mercoledì 30 novembre 2011

Tutti contenti: les jeux sont fait. Monti esulta, la borsa vola. Ecco un primo elenco dei Veri Poteri Forti dell'Europa che davvero conta.

di Sergio Di Cori Modigliani

Tutti contenti. In un paese normale dovrebbe essere il segno e il segnale di una ritrovata armonia, del raggiungimento di una pace sociale condivisa, di una collettività ritrovata. Sarebbe un errore di ottimismo superficiale. Non tanto per il fatto che ami fare il menagramo, quanto piuttosto per il fatto che mi sembra doveroso ricordare sempre a tutti che “questo non è un paese normale”. Comunque sia, prendiamo atto della luna di miele tra Alfano e Rosy Bindi, tra Bersani e Casini, tra il PDL e il PD e l’UDC; prendiamo atto che la borsa valori vola mentre le notizie sulla nostra economia sono disastrose, che Mario Monti è sempre più ottimista a dispetto delle percentuali sugli interessi del debito che salgono e vanno sempre più su. Gongolano tutti.
Viva l’Italia. Non si può che prendere atto della realtà. Stando andando tutto ottimamente.
Il nuovo sottosegretario ai trasporti, appena nominato, è un manager serio e probo. Si chiama Guido Improta. E’ un uomo che viene da Alitalia dove si è fatto le ossa. Si occuperà di trasporti e infrastrutture, amato da destra e sinistra. E’ stato voluto in Alitalia da una vecchia conoscenza, certo Giovanni Bisignani, (l’uomo di punta della P2, quello che presentò Cicchitto a Gelli tanto per intendersi) amministratore delegato di Alitalia quando nel 1982 scoppiò lo scandalo sulla massoneria deviata. Coinvolto in tutte le inchieste giudiziarie nel periodo di tangentopoli, Giovanni Bisignani è stato promosso e nominato presidente dello Iata, la federazione planetaria che gestisce il traffico commerciale aereo sulla Terra. Di lui nessuno osa mai parlarne. Guido Improta è persona molto vicina a Giancarlo Elia Valori che toh, guarda un po’ che caso, il 26 gennaio 2012, in teoria, è imputato in aula per truffa nei confronti dello stato insieme ad Antonio Baldassarri. Si occuperà di appalti, di grandi opere, di gestire il sistema di gestione nella gestione di sovvenzioni statali per il rilancio delle sovrastrutture. Tutti questi signori hanno fortemente spinto (e ottenuto) che sulla poltrona al comando di Banca Intesa, al posto di Corrado Passera finisse Enrico Cucchiani, amico intimo di un altro Bisignani, Luigi –di cui non si parla più- il quale, lesto lesto quatto quatto, ha patteggiato con la magistratura (il patteggiamento si è chiuso tre giorni fa) accettando un anno e mezzo di galera, da lui considerata vera chicca. Certo, non può che sorprendere l’idea che uno consideri una prospettiva entusiasmante il fatto di stare in carcere circa 555 giorni. “sono davvero soddisfatto” ha dichiarato colui che fino a due mesi fa era considerato la punta dell’iceberg della cosiddetta P3. Dev’essere masochista, oppure….insisto…c’è qualcosa sotto che non quadra. Fate voi.
Enrico Cucchiani, al comando di Banca Intesa ha avuto per anni come alter ego proprio Luigi Bisignani. I magistrati hanno reso pubbliche negli ultimi sei mesi 179 intercettazioni telefoniche tra i due, soprattutto nella sezione “affari tra banche” (nessuna è mai stata pubblicata) relative alla modalità di gestione per eliminare Alessandro Profumo da Unicredit. Cucchiani è un uomo di Allianz, il più importante gruppo assicurativo dell’Europa, quarto al mondo, la spina dorsale del capitale finanziario tedesco. Ha lavorato per i tedeschi per 25 anni. Ma si è fatto le ossa anche nel mondo della moda, alla Gucci e per Mila Schon. Poi lo sbarco nelle assicurazioni con una carriera tutta interna al gruppo Allianz, prima nelle controllate italiane Lloyd adriatico e Ras (facilmente pappate e passate ai tedeschi nell’indifferenza generale)  infine nella casa madre a Monaco di Baviera. Cucchiani, comunque siede nei consigli di amministrazione di Pirelli e d Unicredit (ma non sono concorrenti?).
Ciò che più conta è che è membro importante dell’Aspen Institute e della Trilateral Commission.
Viva l’Italia, va tutto okay.
La mia risposta a questi giochetti all’italiana voluti da Mario Monti non può che essere in linea con l’umore corrente: ma che bello siamo già tutti in pista. Buttate giù la pasta. Si mangia.

Qui di seguito regalo ai miei lettori che amano l’Europa, che ci credono e che sono convinti che il nostro continente meriti qualcosina di più, il primo elenco di “membri dei Veri Poteri Forti d’Europa”.

La scelta è stata fatta a caso, a vacca.

L’elenco completo è davvero corposo, si parla di migliaia e migliaia di nomi.

Questi sono i VERI POTERI FORTI: non fatevi ingannare!

Perché l’Europa –quella vera che davvero conta- sono queste persone qui.

Gli altri sono soltantro dei camerieri.

Questi hanno fatto l’Europa.

E se l’Europa ce la farà a essere, e non soltanto sopravvivere, sarà grazie ai Poteri Forti Veri rappresentati dalle persone dell’elenco.
Non certo grazie ai giochetti di Mario Monti and Co.

Spero che gli avidi lettori con fantasie da cospiratori apprezzino l’elenco dei potenti..
Loro sono quelli che contano.
Capirlo, è fondamentale.
Direi decisivo.
Mario Monti e la truppa al seguito non lo capiranno mai, questo è il bello.

Mettetevi al servizio dei Veri Poteri Forti, e ritroverete dentro di voi il Senso della misura, della dignità, ma soprattutto il senso di quella “normalità” che all’Italia viene negata.
 E con questi dell'elenco, vi garntisco che la vittoria è certa.
I camerieri si cambiano, i Veri Potenti no.


Elenco de       I VERI POTERI FORTI DELL’EUROPA.: la Poesia del nostro continente. 

“E il principe Mishkin lo guardò e gli disse: “Ma non capisci? Che senso ha cercare la felicità, o addirittura dannarsi per cercarla? Gli esseri umani, tutti, nessuno escluso, neppure uno, sono già felici. Le persone sono tutte felici, tutte. Noi umani, siamo tutti felici. Solo che non lo sappiamo. L’Essere Umano è così, è il paradosso della nostra condizione: l’uomo è sempre felice ma non lo sa”.
   ……………………………….Fedor Mickhailovic Dostoevskij. Mosca 1883



“La condizione dell'uomo è, in verità, stupefacente. Non gli viene data né gli è imposta la forma della sua vita come viene imposta all'astro e all'albero la forma del loro essere. L'uomo deve scegliersi in ogni istante la sua. È, per forza, libero. Non è buffo che non lo sappia?”.
   ………………………………………….Luis Ortega y Gasset. Valencia. 1949

 …………………………………………Baruch Spinoza. Hague. 1666

“Ricorda, caro mio Sancho, chi vale di più, deve fare di più: è così. Ma adesso fantastichiamo sul nostro prossimo viaggio in Europa. Andremo a Napoli gloria d’Italia e ancor del mondo lustro, madre di nobiltade e di abbondanza di cuore, benigna nella pace e dura in guerra”. Sancho dormiva, russando in maniera invereconda. Quixote lo guardò e capì che Sancho era talmente fedele da non poter tradire se stesso mai. “Dio benedica chi ha inventato il sonno” tuonò il prode cavaliere alzando la sua lancia verso il Cielo stellato “mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio”.
…………………………………………Miguel Cervantes de Saavedra. Salamanca. 1615


“Le nuove opinioni sono sempre sospette e vengono di solito contrastate per l'unica ragione che non sono ancora diventate comuni. Ragion per cui l’innovatore soffre della sua solitudine e della mancanza di riconoscimento: induce sospetti e non può essere compreso. Quando le sue opinioni saranno diventate comuni e diffuse, allora soffrirà e si sentirà solo nell’accorgersi che la sua originalità di un tempo si è trasformata in banalità. Così funziona l’intelligenza umana”.
…………………………………………………John Locke. Londra 1698




Serbali tu com’erano, memoria, i miei ricordi.
E più che puoi, memoria, di quell’amore mio
Recami ancora, più che puoi, stasera.”
………………………………………………..Costantino Kavafis, Atene. 1978





“Non sorridete, caro Mittler, o magari sorridete pure! Oh! Io non mi vergogno di questa devozione, di questa, se volete, pazza insensata passione. No, io non ho ancora mai amato, ora apprendo che cosa significhi. Fin qui, nella mia vita, non s'era avuto che preludio, attesa, passatempo, spreco di tempo, finché non la conobbi, finché l'amai, e allora veramente amai. E’ così semplice la natura dell’uomo: si capisce che si ama e si capisce che cosa sia l’amore soltanto quando si ama, né prima né dopo. E’ tutto così semplice, facile, lineare. Se soltanto l’Uomo lo sapesse!
………………………………………………………………Johann Wolfgang Goethe. Weimar 1809

Che disastro, i ricordi. Non bisogna pensare a certe cose, a quelle che ci stanno a cuore, o piuttosto bisogna pensarci, perché altrimenti si rischia di ritrovarle, nella memoria, a poco a poco. Cioè bisogna pensarci per un po', giusto un po', tutti i giorni e parecchie volte al giorno, fino a che non le ricopra un inesorabile strato di melma. Eppure siamo contenti. E che facciamo, ora che siamo contenti? Aspettiamo Godot.
…………………………………………………Samuel Beckett, Dublino 1955
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·         “Le mie mani sono come le tue, ma ho vergogna di avere un cuore così bianco”.
·          ………………………………William Shakespeare. Stratford on Avon.
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·         “Lui la guardò mentre lei lavava le tazze. Le osservò la nuca e capì che non aveva scampo. Per lui era finita. Non avrebbe mai potuto vivere il resto della sua vita con una donna così rovinata. Ma sapeva anche che non avrebbe mai potuto resistere più di un giorno senza di lei. Lei era la sua rovina. Lei era la sua salvezza. D’un tratto lei si voltò, come se i pensieri di lui fossero entrati dentro di lei. Lo guardò e gli disse: “Stai pensando di andartene via, lontano, senza di me? Ti sei già stancato?”. Lui non rispose. E lei, di rimando: “Ancora prima di iniziare?”. Lui le sorrise e si accorse che, per la prima volta nella sua vita, non era in grado di frenare le lacrime. Capì che era arrivato il momento di arrendersi, proprio davanti a lei. Perché lei era la prima che non gli aveva chiesto nulla”.
·          …………………………………….Georges Simenon. Manhattan. 1949
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·         “Quando Peter Fortune aveva dieci anni, i grandi dicevano che era un bambino difficile. Lui però non capiva in che senso. Non si sentiva per niente difficile. “Io mi sento così facile” diceva a se stesso, mugugnando per conto suo. Non scaraventava le bottiglie del latte contro il muro del giardino, non si rovesciava in testa il ketchup facendo finta che fosse sangue, e neppure se la prendeva con le caviglie di sua nonna quando giocava con la spada, anche se una vlta aveva pensato di farlo. Fu solo quando era ormai adulto da un pezzo che Peter, un giorno, capì. Il guaio è che i grandi si illudono di sapere dentro la testa di un bambino di dieci anni”.
·         ……………………………………………….Ian mcEwan. Londra. 1980
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 “E così, grazie a un colpo di genio e qualche bustarella era riuscita a togliersi ben dieci anni. Si guardò allo specchio. Adesso, ufficialmente, ne aveva soltanto quarantasei, ma erano ancora dieci più di Monti. Quell’età, quel delitto, quella macchia, quello specchio veritiero continuavano a tormentarla. Per l’uomo che amava avrebbe voluto essere una bambina, ancora una debole, fragile bambina, stretta tra le sue forti braccia. Avrebbe dovuto essere indulgente, materna, mentre lei voleva essere amata e ammirata, preferita a tutte le altre, ma non come un’amica o una moglie, ma come un’amante. La radiosa fanciulla d’un tempo. Se soltanto i maschi sapessero!.
·         Non ebbe mai il coraggio di sposare Monti”.
·          ………………………………..Irene Nemirovski. Saint Tropez 1937
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 “Il muratore non rispose. Spensero il fuoco e si coricarono nel letto comune. Giacquero a lungo svegli e silenziosi, con gli occhi aperti. Non osavano rivolgersi la parola. Né osavano pregare. E neppure muoversi. Avevano nel cuore un grande spavento. Era come se avessero capito che nessuno li avrebbe salvati. Mai. Erano soli, abbandonati a se stessi. Per i napoletani era così. Ma proprio perché napoletani, loro, sapevano che esistevano i miracoli. Un miracolo li avrebbe salvati. Un miarcolo avrebbe cambiato la loro vita”.
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·          ………………………………………………………Sandor Marai. Napoli 1958




“Perche’ le donne non ci desiderano come le desideriamo noi, a priori, sistematicamente? Sistematicamente, fisicamente e astrattamente e sempre per quello che esse sono: le gobbe per la loro gobba, le borghesi per il loro cappellino, le puttane per le loro gambe, le pudibonde per la loro virtu’, le grasse per i loro cuscinetti e le magre per le loro ossa?”.
 ………………………………………………….(Francois Truffaut. Parigi 1986.)
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·         .“La Storia. La Storia. Oh mio Dio! La Storia è un grande incubo dal quale vorrei svegliarmi subito. Quando finalmente sarò sveglio, allora, soltanto allora potrò permettermi il lusso di essere semplicemente un uomo europeo che fa poesia”.
·          ………………………………………………..James Joyce. Trieste 1919
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“I bambini sono innamorati e non sanno di chi. Parlano iuna lingua incomprensibile e si consumano in fantasie, sino al più estenuante pallore, e quando non sanno più come continuare, inventano una lingua che li rende pazzi. Il mio pesce. Il mio amo. La mia volpe. La mia trappola. Il mio fuoco. Tu, mio Ma. Si danno spintoni, fanno a pugni, si accapigliano pur di trovare la parola contraria che non c’è. Sono bambini: sanno già il senso delle cose. Lo perderanno più tardi, quando saranno accolti come adulti”.
·          ………………………………………….Ingeborg Bachmann. Roma, 1987
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  “Hemingway e Goethe si allontanano per le strade dell’adilà e voi mi chiedete che razza di idea sia mettere insieme proprio quei due. Ma se non c’entrano niente l’uno con l’altro. E allora? Con chi pensate che Goethe voglia trascorrere il suo tempo nell’adilà? Con Herder? Con Holderlin? Con Bettina? Con Eckermann? Per carità. Siamo in Europa, e qui funziona così, da noi. Quando ci si vuole incontrare si sa sempre chi scegliere per farsi quattro chiacchiere: è la nostra ricchezza”.
………………………………………………..Milan Kundera, Parigi 2002
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·         Ho messo la mia pelle in gioco. Perché, non dimenticate una cosa: la grande ispiratrice è la morte. Se non mettete la vostra pelle sul tavolo, non avete nulla. Uno deve pagare! Quello che è fatto senza pagare sa di gratuito, puzza di gratuito. Allora avete scrittori gratuiti. Al giorno d'oggi ci sono solo scrittori gratuiti.
·                                                           Louis Ferdinand Celine, Paris 1959

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“Accontentarsi degli uomini, tener aperta la casa del proprio cuore è liberale ma è soltanto liberale. I cuori capaci di una nobile ospitalità li si riconosce dalle molte finestre con le tende abbassate e le imposte chiuse:essi tengono vuote le loro stanze migliori. Perchè? Perchè aspettano ospiti dei quali non ci si "accontenti"...
·         - ………………………………………Friedrich.Nietzsche. Messina 1888
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Amore non è guardarsi negli occhi, ma guardare nella stessa direzione
……………………………………..…..Antoine de Saint Exupery. Nizza. 1937


“Essere italiani: che grande inutile spreco di tempo e di talento."
                                                                                                      Ennio Flaiano. Roma 1968
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·         E quando mi avrai letto,
getta questo libro ed esci.
Vorrei ch'esso ti avesse da...to
il desiderio di uscire.
Uscire da un luogo qualunque,
dalla tua città, dalla tua famiglia,
dalla tua stanza, dal tuo pensiero.

                                         ………………………….  Andrè Gide. Bordeaux 1929
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·         Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
 …………………………………………………………Salvatore Quasimodo. Palermo 1960



“Non sto pensando a niente, e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente, mi è gradita come l’aria notturna…fresca in confronto all’estate calda del giorno. Che bello, non sto pensando a niente. Non pensare a niente è avere l’anima propria e intera. Non pensare a niente è vivere intimamente il flusso e riflusso della vita. Non sto pensando a niente. E’ come se mi fossi appoggiato male, un dolore nella schiena o sul fianco, un sapore amaro nella bocca della mia anima, perché in fin dei conti io, non sto pensando a niente, ma proprio a niente…a niente”.
                                                                                     Fernando Pessoa, Lisbona 1922





“Già torna a scuotermi Eros, che scioglie le membra, dolceamara, indomabile. Oscura belva”.
…………………………….……………………..Saffo, isola di Lesbo. VII sec. A.C.