lunedì 26 settembre 2011

“Quando è l'ora di marciare molti non sanno che il nemico marcia alla loro testa". Bertolt Brecht



di Sergio Di Cori Modigliani



Chi è Paolo Barnard e che cosa vuole da noi?
Per chiarire la sua posizione al pubblico dei miei lettori, qui di seguito (in copia e incollo) allego la biografia di Palo Barnard così come la presenta wikipedia, la versione, dunque “ufficiale” quella a disposizione di tutti gli internauti italiani.

Laureato in psicologia, ha dapprima lavorato come corrispondente estero freelance per molti fra i maggiori giornali italiani tra cui La Stampa, Il Manifesto, il Corriere della Sera, Il Mattino, Il Secolo XIX e La Repubblica, per poi passare alla RAI, nella quale ha lavorato per 14 anni partendo da Samarcanda nel 1991 in occasione della prima Guerra del Golfo; è stato uno dei fondatori, nel 1994, della trasmissione Report (Rai 3), con la quale ha collaborato per dieci anni, per approdare infine a Rai Educational, da cui si è autosospeso in seguito alla vicenda della Censura Legale. Il 28 aprile 2011 Barnard annuncia sul proprio sito web[3] l'abbandono radicale di ogni impegno professionale in Italia.


Posso aggiungere la mia nota personale su di lui: nell’ambiente dei bloggers indipendenti internazionali –quelli indipendenti per davvero- gode di una grande stima, rispetto e attendibilità consolidata. Chi segue lo sviluppo della informazione libera lo conosce.
Ecco il suo comunicato e la sua lettera alla redazione del quotidiano on-line “come donchisciotte” che pubblicava i suoi pezzi.
A voi la libertà di ricavarne ogni interpretazione, e di informarvi su di lui, sulla sua attività, sulla sua storia.
 
        Come Don Chisciotte? Non proprio.
Avviso: queste righe usano un episodio singolo per attirare l'attenzione sul desolante stato di quella che dovrebbe essere la controinformazione italiana, dove giorno dopo giorno crollano nell'ipocrisia bastioni dopo bastioni. Queste righe non sono uno sfogo di Barnard per sé.
Ho una fede, solo una, ed è questa: i principi fondamentali della libertà vanno difesi a qualsiasi costo. Su essi si deve essere rigidi, inamovibili, assolutisti. E questo perché chi ci vuole distruggere sa bene che la sua vittoria sta esattamente nell'istante in cui i difensori di quei principi accettano anche la più piccola deroga. E' la fessura nella diga, l'inizio dello sgretolamento del gigante che ci protegge dalla catastrofe. Partimmo da 250 anni di conquiste di civiltà costate torrenti di sangue e inenarrabili sofferenze. Trentacinque anni fa, i difensori di quelle conquiste acconsentirono alla prima microscopica deroga, e oggi il nemico privatizza o divora i principi stessi della nostra sopravvivenza come persone. Siamo distrutti.
Per difendere un principio occorre saperne pagare il prezzo, che è sempre durissimo. La mia storia di giornalista la conoscete, io sono finito dai media nazionali a questo mio sito perché i prezzi li ho pagati tutti. Oggi l’ultimo in ordine di tempo. Ho ritirato la mia firma dal sito Comedonchisciotte per difendere il principio della libertà d’informazione, nel momento in cui ho accertato che quel sito non ne è all’altezza, e si rivela l’ennesima ‘parrocchia’ come tutte le altre. Questa mia decisione significa oscurare in modo drammatico il mio lavoro già ridotto al lumicino della visibilità, poiché, come tutti potete verificare, se Comedonchisciotte non riprende un mio pezzo praticamente la rete lo ignora. E’ questo, per me, un prezzo altissimo, ma lo pago, perché il principio è mille volte più importante di Paolo Barnard.
Sono grato a Comedonchisciotte di avermi dato così tanto spazio, ma non gli sono debitore. Lo scambio era alla pari: io davo e venivo rilanciato, loro ricevevano e arricchivano il loro sito.
Quanto accaduto sta nello scambio di mail che pubblico in calce, e l’oggetto del contendere sta in due argomenti precisi: l’11 di Settembre, e la Censura Legale che mi colpì e che oggi colpisce Report di Milena Gabanelli. Come sempre, i lettori si faranno la loro idea. Ma aggiungo altre due parole. La decisione di Comedonchisciotte di non pubblicare i  miei interventi contro il cosiddetto complotto dell’11 Settembre è grave NON perché mi abbiano snobbato, ma perché Comedonchisciotte si dichiara apertamente “schierato” pro complotto, dunque ‘parrocchia’, dunque in nulla dissimile allo schierato Giornale, Corriere, TG1, al blog di Grillo o di Piero Ricca ecc., a tutti coloro cioè che regolarmente sbandierano fatti di parte e censurano il contraddittorio. Ho scritto e detto mille volte che i media che si schierano tradiscono il pubblico, poiché il pubblico ha diritto di avere il più ampio ventaglio di opinioni possibili, ed è il pubblico a doversi infine schierare per agire da protagonista, non le sue fonti. Nei miei pezzi sull’11/9 fornivo strumenti al pubblico per capirci qualcosa nella ridda psicotizzante di teorie complottiste e allarmi surreali che oggi bombardano la rete, e che stanno disintegrando il processo della ragione umana. Ma per Comedonchisciotte, più che l’aiuto al pubblico è valsa la difesa della ‘parrocchia’ dei complottisti. Si legga più sotto.
Gravissima è poi la decisione di Comedonchisciotte di non pubblicare ciò che ho scritto sulla vicenda della negazione di assistenza legale a Report da parte della RAI, ovvero il dramma del perpetuarsi della Censura Legale contro la libera informazione. E questo perché quanto da me svelato sia in 'Censura Legale' che in 'Carogna mangia Carogna' (si veda il mio sito) costituiva un allarme salvavita sulla cancrena dell’ipocrisia che sta divorando sia le vostre ultime speranze di avere un’informazione, che quelle di potervi fidare ancora di qualcuno in questo modo di media impazziti. Ciò che la mia denuncia rivelava, è racchiuso per intero nelle parole di Bertolt Brecht che non necessitano commenti: “Quando è l'ora di marciare molti non sanno che il nemico marcia alla loro testa". Non so cosa ci sia di più grave di questo nella guerra che stiamo tutti combattendo, eppure Comedonchisciotte ha glissato interamente e scientemente. I motivi li spiegheranno a voi, a me non importa, così come non mi importa dei motivi per cui da Repubblica alla FNSI  e da Grillo a Travaglio passando perMicromega e Panorama nessuno ha voluto affrontare questa scandalosa vicenda che mina alle radici il vostro diritto alla libera informazione. Di fatto fui il primo a lanciare l’allarme sulla mannaia che oggi si abbatte su Report, ma poiché allora era proprio Report, in combutta con la RAI (sic), a maneggiare quella scure (contro di me ed altri) nessuno disse una parola, anzi, fui messo all’indice come “squinternato” (Travaglio) e vigliacco (Gabanelli). Oggi si è sollevato mezzo mondo per la signora di Report, che da aguzzina di Censura Legale si è trasformata in una sua vittima. Se queste sono le persone cui volete affidare la vostra informazione, se questa è l'ipocrisia che la ispira, accomodatevi. Comedonchisciotte non doveva soprassedere.
Non posso, dopo aver pagato i prezzi che ho pagato nella mia professione, lasciare la mia firma là dove manca il coraggio di essere veramente liberi e di aggredire il marcio a costo anche della propria popolarità. Comedonchisciotte non sa difendere il principio secondo cui la libertà di espressione non può conoscere ‘parrocchie’ e tanto meno omissioni. Io di fronte a questo reagisco rigido, inamovibile, assolutista. Qui finisce la mia collaborazione con loro.

Le mail fra Barnard e Comedonchisciotte:
Cari amici di CDC,
questa è una mail difficile per entrambi, ma non evitabile. Io sono io, e sono finito come sono finito, precisamente perché mi riservo la libertà di dire a chiunque quello che penso. In Italia, nel Sistema e nell'Antisistema, questa prerogativa equivale a un sicuro suicidio. Ora tocca a voi sentire la mia libertà di pensiero. Vedremo.
Ci sono due cose che mi hanno fatto storcere il naso su CDC. La prima è come avete ignorato i miei interventi sulla febbre del complotto 11/9 (Tornare alla lucidità sul "complotto" 11/9 & P.S.). La seconda è che avete parimenti ignorato il mio Carogna mangia Carogna.
E' davanti agli occhi di tutti come CDC sia un sito sbilanciato verso la teoria dell'auto attentato, e mi sembrava opportuno dare spazio a un ribilanciamento. In particolare, i miei pezzi fornivano una guida per i lettori oggi travolti dallo Tzunami delle teorie dei complotti selvaggi che stanno devastando la rete, affiché essi potessero districarsi con i loro mezzi, e non essere costretti ad aderire per semplice sudditanza intellettuale.
Ma ancor più incomprensibile è il vostro non aver dato risalto alla questione della sottrazione dell'assistenza legale a Report e della nauseante ipocrisia che la circonda, oggi su tutti i giornali.
Mi avete obiettato che il mio insistere contro la gang Travaglio,Gabanelli e Co. vi ha stancati. Vi ho risposto che non si tratta di loro, ma degli italiani e finché questi non si svegliano non esiste speranza. Trovo strano e francamente sospetta questa vostra obiezione. CDC dà spazio fino alla perdita del senso del limite a un barrage continuo di teorie complottiste che non sono solo ripetitive fino alla noia, ma spesso mancano di qualsivoglia autorevolezza. Eppure questo non vi disturba (e dovrebbe). Ora, a fronte di questo, non aver affrontato il caso della Censura Legale che è la più grave minaccia alla libera informazione in Italia, è molto discutibile. Fa nascere il sospetto di una selezione redazionale non trasparente. Spero di sbagliarmi. Attendo risposta. Grazie
Barnard

16 commenti:

  1. come la vedo io:
    praticamente nessuno e' interessato alla informazione per accrescere la propria conoscenza sulla vita.
    praticamente tutti cercano dall'informazione di accontentare il proprio ego che desidera gossip quotidiano per far passare il tempo o una spazio in cui lamentarsi dei propri mali.
    Barnard si e' illuso di fare informazione culturale, la gente non la vuole, non vuole la cultura perche' se la volesse noon sarebbe cosi' stupida com'e' oggi.
    in questo Barnard e' veramente un illuso, diversamente da lei Sergio che si rende conto della cosa e si accontenta di avere quei pochi lettori di nicchia entro i quali una decina o forse meno leggono per imparare.e cmq la censura e' insita in ogni cosa, in ogni scritto non puo' esserci tutto, in ogni luogo non puo' esserci tutto. nemmeno qui puo' starci di tutto ;-)

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  2. Il vizio della memoria
    Nel mondo attuale bisogna avere avere memoria, ma bisogna anche fare attenzione ai dettagli.
    La collaborazione di comedonchisciotte con Barnard, dopo un chiarimento, è proseguita a lungo dopo le mail segnalate. Se ci fossero le date sarebbe facile verificarlo, comunque ci sono cenni dell'abbandono temporaneo nei forum di comedonchisciotte.

    Poi Paolo ha deciso di abbandonare completamente il mondo dell'informazione internet. Una sua scelta, su cui potrebbe ritornare indietro o meno.

    Comunque è poco corretto isolare isolare degli episodi senza il contesto.

    saluti

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  3. @Truman....non è stata una sua scelta: è stato il prendere atto di una situazione insostenibile perchè sono stati chiusi tutti i canali di sbocco, è molto diverso. Paolo Barnard ha fatto la stessa cosa che il giudice Gherardo Colombo ha fatto quando si è dimesso dalla magistratura e ha detto "non è possibile lavorare in magistratura in queste condizioni"; c'è chi non ce la fa più e si stanca di parlare in un mondo dove la sordità è in aumento

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  4. Il perché Barnard abbia voluto lasciar perdere Internet e chiudere anche il proprio sito fa parte di un percorso personale. Ha capito che non poteva essere in grado di influire e allora ha mollato. Posizione condivisibile, ma molto personale.

    Se devo dire la mia sull'argomento, in questo, e in tanti altri casi, Barnard si è dimostrato molto contraddittorio, e per questo postare la sua mail senza conoscere a fondo le sue posizioni è una cosa che confonde solo le acque.

    Barnard, se lei non lo sa, ha sempre auspicato un risveglio personale delle coscienze come unico modo per provocare un vero cambiamento, lasciando da parte conventicole, vecchi partiti, approcci da lui ritenuti desueti e così via.

    Il fatto di voler però continuare a diffondere le sue considerazioni in Internet è in totale contrasto con quello che ho esposto adesso.

    Come molti pensano (e queste cose a Barnard le ho comunicate), è impensabile poter muovere una foglia nel panorama italiano, impestato dall'informazione televisiva, solamente con il DIY e con i buoni propositi.

    Ci vuole una classe intellettuale che abbia voglia di spendersi e di un impegno sovrumano, che va sicuramente oltre le possibilità di chi gestisce blog o siti di informazioni per passione.

    Il pensare che il singolo (e la massa dei singoli) sia in grado di avere una visione completa sul mondo è una cappellata galattica, e su questo Barnard non ha mai mostrato il minimo dubbio: tutto deve partire dal singolo (in senso anarchista) perché altrimenti il risultato è sempre mediato e poco responsabile.

    Da qui le mie forti riserve per quanto scritto in questa mail di Barnard e ancora di più per il post da lei pubblicato, che è scritto per suscitare livore in un contesto di cui si conosce poco o niente.

    Saluti.

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  5. - cos'e' l'informazione?

    - cosa ci si propone come obiettivo quando si fa informazione?

    una volta risposto a queste due domande allora si puo' aprire un dibattito ma fino a che si usano le parole per semplice abitudine allora non si va da nessuna parte.

    inoltre non bisogna distanziare l'informazione dal fruitore dell'informazione, sono una cosa sola.

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  6. Credo di non aver ben compreso il commento di anonimo.

    Chiedere cosa è l'informazione è come chiedere cosa è la storia: è una visione parziale a posteriori di fatti, quindi qualcosa che è per forza tendenzioso.

    Sugli scopi dell'informazione, ce ne sono a bizzeffe: non dire niente, dire qualcosa per evitare che si parli di altro, dire qualcosa a sostegno della propria visione o del proprio tornaconto, postare qualcosa per suscitare un dibattito e così via.

    Il paragrafo finale va oltre le mie capacità di analisi: anzi, direi proprio che mi sembra un assurdo, sempre che non si abbia la Verità da dover comunicare al mondo.

    Chi legge l'informazione ha un suo percorso, e il modo in cui subisce o assimila l'informazione dipende totalmente dal suo vissuto e ben di più dalla vulgata dominante, da quello che è considerato accettabile o difendibile.

    Ma forse non ho capito quello che ho letto.

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  7. @supervice....mi dispiace lei pensi che il mio obiettivo consisteva nel suscitare livore, non è così, affatto. Sono d'accordo con lei sul fatto che sia necessaria, assolutamente, la nascita di una nuova coscienza intellettuale condivisa e che l'attività del blogger solitario o un quotidiano on line siano gocce d'acqua in un oceano; ma per il momento non c'è alternativa se non quella di assumersi la responsabilità del proprio operare come facevano i monaci amanuensi nel medioevo. Il mio fine consiste nel fornire il mio, peraltro modestissimo, contributo a far sì che i lettori ragionino e pensino con il loro cervello. La collettività nasce sempre come somma di individualità....visto che - da quanto si ricava dal suo intervento- a lei sembra stia a cuore un dibattito e/o confronto sull'informazione rispondo a una sua frase "Da qui le mie forti riserve per quanto scritto in questa mail di Barnard e ancora di più per il post da lei pubblicato, che è scritto per suscitare livore in un contesto di cui si conosce poco o niente"...e la mia risposta è la seguente: a)Le sue riserve non contano nulla perchè lei non si è assunta la responsabilità delle sue parole nè del suo pensiero, avendo firmato il commento con un nick; dimenticandosi, quindi, che quando ci si rivolge a una persona identificata con nome e cognome ma non si fornisce il proprio, la comunicazone rimane virtuale e non reale perchè si sceglie di non confrontarsi sullo stesso piano: è stata una sua scelta. Quindi, ciò che lei sostiene è fuori contesto e non vale niente; se lei avesse firmato con nome e cognome ed eventualmente riferimento professionale (l'intestatario di questo blog è anche un giornalista professionista con 35 anni di esperienza sul campo)allora ci sarebbe stata la possibilità di poter parlare, scambiarsi delle opinioni, dibattere, confrontarsi, elaborare. In tal modo, non è possibile. Io qui le rispondo semplicemente per rispetto ai miei lettori. b)quando lei sostiene che si parla "di un contesto di cui si sa poco o niente" forse lei fa dell'autobiografismo. Non so chi lei sia, quindi non ho nessuna possibilità di sapere chi lei sia, che cosa sappia e che cosa faccia.
    Per quanto riguarda me stesso, il contesto io lo conosco molto bene e so molto bene di che cosa sto parlando, e soprattutto di chi, e perchè. Conosco gli attori, il teatro e il copione.
    Di questo ne può star certo.

    La saluto

    La saluto

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  8. “Quando è l'ora di marciare molti non sanno che il nemico marcia alla loro testa". Bertolt Brecht

    Che forse si riferisse a Prodi e agli ignari ulivisti (gli elettori intendo)? Non si arrabbi neh! Sono certo che con questo post lei intendesse ricordarci come si usa un arpione (grazie!), non certo suggerirci che pesce infilzare! La saluto Cordialmente

    Melman

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. Paolo Barnard e' un uomo di un'onesta' intellettuale molto rara, almeno per quel che concerne la sua professione,il suo punto di vista e' sempre prezioso proprio per questo motivo. Il fatto che goda di stima e rispetto internazionalmente e'segno che nel pianeta e'ancora viva la necessita'di un informazione che sappia scavare a fondo e che sia verificata, come del resto c'e' ancora un focolaio attivo (ve ne sono molti) che si muove direttamente sul campo.
    Per quel che riguarda la questione RAI-Report non entro nel merito perche' la conosco troppo poco. Per quanto riguarda la polemica di Barnard sulla versione ufficiale dell'11 Settembre, e' un fatto che c'e'chi prospera speculando su quel giorno ( o comunque si crea una piattaforma di visibilita' e rientro in una qualche forma). Barnard no, ed anche questo e' un fatto. Leggendo la sua nota finale riguardo la decisione di uscire di scena dal web, non si puo' non percepire la sua profonda amarezza, e non solo la sua visto che e'un ulteriore colpo, forse piccolo ma significativo, alla liberta' d'informazione.
    Oltre ai vari alfieri della controinformazione, Barnard si rivolge a quel sottobosco del web che e' ancora sotto schock per cio' che ha visto dopo aver provato a gettare lo sguardo piu' lontano di quanto sia abituato a fare normalmente, lui cerca di riportarli alla ragione, sicuramente in modo semplicistico. Trovo il suo modo di smontare la teoria dell'auto-attentato, manieristica e un po' banale,distinguere fra propaganda e contro-propaganda e'sempre piu'difficile , su tutti gli aspetti che coinvolgono la societa' civile (la citazione di Brecht in questo senso e' illuminante)Certo e'che una riapertura dell' indagine e' stato chiesto da piu' parti e a ragione.Quello che non si dice mai (e spesso non si pensa neanche) e' che fare un'indagine approfondita e onesta sui reali accadimenti dell'11 Settembre 2001 significherebbe lo scatenarsi di una guerra su scala totale, perche' l'impossibilita' che Osama abbia architettato ed eseguito da solo gli attacchi e' evidente e indirettamente confermato dal miserabile teatrino legato alla notizia della sua morte,e che non sia possibile far cascare tre grattacieli a manhattan buttandoci addosso 2 aerei senza che non ci fosse un ulteriore ingrediente nella letale ricetta (probabilmente aggiunto da "chef" del luogo)... non parliamo dell'attacco al pentagono, la cui ricostruzione e' talmente ridicola e la dinamica cosi' becera che sembra quasi d'intravedere una mano diversa rispetto al ben piu'raffinato attacco alle torri(a livello di arte militare s' intende).
    Dopo 10 anni non notare le enormi incongruenze e stranezze della versione ufficiale (e soprattutto di quanto la versione ufficiale sia stata tutelata dai media mondiali) ha come uniche premesse l'ingenuita', la paura o la malafede. Purtuttavia oggi leggo con maggior interesse l'opinione di un eterno bastian contrario come Barnard piuttosto che un video su youtube che mi ripropone per l'ennesima volta una teoria sulla quale la mia opinione si e'formata.
    Probabilemente un evento come quello di NY puo'essere letto a piu' livelli e il fatto che in rete prosperi una teoria cospirativa contraria alla versione ufficiale piuttosto che un'altra,fa sempre parte di un qualche disegno eversivo. Barnard credo in fondo voglia dirci anche questo.
    In modo quasi sacrilego vorrei aggiungere che chiunque abbia proggettato gli attacchi e' qualcuno che vede molto ma molto piu' lontano di noi poverelli quaggiu'...in questo senso la morale potrebbe essere sintetizzata dalla famosa frase "cosi' in alto cosi' in basso" e penso che su questa Barnard sarebbe d'accordo.
    Un saluto

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  12. Una cosa è sicura: Di Cori Modigliani ha dato voce anche a Barnard e questo lo differenzia da molti e rappresenta per lui (Modigliani) una nota di merito (dal mio punto di vista non è la prima nè credo/spero sarà l'ultima)

    GEORG

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  13. una cosa e' sicura, che quando c'e' da fare del gossip la gente ci si butta dentro senza esitare mentre quando si fa cultura tutti scappano, vedi l'articolo successivo a questo.
    al pollame bisogna dare mangime, la lasagna non la mangia!

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  14. Ha senso appellarsi ad un mancato riferimento cronologico sulla corrispondenza cui fa’ riferimento Modigliani?
    In qualche modo vi si trova la giustificazione all’atteggiamento di CDC verso Barnard?

    Paolo Barnard è un esempio eccezionalmente virtuoso di giornalismo in Italia e all’estero, che non ha trovato pari virtù nei vari organismi preposti alla diffusione dell’informazione con i quali ha collaborato, e CDC è soltanto l’ultimo in ordine di apparizione.

    Mi spiace per Truman, ma nessuna data scagiona il suo sito e non sono assolutamente d’accordo con supervice: il Barnard-pensiero non è utopia anarco-surrealista, quanto piuttosto l’evoluzione di una etica, una ferma deontologia che si fa pensiero e si concretizza in impegno sociale.

    Uno come Paolo Barnard, è scomodo all’interno dell’informazione.
    La sua deriva mediatica dalla censura della Rai, al suo allontanamento e tutte le fasi fino alla collaborazione con CDC, rappresentano una effettiva marginalizzazione del personaggio dei concetti da lui espressi, e soprattutto dell’ottica ineludibilmente critica attraverso la quale questi temi erano affrontati.

    Escludere Paolo Barnard dall’informazione, ha significato togliere questo “strumento” critico alla gente e lasciarla sola nel mare delle opinioni, dal complottismo al puro fantasy.

    CDC è stato l’ultimo luogo dove si è dato ampio margine ad una critica impropria al lavoro di Barnard, troppo spesso incentrata sulla persona e troppo poco sui contenuti che pubblicava; nei suoi articoli non si è mai vista la presenza di un moderatore con l’intenzione di riprendere i commenti che esulavano dalla discussione e scadevano nel personale.

    Ma per CDC è evidentemente più digeribile far parlare di “debito” Giulietto Chiesa, che con tutto il rispetto ne parla per slogan e a tutto campo, piuttosto che uscire dai sensazionalismi e ritrovarsi nell’analisi tecnicamente ineccepibile di Paolo.

    La visione ortodossa con cui Barnard persegue l’obbiettività nell’informazione gli ha precluso perciò ogni opportunità di legarsi ad un sistema settario (fatto di persone e progetti) che tende a creare opinioni piuttosto che cercare fatti; nel marasma di opinioni che girano sulla rete, assodato che non esiste spazio per approfondire i fatti, non può stupire il suo abbandono.

    Quindi, venire a dire oggi che Paolo Barnard ha fatto una scelta “sua”, relativamente all’abbandono dell’informazione su internet, è una ovvietà che diviene una mera banalità senza una opportuna autocritica da parte di chi la proferisce: Barnard è stato accompagnato alla porta di servizio del mondo dell’informazione e chi gliel’ha sbattuta alle spalle (o in faccia) è stato Come Don Chisciotte.

    “Quando gli arroganti avanzano, i nobili d’animo si ritirano.”


    P.S.: “un caro saluto al grande giornalista peripatetico, con la speranza che abbia trovato gli occhiali con le lenti gialle: tra poco viene l’inverno...”

    Rasna-zal

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  15. una cosa e' sicura, che quando c'e' da fare del gossip la gente ci si butta dentro senza esitare mentre quando si fa cultura tutti scappano, vedi gli articoli successivi a questo che sono ancora a quota 0 (zero) commenti.
    al pollame bisogna dare mangime, la lasagna non la mangia!
    ragliaragliagiovaneitaglia. ah ah ah ah che branco di pirla che siamo diventati.

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