giovedì 8 settembre 2011

Notizie dal fronte dove le azioni di Gheddafi vanno sempre più su, e le cose per la Nato vanno sempre peggio.

di Sergio Di Cori Modigliani

Diverse le notizie sul fronte libico, di cui la prima –e la più importante- naturalmente è stata sottaciuta dai media e dal governo italiano:
1). “La Nato e' pronta, se sara' necessario, ad estendere la durata della missione 'Unified protector' in Libia oltre la scadenza del 26 settembre. La Nato continuera' le operazioni militari finche' necessario, cioe' fino a quando esistera' una minaccia contro la popolazione. Ci sono aree in cui le forze del regime continuano ad attaccare. Se prima del 26 settembre, cio' sara' ultimato, la missione terminera', se no sara' prolungata. Decideremo proprio alla fine, al mattino del 25 settembre. Se a quel punto ci dovessimo trovare in un contesto tale per cui la missione umanitaria si rende ancora necessaria perché la popolazione non è garantita a livello della propria sicurezza, allora, automaticamente proseguiremo la nostra missione di altri sei mesi''.
Questo è il comunicato stampa letto alle ore 14 dell’8 settembre 2011 dal responsabile della Nato a Burxelles.
Intendiamoci, non è certo una novità. Ma –in teoria- dovrbbe avere un impatto piuttosto devastante anche sulla politica italiana. Infatti, la Lega Nord e almeno 40 deputati del PDL, avevano chiarito di considerare “il 26 settembre come massima data in assoluto” oltre la quale o ci si ritirava o c’era la crisi di governo. Tra quindici giorni.
Conoscendo i nostri polli, immaginiamo che si rimangeranno la parola, questo è ovvio.
Il che vuol dire prepararsi a una successiva manovra economica immediata perché la spesa eventuale della nostra partecipazione non è prevista nel budget –tutto è stato calcolato dando come “fattore oggettivo acquisito” la fine della missione in data 26 settembre come richiesto, voluto e ottenuto da Bossi. A quel punto, il budget italiano si troverebbe indietro per una decina di miliardi di euro –considerando lo stato attuale del livello militare si tratterebbe di circa 11 miliardi e 200 milioni supplementari- che lo Stato dovrebbe garantire come copertura subito.
2). I media delle nazioni sotto l’ombrello Nato non hanno potuto nascondere (grazie all’esistenza del web, di due giornalisti della CNN e dei bloggers internazionali indipendenti) un evento confermato –con enorme enfasi e preoccupazione- dai media russi. Ecco che cosa diceva il telegiornale del canale 3 russo, a Mosca, confermato dal comando generale a Bruxelles. “Negli ultimi dieci giorni di atroci combattimenti nella zona di Tripoli, si sono verificati quattordici episodi di saccheggio da parte di combattenti non ancora identificati in specifici magazzini e accampamenti militari la cui logistica faceva riferimento alla collocazione di missili terra aria leggeri, dell’ultima generazione, di fabbricazione russa, ad alta tecnologia, movibili, e immediatamente operativi. Si tratta di complessivi 456 missili che sono scomparsi, comprese 12.700 mitragliatrici pesanti con 40 milioni di munizioni ancora impacchettate”.
La Notizia è rimbalzata negli Usa dove ha suscitato enormi perplessità e sgomento tra il pubblico e i media americani. I missili sono modello Grinch SA-24, “missili leggerissimi con rampa di lancio mini (lunga 88 cm) da appoggiare sulla spalla, meglio noti in codice come missili “Igla S” di produzione russa già sperimentati con successo in almeno quattro guerre civili africane, fatte scoppiare nel 2006 e nel 2007 proprio per sperimentare l’uso di tali armi” (fonte Washington Post).
Il commando Nato è stato costretto ad ammettere i fatti, di conseguenza cancellando tutte le trionfalistiche e false notizie diramate alla televisione dai giornalisti mentecatti (soprattutto italiani) che hanno partecipato in prima persona nella diffusione di notizie false e tendenziose sostenendo che Tripoli era stata liberata e che i combattimenti erano finiti. Non solo. Pressati dai giornalisti americani, a Bruxelles hanno ammesso “non vi è dubbio, ad essere sinceri, che tali missili, sembrerebbero essere finiti nelle mani delle milizie di combattenti libici legati a Al Qaeda . I nostri servizi ci segnalano che probabilmente sono finiti nelle mani di Abdel Hakim Belhaj, attualmente il miglior combattente attivo in Lybia.”.(vedi post precedente sulla guerra in Lybia “la guerra che a noi non ci raccontano” pubblicato il 5 settembre scorso)-
Il Generale di corpo d’armata Carter Ham, comandante in capo del comando USA Africa Corps ha detto di “essere visibilmente preoccupato perché sapevamo che in Lybia esistevano 22.000 missili di questo tipo. Grazie alla collaborazione dell’intelligence russa che ha lavorato insieme a noi, avevamo bombardato i siti dove si trovavano eliminandone ben 456. Il fatto è che Gheddafi li ha spostati subito, portandoli in luoghi di cui noi ignoravamo l’esistenza. Questa è la situazione”.
Grazie per avercelo detto.

3). In seguito ai reportages sulla Guerra in Lybia del New York Times, di CNN, del Washington Post (negli ultimi due giorni hanno cominciato a dire come stanno le cose mentre in Italia, ancora, neppure una parola) e degli articoli dei bloggers indipendenti,  è venuto fuori un punto davvero dolente e quasi comico, se non si trattasse dell’ennesimo tragico pasticcio combinato dai cinici beceroni che ci comandano.
Il comando operativo della Cia a Langley, Virginia, ob torto collo, ha confermato che in verità Gheddafi era diventato un potente e fedele collaboratore della Cia, del governo americano e del governo britannico fin dal 2003, “mettendosi a nostra disposizione nell’affrontare il comune nemico. Al Qaeda: la più feroce opposizione in Lybia al regime di Gheddafi”.
Il portavoce ufficiale della CIA, Jennifer Youngblood, costretta a ricevere la stampa americana ha dichiarato “Non credo possa essere considerata una sorpresa il fatto che la CIA lavori con governi stranieri di comune accordo alleandosi in maniera strategica per proteggere il nostro paese contro le attività terroristiche che minacciano l’America. Questo è esattamente ciò che  il governo e il popolo si asepetta da noi: che li difendiamo con astuzia. Dal 2004 al 2010 Gheddafi è stato un prezioso alleato nella guerra contro Al Qaeda e abbiamo lavorato insieme di commune accord per tanti anni. Grazie della vostra attenzione”.

Nel senso che, alla fine del 2010, gli anglo-statunitensi hanno deciso e stabilito (da veri allocchi) che Al Qaeda non era più una minaccia e hanno deciso di eliminare Gheddafi perché non serviva più. Da cui la necessità della guerra per far fuori un alleato ormai divenuto troppo scomodo: cominciava ad alzare la testa, e il tiro, pretendendo troppo.


Ma Gheddafi non è Saddam Hussein, che era un criminale pantofolaio.
Gheddafi è un autentico uomo del deserto, ed è sempre un grave errore sottovalutare in guerra il proprio nemico.
Oggi, Al Qaeda ha il controllo militare delle operazioni in Lybia, Gheddafi (grazie all’appoggio anglo-britannico che sembra avrebbe addirittura organizzato la sua fuga un mese fa in Niger) ha già organizzato il suo gigantesco esercito ed è pronto a iniziare la sua battaglia infinita contro tutti noi.

Anche perché ha una quantità di lingotti d’oro sufficienti a garantirgli l’appoggio di chicchessia, dovunque vada, comunque si muova. Non solo. Poiché non ha carta straccia ma oro massiccio, settimana dopo settimana la sua ricchezza aumenta visibilmente, mentre l’Europa si impoverisce.

Quindi, la vera guerra è tra Gheddafi appoggiato dalla Nato contro Al Qaeda gestito dal comandante Abdel Hakim Belhaj, mentre la Nato bombarda Gheddafi (che è un suo alleato) dando soldi, equipaggiamento, copertura militare e sussidi europei a quelli che –in teoria- sono considerate i veri nemici dell’Europa: i jihaddisti islamici integralisti.


C’è qualcosa che non funziona.

Sufficiente, per tutti noi, per comprendere che –comunque si mettano le cose- è una sporca guerra. E’ una sporca faccenda paradossale. L’Italia c’è dentro fino al collo.

Per il momento l’unico a poter cantare vittoria è surrealisticamente Gheddafi.

La sua famiglia è ben protetta e salva in Algeria dove sarebbe stata portata dagli inglesi. Lui sta nella zona di deserto tra la Lybia e il Niger –con un quantitativo di oro massiccio pari a circa 50 miliardi di euro- insieme a un esercito di fedelissimi calcolato in circa 200 mila unità super equipaggiate. Sono tuareg, di etnia berbera, predoni del deserto.
Il loro grande nemico è Al Qaeda, perché loro sono laici, come tutti i beduini.

Così stanno le cose.

Secondo voi un uomo come Ignazio La Russa è in grado di fronteggiare una situazione del genere?

4 commenti:

  1. A me però qualcosa ancora non torna. O almeno, c'è un dato che non riesco piu a ricollocare. Sebbene questo dato non sia di enorme importanza in termini né di potenza militare né di quantità, rimane un dato su cui speravo di fare affidamento negli anni futuri. Sto parlando dei libici che vedono la caduta di Gheddafi come la possibilità di instaurare una democrazia da dopoguerra italiano, stilare una costituzione e via discorrendo.. Che ruolo possono giocare? Da che parte stanno? Se davvero sono stati soppiantati dal ruolo di Al Qaeda perchè non si fanno piu sentire? Ricordo di un'intervista ad un ragazzo libico, tra i pionieri della rivoluzione iniziata ormai diversi mesi fa, che è scappato a Ginevra e da lì attraverso i social network organizzava la protesta. Che ruolo ha\avrà lui e gli altri ragazzi come lui, che lottano contro Gheddafi ma che dubito fortemente auspichino l'arrivo di Al Qaeda e della sharya?
    Questo dato mancante non mi fa proprio tirare le somme per darmi un'idea chiara del conflitto.

    RispondiElimina
  2. @ undicesimariga

    per carità, l'ultima cosa che serviva era un ragazzino che organizzasse un social network che disturbasse i manovratori. Oggi probabilmente sarà o ricco o morto.

    Più facile la seconda

    Comunque davvero pensi esistesse una maggioranza silenziosa contro Gheddafi ?

    I libici è da un bel po' che fanno lavorare gli altri. Stavano benissimo.

    RispondiElimina
  3. L'unica cosa che spero e' che Gaddafy gli faccia un mazzo cosi' a quei criminali della Nato e ai banditi istigati da Levy.
    (Chi l'avrebbe mai detto che un giorno sarei diventato un fan di Gaddafy !!!!)

    RispondiElimina
  4. l'unica strategia che ci vedo e' agitare le acque, uno contro l'altro non importa chi sia, ordine dal caos.

    RispondiElimina