di Sergio Di Cori Modigliani
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· Louis Ferdinand Celine, Paris 1959
Tutti contenti. In un paese normale dovrebbe essere il segno e il segnale di una ritrovata armonia, del raggiungimento di una pace sociale condivisa, di una collettività ritrovata. Sarebbe un errore di ottimismo superficiale. Non tanto per il fatto che ami fare il menagramo, quanto piuttosto per il fatto che mi sembra doveroso ricordare sempre a tutti che “questo non è un paese normale”. Comunque sia, prendiamo atto della luna di miele tra Alfano e Rosy Bindi, tra Bersani e Casini, tra il PDL e il PD e l’UDC; prendiamo atto che la borsa valori vola mentre le notizie sulla nostra economia sono disastrose, che Mario Monti è sempre più ottimista a dispetto delle percentuali sugli interessi del debito che salgono e vanno sempre più su. Gongolano tutti.
Viva l’Italia. Non si può che prendere atto della realtà. Stando andando tutto ottimamente.
Il nuovo sottosegretario ai trasporti, appena nominato, è un manager serio e probo. Si chiama Guido Improta. E’ un uomo che viene da Alitalia dove si è fatto le ossa. Si occuperà di trasporti e infrastrutture, amato da destra e sinistra. E’ stato voluto in Alitalia da una vecchia conoscenza, certo Giovanni Bisignani, (l’uomo di punta della P2, quello che presentò Cicchitto a Gelli tanto per intendersi) amministratore delegato di Alitalia quando nel 1982 scoppiò lo scandalo sulla massoneria deviata. Coinvolto in tutte le inchieste giudiziarie nel periodo di tangentopoli, Giovanni Bisignani è stato promosso e nominato presidente dello Iata, la federazione planetaria che gestisce il traffico commerciale aereo sulla Terra. Di lui nessuno osa mai parlarne. Guido Improta è persona molto vicina a Giancarlo Elia Valori che toh, guarda un po’ che caso, il 26 gennaio 2012, in teoria, è imputato in aula per truffa nei confronti dello stato insieme ad Antonio Baldassarri. Si occuperà di appalti, di grandi opere, di gestire il sistema di gestione nella gestione di sovvenzioni statali per il rilancio delle sovrastrutture. Tutti questi signori hanno fortemente spinto (e ottenuto) che sulla poltrona al comando di Banca Intesa, al posto di Corrado Passera finisse Enrico Cucchiani, amico intimo di un altro Bisignani, Luigi –di cui non si parla più- il quale, lesto lesto quatto quatto, ha patteggiato con la magistratura (il patteggiamento si è chiuso tre giorni fa) accettando un anno e mezzo di galera, da lui considerata vera chicca. Certo, non può che sorprendere l’idea che uno consideri una prospettiva entusiasmante il fatto di stare in carcere circa 555 giorni. “sono davvero soddisfatto” ha dichiarato colui che fino a due mesi fa era considerato la punta dell’iceberg della cosiddetta P3. Dev’essere masochista, oppure….insisto…c’è qualcosa sotto che non quadra. Fate voi.
Enrico Cucchiani, al comando di Banca Intesa ha avuto per anni come alter ego proprio Luigi Bisignani. I magistrati hanno reso pubbliche negli ultimi sei mesi 179 intercettazioni telefoniche tra i due, soprattutto nella sezione “affari tra banche” (nessuna è mai stata pubblicata) relative alla modalità di gestione per eliminare Alessandro Profumo da Unicredit. Cucchiani è un uomo di Allianz, il più importante gruppo assicurativo dell’Europa, quarto al mondo, la spina dorsale del capitale finanziario tedesco. Ha lavorato per i tedeschi per 25 anni. Ma si è fatto le ossa anche nel mondo della moda, alla Gucci e per Mila Schon. Poi lo sbarco nelle assicurazioni con una carriera tutta interna al gruppo Allianz, prima nelle controllate italiane Lloyd adriatico e Ras (facilmente pappate e passate ai tedeschi nell’indifferenza generale) infine nella casa madre a Monaco di Baviera. Cucchiani, comunque siede nei consigli di amministrazione di Pirelli e d Unicredit (ma non sono concorrenti?).
Ciò che più conta è che è membro importante dell’Aspen Institute e della Trilateral Commission.
Viva l’Italia, va tutto okay.
La mia risposta a questi giochetti all’italiana voluti da Mario Monti non può che essere in linea con l’umore corrente: ma che bello siamo già tutti in pista. Buttate giù la pasta. Si mangia.
Qui di seguito regalo ai miei lettori che amano l’Europa, che ci credono e che sono convinti che il nostro continente meriti qualcosina di più, il primo elenco di “membri dei Veri Poteri Forti d’Europa”.
La scelta è stata fatta a caso, a vacca.
L’elenco completo è davvero corposo, si parla di migliaia e migliaia di nomi.
Questi sono i VERI POTERI FORTI: non fatevi ingannare!
Perché l’Europa –quella vera che davvero conta- sono queste persone qui.
Gli altri sono soltantro dei camerieri.
Questi hanno fatto l’Europa.
E se l’Europa ce la farà a essere, e non soltanto sopravvivere, sarà grazie ai Poteri Forti Veri rappresentati dalle persone dell’elenco.
Non certo grazie ai giochetti di Mario Monti and Co.
Spero che gli avidi lettori con fantasie da cospiratori apprezzino l’elenco dei potenti..
Loro sono quelli che contano.
Capirlo, è fondamentale.
Direi decisivo.
Mario Monti e la truppa al seguito non lo capiranno mai, questo è il bello.
Mettetevi al servizio dei Veri Poteri Forti, e ritroverete dentro di voi il Senso della misura, della dignità, ma soprattutto il senso di quella “normalità” che all’Italia viene negata.
E con questi dell'elenco, vi garntisco che la vittoria è certa.
I camerieri si cambiano, i Veri Potenti no.
Elenco de I VERI POTERI FORTI DELL’EUROPA.: la Poesia del nostro continente.
“E il principe Mishkin lo guardò e gli disse: “Ma non capisci? Che senso ha cercare la felicità, o addirittura dannarsi per cercarla? Gli esseri umani, tutti, nessuno escluso, neppure uno, sono già felici. Le persone sono tutte felici, tutte. Noi umani, siamo tutti felici. Solo che non lo sappiamo. L’Essere Umano è così, è il paradosso della nostra condizione: l’uomo è sempre felice ma non lo sa”.
“La condizione dell'uomo è, in verità, stupefacente. Non gli viene data né gli è imposta la forma della sua vita come viene imposta all'astro e all'albero la forma del loro essere. L'uomo deve scegliersi in ogni istante la sua. È, per forza, libero. Non è buffo che non lo sappia?”.
Tutto ciò che Dio fa è compiuto e prodotto da lui come dalla causa sommamente libera. Dunque, se prima Dio avesse fatto le cose diversamente da come sono adesso, allora dovrebbe certamente seguire che egli, in qualche tempo, è stato imperfetto; ma questo è falso. Infatti, visto che Dio è la causa prima di tutto, deve esserci in lui qualcosa attraverso cui fa ciò che fa e non omette di farlo. Poiché diciamo che la libertà non consiste nel fare o non fare qualcosa, e poiché abbiamo anche mostrato che ciò che fa compiere a Dio qualcosa non può essere altro che la sua stessa perfezione, concludiamo che se non ci fosse la sua perfezione a farglielo compiere, le cose non esisterebbero o non sarebbero potute arrivare ad essere, per essere ciò che sono. Da cui si deduce che l’Uomo è sempre perfetto, anche quando opera nel male. L’Uomo giusto è colui che cerca di comprendere la natura dell’Uomo per comprendere Dio, e così facendo offre la luce dell’Ethica per illuminare il percorso allontanandosi dalle tenebre.
“Ricorda, caro mio Sancho, chi vale di più, deve fare di più: è così. Ma adesso fantastichiamo sul nostro prossimo viaggio in Europa. Andremo a Napoli gloria d’Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza di cuore, benigna nella pace e dura in guerra”. Sancho dormiva, russando in maniera invereconda. Quixote lo guardò e capì che Sancho era talmente fedele da non poter tradire se stesso mai. “Dio benedica chi ha inventato il sonno” tuonò il prode cavaliere alzando la sua lancia verso il Cielo stellato “mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio”.
“Le nuove opinioni sono sempre sospette e vengono di solito contrastate per l'unica ragione che non sono ancora diventate comuni. Ragion per cui l’innovatore soffre della sua solitudine e della mancanza di riconoscimento: induce sospetti e non può essere compreso. Quando le sue opinioni saranno diventate comuni e diffuse, allora soffrirà e si sentirà solo nell’accorgersi che la sua originalità di un tempo si è trasformata in banalità. Così funziona l’intelligenza umana”.
Serbali tu com’erano, memoria, i miei ricordi.
E più che puoi, memoria, di quell’amore mio
Recami ancora, più che puoi, stasera.”
“Non sorridete, caro Mittler, o magari sorridete pure! Oh! Io non mi vergogno di questa devozione, di questa, se volete, pazza insensata passione. No, io non ho ancora mai amato, ora apprendo che cosa significhi. Fin qui, nella mia vita, non s'era avuto che preludio, attesa, passatempo, spreco di tempo, finché non la conobbi, finché l'amai, e allora veramente amai. E’ così semplice la natura dell’uomo: si capisce che si ama e si capisce che cosa sia l’amore soltanto quando si ama, né prima né dopo. E’ tutto così semplice, facile, lineare. Se soltanto l’Uomo lo sapesse!
Che disastro, i ricordi. Non bisogna pensare a certe cose, a quelle che ci stanno a cuore, o piuttosto bisogna pensarci, perché altrimenti si rischia di ritrovarle, nella memoria, a poco a poco. Cioè bisogna pensarci per un po', giusto un po', tutti i giorni e parecchie volte al giorno, fino a che non le ricopra un inesorabile strato di melma. Eppure siamo contenti. E che facciamo, ora che siamo contenti? Aspettiamo Godot.
· “Lui la guardò mentre lei lavava le tazze. Le osservò la nuca e capì che non aveva scampo. Per lui era finita. Non avrebbe mai potuto vivere il resto della sua vita con una donna così rovinata. Ma sapeva anche che non avrebbe mai potuto resistere più di un giorno senza di lei. Lei era la sua rovina. Lei era la sua salvezza. D’un tratto lei si voltò, come se i pensieri di lui fossero entrati dentro di lei. Lo guardò e gli disse: “Stai pensando di andartene via, lontano, senza di me? Ti sei già stancato?”. Lui non rispose. E lei, di rimando: “Ancora prima di iniziare?”. Lui le sorrise e si accorse che, per la prima volta nella sua vita, non era in grado di frenare le lacrime. Capì che era arrivato il momento di arrendersi, proprio davanti a lei. Perché lei era la prima che non gli aveva chiesto nulla”.
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“Perche’ le donne non ci desiderano come le desideriamo noi, a priori, sistematicamente? Sistematicamente, fisicamente e astrattamente e sempre per quello che esse sono: le gobbe per la loro gobba, le borghesi per il loro cappellino, le puttane per le loro gambe, le pudibonde per la loro virtu’, le grasse per i loro cuscinetti e le magre per le loro ossa?”.
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· Louis Ferdinand Celine, Paris 1959
Amore non è guardarsi negli occhi, ma guardare nella stessa direzione”
……………………………………..…..Antoine de Saint Exupery. Nizza. 1937
“Essere italiani: che grande inutile spreco di tempo e di talento."
Ennio Flaiano. Roma 1968
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“Non sto pensando a niente, e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente, mi è gradita come l’aria notturna…fresca in confronto all’estate calda del giorno. Che bello, non sto pensando a niente. Non pensare a niente è avere l’anima propria e intera. Non pensare a niente è vivere intimamente il flusso e riflusso della vita. Non sto pensando a niente. E’ come se mi fossi appoggiato male, un dolore nella schiena o sul fianco, un sapore amaro nella bocca della mia anima, perché in fin dei conti io, non sto pensando a niente, ma proprio a niente…a niente”.
“Già torna a scuotermi Eros, che scioglie le membra, dolceamara, indomabile. Oscura belva”.