E’ sempre stata considerata la Parigi dell’Oriente, ed anche nei momenti di maggior chiusura verso l’esterno del regime comunista, Shanghai rimaneva un centro attivo di scambio culturale. Oggi più che mai questa grande metropoli portuale sta irrompendo nello scenario internazionale con una forza propulsiva davvero impressionante.
La Cina, approfittando della inarrestabile congiuntura economica –è l’unica nazione al mondo che seguita a progredire a passo serrato dal punto di vista economico mentre il resto del mondo affronta una crisi finanziaria internazionale- ha investito molto sulla cultura e sulle infrastrutture.
Migliaia di nuove gallerie d’arte, botteghe d’artigianato, vere e proprie fabbriche di scambio culturale di nuovi movimenti artistici in espansione animano la vita quotidiana di Shanghai, la città al mondo con il più alto numero (nuovo record segnato sul Guiness dei primati) di “donne single miliardarie”: 800 mila donne hanno un libretto di risparmio con una cifra maggiore di 1 milione di dollari messi da parte.
I nuovi investimenti cinesi riguardano soprattutto la costruzione e il lancio di musei e istituti d’arte per attirare turismo colto e capitali.
Hanno aperto di recente il “Museo del Vetro di Shanghai” l’ultimo ritrovato nel campo della tecnica del minimalismo architettonico che sintetizza alta tecnologia e tradizione dell’artigianato. E’ il 200esimo museo aperto a Shanghai tra il 200 e il 2005 e per il prossimo biennio prevedono l’apertura di altri 12 musei internazionali tematici provvisti dei più sofisticati elementi della tecnologia attuale. In questo nuovo museo si può visitare la “prima libreria di vetro al mondo” una splendida installazione di libri fatti con lamine di vetro, pagine al silicio quasi trasparenti sulle quali risaltano le parole e le righe del testo.
Lorenz Helbling, un imprenditore d’arte svizzero è arrivato qui nel lontano 1995 e si è innamorato della città “Ero venuto qui perché conoscevo alcuni artisti” ci racconta il mercante svizzero “Erano bravi ma non avevano infrastrutture, qui non c’era nulla. Non c’era neppure un museo e le gallerie erano forse una decina. Io ho deciso di rimanere e aprire una galleria. Oggi la città è un brulichio, i musei sarnno qualche centinaio e le gallerie d’arte che fanno continuamente affari sono ormai diverse migliaia. Vengono persone da tutto il mondo. Questa è la città d’arte del futuro”.
Mentre noi in Europa dobbiamo combattere contro la recessione economica, la crisi e i tagli alla cultura, in Cina, invece, la cultura va a gonfie vele. Crea attività, scambio, espressione di creatività, nuova socialità. E fa tanto tanto profitto.
Prima o poi dovremo imparare la saggia “modestia” cinese per imparare da loro la ricetta che ha consentito alla nazione più popolosa del pianeta di trasformarsi al punto tale da diventare la nazione più potente al mondo e un paese dove la ricchezza dello Stato e dei privati cittadini aumenta ogni giorno. Sembrano ormai non avere più ostacoli.
Nessun commento:
Posta un commento