C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico.
Si respira a pieni polmoni la voglia di cambiamento e di novità.
E’ giusto, quindi, regalare all’intelligenza critica dei miei affezionati lettori un esempio –in carne e ossa- della nuova Italia che si prepara per noi.
Che preparano, per noi. (secondo loro, s’intende).
Facce nuove, pulite. Di donne, diciamo così “normali”. Di donne vere. Di quelle che lavorano, che s’impegnano, che faticano, che soffrono, che fanno i conti ogni giorno con la squallida realtà che tutti abbiamo sotto gli occhi.
Mentre il pubblico voyeur attende con spasmodica attesa il telegiornale delle ore 20 per sapere con millimetrica esattezza dentro quali mutande il premier avrebbe o meno infilato le sue immortali dita la notte scorsa, c’è un’Italia che produce.
La donna che vedete in bacheca è una donna diversa da Nicole Minetti.
E’ fin troppo chiaro.
Dal cappello della sempre più nutrita pattuglia dell’E.R.P.A.M. (acronimo che sta per Esercito Rivoluzionario Popolare delle Avanguardie Miliardarie) è venuta fuori lei.
Al secolo Daniela Cardinale (una semplice omonimia con quella della famosa attrice).
Già, praticamente un ministro in pectore.
Pulita, intelligente, fedele fidanzata di un maschio per bene, anche lui pulito, intelligente.
Sarebbe la nuova Italia.
Una ragazza, questa Daniela Cardinale che (così già ci spiegano quelle dell’ERPAM) si è fatta da sé. Praticamente dal nulla, proprio com’era stato per il nostro premier, ormai cotto e stracotto. Lui si era candidato, allora come “il presidente operaio”.
Daniela, invece è “la nuova Italia delle donne pulite acqua e sapone che lavorano”.
Una grande vivida emozione che volevo condividere con le più affrante tra le mie intelligenti lettrici, mi auguro dotate di sufficiente apertura mentale per valutare da sé.
Che cosa fa, questa nuova reginetta dei tempi che cambiano?
Ecco…il punto è proprio questo.
Ah, dimenticavo: ha 29 anni. E’ nata il 4 febbraio del 1982 a Palermo. E’ del PD.
Ma forse è meglio che racconti la storia dall’inizio.
E’ avvenuta in quel di Sicilia, regione che ben conosciamo, nel bene e nel male, nel profondo sud di questa martoriata repubblica di gonzi creduloni e voyeur.
Non molto tempo fa. Nella primavera del 2008, quando ci furono le ultime elezioni politiche.
A febbraio, Walter Veltroni era stato inviato da Prodi in Sicilia a risolvere la questione delle liste elettorali. Si trattava soltanto di una formalità. Si dava per scontata una grande vittoria della sinistra. Romano Prodi era convinto –confessò in seguito che non aveva alcun dubbio, e ci crediamo- che sarebbe stato confermato capolista una persona di grande rigore, Beppe Lumia, allora vice-presidente della commissione anti-mafia, il quale non aveva fatto alcun mistero del suo programma di governo: “attaccare e aggredire il sistema di collusione e complicità tra le organizzazioni criminali mafiose e la sana imprenditoria della Sicilia, per rilanciare la grande vitalità individuale e capacità delle forze più evolute di questa grande isola”. A Roma, Lumia, si era fatto valere e riconoscere come uno dei più agguerriti combattenti contro la mafia.
Forse il caldo, la distrazione, una mancanza di memoria, o la perdita dell’agenda personale, tant’è che quando Veltroni arriva a Palermo, in compagnia di Massimo d’Alema, spiega all’esterrefatto Beppe Lumia che poiché bisogna presentarsi all’elettorato con un programma di rigore, essendo lui stato già eletto una volta, è meglio gestire un ricambio. Al suo posto verrà candidato Totò. “Ma se è per questo lui è stato già eletto tre volte” protesta il vice-presidente della commissione anti-mafia. Dramma per il povero Lumia. Due giorni di furibonde contrattazioni. Alla fine, Veltroni e D’Alema parlano con Lumia e dandogli ragione forniscono garanzie che Totò non verrà riproposto “perché è arrivato il momento di far largo ai giovani”.
Totò, meglio noto come Salvatore Cardinale, era stato Ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni durante il governo D’Alema e poi con Romano Prodi. Era l’uomo che ha gestito la bicamerale e ha garantito a Silvio Berlusconi il varo di ben 34 delibere parlamentari a favore di mediaset e la garanzia “personale” che non avrebbe mai permesso il varo della legge sul conflitto di interessi.
Quando Veltroni spiega a Cardinale che non può candidarsi per la terza volta, Totò non si scompone più di tanto.
“Ne ho già parlato con Massimo (sarebbe l’on. D’Alema, ndr.) e lui è d’accordo, pensavo te l’avesse già detto. Trovo che il Partito (nel senso di PD, ndr.) abbia ragione: largo ai giovani. Né io né Lumia possiamo più servire. Metteremo capolista mia figlia Daniela, che ha 25 anni, fa la studentessa universitaria, bella presenza, intelligente. E poi…è mia figlia”.
Ipso facto.
E così, uno degli uomini più potenti d’Italia, il siciliano Salvatore Cardinale, l’uomo che per dodici anni ha gestito istituzionalmente tutti gli incontri, rapporti, discussioni e dibattiti (oltre ai dossier, ndr) tra Massimo D’Alema e Silvio Berlusconi, decide “di andare in pensione e lasciare il passo al nuovo che avanza": sua figlia.
Anche perché, Totò era stato molto chiaro con Prodi:. “o mia figlia o niente”.
Neanche a dirlo, il vice-presidente della commissione antimafia finisce in solaio e Daniela Cardinale diventa deputato a 26 anni, grazie alla cassaforte ben custodita di suo padre.
La più giovane di tutto il parlamento. Da sempre.
Viene nominata subito responsabile della commissione della camera che si occupa di problemi dell’infanzia e della famiglia.
E’ lei la novità di questi giorni.
Daniela, la nostra bella italiana lavoratrice, pulita, acqua e sapone, dedita alla fatica, una “italiana che si è fatta da sé” viene lanciata nell’agone del circo mediatico come la alternativa a quelle spudorate come la Minetti, a quelle prostitute come la D’Addario, a quelle perfidone come le olgettine.
Daniela Cardinale è la ventata di nuovo che l’Italia si appresta ad amare.
E’ la parte bella dell’Italia che cambia.
L’Italia che lavora e che produce.
E che si conquista, a furia di piccoli passi, di merito e di competenza acquisita, un proprio ruolo nella società.
Ancora piuttosto acerba, già si sta facendo valere.
Ieri notte, raccontando al popolo siciliano la necessità di un cambiamento, in una intervista radiofonica spiegava che ha in programma “di mettere su famiglia, di dedicarmi magari un po’ anche a me stessa; magari dopo le prossime elezioni vado in pensione, così potrò dedicarmi ai figli che voglio avere in serenità, nell’Italia che verrà e che costruiremo insieme”.
E’una sportiva, non c’è che dire.
Oltre ad essere stata il più giovane esponente in assoluto mai eletto nella storia della Repubblica Italiana, si appresta a diventare il più giovane pensionato d’Europa: si ritira a 30 anni, godendo del vitalizio conquistato grazie a papi.
Scusate: papi era per la Minetti.
Per lei è semplicemente paparino.
Così cambia l’Italia.
Fate vobis.
Raglia raglia Giovane Itaglia
Lei ci illumina sapendo di provocare la nostra rabbiosa reazione.
RispondiEliminaEccogliela.
Voglio indietro i soldi con cui questa giovane signora è stata fin qui retribuita e la quota di quelli che si appresta a rubare alle scuole dove non andranno sicuramente mai i suoi futuri figli.
Non ho voglia di "ragionarci sopra": voglio i soldi indietro!
Interessante.
RispondiEliminahttp://espresso.repubblica.it/dettaglio/papa-mi-manda-sola/2004349
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/21/figli-di-papa-politico/158947/
P. S. Sergio, i tuoi virgolettati sono intercettazioni, interviste, cosa?
Sa cosa le dico? Che dopo quello che l'onorevole Prodi ha combinato agli Italiani con l'Euro, queste mi paiono ragazzate, quisquilie....Pinzillacchere!
RispondiEliminaOra non che non mi faccia innervosire quanto lei descrive, ma posto che non ci si può incazzare per tutto, se debbo fissare le priorità, direi che il pareggio di bilancio, che nessuno mette in discussione, nè a destra né a sinistra (si va beh... sinistra si fa per dire) e che ci porterà esattamente nella condizione del popolo Greco mi preoccupa molto di più! Tanto che, in tal senso, mi sto lavorando tutti quelli che mi capitano a tiro. E pensi, mi stanno anche ad ascoltare, non troppo convinti, ma mi ascoltano; solo sei mesi fa mi avrebbero mandato a spianare dopo due minuti... mala tempora currunt!
Melman
Il prossimo governo HA IL DOVERE (e giuro, sto urlando) di eliminare il vitalizio per gli ex parlamentari con formula retroattiva. Vedremo molti morti di fame in giacca e cravatta.
RispondiEliminauna differenza tra la Cardinale e le olgettine c'è eccome! Le olgettine sono più carine...
RispondiElimina@Tutti...sono d'accordo con ogni specifico commento, sorry! Non posiamo neppure litigare. @Anonimo...è vero, l'unica differenza tra la Cardinale e le olgettine è quella da lei indicata.....@Anonimo...abolire il vitalizio parlamentare da subito (esiste soltanto in Corea, in Georgia e in tre regioni dell'India)...@Melman...in Usa gli economisti lo chiamano "The Big Fake" (il Grande Falso) è la trappola del pareggio di bilancio, la vera tragedia del nostro tempo, una strozzatura dei popoli, una mannaia per tutte le nazioni il cui unico dichiarato e ovvio obiettivo consiste nel permettere a un gruppo di banche private (circa 75) di raggiungere il loro personale pareggio, facendo pagare così i loro debiti -si dice intorno ai 10.000 miliardi di euro- ai popoli, alle nazioni........@Renata...nessuna intercettazione, non c'è reato: sono testimonianze dirette....@Rossland...d'accordo...questo mi suggerisce una splendida idea "surrealista", potremmo metterci tutti d'accordo e organizzare una class action anomala....perchè no?
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