemico, la ricerca e la salvaguardia di una identità. Dovete soffrire per la Patria.
Questo vuole il totalitarismo.
Questo volevano e questo hanno ottenuto.
Ci hanno derubato di un pomeriggio divertente di relax amicale estivo.
Il totalitarismo pretende dai suoi cittadini che pensino sulla base di coordinate, impulsi e parole d'ordine che vengono emesse dall'alto.

Sono ladri di tenerezza e svago, odiatori della convivialità.
Tutto qui.
Stay tuned.

venerdì 13 luglio 2018

2° racconto sul mondo in cui viviamo: la comunicazione ai tempi del Pentaleghismo.






di Sergio Di Cori Modigliani

2° racconto sul mondo in cui viviamo.
Come funziona la comunicazione mediatica ai tempi del populismo

Ieri il governo ha tagliato i vitalizi. 
C'è chi esulta ed è contento, c'è chi è contro e c'è chi rimane indifferente.
Non rientro in nessuna di queste tre categorie perchè il tema non mi appassiona.
La mia ottica concentra l'attenzione soltanto sulla comunicazione dell'evento e non sull'evento in questione.
Come è ormai chiaro a tutti, nel mondo in cui viviamo, la "percezione di un evento" ha sostituito "l'evento di per sè". 
E questo è già un punto dell'attuale comunicazione populista che è necessario avere molto chiaro in testa quando si affrontano tematiche legate all'attualità quotidiana del discorso mediatico della Politica.
Quindi, sulla base di questo assunto, a me interessa condividere con i lettori di questo post la percezione che si cela dietro il fatto e non il fatto in sè.
Perchè i fatti e l'oggettività non contano più. Conta soltanto la percezione che si genera da  una notizia realtiva a quel fatto specifico.

Nel comunicare a el pueblo la propria soddisfazione per l'abolizione dei vitalizi, ieri l'on. Di Maio ha dichiarato nella piazza gremita da cittadini che agitavano un palloncino giallo: 
 "Finalmente ci siamo riusciti. Erano 60 anni che il popolo italiano aspettava questo momento".

Personalmente la trovo una frase inquietante e molto ma molto pericolosa, altrimenti non mi sarebbe venuto in mente di scriverci sopra un post.

Questa affermazione, infatti, contiene la base strutturale del negazionismo che appartiene lessicalmente e storicamente alla genesi linguistica di ogni sistema totalitario.
Ciò che arriva a el pueblo unido, infatti, è l'idea del raggiungimento di una meta agognata che ha attraversato ben tre generazioni. 
Questo è ciò che vogliono comunicarci.

Se invece consideriamo il "fatto oggettivo" questa affermazione va politicamente rigettata e rispedita al mittente in attesa di chiarimenti. 
Nel caso venisse passata sotto silenzio (ma qualche giornale l'ha rilevato) o rubricata in maniera superficiale attribuendola a "gaffe" o "scivolata dovuta all'emotività del momento" verrebbe dato un segnale di passività e di arrendevolezza che chiude in anticipo ogni possibilità di critica e di dibattito.
Temo e potrei addirittura arrivare al punto di sostenere -in linea teorica- che l'autentico fine di una comunicaione di questo tipo sia "vedere l'effetto che fa".
La frase, infatti, introduce formalmente e ufficialmente (data la posizione politica di chi l'ha declamata) una falsificazione della Storia di questo Paese e della sua memoria, alterando il presente: se si cambia e si modifica il passato, come è noto, si cambia anche il presente; l'intuizione rivoluzionaria di Freud nasce da questo assunto.

Da cui, la mia inquietudine che ha prodotto questo post.
Vediamo in che cosa consiste la falsificazione.

60 anni fa era il 1958.
Allora, la classe politica dirigente che contava era composta per lo più da De Gasperi, Togliatti, Nenni, Pertini, La Malfa, Zanone, La Pira, Zanone, Spadolini, Di Vittorio. Il termine vitalizio non esisteva e, comunque, a nessuno interessava l'argomento, non apparteneva all'idea di mondo degli italiani, essendo i primi due valori dell'epoca 1) la libertà, 2) il lavoro.
50 anni fa era il 1968.
De Gasperi era stato sostituito da Moro e Fanfani e Togliatti da Longo e Pajetta. Il termine vitalizio non apparteneva all'idea di mondo degli italiani, essendo allora i primi due valori degli italiani 1) la libertà, 2) l'indipendenza. 
40 anni fa era il 1978.
La politica ruotava intorno ai nomi di Cossiga, Berlinguer, e il nuovo soggetto politico era Craxi. Il tema del giorno era il terrorismo. Moro era stato assassinato. Ci si interrogava su come uscirne per sempre. Il termine vitalizio non apparteneva all'idea di mondo degli italiani, essendo i primi due valori dell'epoca 1) la difesa della Democrazia, 2) l'amore.
30 anni fa era il 1988.
I politici che contavano allora erano Andreotti, De Mita, Craxi, De Michelis, Occhetto, Napolitano. La lotta politica era serrata, l'Italia era la quinta potenza economica al mondo, la prima potenza europea, la prima industria manifatturiera del continente; aumentavano consumi e salari.  Americani, francesi, inglesi e tedeschi ci invidiavano per come vivevamo. Il termine vitalizio non apparteneva all'idea di mondo degli italiani, essendo i primi due valori dell'epoca 1) i viaggi e il divertimento, 2) il sesso.
20 anni fa era il 1998.
I politici che contavano erano Berlusconi, D'Alema, Veltroni, Fini, Napolitano, Letta, Bossi. L'immaginario collettivo degli italiani era tutto preso dall'imminente entrata nell'euro ed erano tutti presi da un nuovo innamoramento: investire in borsa e nel mercato immobiliare. La febbre nazionale era quella. Il termine vitalizio  non apparteneva all'idea di mondo degli italiani, essendo i primi due valori dell'epoca 1) l'affermazione della propria individualità, 2) i viaggi all'estero.
10 anni fa era il 2008.
Irrompe sulla scena un nuovo soggetto simbolico di fortissima presa "il vitalizio" che diventa il luogo totemico dell'odio di classe, di coloro che stanno soffrendo la grave crisi finanziaria e che alimenta la rabbia della popolazione esclusa. I dati Istat certificano che al 1° posto dei valori assoluti dell'esistenza, per la prima volta gli italiani hanno messo il danaro e al 2° posto il cibo. Beppe Grillo, con geniale abilità, promuove un vaffaday che ruota tutto intorno a questo concetto usato come clava e leva politica. La destra (cinica, opportunista, menefreghista e cialtrona) non vede nulla; la sinistra (miope, ottusa, vanagloriosa, spocchiosa) non vede nulla. Il "vitalizio dei privilegiati" entra allora, a novembre del 2008, nell'immaginario collettivo della nazione e altri, oltre al M5s, incominciano a pedinare il malessere nazionale invece di proporre alternative credibili.

Dieci anni fa, quindi. E, poichè è stato Beppe Grillo a promuovere questa battaglia, ha tutte le ragioni per rivendicarne la assoluta e unica paternità.

Ma non 60 anni fa, neppure 50, neppure 40, neppure 30, neppure 20. Bensì 10 anni fa.

Dunque, la mia inquietudine nasce da questa affermazione dell'on. Di Maio che io definisco "negazionista",  come considero "negazionista" ogni volgare e maldestro tentativo di mostrare al mondo politico e al Paese che si può cambiare il passato di una Nazione, si può alterare, si possono inquinare le fondamenta della memoria. E' un attacco alla cultura, anzi alla Cultura.
E quindi protesto e invito la popolazione a riflettere ponendosi la seguente domanda:

"perchè il M5s, dopo aver vinto una battaglia condotta da Beppe Grillo per 10 anni, invece di riconoscergli questa legittima vittoria, vuole  farci credere che gli italiani stavano combattendo questa battaglia da 60 anni, non essendo vero?".

Grazie per l'attenzione.
 




 
 
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giovedì 12 luglio 2018

Questa immagine contiene un falso.







di Sergio Di Cori Modigliani

Racconto sul mondo in cui viviamo.
Come funziona la comunicazione mediatica ai tempi del populismo?

L'immagine che vedete qui sotto ne è un chiaro esempio:
proclama una indiscutibile verità che -in teoria e nei fatti oggettivi- corrisponde alla realtà, ma allo stesso tempo enuncia un falso perchè cela una verità sottostante.

Provate adesso ad immaginare (o ricordare, nel caso l'anagrafe ve lo consenta) l'Italia del 1965. Sostituite le due immagini e metteteci in una la fotografia di Brigitte Bardot nuda su un letto, avvolta da un lenzuolo malandrino che la copre e allo stesso tempo la scopre, e sotto mettete l'immagine di Maria Rossi, bilbiotecaria comunale a Catania, una donna "normale", piacevole, con gli occhiali (le bibliotecarie hanno sempre gli occhiali) e aggiungeteci la scritta:
"Brigitte guadagna 1 milione di lire al giorno mentre Maria ne guadagna appena 1.000".
Si sarebbero tutti messi a ridere e l'immagine non avrebbe mai colpito -ma proprio mai- l'immaginario collettivo del paese.
Perchè?
Perchè erano più stupidi?
Più bacchettoni?
Più conservatori?
Più infantili?

No. Perchè erano diversi. Perchè erano diversi i loro valori, e la fama, il narcisismo dell'apparenza e il danaro non erano il valore primario nè delle italiane nè degli italiani. Nel 1965 i valore assoluti (primo e secondo nella classifica Istat) erano "la Libertà e l'Indipendenza" e gli italiani si stavano immergendo nella cultura degli anni'60. A questo bisogna anche aggiungere il fatto che l'immagine ci avrebbe comunicato subito la fierezza di una indomita Maria che invece di convolare a ingiuste nozze -perchè combinate in ambito familiare- aveva scelto di affermare la propria indipendenza e autonomia facendo un lavoro che aiutava se stessa e la collettività a crescere ed evolversi per essere tutti più liberi e migliori. Questo la rendeva sexy. A quei tempi, Maria Rossi poteva anche essere sexy, e risultare seducente e appetibile per il giovane maschio di allora. L'immagine di oggi ci mostra un medico che viene definito in partenza a metà tra lo sfigato, la vittima, l'eroe, o -nella migliore delle ipotesi- uno che non ha capito come va il mondo ed è quindi (automaticamente) un poveraccio.
Siccome i valori primari degli italiani oggi (dati Istat) sono il Danaro e l'Apparenza, è scontato che il medico è una vittima del sistema. Quasi nessuno pensa che esiste la libertà di scelta e che un medico può essere felice all'idea di fare il medico guadagnando 40.000 euro all'anno mentre il calciatore ne guadagna 40 milioni.
Perchè oggi, la Sostanza e la Libertà non sono valori percepiti.

La società oggi è ingiusta.
Lo era anche nel 1965.
Gli squilibri sociali oggi sono immensi.
Lo erano anche nel 1965.

Sono i valori dell'attualità quotidiana ad essere diversi.
E sono proprio questi valori che ci rendono infelici.
Ma il sistema mediatico che produce la nostra infelicità certro non ce lo viene a raccontare.

Ecco perchè questa immagine cela un Falso sottaciuto:
ci spinge a pensare: "Mio Dio, che schifo di mondo!" e poi, in aggiunta "magari potessi guadagnare 40 milioni l'anno!".
E allora monta la rabbia e poi la rabbia e poi la rabbia che produce livore e invidia sociale, e tanta ma proprio tanta pubblicità.
Se invece si cambiano i valori a monte, si accetta l'idea che Ronaldo è un uomo intelligente consapevole di non avere alcun talento (tranne quello atletico) e ha scelto di investire su questo. Il medico ha fatto altrettanto. Siccome è possibile che per il medico ciò che conta non è il danaro, la visibilità e la fama, bensì il rispetto della comunità e l'idea di fare un lavoro che lo renda orgoglioso di essere se stesso, allora i due vanno pari.
Entrambi hanno il diritto di essere ciò che sono.
Entrambi sono semplici modelli di riferimento.
Vivere in una società populista, significa dare per scontato che la "Verità" corrisponda alla fantasia piccolo-borghese per cui il danaro e la fama è "il Tutto". Quindi, il calciatore è da invidiare e il medico è da compatire o da santificare (il che lo disumanizza).
E invece esiste un'alternativa: basta sottrarsi alla dittatura della percezione (cavallo di battaglia di Google, Facebook, Twitter, Instagram e Google) e applicare gli immortali codici base della libertà di scelta.
A tutto campo e a tutti i livelli.
A quel punto riguardando l'immagine vedremo qualcosa di diverso.
La nostra salute, fisica, mentale, spirituale, sentimentale, e soprattutto quella civile, ne trarrà ampio beneficio.

mercoledì 11 luglio 2018

Un mondo pericoloso.






di Sergio Di Cori Modigliani


Viviamo davvero in un mondo molto pericoloso. Ogni giorno accadono eventi e fatti che noi ignoriamo. Per fortuna ci sono ancora giornalisti (a questo serve la stampa libera dei veri professionisti) che ci raccontano che cosa accade nel mondo. Sul numero di oggi del Wall Street Journal, Dustin Voltz, uno dei migliori giornalisti investigativi statunitensi, ci racconta una emblematica e spaventosa storia. La fonte è certa e garantita, tanto è vero che il ministero della difesa Usa non ha smentito. La notizia è la seguente: durante un pattugliamento di ispezione nel dark web -luogo dove si concentra tutto il marciume umano e dove si compra e si vende di tutto- è stato scoperto un utente che vendeva un drone militare di ultima generazione, modello MQ-9 Reaper, dotato di missili a medio raggio con mini-testata radioattiva. Costo del velivolo alla produzione: 34 milioni di dollari. Lo si vendeva a 42 milioni.
Il problema è che c'era la fila di acquirenti.
 

Noi sappiamo oggi che questo evento si è verificato perchè è stato acquistato da un funzionario del dipartimento alla difesa che ha poi lanciato l'allarme. Il problema che questa notizia pone è di triplice natura e non deve essere sottovalutato:

a). Come è possibile che si possa vendere di tutto alla luce del sole -compresi organi umani espiantati a bambini rapiti- senza che ci sia nessuna forma di intervento se non sporadici controlli qualche volta fortunati, come in questo caso?
 

b). Come è possibile che la sicurezza degli aeroporti militari americani sia così fiacca? Senza dubbio si tratta di corruzione da parte di qualche addetto che lì ci lavora. Ma, in questo caso, dovrebbe intervenire l'Onu come supervisione, perchè un velivolo del genere può essere usato dagli acquirenti criminali dementi per lanciare un attacco terroristico in qualunque parte del mondo. Quindi riguarda tutti noi, non soltanto loro.
 

c). Questa volta ne siamo stati informati perchè Dustin Voltz ha contatti e conoscenze dentro il sistema ed è riuscito a scovare un ufficiale pensante che ha nobilmente scelto di raccontare la storia. E quando non ce lo dicono? 
Come facciamo a essere garantiti?

Questo sono domande lecite che riguardano tutti noi.
 

La più importante delle domande è invece retorica:
essendo ormai il danaro il valore primario e assoluto nella nostra società, e -grazie al web- essendoci un gigantesco mercato aperto a ogni razza di criminale nel mondo, come fanno le classi dirigenti planetarie a non comprendere che se non si cambia il paradigma mentale e culturale, l'intera specie umana è a rischio di estinzione?