Grandissimo Ego, piccolissimo Io.
La stampa americana pubblica le trascrizioni ufficiali dei colloqui tra le forze dell’ordine (la temibile squadra SVU di New York –squadra speciale per le vittime di reato sessuale-) e l’ex presidente del "Fondo Monetario Sessuale" -così lo chiamano scherzosamente gli umoristi statunitensi- Dominique Strauss Kahn.
Messo alle strette, il potentissimo economista avrebbe cercato di cavarsela con la consueta frase di rigore “lei non sa chi sono io”. Mal glie ne incolse.
Ecco i fatti nudi e crudi:
Inizia alle 15,42, meno di quattro ore dopo la presunta aggressione contro la donna da parte del super-manager francese. Strauss-Kahn dall'aeroporto 'John Fitzgerald Kennedy' chiama l'hotel per avvertire che aveva dimenticato in camera il proprio cellulare, intimando all'impiegato che qualcuno si precipitasse all'aereoporto a restituirglielo. Dopo venti minuti, visto che non era ancora arrivato (da notare che dall'albergo Sofitel all'aereoporto ci vogliono almeno quarantacinque minuti) richiama il Sofitel, precisando di trovarsi nella sala d'aspetto per vip e pregando di contattarlo al numero da cui stava parlando e di sbrigarsi perchè "non ho davvero tempo da perdere".
Il 62enne ex numero uno dell'Fmi ignorava che, in quel momento, la cameriera aveva gia' fatto avvertire le forze dell'ordine, e che queste lo stavano intercettando.
Il 62enne ex numero uno dell'Fmi ignorava che, in quel momento, la cameriera aveva gia' fatto avvertire le forze dell'ordine, e che queste lo stavano intercettando.
Seconda trascrizione delle 16,40. Strauss-Kahn, gia' sull'aereo, si vede venire incontro un uomo:
L'ex presidente del FMI gli chiede:"Ha lei il mio telefonino?".
In realtà era un tenente della polizia in borghese, Diwan Maharaj, il quale lo invita a seguirlo. A quel punto Strauss Kahn si rende conto chi sia il suo interlocutore e gli chiede: "Che cosa e' successo?".
"Non e' il momento ne' il luogo per discuterne", è la risposta messa agli atti. Passano cinque minuti, e un altro poliziotto, un sergente maggiore ,dice a Strauss-Kahn:
"Il Dipartimento di Polizia di New York ha bisogno di parlare con lei di un incidente avvenuto in citta', in un hotel".
Silenzio.
All'allora direttore del Fondo viene intimato di vuotare le tasche e di posarne il contenuto sul tavolo, dopo di che viene ammanettato:
"E' proprio necessario?", chiede lui.
"Si', lo e'",
A quel punto tenta il tutto per tutto:
"Ragazzi, forse voi non vi rendete conto che ho l'immunita' diplomatica. Voi non sapete chi sono io",
"Adesso controlliamo".
Strauss Kahn insiste:"Non risulta da questo passaporto, ne ho un secondo", aggiunge "Se nel frattempo mi fate parlare con qualcuno al consolato francese, vi confermeranno che sono un diplomatico"
Silenzio.
Staruss Kahn insiste: "Devo fare una telefonata, e avvertire che non potro' essere presente alla mia riunione di domani, devo vedere il Primo Ministro di Germania Angela Merkel. Ho un appuntamento con lei".
"Adesso controlliamo".
Passano dieci minuti.
Arriva un'altro ufficiale, il tenente Angela Brinkman:
"Mi dispiace. Sia il fondo monetario che il consolato francese hanno negato che lei goda di immunità diplomatica. Risulta, inoltre, che lei si trovi qui a New York in visita privata"
"Va bene" sbuffa Strauss Kahn.
Il tenente Angela Brinkman lo guarda e gli dice:
"Lei ha mentito a un ufficiale della squadra speciale contro le violenze sessuali. In questo stato è un reato penale".
Da questo nasce il caso.
Strauss Kahn è scivolato sul suo onnipotente ego di privilegiato pensando che lo avrebbero coperto.
E invece l'hanno scoperto.
La politica non c'entra nulla in questo caso.
C'entra l'atteggiamento di chi pensa di poter essere al di sopra della Legge, di essere migliore degli altri e da quella presupposta superiorità ritiene di potersi comportare come un maiale perchè gode di immunità.
Dà da riflettere, o no?
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