di Sergio Di Cori Modigliani
Il ministro Brunetta si è reso protagonista di un secondo autogol dopo quello di ieri. Sembra ormai lanciato verso un nuovo record all'interno del Pdl. Invece di scusarsi o far marcia indietro ha seclto di rincarare la dose insistendo nel seguitare a insultare i lavoratori precari.
Non è il solo all'interno della coalizione governativa ad avere assunto un atteggiamento auto-lesionista che è un chiaro sintomo di una totale incapacità di comprendere lo stato attuale delle cose.
Ciò che sembrano non voler comprendere (in realtà non lo possono fare) è che non sono in grado di poter operare nessun tipo di cambiamento perchè sprovvisti e privi di risorse umane adeguate e dei necessari strumenti operativi per potersi muovere nella realtà.
La catastrofe verso la quale si sta avviando Berlusconi, trascinandosi appresso chiunque sia rimasto appeso al suo traballante carrozzone, non è più possibile nè fermarla, nè rallentarla, nè tantomeno arginarla.
Assistere al quotidiano tentativo di restyling è francamente penoso; è un po' come vedere una persona che davanti alla propria gigantesca casa costruita tutta in legno con le travi marcite dalle termiti, insista nell'imbiancare le pareti pensando che la struttura reggerà.
Per chiunque si occupi di tecniche delle comunicazioni di massa, questa catastrofe era stata annunciata già da molto tempo. Berlusconi, infatti, era riuscito a conquistare un predominio assoluto nel mondo della comunicazione negli anni'90 perchè lui era (oltre che proprietario) un grande e profondo conoscitore del medium televisivo e delle sue applicazioni a fini pubblicitari.
Berlusconi è sempre statao sostanzialmente un "uomo della televisione".
Grazie al suo incontrastato dominio sul mercato, era inevitabile che potesse godere negli anni di un risultato costante e assicurato in termini di consenso e approvazione.
Ciò che Berlusconi -e i suoi consulenti e seguaci- non hanno capito è che la televisione ha fatto il suo tempo. Quell'epoca è finita.
In Europa e nel mondo occidentale da circa quindici anni, in Italia con un maggiore ritardo da almeno sei anni.
Oggi, infatti, viviamo in un'epoca caratterizzata da una parola chiave che ne sintetizza il Senso: IMMEDIATEZZA.
Questo è il termine propulsore della vita quotidiana del cittadino post-moderno di questa decade.
Siamo ormai abituati e condizionati dall'immediatezza.
Se una nostra fidanzata ci manda un sms in cui ci comunica che ci adora o che non ci ama più, noi rispondiamo "immediatamente" con un sms.
Se incontriamo qualcuno che ci piace su un social network (facebook, twitter, start up e via dicendo) noi rispondiamo "immediatamente".
Se non ci piace un programma televisivo cambiamo immediatamente, non lo subiamo più.
Pretendiamo dal nostro computer che i tempi di reazione siano sempre più veloci e immediati.
E via dicendo.
L'immediatezza è la caratteristica dell'essere umano in occidente oggi.
E' ben rappresentata dal cosiddetto "popolo di facebook" (in Italia circa 15 milioni di usuari quotidiani) perchè i tempi di reazione sono immediati: ci si ama, ci si odia, si ride insieme, ci si azzuffa, si acquista un nuovo amico, si cancella uno con il quale non vogliamo più niente a che fare, e le informazioni che scorrono sulla nostra bacheca sono velocissime, immediate. Tutto trascorre in fretta a una velocità sostenuta.
La televisione, invece, è, per definizione "mediata".
Ad eccezione delle partite di calcio e di qualche altro evento straordinario, tutto viene filtrato, rallentato, registrato, mediato, calcolato. Non c'è quasi niente di istintivo e diretto. Tutto viene calcolato e predeterminato applicando alla tecnica del video dei meccanismi di persuasione occulta che provengono dall'analisi del messaggio pubblicitario.
Ma i social network hanno cambiato completamente e radicalmente questa prospettiva:
è stato abattuto il concetto di mediazione ed è stato sostituito dal concetto di immediatezza.
Il centro-destra non lo ha capito in tempo, ma anche se l'avesse capito non avrebbe potuto farci nulla, perchè il berlusconismo si è basato su una estensione nella società civile di un meccanismo pubblicitario televisivo, e tutta la vita politica e sociale italiana è ruotata intorno a questo fattore. Non è certo un caso che nell'ultimo biennio l'Italia è entrata in una crisi economica gravissima mentre la famiglia Berlusconi ha raggiunto dei profitti ingentissimi. I problemi economici non hanno minimamente intaccato la attività commerciale della dinastia berlusconiana. Perchè l'Italia era televisiva. Ancora.
Circa un anno fa la tendenza è cominciata a modificarsi, e si è all'improvviso accelerata.
L'Italia si è messa a ruota dietro il resto d'Europa e del mondo occidentale e si è uniformata.
Si è "immediatizzata".
Il centro-destra e Berlusconi non hanno più "visto" ciò che accadeva sotto i loro occhi e seguitano a non vederlo. Non si rendono conto che se una personalità politica dice una frase in pubblico alle 10.25 del mattino, venti minuti dopo i social networks, la rete e i quotidiani e settimanali che appartengono ad una formazione politica opposta alla sua l'hanno già diffusa e commentata e analizzata sul web, sui blogs, su facebook, su twitter. Non esiste possibilità di mediazione. Il ministro che alle 10.25 ha parlato, non ha la possibilità di andare a casa, parlare con il proprio leader, organizzare con i consulenti del suo partito alla tre del pomeriggio una riunione e poi alle 17 organizzare una conferenza stampa per influire -mediando- sulla stampa che pubblicherà il giorno dopo la notizia. NON E' PIU' POSSIBILE.
Perchè oggi le reazioni sono immediate.
Siamo tutti nudi davanti a tutti.
Se domani Vendola, Bersani, Fini, Casini, Rutelli e Di Pietro decidessero di andarsene in vacanze, scomparissero dalla circolazione fino al 1 settembre, il centro-destra seguiterebbe a fare un autogol dietro l'altro senza potersi fermare.
Sono obsoleti.
E non se ne rendono conto.
Perchè non sono immediati. Non hanno alcuna presa sull'immediatezza. Non la possono controllare e non possono più filtrarla.
E' come un telefonino di un tempo, o ancora peggio è come se oggi una persona pretendesse di poter lavorare senza usare il cellulare e il computer. Non è più possibile.
Che ci piaccia o meno, semplicemente non si può.
Brunetta & Co. non l'hanno capito. più si agitano più fanno autogol.
Lo studio dei mass media è una scienza applicata, e le analisi degli esperti e studiosi del settore li condannano inesorabilmente a una catastrofe.
Aspettiamoci altre gaffes, che poi gaffes non sono. Sono inadeguatezze, il che è diverso.
E seguitiamo a essere immediati nelle nostre reazioni.
tanto più seguiteremo a essere immediati, tanto più accelereremo le possibilità di cambiamento verso una ripresa dell'economia, dell'occupazione, di un ricambio generazionale in tutti i comparti decisivi della società civile che produce, crea lavoro, ricchezza.
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