di Sergio Di Cori Modigliani
Si dice che i proverbi sono il simbolo della "saggezza popolare".
E' falso. Non è affatto così.
I proverbi sono la sintesi di luoghi comuni della massa attraverso i quali il potere esercita un potere psico-linguistico sull'immaginario collettivo.
Rileggere i proverbi è fondamentale. Rivederli, disossarli e riscriverli ci consente di "rieducare" il nostro immaginario per rifondare una coscienza più evoluta.
Alcuni esempi:
1)."Chi vivrà vedrà". FALSO.
E' un proverbio il cui fine è convincere gli individui a rimanere in uno stato vegetativo di sopravvivenza. In questo proverbio si dà per scontato che gli individui sono tutti uguali ed è solo questione di tempo, come se gli esseri umani fossero una massa composta, cosa che non sono.
Da sostituire con il suo opposto "Chi vedrà vivrà".
Il che vuol dire aprire la propria mente alle visioni, alle suggestioni, a orizzonti più ampi.
Chi non sarà in grado di vedere al di là del proprio naso non vivrà nulla.
2). "L'occasione fa l'uomo ladro". FALSO.
Ignobile proverbio che ha come unico fine quello di giustificare la tendenza dell'etnia italiana alla corruzione.
Una persona onesta rimane onesta, se è onesta. La cosiddetta "tentazione", infatti, spinge l'individuo al peccato vizioso soltanto nel caso quell'individuo specifico abbia già dentro di sè la fantasia, il desiderio, la voglia di compiere quel determinato peccato. DA ABOLIRE per rieducarci alla legalità.
3). "Mogli e buoi dei paesi tuoi". IGNOBILE:
Sembra scritto dalla Lega Nord.
Classico proverbio rinascimentale dals apore feudale. Anti-etnico, anti-libertario, autoritario.
Presuppone il fatto di spingere la gente a non voler uscire mai dai propri ghetti, sociali o mentali che siano.
Da abolire. In una società multi-etnica può essere molto ma molto pericoloso.
DA ABOLIRE per educarci alla convivenza pacifica e aprirci ai diversi da noi.
4.5) "Chi dorme non piglia pesci"......"Chi tardi arriva male alloggia".......VERI ENTRAMBI.
da cui l'invito a tutti noi a svegliarci, dato che siamo un'etnia addormentata e ad accelerare il processo di recupero dalla crisi economico/sociali/psicologica. Come ha detto la Marcegaglia "siamo in ritardo di dieci anni". Non possiamo lamentarci, poi, se l'Italia non riesce più a situarsi in Europa facendosi trattare con rispetto.
Arriviamo in ritardo finiamo in una dpendance.
E per oggi è tutto
Nessun commento:
Posta un commento