Arrestata Maryam Bahrman, attivista per i diritti delle donne iraniane
Hanno arrestato una delle più importanti attiviste dei diritti civili in Iran. Di lei non ne parlano, forse perchè non siamo in campagna elettorale. In Italia -mi sembra una buona notizia- la Ministra Carfagna è l'unica che si sta spendendo per (quantomeno) diffondere la notizia e alzare il livello della soldiarietà e della consapevolezza internazionale.
Ecco qui di seguito il testo comune diffuso in rete dalle più importanti associazioni europee che lottano per la difesa dei diritti civili delle donne nel mondo.
Anche se ovvio, non è mai superfluo ricordare che questa non è una battaglia fermminile, nè tantomeno femminista.
E' una battaglia che riguarda tutti i cittadini del mondo che abbiano a cuore la libertà d'espressione.
E la libertà non ha sesso, non ha censo, non ha etnia d'appartenenza, non ha colore politico
Attiviste per i diritti delle donne di nuovo sotto attacco in Iran. L’11 maggio la polizia ha arrestato Maryam Bahrman, attivista iraniana per i diritti delle donne e i diritti umani, tra le promotrici della campagna per “Un milione di firme per l’uguaglianza” che chiede la revisione delle leggi che discriminano le donne nella Repubblica Islamica d’Iran.
Su Maryam Bahrman pende l’accusa di “azione contro la sicurezza nazionale”, motivata dalla sua partecipazione, nel marzo di quest’anno, alla CSW, Commission on the Status of Women (Commissione sulla condizione delle donne) delle Nazioni Unite, dove è stata ospite di due seminari organizzati dall’ONG italiana AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, nell’ambito delle paralles sessione dedicate al dialogo con la società civile, oltre che dalla sua attività nell’ambito della campagna “One Million Signatures Campaign for Equality” a Shiraz, che Mariam Bahrman aveva promosso nel 2006, quando era Segretario general dell’Organizzazione delle donne farsi (Sazman e Zanan Pars, poi costretta a chiudere nel 2007).
Nelle sue richieste, la campagna “One Million Signatures Campaign for Equality” fa appello ai trattati e convenzioni sui diritti umani ratificati dall’Iran, in particolare il Patto sui diritti civili e politici, che prevede che non possano esserci disparità giuridica tra uomini e donne (art. 3), e garantisce inoltre la “libertà di espressione; tale diritto comprende la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni genere, senza riguardo a frontiere, oralmente, per iscritto, attraverso la stampa, in forma artistica o attraverso qualsiasi altro mezzo di sua scelta” (art. 19).
Secondo fonti attendibili, la polizia ha fatto irruzione nella sua casa di Shiraz, provincia di Fars, Iran, alle 7,30 dell’11 maggio con un mandato di arresto e di perquisizione. Le forze di sicurezza hanno sequestrato effetti personali, incluso il cellulare, libri e computer portatile. Attualmente è detenuta nel Centro di detenzione n° 100 di Shiraz, non ha ancora potuto incontrare la sua famiglia né nominare un avvocato di sua fiducia.
AIDOS ha già sottoposto il caso al Ministro degli Affari esteri Franco Frattini, alla Ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna, a Senatori e Parlamentari di maggioranza e opposizione. Il 19 maggio, il Senatore Lucio Malan (PDL) ha sottoposto il caso al Sottosegretario agli Affari Esteri Alfredo Mantica nel corso di una audizione sulla situazione dei diritti umani in Iran in corso al Senato.
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