venerdì 30 settembre 2011

La Marcegaglia propone il suo Manifesto: vuole applicare nella realtà le richieste della BCE per cercare di salvare il salvabile. Ecco i dettagli

di Sergio Di Cori Modigliani

Rinfreschiamo un attimo la memoria a breve, tanto per capirci. Ed evitare fraintendimenti qualunquistici.
I lettori ricorderanno come, intorno al 10 agosto (circa quaranta giorni fa) quando la classe politica si trovò, all’improvviso, a far ritorno dalle vacanze per affrontare l’emergenza economico-finanziaria, ci fu un gran parlare a proposito di una “fantomatica” lettera inviata al governo italiano a doppia firma BCE, cioè monsieur Trichet, e il suo annunciato successore Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia. La lettera –definita “privata”- venne interpretata da Bossi a modo suo (“l’Europa ci vuole strozzare ma la Padania farà resistenza: se l’Italia va giù, la Padania va su: la strada è la secessione e nella kermesse circense di Pontida minacciarono, insultarono, proclamarono, senza alcun riferimento alla realtà, ma specificando che non intendevano “seguire i diktat tedeschi”. Dal canto suo, l’opposizione, rappresentata da Bersani, disse e pubblicò con toni trionfalistici: “La lettera parla chiaramente: l’Italia è stata commissariata, togliendo ogni autorevolezza al governo. Berllusconi se ne deve andare”. Tutti gli altri esponenti politici, al seguito, chi dietro Bossi, chi dietro Bersani. Insieme, nella loro totalità, commentavano la “fantomatica” lettera, definita “privata”.
E’ andata come sappiamo.
Gli italiani se la sono bevuta, mugugnando, protestando in maniera becera e qualunquista, urlando al complotto, al disastro. Ne hanno dette e scritte di tutti i colori.
Il resto d’Europa (nel senso di BCE, governo tedesco e francese) rimase attonita e allibita nell’accorgersi che l’atto più decoroso ed elementare mai pensato –una lettera aperta “ufficiale” per fare il punto della situazione- era diventata, una volta attraversate le Alpi, una missiva “privata e personale” che –giustamente- autorizzava chiunque e chicchessia alle più farneticanti interpretazioni. Gli italiani non finiscono mai di sorprendere. Comunque fosse, l’intera classe politica italiana, dall’ultimo dei peones del PDL fino al Presidente della Repubblica, insieme e d’accordo, decisero di far finta di nulla. Quando Tremonti parlava di tagli, bofonchiava qualcosa del tipo “sapete com’è…la lettera parla chiaro”, e poi c’erano Bossi, Bersani, Di Pietro, ecc. I complottisti trovarono materiale adeguato per sostenere le teorie più disgraziate e a nessuno –ma davvero nessuno: cioè meno di 1- dei nostri leader politici più accreditati, è venuto in mente di fare ciò che l’Europa si attendeva: che la lettera venisse pubblicata, nella sua forma integrale, sulla prima pagina (quantomeno) di Corriere della sera, Repubblica, il Giornale, la Stampa e il Sole 24 ore, e si aprisse un veloce, immediato, confronto tra maggioranza e opposizione, tra parti sociali, tra classe politica e società civile. Macchè.
La sinistra, tutta accorpata, scelse la strada peggiore: alimentare la confusione e l’imbarazzo, partecipando in piena corresponsabilità all’idea clandestina del governo.
Di quella lettera non se n’è più parlato.
Si è cominciato a leggere, da qualche giorno, sui quotidiani più accreditati, l’opinione di esperti piuttosto importanti (i cosiddetti “opinionisti” nostrani: ma dov’erano il 12 agosto?) che la commentano oggi, rivelando alcuni brani di quella missiva –tuttora clandestina, impossibile da pubblicare e perfino “citare” pena una smentita o addirittura denuncia: siamo proprio come in Urss negli anni’80-  da cui si ricava (scritta davvero molto bene e con estrema chiarezza pragmatica) come, all’interno di quella missiva, non ci fosse nessuna minaccia, nessun complotto, nessun insulto, nessun attacco, ma si (mi sembra il caso di usare qui il verbo più consono) “implorasse” gli italiani a comprendere che, nel pieno rispetto della propria specificità, applicassero subito delle manovre il cui obiettivo consisteva nel rilanciare l’economia producendo lavoro e occupazione. Venivano elencati alcuni parametri di riferimento obbligatori: tagli a privilegi, tagli a indennità clientelari, sfoltimento delle retribuzioni pensionistiche più alte, immediata riforma fiscale, immediata liberalizzazione delle professioni e delle licenze d’esercizio commerciale, attuazione di un sistema concorrenziale che rispettasse le norme della libertà di mercato, abbattimento degli ordini professionali corporativi, incentivi alle imprese da parte di banche che godono di sussidi governativi, ristrutturazione immediata dei costi della politica, abolizione immediata di tutte le province, abolizione di sovvenzioni governative a enti inutili, all’editoria, al sistema mediatico, tassazione una tantum sui redditi più alti e corposi sulla base di una identificazione dei soggetti attraverso patrimoni e consumi, diminuzione immediata dell’iva per rilanciare il consumo interno, ristrutturazione e verifica delle spese militari con riferimento specifico ai giganteschi privilegi dell’intero settore di alti ufficiali dell’esercito italiano (neppure in Cina, Usa e Russia godono di simili guadagni).
La sinistra democratica avrebbe potuto rendere pubblica quella lettera e presentare alla nazione una propria proposta concreta, efficace, sostenibile. Macchè.
I movimentisti di vario genere –compreso il cosiddetto popolo viola- avrebbe potuto organizzare sit-in permanenti davanti al parlamento, pretendendo la pubblicazione “ufficiale” da parte del Presidente della Repubblica di tale lettera (visto che riguardava il destino dell’intero popolo italiano) aprendo un confronto sui punti in esame. Macchè.
La sinistra ha seguitato a sostenere che Berlusconi se ne doveva andare (sapendo con matematica certezza che non si sarebbe mai dimesso avendo le proprie aziende quotate in borsa in picchiata negativa) e non ha presentato neppure una bozza SOSTENENDO pubblicamente che tale bozza applicava al millesimo i parametri richiesti da Trichet e Draghi. Macchè: tutti uniti a manipolare quella fantomatica missiva come se dentro ci fosse scritto chissà cosa, chissà quali minacce, chissà quali orrende denunce.
La fantomatica lettera è rimasta fantomatica. Ed è svanita nel nulla.
Oggi, se ne parla –si comincia a parlarne- un pochettino. (e lo faccio anch’io).
C’è una ragione.
Che è soprattutto la notizia del giorno.
La signora Emma Marcegaglia, a nome della Confindustria (imprenditori che lavorano, investono, creano lavoro, occupazione e ricchezza autentica di merci che rappresentano il made in Italy nel mondo) ha presentato il suo manifesto “applicando alla lettera” i parametri della fantomatica missiva firmata Trichet e Draghi.
"Subito le risposte oppure lasceremo i tavoli. Esistono cinque priorità che vanno applicate subito, altrimenti il paese si avvia a una catastrofe annunciata", ha cosi' sintetizzato la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, illustrando il documento condiviso da viale dell'Astronomia, Abi, Rete imprese, Alleanza Cooperative ed Ania per rilanciare l'economia. "Non ci sostituiamo alla politica ma diciamo che servono riforme urgenti coraggiose e profonde, dato che non c’è più tempo avendo perso quarantacinque giorni, mentre il Paese ha bisogno di una politica economica diversa".
Le cinque priorita' indicate nel manifesto degli industriali sono le seguenti:
"Spesa pubblica e riforma delle pensioni, riforma fiscale, cessione del patrimonio pubblico, liberalizzazioni e semplificazioni, infrastrutture ed energia", ha spiegato il presidente di ReteImprese Italia, Ivan Malavasi, durante la presentazione del 'Progetto per le imprese per l'Italia'. L'Italia si trova davanti a un bivio", ha dichiarato Ivan Malavasi, nella conferenza stampa alla quale partecipano anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia e il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari. "Si puo' scegliere fra la strada delle riforme e della crescita in un contesto di stabilita' dei conti pubblici, o viceversa, scivolare ineluttabilmente verso il declino economico e sociale. Ci rivolgiamo qui al governo, al Parlamento, alle forze politiche di maggioranza e opposizione, alle parti sociali e a tutti gli italiani: pochi punti essenziali da applicare subito e un segnale di forte discontinuità da parte di chi governa”.
Questa è la realtà, oggi.
L’Italia è l’unico paese capitalista al mondo, con una maggioranza di destra, in cui l’opposizione non si oppone.
Paradosso della surrealtà: tocca alla Confindustria assumersi l’onere di andare allo scontro con la maggioranza, “pretendendo ed esigendo” che vengano rispettate le clausole richieste da quella fantomatica lettera; l’opposizione, infatti, è latitante.
La maggioranza è latitante a livello individuale (gran parte dei suoi aderenti sono indagati, denunciati, e investono gran parte della loro energia nel tentativo di non finire in galera: valga per tutti il Dolcevitola); mentre l’opposizione è latitante perché non propone nulla.
La fantomatica lettera mi ricorda un documento storico interessantissimo, reso pubblico un mese fa (25 anni dopo la sua stesura, quando si aprono gli archivi e si mette il materiale a disposizione degli studiosi) datato giugno 1986 e poi “ufficialmente” inviato nel febbraio del 1987: era la tragica e allarmante lettera firmata Mikahil Gorbacev al comitato centrale del PCUS a Mosca in cui spiegava i 5 punti principali della riforma economica che bisognava attuare subito, pena l’estinzione dell’Urss. Una lettera molto ma molto simile.
La Storia ci ricorda come è andata a finire.
In Italia, tutt’oggi, la cosiddetta opposizione seguita a parlare solo di Berlusconi e delle sue bravate pirotecniche in campo sessuale Seguita a non diffondere la lettera, a non aprire un confronto sulla necessità immediata di abbattere i corporativismi economici legati a clientele locali, provinciali e nazionali, legate a doppio filo a segreterie politiche burocratiche.
Provate un po’ a pensare: perché lo fanno?
Se non altro, mentre la Bindi blatera di quisquilie irrilevanti, la Marcegaglia, quantomeno, pretende che vengano praticati “immediatamente” i primi cinque punti della famigerata lettera segreta.
Che segreta, ahinoi, lo è soltanto per noi popolo.
L’intera classe politica non ha avuto né l’ardire, né tantomeno l’ardore di renderla pubblica.
Buon lavoro alla Marcegaglia.
Sempre che BBB, Berlusconi Bossi Bersani, i tre giovanotti che rappresentano il triumvirato della politica italiota consentano a qualcuno di andare a toccare i loro bacini territoriali di voti sicuri.
Raglia raglia Giovane Itaglia.


6 commenti:

  1. ABBASSAMENTO DELLE ALIQUOTE IVA ????

    Bene allora finalmente siamo almeno in due in Italia a chiederlo.

    A me l'han sempre passata come se l'aumento fosse una direttiva europea sulla quale non si potesse minimamente discutere.

    E' la prima volta che ne sento parlare.

    Dove posso trovare una conferma che qualcuno finalmente sta aprendo gli occhi ?

    O che sta almeno facendo finta?

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  2. Ne ho scritto dagli inizi QUI.
    E' tutta una sceneggiata, per i gonzi.

    Ora si è arrivati finalmente al punto: la (s)vendita di ori, argenti, mobili ed immobili.

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  3. Forse la sinistra sta zitta perchè spera di fare il colpo gobbo con la scusa che aiutano i più deboli, O non esiste una vera coscienza politica da fare il salto di qualità salterebbero troppe teste .

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  4. Mi scusi ma non capisco: Lei sta parlando di questa lettera?

    http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml?fr=correlati

    Melman

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  5. @Melman...incredibile ma vero: quella è una versione, diciamo così "edulcorata"; per dei motivin che ignoro completamente, la lettera "ufficiale" è stato deciso di non renderla pubblica....@Yuma: l'aliquota dell'iva non porebbe mai essere una disposizione europea, perchè ha a che fare con i dispositivi legati al consumo interno sul quale -in teoria- ogni stato è sovrano. In Spagna un anno fa l'hanno aumentata: hanno visto che non ha funzionato e un mese e mezzo fa l'hanno abbassata. E' stata una loro iniziativa.

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  6. Questo blog è fantastico, non avevo visto nessuno simile prima. Devo accettare l'ho trovata da un colpo fortunato, ma ho colpito con la sua qualità. Spero di continuare inviando con la stessa passione l'avete fatto qui.

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