martedì 29 ottobre 2019

C'è Mondo e Mondo...........................












di Sergio Di Cori Modigliani


I pentavecchi e i sempregiovani rock.
                  Ciascuno ha il quartetto che si merita.
                                Noi italiani abbiamo prodotto questo.
                                                E la responsabilità è soltanto nostra.

Di tutti noi.
               Nessuno escluso (non facciamo i furbi).




martedì 22 ottobre 2019

I dati auditel lo confermano: è sempre Silvio Berlusconi a dettare la vera agenda del paese. E si vede.


di Sergio Di Cori Modigliani

Su un punto tutti i sociologi, economisti, (e storici specializzati nella storia sociale d'Italia contemporanea) concordano senza alcuna eccezione: dal 2001 a oggi, l'ascensore sociale si è bloccato e l'Italia ha iniziato un progressivo e inarrestabile declino.
Da quando Silvio Berlusconi ha assunto il potere esecutivo.
Si chiama per l'appunto "berlusconismo".

Chi pensava che una forza politica fondata da un mafioso come Dell'Utri, condannato in via definitiva dalla Cassazione e attualmente relegato ai domiciliari, potesse svolgere un ruolo dinamico e progressivo per il paese o è stupido o è ignorante o è in malafede o è complice di quel sistema criminale di corruttela strutturale che sta strozzando il paese.
Perchè di questo si tratta, e non di altro.
Certamente non delle sciocchezze inutili di cui si parla ogni giorno qui su facebook.
Finchè i movimenti progressisti italiani, la sinistra democratica, gli intellettuali e i professionisti mediatici, non decideranno di avere il pudore e la opportuna visione d'insieme dichiarando definitivamente chiuso il 25ennio berlusconiano "per necessità", l'Italia seguiterà a declinare in ogni suo aspetto, e non potrà che andare sempre peggio.
Non c'è alternativa.
Pensavate che 25 anni di berlusconismo finisse a pizza e fichi?

Il costo sta gli occhi di tutti.
E chi non lo vuol vedere e non lo denuncia a chiare lettere, è un irriducibile complice di chi ha assassinato la speranza di un futuro decente per i nostri figli, creando questa immonda palude italiana che spinge i giovani migliori e le eccellenze della nazione a emigrare e a scappare via dal paese sapendo che niente cambia e niente cambierà.
Perchè la realtà è che ha vinto l'idea di mondo di Silvio Berlusconi,
la sua ossessione marketing, il suo squallido mercatismo e la sua tragica imposizione dall'alto, messa in esecuzione da parte della classe dirigente politica e imprenditoriale (nessuno escluso) che aveva come obiettivo la sostituzione dell'apparenza alla sostanza, la cancellazione del merito, lo svilimento della cultura e il livellamento verso il basso: tutti elementi necessari e fondamentali per avere l'occasione di promuovere i picciotti necessari per fare business e farlo fare agli amici e agli amici degli amici.
Fatevene una ragione.
La realtà nuda e cruda sta sotto gli occhi di tutti.
Fintantochè non si cambia quell'idea di mondo, il mondo italiano resterà quello de il grande fratello e dell'isola dei famosi: i picchi dell'audience per queste due trasmissioni sono il più grande successo della criminalità organizzata italiana.
Hanno trovato il modo per impossessarsi delle risorse del paese, distruggerlo, promuovendo un'accozzaglia di cretini semi-analfabeti che produce il successo dei falliti.
Il tutto senza commettere neppure un reato.

sabato 12 ottobre 2019

Quando l'amore brucia, secondo l'affascinante gusto asiatico.






di Sergio Di Cori Modigliani

Chi ama (e conosce) il cinema non rimarrà affatto deluso.
Non solo.
E' un film da non perdere assolutamente.
"Burning-l'amore brucia" del regista coreano Lee Chang Dong è un favoloso film tratto (ufficialmente) da un racconto di Murakami ma soprattutto tratto (non ufficialmente) da un racconto di William Faulkner (citato nel film più volte, dato che Murakami è il traduttore di Faulkner in giapponese, oltre che esperto saggista di note sul geniale scrittore del sud degli Usa). E' la storia (apparentemente banale e già vista, per l'appunto soltanto "in apparenza") di un trio amoroso composto da lei, solare bellissima e struggente, un giovane poverissimo che non parla mai perchè troppo stravolto dal proprio disagio psico-sociale, e un altro giovane ricchissimo simpatico e affascinante. 

E' un film pieno di rimandi e citazioni, con chicche di ogni genere sparpagliate qua e là. Lento, molto lento, e qui sta il bello, perchè l'amore (che è il tema del film) non è un'ondata improvvisa che ci sommerge (come ha sempre sostenuto Hollywood) bensì (come sosteneva Faulkner) e poi Murakami "una continua risacca che con calma porta via poco a poco la sabbia, tutta la sabbia della spiaggia, finchè a un certo punto ci si accorge di non aver più la terra sotto i piedi".
Il film dura 140 minuti.
I primi 60 sono dedicati alla lenta descrizione della quotidiana deprivazione di tutto del protagonista, immerso in una realtà che non comprende.
Poi, al 61esimo minuto, il film vira e si trasforma (ufficialmente) in un noir classico.
Il regista ce lo annuncia nel più elegante dei modi, e lo dedica agli amanti del jazz
Dallo squallore di una borgata di reietti al confine tra le due coree ci troviamo all'improvviso nel lusso spietato di Seoul, e il passaggio viene sottolineato e presentato a noi spettatori dalla cornice sonora di Miles Davis in un brano epico, quando accettò di fare la colonna sonora per il film di Louis Malle del 1962 "ascensore per il patibolo" con Jeanne Moreau e Robert Hossein, il capolavoro francese considerato il simbolo storico del genere noir.
E così, poco a poco, ci si inoltra dentro quello che in occidente noi chiamiamo "il gioco della scatole cinesi", rappresentativo di quel gusto asiatico nel leggere la complessità, dove l'apparenza non è altro che una (splendida e luccicante) buccia di cipolla oppure ne è una versione altra (sciatta e squallida) che ne contiene sempre della altre. Ma la buccia (o la scatola cinese) che sta sotto, forse, non chiarisce la vicenda, perchè quando la complessità penetra la profondità del dolore umano non è detto che finisca per cogliere e definire la verità.
Film intrigante (da non spoilerare il finale) che lascia in bocca il dolce sapore del godimento estetico, dedicato a chi dal cinema pretende l'imbattibile fasccino della narrazione visiva dei sentimenti della vera esistenza. Soprattutto quando a farlo è il regista già visto in quanto autore del superbo "Poetry".
Come dire: il cinema nella sua essenza.
E di questi tempi plastificati, credetemi, davvero non è poco.