sabato 15 dicembre 2012

E le donne? C'è poi differenza tra la Gruber e la Minetti? E la Salsi?



di Sergio Di Cori Modigliani


 “Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Chi può fornire loro illusioni diviene facilmente il loro comandante; chi tenta di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima”.
                                                                                                                                 Gustave   Le Bon

“Che fine hanno fatto le donne in Italia?”.
Una domanda, questa, oggi, quasi impossibile da porre. Rimarrebbe lì, sospesa, per mancanza di interlocutori, per mancanza di confronti, per assenza di palestre in grado di offrire almeno ospitalità. Al massimo ci sarebbe qualcuno a chiedere: ma che senso ha questa domanda? Che cosa vuole dire?
Nell’attuale vuoto perenne culturale, prodotto dall’oligarchia del privilegio, l’assenza più tragica, la più assordante tra tutte le latitanze, è la voce delle donne libere pensanti, di cui l’Italia un tempo aveva fornito grandi esempi, nomi illustri, personalità corpose, punti di riferimento nella genesi dell’inconscio collettivo, al punto tale da produrre diverse parole d’ordine e slogan –divenuti poi simboli totemici dei movimenti femministi- che avevano contagiato trasversalmente l’intera struttura dello scambio sociale, diventando trampolino di lancio per portare avanti le grandi battaglie sui diritti civili di tutti. Erano, infatti, diventate frasi-totem di dominio comune, di cui la più celebre (dimenticata e sepolta non a caso) il privato è politico era diventata il passepartout d’ingresso nell’inconscio collettivo delle famiglie, provocando allora una vera rivolta esistenziale. Le donne, in questo paese, si erano poco a poco conquistate un posto all’interno delle tradizionali strutture maschiliste dimostrando di essere delle imbattibili e creative combattenti, riuscendo a sedurre l’intera società perché portatrici di valori, schemi, idee, progetti, che non erano un bieco pedinamento di un’idea del potere maschile bensì ne erano una alternativa senza per questo neppure essere obbligate a essere oppositive oppure antagoniste. Come dire, l’altra rotaia che mancava per avere un binario funzionante, l’altra metà del cielo, l’altra faccia della luna, l’anello mancante, il rovescio della medaglia. Come vi pare. Comunque fosse, e comunque venisse declinata, qualunque idea della società era imprescindibile dalla sostanza di contenuti portata avanti da un modello femminile dell’esistenza che era essenzialmente di rottura: perché era un “modello Altro”.
Basterebbe pensare che nel 1983, a gestire la complessa matassa istituzionale della P2 di Licio Gelli e aprire un contenzioso con la massoneria italiana, diversi servizi segreti e i partiti, vennero chiamate tre donne, la comunista Nilde Jotti, la democristiana Tina Anselmi e la radicale Emma Bonino. Tre età anagrafiche diverse, tre idee del mondo diverse, tre modalità diverse di intendere la lotta politica; eppure, si misero d’accordo. L’inchiesta, allora, non appena iniziata, era stata subito bloccata –come al solito in Italia- ed era arrivata sul tavolo del Presidente della Camera cui era stato ben spiegato da parte dei marpioni di turno che bisognava gestirla in camera caritatis e senza alzar tanto il polverone. Ma il presidente della Camera era una femmina e poiché la Legge le consentiva di essere lei a decidere che cosa fare, ebbe la sottigliezza politica di convocare i rappresentanti politici dei due gruppi più importanti di allora, il potere democristiano e i fortissimi radicali (il corrispondente primi anni’80 del M5S di oggi). E così, la Jotti, la Anselmi e la Bonino si rinchiusero in una stanza e decisero per noi, sconvolgendo tutti i piani prestabiliti. Con le donne in politica bisognava fare i conti, allora. E nessuno poteva sottrarsi. Comunisti, fascisti, cattolici, laici, radicali, liberali, di destra e di sinistra, progressisti e conservatori, finivano per inglobare al proprio interno una fertile zona di creatività e stimolo proveniente dal mondo femminile che molto spesso dava frutti originali in grado di produrre autentici scossoni evolutivi per il sistema.
Quando, agli inizi del millennio, l’oligarchia del privilegio iniziò l’ultima fase del suo piano di definitivo abbattimento delle conquiste socio-psicologiche, ottenute nell’arco di 300 anni -quella di cui in questo periodo stiamo vivendo l’ultimo e (secondo loro) definitivo capitolo- i due soggetti principali da abbattere, cancellare, comprare, eliminare, corrompere, sono stati gli intellettuali e le donne pensanti.
Sugli intellettuali ho espresso più d’una volta la mia opinione.
Sulle donne, lo faccio oggi per la prima volta, perché mercoledì sera è avvenuto un episodio mediatico che ha visto come protagoniste due donne –e quindi un evento diciamo così tutto interno al mondo femminile e al mondo dell’immagine femminile- che io considero emblematico di questa fase e sul quale ero convinto che il giorno dopo ci sarebbero state discussioni, zuffe, dibattiti, soprattutto su facebook e in rete e, soprattutto, sulle pagine e sui siti gestiti da donne attive in politica e che molto spesso si occupano di tematiche sociali legati al mondo femminile.
Invece non è accaduto nulla.
Neppure una parola. Neppure un rigo. Neppure una menzione (che io sappia).
Segno dei tempi.
Segno del tempo che fa, in Italia.
A metà degli anni’90, in Usa, in opposizione all’edonismo liberista reaganiano degli anni’80, le donne divennero le protagoniste del dibattito, dando vita a una nuova fase (quella cosiddetta del post-femminismo) aperta e lanciata da una poderosa e illuminata intellettuale femminista, Camille Paglia, autrice di un corposo volume dal titolo ”Sexual persona” la quale raggiunse una notevole notorietà per due frasi epiche di allora. Una era relativa alla diversa idea femminile del mondo produttivo-artistico (lei ha la cattedra all’Università della Pennsylvania in “Teoria delle Arti e sociologia dei sistemi complessi”) ben sintetizzata dalla frase “E’ vero noi non abbiamo mai avuto una Mozart, in compenso non abbiamo mai avuto né mai l’avremo una Jack lo Squartatore”. E con questa frase si aprì un furioso dibattito socio-cultural-politico sul concetto di femminicidio, arrivato in Italia con circa venti anni di tragico ritardo. Se ne comincia a parlare appena adesso, tra un vagito e un sussulto. L’altra, invece, aprì una voragine di scontro e confronto tra mondo maschile e mondo femminile perché, provocatoriamente, la Paglia elesse, in un celebre convegno pubblico a New York nel 1995, lo scrittore Henry Miller come, riferisco a memoria: “punto di riferimento importante per tutti, e soprattutto per noi donne, in quanto grande libertario, maschiaccio maschilista soltanto a letto (e meno male era ora) ma proprio perché la femmina l’ha sempre desiderata in quanto persona libera, ovverossia Persona prima di essere Carne, si è speso nell’arco della sua vita per essere al fianco delle donne, perché un autentico libertario è sempre e comunque dalla parte delle donne. La sua frase se vuoi sapere che cosa accade in una nazione e come funziona quella società vai a vedere che cosa dicono e che cosa fanno le donne, come si comportano, quali modelli veicolano, come le mostrano e come le presentano, soltanto così capirai il funzionamento del potere in quel paese diventa oggi la chiave per comprendere la svolta necessaria e indispensabile per avviarci verso una nuova evoluzione della società. Come donna, come cittadina attiva politicamente, ma soprattutto come donna pensante e come femminista, vi dico oggi che, io, il potere maschile non lo voglio né mi interessa, che se lo tengano pure. E’ quindi perdente e inutile la competitività di genere, perché per noi non ha Senso. Io voglio il mio potere femminile, che è sempre alternativo in quanto presuppone nella sua essenza la totale assenza del concetto di schiavismo. Una donna veramente potente in quanto femminile sarà sempre in prima fila a combattere….non so…scelgo a caso….. per la liberazione dei contadini malgasci dalla schiavitù. Anche se in Madagascar non sanno neppure che lei esiste. Non ha alcuna importanza. Ciò che conta per davvero è che lo sappia lei. Lì dobbiamo andare”.   
Camille Paglia (il suo pensiero) non è mai sbarcata in Italia e la tematica principale del dibattito sul post-femminismo (che da allora dilagò invece in tutto il Sudamerica) in Italia non ha mai attecchito se non in ristrettissimi circoli chiusi semi clandestini.
L’aspetto interessante di questo tipo di approccio consiste nella presentazione di una nuova e più evoluta discriminante della interpretazione del potere, e quindi, inevitabilmente, del gusto, dell’esistenza, dell’economia, della politica.
“La lotta contro lo schiavismo”.
Questa è oggi la discriminante che il movimento post femminista americano ci aveva regalato 15 anni fa. Bloccata nella sua genesi e sviluppo (non a caso) dall’irruzione sullo scenario politico-economico della famiglia Bush, tutta maschilizzante e militare, con una concezione imperialista ottocentesca nello schiavizzare i popoli, è stata riproposta invece alla fine dello scorso decennio.
Riaperto il fronte grazie a Obama (qui nel senso di Michelle), la tesi della Paglia ha subìto dei successivi aggiustamenti grazie a una sua celebre esternazione, divenuta paradigma antropologico di una nuova idea del rapporto maschio/femmina “la guerra tra sessi è una idea maschile ed è il frutto di una proiezione di impotenza inconscia dettata dalla paura, che vuole quindi l’esclusione e non la condivisione, a differenza del mondo dell’armonia che è alla base del potere femminile; il nemico di noi femmine non è il maschio, bensì le oche che rappresentano –ecco perché sono oche- una fantasia maschile proiettata di schiavizzazione. Tra una femmina cretina e un maschio evoluto preferisco andare a cena con un maschio pensante che elabora: insieme a lui troveremo il modo migliore e più efficace per liberarci dell’oca dannosa per la società, davvero pericolosa per noi donne”.
Qualche settimana fa, in occasione del suo ultimo libro appena uscito in Usa, dedicato alle nuove forme iconiche del potere femminile nell’attuale società, Camille Paglia ha contestato “l’idea obsoleta” di accogliere come modello identificativo per le donne una donna che ha molto potere per il solo fatto che abbia potere, senza andare a controllare “di che tipo di potere si tratta” e ha definito in diretta televisiva Lady Gaga (considerata la più potente donna in occidente come simbolo di riferimento socio-simbolico-economico) “la regina delle cretine, repressa e repressiva” contrapponendole, invece, una immagine iconica come Beyoncè “dotata di autentico erotismo femminile” e numerosi altri diversi tipi di donna, molte delle quali “non sono in carriera perché si sono rifiutate di aderire a quel tipo di carriera se la corsa presuppone l’applicazione di modelli schiavistici socio-economici. La suddivisione del mondo in vincenti/perdenti è un’idea maschile, legata alla tradizione storica della guerra. Quella femminile è invece tra essere felici e essere infelici”.
In Usa, oggi, si dibatte su questo.
E’ l’humus che ha prodotto “occupy wall street”.
E’ una riflessione che ripropongo come commento a un tragico segmento mediatico mandato in onda alla tivvù qualche sera fa sull’emittente La7 e che riguarda l’attuale fase politica italiana che stiamo vivendo. Mi riferisco qui a una intervista in diretta condotta da una professionista davvero intelligente nonché abile (Lilly Gruber, da un anno membro esecutivo del club Bilderberg nella gestione mediatica della schiavizzazione) divenuta, da oggi, per l’occasione, nella definizione neologica della mia mente, Lilly Marlene Gruberberg.
Dall’altra parte, nel ruolo dell’intervistata, c’era Federica Salsi, consigliera comunale appena espulsa dal M5S, cotta a puntino dai marpioni al silicio in salsa merengues.
L’intervista è stata davvero agghiacciante, per diversi motivi.
Dal punto di vista giornalistico appartiene a uno dei livelli più bassi mai visti in tivvù, e fa da pendant all’intervista a Favia, mandata in onda da Corrado Formigli qualche mese fa, promosso di recente per l’indefesso lavoro dal sapore kappagibbista di pretta marca sovietica: “delegittimare l’oppositore politico facendolo identificare in una icona negativa e quindi trasformandolo in un nemico del popolo”. Non c’ è nulla da dire al riguardo; in libera democrazia e libero mercato ciascuno fa ciò che ritiene opportuno. L’importante è capire, comprendere e decodificare ciò che fanno.
L’intervista in questione era relativa alla scelta di Beppe Grillo di espellere la Salsi dal suo movimento, di cui lui è il riconosciuto leader.
La Gruberberg e la Salsi sono apparse, quindi, per il pubblico italiano di massa, come due modelli femminili apparentemente contrapposti. In realtà non è così. E’ lo stesso modello.
Ed è tutto maschile.
Dopo aver presentato i fatti con la consueta capziosità, la Gruberberg è passata a picchiar duro sulla complicità di genere, nel condividere con la Salsi lo sconcerto di fronte al “terribile maschilismo di Grillo”, nei confronti di una donna, mamma affettuosa e moglie fedele. In tal modo ha creato subito una situazione tale per cui (in una nazione già medioevalizzata come questa) il pubblico è stato obbligato a spaccarsi in due: chi sta dalla parte delle donne e chi, invece, le attacca perché è maschilista. Mano a mano che l’intervista andava avanti il Senso si spostava. La Gruberberg, era chiaro, non aveva nessun interesse a conoscere e presentare l’opinione della Salsi: doveva farla confessare, come avveniva nei processi staliniani. Confessare che cosa? Quello che la Salsi ha confessato. E cioè che il M5S è un gruppo “maschilista” (quindi odiano le donne e le combattono) che nel M5S c’è la dittatura e come ha aggiunto “a differenza del PD dove le loro primarie hanno dato la dimostrazione di una grande democrazia”, spiegandoci anche che, in verità, il M5S non è neppure un’organizzazione politica, ma è semplicemente un business che ruota intorno al blog di Grillo che cerca di attirare contatti per acquisire pubblicità senza che nessuno abbia prodotto i riscontri perché noi non sappiamo quanto guadagni il suo blog: è l’unica cosa che gli interessa. In pratica, l’immagine che ne veniva fuori era quella di un furbone piccolo-borghese che cerca di lucrare qualche centinaio di euro al mese raccattate dagli annunci pubblicitari; e di un uomo roso dall’invidia. Chiede infatti la giornalista “Lei pensa che questo accanimento contro la presenza in televisione nasconda qualcosa d’altro?” La Salsi, poverina, persona dotata di pochi ed esili strumenti, annaspa un po’ ma la Gruberberg incalza “Non è che per caso, visto che lui sta sempre in televisione, non vuole….”. Sollevata dal suggerimento, la Salsi, finalmente si rilassa e dice che è invidioso se altri vanno in televisione, perché ci vuole andare sempre lui…
La Gruberberg, soddisfatta come un gattone sazio che si lecca i baffi, con brandelli di acciuga che ancora gli pendono dal pelame del mento, trionfante e paga, è ritornata alla solidarietà tra donne, tra mamme, tra mogli. Fine dell’intervista.
Neppure a dirlo, il giorno dopo la Salsi era ospite di Corradino Mineo su Rainews24 a dire le stesse identiche cose, più tardi sul Tg5 e sul Tg4 e infine su Skynews24.
La Gruberberg ha dato la stura e tutti seguono la nuova deriva mediatica strategica.
Si dà il caso, però, che tale solidarietà sia il prodotto di una pianificazione maschile, tutta interna a un quadro bellico maschile e maschilizzante che introduce in una botta sola una concezione sia degradante che degradata della donna.
La Gruberberg (degradante) offre, come esempio esistenziale, quello della perfetta esecutrice degli ordini dell’esclusivo club al quale appartiene, si candida a salvaguardia di una concezione schiavista del mondo (quella, per l’appunto dei Bilderberg) che annuncia i nuovi cieli staliniani all’orizzonte mediatico italiota: “chi va contro l’oligarchia bancaria, potrà essere promosso nel mercato a condizione che confessi in televisione davanti a un folto pubblico, pentendosi”. Inoltre, deve diventare veicolo pubblicitario di carattere elettorale per spingere verso l’astensione invece che per l’espressione del voto. Il mantra, infatti, è, per ciò che riguarda l’Italia: “Non votate: astenetevi”; è il motivo di base che spiega la quotidiana messe di sconcezze e illegalità che vengono annunciate nel nostro paese come se fosse una scoperta, con l’esclusivo obiettivo di spingerci a pensare che essendo tutti uguali non esiste alternativa e quindi è inutile votare. Meno votanti ci saranno, più facile sarà spartirsi la torta.
La Salsi (degradata) offre, come esempio esistenziale, quello della “donnetta” fragile, devota al potere, tutta casa lavoro e famiglia, la quale, non appena si trova a combattere una battaglia politica, corre a chiedere soccorso ai controllori del mainstream per denunciare l’esistenza dell’orco. Nel suo essere degradata manifesta una totale inettitudine al dibattito politico (è proprio ciò che piace) dimostrando che le donne non sono capaci di elaborazione e dichiara “seguiterò a fare il consigliere per altri 3 anni mezzo” aggiungendo poi che non andrà a votare, il che equivale a insultare i suoi elettori.
Appiattita e messa all’angolo dalla Gruberberg, la Salsi veicola l’immagine consolatoria della donna debole e sempre vittima, che fa da pendant a quella, invece, di chi sceglie di essere esecutrice di un’idea del mondo maschile e schiavista. Cè alla base la rinuncia alla propria condizione di Persona autonoma, libera, indipendente. La Salsi avrebbe avuto la possibilità, paradossalmente, di manifestare una propria autonomia se avesse dichiarato “siccome nel PD c’è la vera democrazia e nel M5S invece no; siccome nel PD le donne sono valutate ma nel M5S no, allora io chiedo l’iscrizione al PD e mi dimetto da consigliere perché non intendo rappresentare un movimento di maschilisti truffatori e dittatori”. In questo caso avrebbe manifestato una sua libertà autonoma.
Il tutto presentato come modello di solidarietà tra donne.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma si sa, la politica funziona così”.
Mah!
Si sente la mancanza delle donne nel dibattito pubblico, donne libere in grado di saper contrastare e denunciare la Gruberberg come  semplice esecutrice di ordini dell’oligarchia finanziaria che –per un banale caso biologico- è di genere femminile. Ma si comporta come un maschio: ha scelto di appartenere a un esclusivo club di maschi schiavisti, il massimo di ogni fantasia maschile maschilista.
Esistono modelli diversi dalla Gruberberg e dalla Salsi.
Donne che hanno affermato e affermano l’importanza fondamentale del potere femminile nella lotta e nella battaglia politica quotidiana, senza per questo dover aderire a un’idea maschile e schiavista del mondo, anzi, proponendo con il proprio esempio una idea alternativa. Una proposta Altra. Vincente non in quanto oppositiva, ma in quanto armonica, funzionale ed efficace proprio perché femminilmente femminile.
Negli ultimi dieci anni, la società italiana non è riuscita a produrre un soggetto politico originale di genere femminile, un’artista, un’intellettuale, in grado di veicolare e attirare intorno a sé passioni unificanti e aggregazioni sulla base di una proposta femminile all’attuale crisi. Non appena qualcuna accenna a qualcosa e ottiene un minimo di consenso, immediatamente viene cooptata all’interno di un meccanismo che diventa la riproposizione di un’idea maschile schiavista basata sulla visibilità, l’esclusività, l’apparenza e che si pone contro la condivisione, la solidarietà, l’armonia.
E’ il maschio che privilegia l’apparenza alla sostanza, lo è in tutto il regno animale.
E’ il maschio che privilegia l’esercizio del potere alla competenza tecnica.
La vanità narcisistica è una caratteristica maschile, quella femminile non è narcisistica.
La differenza tra l’intero continente americano e il nostro paese, più che mai, sta proprio oggi in una interpretazione opposta del ruolo della donna nella società.
Perché alla fin fine, ciò che conta sono i modelli di identificazione, i simboli che andranno a costruire l’immaginario collettivo.
Non è certo un caso che in Italia non c’è stata nessuna organizzazione politica, nessuna associazione femminile (neppure quelle femministe) che hanno dato risalto e respiro (oltre che notizie e informazione) alla Legge fortemente voluta da Cristina Kirchner un anno fa, che ha radicalmente cambiato la Storia Sociale del Diritto in occidente, a tal punto da pungere nel proprio orgoglio nazionale Hillary Clinton che si è complimentata con lei per iscritto, allo stesso tempo sgridando le proprie connazionali al Congresso per aver perso l’occasione di poter dire che ancora una volta gli Usa erano leader nella lotta della liberazione femminile. Il Congresso della Repubblica Argentina con l’88% dei voti a favore ha modificato il proprio codice penale e la costituzione non per introdurre il Fiscal Compact, bensì per istituire il reato di femminicidio nel codice penale, identificato come “violenza contro l’umanità essendo la femmina potenziale portatrice di vita nel suo grembo”. Il femminicidio, dal 1 Giugno del 2012 è diventato in Argentina il più pesante reato perseguibile dalla Legge e a gennaio del 2013 verrà applicato anche in Brasile, altra nazione dove una donna è presidente. Non è certo un caso che da quelle parti si parli di felicità (quando si parla di economia) e non soltanto di numeri e di spread così cari al club Bilderberg e la ricerca della armonia tra le parti sociali ha dato il via al varo del concetto di bilancio sociale, caratteristico modello di gestione ”femminile” dell’economia, dando vita a una nuova idea della vita sociale che propone nuovi modelli di identificazione per le giovani donne. Come nella vicina Repubblica del Cile dove si è sviluppato il più potente movimento di opposizione di tutto il continente gestito da una nuova leader, Camila Vallejos, che sta mettendo in ginocchio l’attuale amministrazione conservatrice. Recentemente è stata intervistata alla televisione di Santiago. Il giornalista, un conservatore di lungo corso, nel farle la prima domanda, ha fatto una lunga premessa dilungandosi sulla bellezza della donna (Camila è veramente bellissima) e dopo averla riempita di complimenti per la sua attrattiva fisica le ha chiesto quale fosse la relazione tra la sua veste politica e il suo fisico. E la Camila ha risposto: “La ringrazio per i complimenti che non accolgo e li rispedisco al mittente, se li può tenere. Da lei non li voglio.  Io non sto qui per essere considerata per i miei attributi fisici che appartengono a una casualità biologica. Lei parla come un colonialista dell’800. Io voglio attirare una maggioranza parlamentare che voti contro la privatizzazione degli studi per combattere contro lo schiavismo voluto dal Fondo Monetario Internazionale. Quella è l’unica attrattiva che mi interessa. Non siamo più merci da vendere al mercato. E’ proprio l’idea che sia il mercato a decidere le leggi che mi ripugna e che il nostro movimento contesta. Glie la faccio io, invece, una domanda: lei è a favore o contro la diffusione dell’istruzione di massa?”. E ha cominciato ha sciorinare una serie di dati, notizie, informazioni. Il giornalista, basito e balbettante, ha cercato di rattoppare, ma ormai era fatta. Il giorno dopo su tutti i media non si parlava di quanto Camila fosse bella, bensì delle notizie che aveva dato.
(L’immagine in bacheca è la fotografia della leader politica Camila Vallejos).
In conclusione vi allego un articolo pubblicato da una cittadina che è un soggetto politico molto attivo nel campo dei diritti civili. Si chiama Rita Guma. Il suo pezzo è uscito su Il Fatto Quotidiano in data 31 luglio 2012. Nessun dibattito. E’ andata all’attacco dei settimanali femminili che in Italia propongono un’idea della donna che appartiene totalmente all’idea iper-liberista del mondo. Ciò che conta in questo articolo, più della sua stessa sostanza, è l’effetto e le risposte che ha ottenuto: nessun effetto, nessuna risposta.
Buon week end a tutti.

Donne o quarti di bue? Femminili, facciamoci del male

In questi giorni mi è capitato di vedere, prevalentemente online, inserti e settimanali femminili con “servizi” in cui seni e glutei di donne famose di ogni età venivano fotografati in bikini e proposti all’attenzione del pubblico per un ignominioso confronto.
Molti femminili ci hanno ormai abituato alle classifiche chic e choc, quelle in cui vengono mostrate immagini con il look delle dive e di altre donne famose e in didascalia un voto allo stile oppure l’elenco degli errori moda delle protagoniste. Fin qui nulla di male: pagine (riempite velocemente e senza dover pensare troppo, basta pagare gli scatti), in cui, accanto alla soddisfazione della curiosità di parte dei lettori, qualche lettrice avrebbe anche potuto divertirsi per gli errori delle dive o apprendere come non farne.
Adesso appaiono carrellate di foto rubate del lato B o di quello A, con improbabili associazioni o classifiche (donne di tutte le età e taglie paragonate fra loro impietosamente) e soprattutto con una valutazione critica di questi particolari anatomici che almeno in precedenza erano fotografati e presentati nel loro insieme (più o meno coperto), in un servizio di moda o per illustrare l’articolo sulla presentatrice, attrice o intellettuale intervistata nel testo.
Insomma, anche sui femminili ci siamo arrivati, e non in servizi con consigli sul come essere più toniche e scattanti, ma mostrando le donne come quarti di bue. E questo sugli stessi giornali che pretendono di farci credere che difendano la parità delle donne, le sostengano nell’impegno per gestire casa e lavoro, si battano per la difesa dalle violenze.
Un effetto diseducativo, perché se una donna è un insieme di quarti di bue (belli o brutti che siano), allora ci si chiede dov’è il cervello e perché uno dovrebbe guardare e desiderare di approcciare l’insieme (cervello compreso) e non i singoli quarti, da soppesare come al mercato.
Anche perché, secondo alcuni studi, una larga fetta di giovani ancora si rivolge ai media per farsi una cultura sul sesso. E ne ricavano anche una sui rapporti fra i sessi, considerate le conclusioni di unaricerca mondiale sulle donne nei media organizzata alcuni anni fa dalla World Association for Christian Communication (in Italia dall’Osservatorio di Pavia e da professori e studenti di varie università italiane) secondo cui l’immagine e la presenza delle donne nei media è ancora fortemente segnata da stereotipi, con effetto su tutti gli aspetti della vita quotidiana dei fruitori.
L’uso dell’immagine della donna-oggetto in pubblicità era già stata denunciata da più parti, compreso il comitato pari opportunità dell’assemblea parlamentare del Consiglio di Europa, e varie polemiche hanno accompagnato più o meno di recente campagne pubblicitarie con immagini di sopraffazione sulla donna, ma i giornali femminili che le pubblicavano potevano giustificarsi con il fatto che quella pubblicità non è prodotta da loro e che la vendita degli spazi pubblicitari consente di offrire alle lettrici altri servizi e informazioni di un certo peso. Oggi, invece, alcuni femminili propongono gratuitamente classifiche di glutei e seno studiate a tavolino.



43 commenti:

  1. Gli esempi citati, relativi alle Americhe, ci fanno capire che un altro mondo è possibile, che si può sognare e creare un sistema alternativo, solidale e paritario. Basta non cadere nelle trappole mediatiche che invece vogliono coinvolgerci emotivamente, sempre secondo il vecchio schema del controllo tramite gli opposti estremismi. La nostra intelligenza dovrà quindi essere usata per smontare queste trappole e non per combatterci fra di noi.
    Decodifichiamo i messaggi ingannevoli, riveliamo a tutti che "il re è nudo", attiviamo le nostre sinapsi, ed allora si che il nostro sogno di una società più giusta e libera potrà diventare realtà. Si è vittime o carnefici a secondo del ruolo che si intende scegliere, ma possiamo sempre scegliere di non essere né l'uno né l'altro, solo par inter pares.

    RispondiElimina
  2. Caro Sergio, parto dall'articolo di Rita Guma:
    cosa ha detto di nuovo che già tutti inconsciamente non sappiano? E' noioso, quasi una predica, onesto nelle intenzioni ma non filtra alcun messaggio! Non mi da l'indicazione di quali strumenti stanno usando per farci il lavaggio del cervello,non mi fa sentire raggirato,non mi guida a capire perchè quel modello culturale si è instillato nella mia mente, quel che scrive è scontato. Avrei trovato più utile ed interessante una analisi dei metodi di comunicazione subliminale.(cominciando dal berretto fallico in "fantasia" di Disney)
    La Salsi: buona brava onesta...ma non andare in televisione se non hai competenze nel compo della comunicazione perché ti tritano, ti macellano e ne vanno di mezzo tutti!!
    La colpa è di Grillo: ha dato il suggerimento corretto (non andate in tv)ma senza riuscire a far capire ai suoi che il palcoscenico è l'inquisizione, che hai bisogno di armi non convenzionali per affrontarli, che non bastano le doti naturali,l'onestà, la bravura o altro: Hai bisogno di un controllo e di una consapevolezza dei limiti del tuo ego di altissimo livello e la consapevolezza che chi ti sta di fronte ti vuole fottere nel più subdolo dei modi (in merito la Vallejos è una montagna, è immensa!)
    La Paglia: finalmente...ma studiamo i meccanismi di questi fenomeni perchè altrimenti poni le basi di uno scontro sociale: le cretine contro le sentimentali..mentre entrambe soffrono del medesimo vuoto emozionale che manifestano in espressioni comportamentali antagoniste.
    Sergio cominciamo a dotarci di una contraerea ed impariamo a farla funzionare altrimenti non ci rimane che scappare sottoterra: sveliamo i trucchi del condizionamento emozionale/mentale o le ipotesi, i buoni propositi ecc. ecc. rimarranno solo parole che compiaceranno gli uni un giorno, gli altri il giorno dopo.
    Grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La Guma ha scritto un articoletto su Il Fatto Quotidiano che è un giornale di massa, inevitabilmente si mantiene in superficie. Per quanto riguarda il fatto che tu sostieni "la colpa è di Grillo" io ci aggiungo che "la colpa è dei grillini", nel senso che hanno mancato una occasione d'oro e davvero storica per far fare un salto epocale di coscienza al movimento: quando è arrivato l'anatema di Grillo al movimento, invece di prenderlo piattamente per buono (e qui sono d'accordo con te: senza capirlo)avrebbero dovuto iniziare a mettere su dei tavoli specifici sull'argomento invitando sociologi della comunicazione, filosofi, neurolinguisti, neurofisiologi comportamentali, ecc, ecc per farsi spiegare come funzionano i media. Paradossalmente, oggi, il limite culturale del M5S sta proprio nella comunicazione, di cui ne masticano davvero molto ma molto poco, oltre al fatto che stanno commettendo un errore grave: hanno spacciato la Rete per un fine e non un semplice mezzo. E se non si mettono umilmente a studiare e capire vi rimarranno imbrigliati.

      Elimina
    2. esatto diciamolo che i grillini sbagliano, hanno tanto da studiare e approfondire sull'aspetto culturale. E diciamo pure che se si è accettata la gestione verticistica del movimento, il duo di apprendisti stregoni si deve assumere tutte le responsabilità, spiegare motivando bene certe direttive e gestire tutte le eccezioni del caso con savoir faire e pensando all'inclusione e all'armonia piuttosto che all'esclusione e al conflitto.

      Sulla Salsi, anche a proposito di ciò che hai appena pubblicato su FB, non posso darti torto. Siamo deboli esseri umani incantati da 20 anni di surrealtà.

      Seriamente ti chiedo: mi devo sentire un colpevole maschilista se mi ha fatto effetto ciò che offre la Salsi come modello esistenziale? e lo dico senza averla mai guardata in TV, solo letto e visto foto.

      Ti ringrazio ovviamente per gli stimoli ricevuti anche in quest'occasione.


      Diego C.

      Elimina
    3. Se tu la sentissi parlare ti metteresti le mani nei capelli; sembra mia zia Maria da giovane, intendo dire che rappresenta un modello praticamente estinto di dabbenaggine. Il problema nel M5S sta proprio nella formazione adeguata, ma sono stati presi in contropiede perchè è soltanto da maggio di quest'anno che ha dilagato e quindi non hanno avuto il tempo per strutturarsi e siamo finiti in campagna elettorale. Comunque sia, considerando lo stato pietoso del resto della politica italiana penso che l'unica alternativa attuale sia quella di dare uno scossone fragoroso al sistema che soltanto Grillo può dare. Stamattina in televisione su due canali diversi c'erano due esponenti del PD; uno sosteneva che bisogna portare avanti l'agenda Monti, l'altro sosteneva che bisogna eliminare l'agenda Monti. Entrambi sostenevano che era ciò che Bersani farà. Basterebbe questo per capire lo stato confusionale nel quale versa il PD; se non altro, nel M5S c'è confusione, il che è diverso.

      Elimina
    4. allora occhio non vede cuore non duole, eheh.

      comunque pensa anche alla reazione psicologica di chi è stato comunque isolato in maniera abbastanza brutale.

      Su grillo è sempre il solito discorso su cui ho dovuto convenire più volte. Se gli arancioni hanno possibilità di fare un discreto risultato, però, preferirei votare loro e non M5S (e bisogna vedere pure chi candidano). Rimango in attesa...

      Elimina
    5. nessun isolamento; l'isolamento (intendo dire quello vero) ce l'ha soltanto chi si oppone davvero e il potere lo percepisce, tant'è vero che l'ha accolta a braccia aperte, il che induce a pensieri al riguardo

      Elimina
    6. Ciò che mi da pensieri è c'è una grande moltitudine di persone in buona fede motivate da senso civico che si son date da fare nel m5s e sono rimaste stordite dalla comunicazione paraverbale di Grillo così come i simpatizzanti..per sopravvivere dovrebbe assumere caratteristiche di un movimento quasi partigiano, nello spirito intendo, ma hanno poco tempo!
      Mi preoccupano ancor di più le possibili dinamiche sociali a venire: se alle elezioni non si presenta un elemento capace di far identificare la moltitudine di disagiati e raccogliere la loro rabbia così come le loro speranze tale frustrazione sfocia in piazza senza controllo.

      Elimina
  3. Dalle fantascientifiche ricostruzioni geopolitiche alle marchette pro Grillo.

    Tutto annacquato dal più becero populismo: quello che si spaccia per raffinata analisi intellettuale.

    Tra i tanti rilievi, il reato di femminicidio FA RIDERE!!!
    Contrario al principio di uguaglianza sarebbe irragionevole ed illegittimo come se l'uccisione di una donna fossa piu deprorevole dell'uccisione di un uomo... populismo APPUNTO!

    Sergio lei mi ha deluso, ma la ringrazio per i piacevoli e divertenti post che piu di una volta mi hanno strappato grasse risate.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggo in wikipedia:
      La parola populismo può avere numerosi campi di applicazione ed è stata usata anche per indicare movimenti artistici e letterari, ma il suo ambito principale rimane quello della politica. In ambito letterario si intende per populismo la tendenza a idealizzare il mondo popolare come detentore di valori positivi.

      Il largo uso che i politici e i media fanno del termine "populismo" ha contribuito a diffonderne un’accezione fondamentalmente priva di significato: è rilevabile infatti la tendenza a definire "populisti" attori politici dal linguaggio poco ortodosso e aggressivo i quali demonizzano le élite ed esaltano "il popolo"; così come è evidente che la parola viene usata tra avversari per denigrarsi a vicenda – in questo caso si può dire che "populismo" viene talvolta considerato dai politici quasi come un sinonimo di "demagogia".

      Elimina
    2. Meglio superficialità, allora. Un pensiero poco articolato, sciatto e poichè è presentato come elaborazione intellettuale ,anche ridicolo.

      Elimina
  4. Come siamo arrivati ai problemi di oggi: alcuni esempi di comunicazione subliminale raccolti al momento nel web

    http://www.fanpop.com/clubs/disney-princess/images/21448208/title/hidden-messages-photo

    http://www.damnlol.com/disney-subliminal-message-1737.html

    http://subliminalmessagesblog.blogspot.it/

    RispondiElimina
  5. Se posso permettermi c'è un movimento in Italia a trazione decisamente femminile che desidera portare l'avv.Paola Musu in parlamento come Primo Ministro....lo sapeva? Si chiama Lista Si...ha il tempo contato grazie al colpo di stato continuo perpetrato dai nostri cari (in tutti i sensi) onorevoli zombies, ma cerca di riportare al comando un'altra cosa che semanticamente è femminile: La nostra benedetta Costituzione in modo da uscire da questa trappola economico-mediatica denominata Unione Europea. Spero voglia dare alla cosa lo spazio che si merita o dovrò dedurre che questo slancio rosa del blog sia più uno spot per Grillo che vero amore per l'altra metà del cielo....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A proposito!
      Grazie per averla ricordata!
      Avevo sentito parlare della denuncia ma non ne conoscevo i risvolti...si questo è un tema degno di attenzione e rispetto non fosse altro che per il suo coraggio!

      Elimina
    2. Le rispondo subito: quello che lei definisce uno "slancio rosa" appartiene a una idea del mondo che non suddivide il merito per genere, non è uno slancio, è una posizione; premesso questo, trovo molto capziosa e surrettizia la sua argomentazione, ovverossia fare propaganda elettorale per una persona che lei sostiene partendo dal presupposto che se uno non l'appoggia (in quanto donna)allora è contro le donne. La Musu a me, personalmente, non piace come soggetto politico. Mi inonda di messaggi di richieste di propaganda alla sua persona e pensa solo e soltanto a una sua campagna pubblicitaria personale. Il che va benissimo, è legale, lo fanno tutti. In Italia, solo nel Lazio esistono almeno 250 liste civiche della gente più disparata che vive l'idea di essere eletto come la punta massima della propria ambizione. Lei è autorizzato a fare propaganda per chiunque corrisponda ai suoi gusti e idee, ma ricattare la gente non è un buon sistema, creda a me. Se esteso questo principio, allora, perchè no Giorgia Meloni che è molto più intelligente della Musu? Oppure Alessandra Mussolini? Oppure Elsa Fornero? Sono donne anche loro. Qundi, applicando il suo principio, se uno si oppone alla Fornero e non la sostiene, vuol dire che è contro le donne. Proprio perchè considero le donne alla pari dell'uomo, vale per loro lo stesso identico principio: o uno/una è in gamba oppure non lo è. Ma vale nei due sensi: non si esclude una persona in gamba solo perchè è donna, ma non si include una carrierista o una persona banale soltanto perchè è donna. Questo era il senso del mio post. Sono contrario a questo pro-femminismo d'accatto, che è un classico della propaganda elettorale. La mia nostalgia non era riferita alle donne, bensì alle donne in gamba. E mi riservo il diritto di critica nei confronti di qualsivoglia donna sulla base di ciò che dice, ciò che scrive, ciò che propone; lo ripeto: non per il fatto che sia donna, ma in quanto specifico soggetto politico. Se vuole andare in giro a dire alla gente "se non voti per la Musu vuol dire che sei contro le donne" nel caso lei sia un maschio dimostra la consueta ottusità anti-femminista del mondo maschile; nel caso, invece, lei sia una donna non fa un piacere nè tantomeno un favore al suo genere. Creda a me. Vedrà che troverà subito delle donne intelligenti che glie lo spiegehranno.

      Elimina
    3. Premetto che non voglio fare attivismo di nessun genere per chicchessia né vorrei metterla dinnanzi al bivio se non sei per Tizia allora sei contro le donne...le mie considerazioni nascevano dalla contemporanea lettura di blog che parlavano casualmente di donne in politica...e semplicemente mi sarei aspettato di veder comparire Paola Musu tra le sue righe. Donna che mi pare (al di là di simpatie o antipatie personali) una che diventa visibile grazie a senso dello stato e tenacia intelligente...rispetto alla cultura delle veline mi pare un bel passo avanti.. o no? Poi ho notato che spesso mette il Movimento 5 stelle un po' a mo' di prezzemolo, ma questo è perché lei può provarne simpatia e appoggio...è normale e non discutibile, come di ogni gusto personale. Guardo con un certo favore anch'io a Grillo, però (anche tramite contatti locali) lo vedo non presente e duro su un tema che per me è la vera base per uscire dalla crisi ovvero abbandonare questa Europa di banchieri affamatori intanto per non finire a gambe all'aria. Poi una volta riavviatici con il pieno possesso delle nostre politiche economiche, possiamo scegliere di far nascere una vera unione di popoli...un po' come i Napoleonici che esportavano idee francesi di rivoluzioni...Saluti e Grazie dello spazio

      Elimina
  6. Mi ero accorta del cambiamento della Gruber di quest'anno e sapevo della sua partecipazione al club di Bildeborg...Posso aggiungere un modello positivo qui nell'italia sfigurata di oggi?
    Lorella Zanardo di cui conoscerai l'operato...accludo questo video e ricordo l'ultimo libro di lei uscito "Senza chiedere permesso" dopo il primo libro e video documentario Il corpo delle donne....
    http://www.youtube.com/watch?v=GRIM-37uWYQ&feature=player_embedded
    Poi altri esempi positivi Lidia Undiemi (economista palermitana e Paola Musu...avvocato sardo che ha denunciato Monti.
    Capisco che fai per stimolare...ma occorre proporre i pochi modelli positivi anche se non hanno sfondato come quelli sudamericani. Da qualcosa bisognerà pur ripartire...
    Poi Laura Puppato...maria grazia m.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per fortuna non soltanto loro, l'Italia è piena di donne in gamba, che -al pari con i maschi in gamba- sono costrette e spinte a operare nella clandestinità e non hanno accesso al mercato. In Italia (solo di giornaliste che conosco personalmente) ci sono almeno altre cinque professioniste dell'informazione che alla Gruber se la mangiano cotta in padella in due minuti e avrebbero fatto una intervista alla Salsi molto ma molto più intelligente di quella andata in onda. E' inutile che mi chieda i nomi: sono attualmente disoccupate.

      Elimina
  7. Fatti non parole!!
    Denunciati Herman Achille Van Rompuy e altri 4 esponenti per crimini contro l'umanità:

    http://www.ecplanet.com/node/3654

    RispondiElimina
  8. Belissimo post! Avrei voluto l'avesse scritto una donna, ma sapere che ci sono anche uomini che possono scrivere cosi' del femminile senza essere melensi e buonisti e' una piacevole sorpresa. Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alè Alessandra. Scommetto che sei pure un'intelletuale. Qui le differenze si sprecano, ma poi non lamentatevi di sentirvi prese per i fondelli. Il meccanismo lo avete innestato voi.

      Elimina
  9. Ancora una volta il senso dell’articolo va nella direzione contraria di quello che ci si aspettava.
    Qualche post fa si evidenziava la differenza di classe tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, come di natura e quindi sancita ed apprezzabile.
    Oggi invece si evidenzia la differenza tra i sessi, come sancita e dando una caratterizzazione rivoluzionaria della mentalità e del costume sociale, ad uno dei due.
    Non è vero, come lei sostiene, che il suo articolo tende a vedere le donne alla pari degli uomini. Il suo articolo tende alla differenziazione sociale, prova ne sia l’orrenda parola femminicidio, come la parte finale dedicata ai quarti di bue (Perché mai non di mucca? Che la mucca sia forse meno bestia del toro?).
    Uccidere una persona non è più o meno grave a seconda del genere sessuale, senza contare che esistono donne assassine (anche per motivi passionali) e queste come le chiamiamo? E come chiamiamo le vittime?
    Ci manca solo inneggiare alle quote rosa in parlamento e poi la frittata è pronta. Se c’è qualcuno più bravo e meritevole non verrà eletto perché la maggioranza è già maschile e bisogna garantire un somaro di sesso opposto. Indecente, tanto quanto chi ha pensato questa bestialità per fini elettorali e per spostare il voto delle donne a proprio favore. Diciamo le cose come stanno, questa si chiama presa per i fondelli ad una categoria sociale, che nemmeno dovrebbe esistere in quanto categoria sociale, quella delle donne.
    Esistono diverse forme di violenza e di coercizione. Quello che succede quotidianamente nelle aule di giustizia nei processi di separazione e divorzio è scandaloso sia da un punto di vista umano, sia da un punto di vista legale.
    Nella storia dei processi un Italia, esiste un solo caso di condanna per molestie fatte da una donna ad un uomo, ma nell’unico caso specifico l’uomo era un prete. Se non lo fosse stato la corte si sarebbe fatta grasse risate e magari avrebbero inquisito il denunciante.
    Ci sono migliaia di esempi di uso della sessualità come trampolino di lancio nella carriera, sia da parte di uomini che di donne. E si, perché le numerose donne manager pensa che si facciano scrupoli a sponsorizzare l’impiegato carino e disponibile?
    La bestialità non è appannaggio dei soli maschi, è solo che si esprime in forme a volte diverse, ma detto per inciso, ci sono uomini (non necessariamente omosessuali) che sono psicologicamente molto più femminili della maggior parte delle donne in circolazione. E di questi che ne facciamo? Li chiamiamo scherzi della natura? O pensiamo, in sintonia con le direttive della Chiesa, che siano solo dei malati?
    Ancora una volta il sostantivo deve ritornare ad essere un aggettivo, la specificazione di un individuo qualsiasi nel rispetto della sua individuale complessità.




    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una ventata di freschezza... era ora.

      Krez

      Elimina
  10. Vorrei inoltre invitare il nostro ospite a riflettere maggiormente sul concetto distorto di democrazia cui si fa portatore sostenendo Grillo e le cazzate che va ripetendo.

    La democrazia non è dittatura della maggioranza, come non è democratico ridurre gli spazi democratici altrui.

    Lei (come il suo protetto Grillo) confonde il concetto di Democrazia con quello di Oclocrazia....e da un intellettuale un errore del genere non ce lo si aspetta...

    Krez

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, cos'è la democrazia?

      «Non è giusto che tutto il potere sia del re e dei suoi fiduciari che, insieme a lui, si sparticono terre e ricchezze. Non è giusto che potere e ricchezza sia solo di pochi solo per ragioni di nascita. Tutti devono avere stessi diritti, indipendentemente dalle loro origini.»

      Così ragionavano gli "illuminati" rivoluzionari francesi.

      Liberté, Égalité, Fraternité! Erano gli ideali di quella rivoluzione.

      Ritengo fossero utopie irrealizzabili e irrelizzate.
      Perché ciò sia fattibile, bisognerebbe che NON si possa trasmettere l'eredità dei padri ai figli.

      Non ricevendo alcun lascito, gli eredi si troverebbe nelle stesse condizioni di tutti.

      Chi sarebbe disposto lasciare i suoi beni allo Stato per il bene di tutti?

      Se non si realizza quella condizione, ritorniamo esattamente nell'indovinello di prima, cioè che la ricchezza sia solo di pochi.

      Comunque, per farla breve, non è cambiato nulla, prima si chiamavano aristocratici, oggi si chiamano capitalisti oppure oligarchi.

      Gli aristocratici si trasmettevano le ricchezze per eredità diretta nello stesso modo in cui oggi gli Agnelli o i Rothschild che dir si voglia si tramadano i beni.

      Se non c'è l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla società, la democrazia è una favola.
      Le democrazia come la conosciamo difende solo chi ha, chi possiede. Non tutela assolutamente chi non ha nulla.

      Chi difende coloro nati poveri... che nulla hanno?
      A costoro è concessa la poca carità dei ricchi ed un posto in Paradiso (qual'ora fosse rimasto qualche posto libero).

      Per il resto non c'è niente non c'è alcun tentativo di metterli nella stessa condizione degli altri più fortunati.

      Senza dare contenuto a quegli ideali di Liberté, Égalité, Fraternité, la democrazia di cui tanto si parla è una truffa inventata per dare legittimazione al potere di pochi.

      I più ricchi, ed evitare la ghigliottina.

      Guy F.

      Elimina
    2. C'è e si chiama stato di Diritto, esiste in diverse nazioni sulla Terra dove lo praticano con successo

      Elimina
    3. Tipo gli Stati Uniti?
      Per uno che ci riesce, milioni ci lasciano le penne, per un Bill Gates che ce la fa, milioni di Joe Taldei tali resteranno di un'oscura vita di stenti.

      Guy F.

      Elimina
    4. Il problema è la "crazia"....ovvero l'uso improprio che se ne fa..
      Guy purtroppo oggi non ci sarò ho dei contrattempi! Spero in una prossima occasione e che tu legga per tempo!

      Elimina
    5. Infatti... mona! non ti ho letto in tempo e ti ho aspettato fino alle 12.30....
      Cmq alla prox.
      Guy F.

      Elimina
    6. ..parabrezza crepato...(mi costa un rene).spero tu non faccia l'assicuratore.. :)
      alla prox!
      grazie.

      Elimina
    7. Urka... brutto affare...
      No, nn faccio l'assicuratore e me ne guardo...
      La mia è una professione... di nicchia!

      Ci sentiamo
      Guy F.

      Elimina
  11. Le donne dovrebbero occuparsi di economia, di finanza, mettersi a studiare di nuovo. Qualcuna lo fa. Il femminismo nella sua forma dominante non lo fa perché - asservito ad un potere che non è maschile ma potere e basta - distoglie ad arte il potenziale femminino dalla lotta di classe condotta dall'1% contro il 99%, deviandolo sulla risibile guerra di genere, della quale il femminicidio è la più fenomenale arma di distrazione di massa e sulla stucchevole questione del "corpo delle donne". E' un femminismo settario, che ha la sua industria dell'olocausto (femmminile) con la quale si chiudono tutti gli altri argomenti e le bocche dissidenti e che rifiuta sistematicamente di discutere con le proprie simili su argomenti che non siano quelli del vittimismo piagnone che si basa sull'assunto vagamente fascista che "le donne hanno sempre ragione".

    Ha ragione a rimpiangere le Nilde Jotti e le Tina Anselmi ma se oggi non ci sono politiche altrettanto nobili non è tutta colpa del berlusconismo e dei "quarti di bue" televisivi ma anche di un femminismo che si avvolge su sé stesso e si autorinchiude nella riserva, rifiutando di occuparsi dei conti della serva per continuare nella sua rivendicazione sostanzialmente androfoba.
    Non so se ricorda una vecchia femminista anni 70, l'Elvira Banotti. Ecco, oggi gran parte del discorso femminista sembra derivare da quel tipo di estremismo, e per il femminismo è una sciagura.
    Non esiste possibilità di uscita dal meccanismo della lotta di classe attuale se non mettendo da parte i giochi di ruolo che vanno bene solo in tempo di vacche grasse, e lavorando tutti assieme, maschi e femmine, sull'unico problema che dovrebbe interessarci: quello di cambiare questo assetto economico che ci sta distruggendo.

    My two cents.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo è il commento di una donna davvero molto intelligente. Consiglio a tutti di andare a leggere un suo post dal titolo "Il cinema sinfonico di Quentin Tarantino" di un po' di tempo fa che si trova sul suo bel blog "Kino Lameduck". Una vera chicca d'autore, anzi d'autrice. Chapeau.

      Se non altro si comincia bene la settimana

      Elimina
    2. Grazie Sergio per l'apprezzamento. Ultimamente purtroppo Kino Lameduck è un po' in disarmo. Scrivo soprattutto su "L'Orizzonte degli Eventi". Anche di cinema, qualche volta.

      Elimina
  12. Nelle sedi di partito c'è pieno di passionarie ed arriviste e non credo che il fatto di avere un diverso genitale significhi per forza un arricchimento. Sapete io non ho peli sulla lingua mentre me li son fatti crescere un pò sullo stomaco. Questo perchè ho l'esigenza innata di dire ciò che penso e spesso il contraccolpo è duro. (Sulla pagina fb e di Sergio si noti che, in un momento in cui Marco Pannella rischia la vita, io l'ho attaccato, dialetticamente, con una certa rabbia dovuta all'opportunismo che mi trasmette. La cosa carina è che sono un ascoltatore di Radio Radicale da quando avevo 19 anni, mi sono battuto contro la sua censura/chiusura e intervengo anche ogni tanto.Più prima quando ricaricavo il telefonino...). Di certo il contributo femminile è estroso ed imprevedibile e ce n'è bisogno.C'è bisogno "della donna che si fa i ditalini su Che Guevara perchè è bello o coraggioso o interessante intellettivamente e non che si masturba sul potente". (Concetti sacrosanti di Di Cori Modigliani).Altrimenti è deviazione.L'essere umano è bioantropologicamente un essere con una natura non definita. Si sposta in un range a seconda dell'ambiente anche nelle scelte e nei gusti sessuali.L'ambiente ormai lo fanno i media. Non serve la donna che serve il ragionier vanesio e i suoi cani di padroni.Non serve quella che trema. No, di quella proprio non c'è bisogno. Abbiamo bisogno di quella che conferisce qualcosa in più. La Salsi credo che sia il tipico esempio del cancro che potrebbe uccidere M5S cioè il senso di inferiorità, la corruttibilità, l'inesperienza. In altre parole temo che non appena arrivati nelle stanze dei bottoni vorranno "garantirsi" e tanti saluti. Fa bene Sergio a sottolineare che "c'è donna e donna" quindi. Pannella serve a esempio anche nel positivo. Spesso egli parla del male come una figura che nella storia vive di metamorfosi. Prima era il fascismo, poi la partitocrazia, poi il berlusconismo+l'antiberlusconismo. Dal primo "ismo" e dall'agitarsi del suo spettro da parte del secondo "ismo" è nato il "montismo". E' sempre il male, antropologicamente parlando.Il PD è divenuto il principale bagaglio del male. Il partito dei capo bastone (Cit.Di Cori Modigliani) opposto agli ideali di redistribuzione equa socialdemocratici ma identico ai soviet dove pochi erano straricchi o tutelati (Politici, banchieri, evasori totali, industriali, manager, baroni, coop, sindacalisti ,parenti ,amanti, amici, indotti) e gli altri morti di fame. Adesso c'è come una resa dei conti. Non se ne esce sono troppo potenti. Se la Luce, Dio, Allah ecc vorranno così dobbiamo farcene una ragione, è questo il "Senso" più profondo. Noi dobbiamo però batterci con ogni mezzo per opporci. Il mio blog non ha nessunissima pubblicità, parla troppo di economia e nemmeno con la classe di Sergio. Punto molto sull'efficacia perchè è una delle mie armi, anche sulla parolaccia e la rabbia quando serve....solo quando è Yang, quando è istantanea e tagliente ma non quando sfocia nell'ego e nel "basso"..oggi avrei messo la pena di morte in Italia dalla rabbia nel vedere mia mamma tramortita dallo spavento di un furto in casa.(72 anni)...... poi prevale l'Amore per quello che ho e torno me stesso. Spero lo seguiate semplicemente per quello. http://spread-politica-economia-massoneria.blogspot.it/. Per informare e formare. Dobbiamo batterci (e Alessandra mi sposerà in ciò) usando la nuova tecnologia..quella della Coscienza. Con le vibrazioni, non di un singolo individuo, bisogna superare la rabbia che ci stanno infondendo per portarci nell'ego e nella sconfitta(e lo dico in un giorno in cui è stata violata, ripeto, la mia intimità per una rapina ed in cui continuo a ripetere che è giusto tenere armi in casa per difenderci dall'effetto sorpresa di una aggressione di individui sconosciuti e armati, che non significa uccidere ma tutela dei nostri cari vecchi).Un caro abbraccio. Marco Giannini 75

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Marco. Avevo letto il post gia’ qualche giorno fa, non ero intervenuta finora un po’ per mancanza di tempo, un po’ perche’ francamente non mi interessano molto i termini in cui e’ stata posta la questione, ma visto che mi chiami in causa…
      Ti diro’, all’inizio mi ero anche un po’ infastidita, pensando “come mai il caso di Favia non e’ stato trattato cosi’?” Poi ho riletto il post, e anche se non ho visto l’intervista, ho capito che il maschilismo nel M5S ne era proprio il tema…che scivolata!!!!
      Ho anche pensato che paragonare i radicali al M5S forse e’ un po’ eccessivo (ben altra cosa erano la Cicciolina e quell’altra colonna di Moana Pozzi!), pero’ ci sta che mi sbaglio, non vivendo in Italia e’ difficile farmi un’idea precisa! In tutto questo poi, un dibattito cosi’, dopo 20 anni di bungabunga, forse e’ piu’ che mai necessario (a proposito, qui c’e’ un nightclub, roba da yuppies stile folklore italiano, che si chiama proprio cosi’-sic!- of course it’s not my scene); la verita’ e’ che anche qui non siamo messe tanto bene! Non mi pongo neanche il problema in termini di femminismo o di quote o di femminicidio, pero’ e’ vero (senza ricorrere al piagnisteo, lungi da me: i piagnoni, qualunque genere essi siano, li scanso come la peste!) che di questa crisi le spese le stanno pagando, oltre a tanti altri soggetti deboli, anche le donne: qui e’ in corso un attacco frontale e senza mezzi termini, proprio alle donne in quanto madri; se finora le single mothers erano in qualche modo tutelate dal welfare state, adesso gli stanno togliendo tutti i benefits, con l’argomentazione che molte donne (e qui parliamo, ovviamente, delle classi deboli) si mettono a far figli perche’ in qualche modo questo gli garantisce dei diritti (tra cui anche la casa), come se cio’ fosse il problema reale e non piuttosto “come mai una donna si ritrova a dover decidere in questo modo della sua vita?”. D’altra parte e’ coerente con la loro maniera di gestire le vite umane, finora erano necessarie braccia, e quinde le madri erano tutelate in quanto fabbriche di braccia, adesso il sistema vuole far fuori gli schiavi in eccesso, che non servono piu’ ma anzi consumano…
      Io starei anche molto attenta a veicolare l’idea del ‘bello’ in quanto attributo fisico (la Bonino non era certo bella ne’ femminile, pero’ una donna intelligente e che stava bene nella propria pelle!). Io ho fatto per anni la modella per artisti (tranquilli, non sono mica Liz Hurley: il bello in arte e’ molto differente dal bello che fa vendere) e ho mantenuto contatti con quest’ambiente. Due care amiche, ex colleghe, hanno messo su un’associazione –spiritedbodies, se vi interessa cercate in rete- che organizza eventi collettivi (misti, ovviamente), stage di pittura dal vivo, che sono occasioni per trattare proprio temi inerenti al corpo: per esempio, in uno di questi eventi ha preso parte una donna che era stata abusata da bambina, ne e’ uscita fuori una bella mostra fotografica in cui lei ha usato il corpo per denunciare questo fatto, ma anche come catarsi; un altro, piu’ recente, e’ stato poi ripreso in una campaign against page 3 (la pagina 3 di The Sun –un giornale che peggio non c’e’- e’ il classico tempio alla donna oggetto); in un altro hanno partecipato portatori di handicap. Quando posso partecipo, ma piu’ che altro invito gente a partecipare, e’ terapeutico: il corpo si cura da solo se non lo si mortifica, e cura la psiche. E non sto parlando solo del corpo femminile, adesso anche gli uomini stanno cadendo nella trappola e ‘si fanno di botox’!
      E’ assolutamente vero quello che dici, che prima di essere donne o uomini siamo esseri umani, e a volte puo’ essere divertente giocare alle parti…
      (segue)

      Elimina
    2. Siamo alla resa dei conti, quello di cui abbiamo tutti bisogno e’ scrollarci di dosso il ruolo di vittime, serve solo a perpetuare il ruolo dell’aggressore. Questo e’ il Senso (l’organizzazione di Jasmuheen si chiama Selfempowermentacademy).

      P.S.: Mi dispiace il fattaccio che e’ successo alla tua mamma, anch’io sarei incazzata a morte, non so che dirti…Una cosa che mi hanno insegnato e’ che per cambiare le cose bisogna prima accettarle: penso che lo sai gia’.

      In Love, Light and Laughter.
      Alessandra

      Elimina
    3. Sono d'accordo con te, cara Alessandra, il concetto di self empowerment è fondamentale e davvero funzionale funzionante ed efficace (ma in un paese di cultura anglosassone)in Italia è inutile; io avevo sollevato la questione non intendendo porre l'accento sulla questione della donna-oggetto ecc.,ecc. che sono tematiche stranote e digerite da tempo quanto piuttosto sulla trappola atroce italiana nella quale le donne sono cadute, ovverossia "l'imbuto della visibilità" che in questo paese ha sostituito il concetto di "valore del lavoro" ottima scusa per costruire una marea di schiavi sottopagati o nullapagati, perchè al posto del danaro viene offerta la possibilità di "farsi vedere" o "far vedere una propria opera o un proprio prodotto" che è una estensione a tutti i livelli del mercato di un concetto sessuale del sistema pubblicitario maschile (ti faccio vedere pezzi di donna, a scelta tette, glutei, cosce, ecc. così mi compri questo prodotto) e così il narcisismo si estende e il merito e la competenza tecnica vengono sviliti per l'ennesima volta. La Salsi, infatti, ha trasformato se stessa da "soggetto politico" in "evento mediatico pubblicitario" e verrà usata come "carne da macello" da parte dei sostenitori dello status quo. In Italia non si riesce a far passare un discorso basato sulla qualità pertinente, e così invece del libro scritto da qualcuno viene avvalorato un concetto Altro, parallelo, ovverossia: come quel qualcuno riesce a essere personaggio per spingere la gente ad acquistare quel libro non per leggere il testo e stabilire la sostanza di ciò che c'è scritto, bensì per leggere ciò che scrive un certo personaggio. E' il Paradosso della Surrealtà, il passepartout per comprendere ciò che sta accadendo in Italia. Incapaci di saper inventare e costruire dei personaggi attuali credibili, convincenti, ben architettati, con i quali il lettore si può identificare e poi fantasticare, immaginare, interrogarsi, e crescere, gli Autori hanno rinunciato alla propria Natura ed Essenza entrando in competizione con il proprio materiale da lavoro, cioè suicidandosi: sono diventati essi stessi personaggi. Chi guarda Giuliano Ferrara nei suoi cinque minuti televisivi super mega pagati non lo ascolta e rimane indifferente dinanzi a qualsivoglia argomentazione lui veicoli, perchè guardano "Ferrara che parla" come se fosse una modella a una sfilata. Appunto. Tutto ciò è un abile marchingegno per abbattere il Senso e sostituire la Sostanza con l'Apparenza. E così, Mario Monti diventa un solido democratico, perchè ciò che conta non è ciò che fa e qual è l'atto di ciò che lui fa, bensì l'immagine che lui produce. In tal modo, la Politica diventa facile spettacolo da gestire e organizzare a proprio piacimento. Il Potere, nella impossibilità di poter giustificare "razionalmente" la bontà dell'euro, fa sostenere l'argomentazione da Benigni, che funziona: cioè un comico spiega perchè "l'euro è bellissimo" dato che nessun economista al mondo è in grado di portare una ragione solida, razionale, convincente; lo fa, invece, un comico, addirittura attribuendogli una valenza estetica. Soltanto riagguantando il Senso si può pensare a poter ritornare a parlare di realtà.

      Elimina
    4. La ringrazio della sua risposta, ancor piu’ alla luce del fatto che ho preso fischi per fiaschi...certo, c’e’ materiale per almeno tre articoli in questo suo post! In piu’, trovo difficile afferrare il concetto di ‘visibilita’ (pensavo avesse a che fare con la nebbia! :-)), visto che non ho la tele da tempo immemorabile ne’ sono su fb.
      E’ da tanto che ho deciso di non sprecare la mia vita vivendo secondo dettami imposti da altri (siano essi la societa’ o la famiglia); in realta’ non si e’ trattato neanche di una scelta, se non ad un livello molto profondo del mio essere di cui all’epoca non ero neanche cosciente: e’ stata semplicemente la unica cosa possibile. Ne’ so se cio’ e’ femminile o maschile, so che voglio arrivare all’appuntamento con la morte e poter dire ‘it’s been fun, thank you’. Percio’ credo (e ripeto, parto da un’esperienza assolutamente personale ma condivisa poi con altri, donne e uomini, che ovviamente non e’ perfetta ma che mi permette di vivere fedele a me stessa e senza nevrosi) che la soluzione per il collettivo sia ritrovare la propria essenza a livello individuale. Il resto viene da solo…

      Riguardo all’Italia: dal di fuori, la mia impressione e’ di un popolo ipnotizzato (intendo letteralmente, non e’ un modo di dire; ho fatto delle esperienze sotto ipnosi) sicche’ un gesto cosi’ semplice come spegnere la televisione (meglio ancora, buttarla via) puo’ diventare, in questo momento, rivoluzionario!
      A volte ci penso a tornare, cosi’, come un’ipotesi molto remota (non e’ solo la nostalgia dell’esule, ma anche la voglia di essere parte attiva del cambio, mettere quello che ho imparato al servizio della comunita’. Aggiungo, alla luce del suo post odierno: con nessuna intenzione di candidarmi -me lo avevano proposto tempo fa- ma continuando con il mio lavoro); farei moltissima fatica ad adattarmi, di fatto penso che non ci riuscirei (credo che i miei titoli non siano neanche riconosciuti...e sembra anche che, almeno in Calabria, adesso vanno molto i centri estetici –sic!). Qualche giorno fa leggevo un articolo sul Manifesto: il lavoro nei callcentres, sottopagati e con il caporale che gli sta addosso, degradante…piuttosto la fame!

      Jasmuheen lavora molto in Sudamerica, soprattutto in Brasile: lei e’ una sciamana potentissima, oltre che un’intellettuale e un’artista, e li’ ha trovato terra fertile; e’ anche attiva politicamente. In Inghilterra non viene mai: dopo come la trattatarono negli anni 90, non c’e’ da meravigliarsene! A maggio sara’ in Italia. Pero’ il suo messaggio e’ forse un po’ troppo avanti, non e’ facile coglierne il senso per un neofita.

      Alessandra

      Elimina
  13. Buongiorno Sergio, sto cercando il video della risposta di Camila Vallejos al giornalista della TV di Santiago che ha citato nel post. Sa se è presente su youtube? Oppure se si ricorda il nome del giornalista provo a cercarlo io.
    Grazie
    Andrea

    RispondiElimina
  14. Tutto comincio' a scuola. I nostri bulli si divertivano con noi.
    Quando toccava a noi subire le loro angherie il dolore più grande vedere i nostri compagni e amici ridere intorno a noi e divertirsi. Ma anche ai loro servi ogni tanto capitava una sberla.
    Poi arrivo' lui. Non chiedetemi chi e' lui, forse fu solo una idea.
    Noi continuiamo a chiamarlo lui, anche se non c'e' più. Ci disse semplicemente- "Neanche Schwarzeneger riesce a resistere alla carica di 20 bambini."
    Li aspettammo fuori, non fu neanche una grande battaglia, erano già' in fuga dopo i primi schiaffi. Tornarono con i genitori. Qualcuno di loro, pochi a dire la verità', capirono. Cercarono il capetto ma non c'era nessun capetto. Cercarono di terrorizzarci uno a uno, applicammo il loro metodo, eravamo molti di più' di loro. Ci mandarono lo psicologo. Gli chiedemmo perché' non era venuto prima.
    Agli insegnanti, vincitori di concorsi banali, che entrando in classe dicono- "Aprite il libro di testo a pagina tale." Gli insegnammo subito dov'e' la porta.
    Noi non abbiamo ne' Jack lo squartatore ne' Lucrezia Borgia.
    Abbiamo solo imparato quella cosa che noi chiamiamo lo stare insieme.
    Sul muro della scuola abbiamo scritto
    "Non sarai padrone di altri o loro schiavo."
    Perché chi entra capisca.

    RispondiElimina