di Sergio Di Cori Modigliani
Si chiama Paz de la Huerta, nome completo María de la Paz Elizabeth Sofía Adriana de la Huerta y Barra de Manzòn, un nome davvero altisonante. Non c’è che dire.
Nata a New York il 3 settembre del 1984 da una coppia di nobili spagnoli in autoesilio volontario –ramo intellettuale, nel senso che invece di investire nella finanza investivano nell’arte, già sponsor del geniale architetto catalano Gaudì, e promotori nei primissimi anni ’80 dei pittori italiani della transavanguardia- è una giovane attrice e modella americana.
Poco nota al grande pubblico (“Se Hollywood mi dà danaro e successo per finire amata da un gruppo di analfabeti segaioli di massa, possono anche rinunciare a seguitare a contattarmi con insistenza; per mia fortuna non devo né confermare né affermare il sogno americano di chi si è fatta dal nulla. Sono una privilegiata, perché sono cresciuta in una famiglia aristocratica sufficientemente intelligente per comunicarmi la assoluta necessità del denaro (per chi non ce l’ha e quando non ce l’hai) ma allo stesso tempo l’assoluto disprezzo per i soldi (per chi ce l’ha e quando li ha) se questo comporta un arretramento di gusto e una rinuncia alla propria libertà di espressione, quindi posso scegliere: faccio quel che mi piace e voglio sulla base di una scelta di gusto personale. La mia carriera la decido io, non il mercato”) .
Sembra che abbia scelto.
Protagonista di svariati film della cinematografia indipendente di culto statunitense vedi, ad esempio –per goduria di accaniti cinefili- “Hollywood dreams” (2006) “Nail polish” (2007) “Anamorph” (2008) “The limits of control” (2009) e “Boardwalk Empire” (2010) nel ruolo di Lucy Danziger che l’ha portata alla ribalta della critica newyorchese, la De la Huerta è cresciuta a Soho, Manhattan, nell’ambiente dei pittori dell’avanguardia americana. Da ieri è finita sulle prime pagine dei media statunitensi dopo la presentazione al pubblico della presentazione della nuova collezione di lingerie di “Agent provocateur”, linea di intimo inglese diretta da Joseph Corrè (figlio di Vivien Westwood). La nuova linea si chiama “Always remember” con l’aggiunta provocatoria da parte della Huerta (provocatoria in senso politico) della frase “c’è che va ai tea party e chi invece va ai chocolate party, meglio morire giovane come gustosa democratica che diventare vecchie come una annoiata e livorosa repubblicana”.
L’immagine che vedete in bacheca è tratta da un fotogramma del video proposto come lancio della collezione ed è stata proposta su riviste, settimanali e canali televisivi della California e dello stato di New York. Le immagini sono state scattate dal fotografo scozzese John Renck.
Immediatamente attaccata dai conservatori repubblicani americani che l’accusano di propagandare “la seduzione e il sesso fuori del matrimonio”, l’attrice ha risposto –ed è uscito sul New York Times- “se è per questo predico anche il sesso "soprattutto dentro" al matrimonio: c’è chi prende il tè imbevuto di bromuro e chi, invece, si prende una tazza di cioccolato senza l’aggiunta di nulla: è sufficiente guardarsi allo specchio perché è lì dentro che è nascosta la forza della nostra carica sessuale”.
E’ fortemente contraria alla diffusione e uso di droghe. Non è una mondana, non va a feste dei vip.
E’ l’anti Paris Hilton per eccellenza.
Sta diventando una solida moneta per i democratici americani in cerca di una mano da parte di icone rappresentative dei trend di massa in grado di saper risvegliare l’interesse politico del pubblico.
“Lei risveglia, su questo non vi è alcun dubbio” è stato il laconico, ma convincente, commento della rivista Time.
Mitica!
RispondiEliminacarina.... e tosta
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