mercoledì 7 settembre 2011

Dedicato ai "Podisti Esistenziali", surreale quanto immaginifico partito trasversale degli umani in cerca di una vita.

di Sergio Di Cori Modigliani


vi ringrazio a tutti per l'attenzione,
@luigiza  e @Anonimo e @Rossana e @Pericle e @Anam e @Maricla e @Matrix:e a tutte le altre centinaia di persone che nell’ultimo giorno mi hanno chiesto un commento personale al mio post:

 ho proposto una metafora poetica e visiva e luigiza ha commentato ("il signor Dicorimodigliani ha bisogno di studiarsi la Storia") mettendo proprio il dito sulla piaga. "Scendere dall'auto" vuol dire "uscire dalla Storia" non riproporla. Come ha detto James Joyce "la Storia è un incubo dal quale spero prima o poi gli europei si sveglino", al quale ci aggiungo anche quello che ha detto il filosofo statunitense Manuel de Santillana "coloro che non possono ricordare la Storia sono condannati a ripeterla". La Storia ha due binari paralleli sui quali scorre il suo pensiero: a) quello oggettivo, del tipo: il 9 agosto 1945 un aereo americano ha sganciato una bomba atomica sulla città di Nagasaki, un fatto indiscutibile; b) quello soggettivo; cioè interpretazione e discussione relative -secondo binario- al fatto oggettivo: era giusto? E' stato meglio per l'umanità sacrificare tanti innocenti? Come affrontare il senso di colpa collettivo per quell'atroce atto? Perchè è stato fatto? A che cosa è servita la bomba atomica? Perchè non eliminarle tutte? ecc.,ecc. Il punto b) non è possibile neppure affrontarlo (essendo un binario devono andare insieme appaiati) se non c'è una totale comunità di intenti sul punto a).
"Scendere dall'auto" vuol dire accettare e riconoscere il principio tale per cui in Italia non esiste attualmente una comunità di condivisione, interpretazione, e identità sul punto a). Di conseguenza non c'è binario, quindi non c'è scorrimento di idee, di prospettive, di futuro: il treno dei pensieri non può muoversi.
E il punto a) (per definizione oggettivo) è il seguente: la società italiana non contempla il riconoscimento dei concetti di merito e competenza tecnica perchè i partiti -nessuno escluso- lo vietano, così facendo esercitano una funzione di controllo sul mercato del lavoro e ottengono consensi in cambio di un voto collettivo di scambio. A destra, a sinistra, al centro è uguale. Non è certo un caso che, a seconda dei governi, vengono promosse persone e individui che -per l'appunto- sorreggono la compagine al potere. Accade soltanto nelle cosiddette "dittature amichevoli" ciò che accade in Italia;
le quattro più forti associazioni del crimine organizzato (mafia siciliana, 'ndrangheta calabrese, camorra napoletana, sacra corona unita pugliese) alle quali bisogna aggiungere, oggi, una sudamericana (gruppo Cisneros di tradizione colombiana legata ai narcos) una russa (legata al riciclaggio di capitali in Italia attraverso la russkoja di Mosca) e almeno tre slave (una proveniente da Belgrado, l'altra da Tirana, e un'altra macedone)...tutte queste producono in Italia un fatturato annuo valutato intorno ai 1.800 miliardi di euro corrispondente al 96% del debito pubblico: hanno tutte rappresentanza politica ad altissimi livelli in parlamento e presso tutte le segreterie politiche, quindi non possono essere tassati. I loro più alti esponenti sono seduti –nella migliore delle ipotesi- nel sedile davanti accanto al guidatore.
Tutto ciò è avvenuto in conseguenza della vittoria economico-mediatica di Silvio Berlusconi che ha comportato un capovolgimento di valori tale per cui si è passati da "la politica del mercato" (idee marxiste in contrapposizione a idee keynesiane in contrapposizione a idee cattoliche in contrapposizione a idee liberiste in contrapposizione a idee stataliste, ecc., ecc, che rendevano fruttuoso e aperto e stimolante il dibattito) a una definizione di "il mercato della politica" ovverossia l'applicazione di un concetto pubblicitario alle dinamiche del mercato economico, con conseguente deflagrazione della politica intesa come esercizio della professionalità pubblica e introduzione in parlamento di affaristi;
il "modello culturale" italiano negli ultimi 20 anni è passato da un concetto di identificazione collettiva su modelli etnici e antropologici di riconoscimento a un modello individualista e narcisista.
Tutto ciò ha "inceppato" il meccanismo, ha "sfondato il carburatore".
La Macchina ITALIA l'hanno rotta.
Scendere dalla macchina vuol dire prendere atto che questa è la situazione reale e lavorare "andando a piedi" il che vuol dire essere presenti nel territorio, nella vita pubblica, nella quotidianità (laddove lo consentono) tenendosi saldamente ancorati a principii del binario a), tipo: 1) a chiunque venga chiesta una opinione sulla "crisi", rispondere "Quale crisi? Non c'è nessuna crisi, è un modello che è saltato perchè non funziona più, la crisi non esiste, esiste il decadimento" oppure 2)"Come difendersi dalla speculazione?" rispondere "Ma la speculazione non esiste: nessun businessman accorto innamorato della speculazione rischiererebbe i propri soldi in un paese che non è in grado garantire una società politica arbitra e distante dalla criminalità organizzata, meglio investire in Finlandia, Olanda, Danimarca, Svezia, Slovenia, Francia e Germania, dove si può speculare perché l’andamento è prevedibile essendoci in quelle nazioni l’esercizio dello stato di diritto: Io farei come loro, investirei lì". 3) alla domanda "che cosa pensa della manovra?" rispondere "mi lascia indifferente; che senso ha parlare di manovre sul volante se la macchina non ha il carburatore e quindi non si può muovere? Che il volante giri a destra o giri a sinistra è irrilevante. Perchè non parliamo del carburatore invece del volante?", ecc.ecc.        
"Scendere dall'auto" vuol dire sottrarsi al circo mediatico gestito, orchestrato, voluto, pianificato, da un gruppo di tecnocrati corrotti sorretti finanziariamente dalla criminalità organizzata, sfuggendo alla suggestione delle loro parole, dei loro feticci, dei loro simboli, delle loro seduzioni. E' possibile, è fattibile, è realistico.
Bisogna sapersi organizzare in maniera creativa.
E' l'unico (ma non è poco) vantaggio che l'alta tecnologia mette a disposizione oggi per tutti: inventarsi una vita identificando nel precariato un vantaggio e non una condanna; collegarsi ad altri "liberi podisti" facilmente riconoscibili e individuabili e identificabili dal loro atteggiamento nei confronti dell'esistenza e insieme, da bravi soldatini, con la necessaria umiltà, la doverosa modestia ma l'incrollabile volontà e certezza fideistica che si sta combattendo contro il Male Comune, accorparsi e costruire una propria alternativa, piccola, piccolissima purchè sia efficace e pragmatica. Si può fare. Sta accadendo. Eccome. Sempre di più. Non ne parlano, non fanno pubblicità, non ci sono statistiche: è "il clan degli invisibili" un gigantesco esercito di podisti esistenziali che in tutto l'occidente -chi più velocemente chi più lentamente- sta costruendo una propria vita armonica e decorosa, umanamente sostenibile, fuori dall'automobile rotta.
A questo serve la forza spirituale interiore, a questo servono gli strumenti culturali, a questo serve lo studio, l'applicazione, la cultura incorporata e ben digerita, a questo serve l'esercizio e la pratica di un'attività artistica: ad imparare a camminare nello splendido pianeta a disposizione per chicchessia, camminando sulle proprie gambe, con la consapevolezza interiore di aver svelato "le maschere nude" di pirandelliana memoria ai gestori corrotti dell'automobile che non funziona più.
Ci si diverte da matti, e con molto molto poco. E mano a mano che la fiducia ritorna, pur nella fatica che c'è (si va pur sempre a piedi, ogni giorno per chilometri e chilometri) si sente dentro di sè aumentare il conforto, soprattutto un senso di gigantesca ilarità, dal sapore buddista, nell'osservare l'accorpamento di centinaia di migliaia di persone pigiate dentro un'automobile che discutono sulla rotta, la strada, le manovre, le scorciatoie, ma a nessuno è venuto in mente di chiamare un meccanico. Discutono sul “dove andare” ma si rifiutano di prendere atto che non si può andare da nessuna parte perché la macchina non si muove più.

A me sembra di una semplicità contagiosa.

Sostituire all'interpretazione mercantilistica dell'esistenza una interpretazione poetica del vissuto quotidiano, sempre e comunque: questo vuol dire “scendere dall’auto”.
Per i credenti cattolici suggerisco il ricordo di una splendida frase di Papa Woytla pronunciata a Varsavia nel 1993 "pazzi pazzi pazzi gli europei che stanno andando incontro al disastro: vivono come se Dio non esistesse".
Per i laici europei, invece, propongo la massima di Immanuel Kant "Usa ogni essere umano che incontri sempre come un fine, e mai come un semplice mezzo per ottenere qualche cosa o arrivare da qualche parte".

A ciascuno il suo.

Buona passeggiata.

9 commenti:

  1. Ottimo, sono perfettamente in onda con te, penso che hai centrato il bersaglio. Ciao.

    guru

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  2. Bella risposta, l'Italia ha un estremo bisogno di una nuova strada, di nuove idee e sopratutto di una cultura che esuli dall'ostentazione della lussuria e dall'apparenza per mirare alla sostanza in modo concreto, con serietà, pragmatismo e creatività.

    La ringrazio per l'attenzione,
    Cordiali saluti.

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  3. il senso del discorso a mio parere e' giusto, peccato che il potenziale per comprenderlo esista si e no nello 0.000001% della popolazione.
    caro Sergio, non puoi andare contro la natura, adesso e' il momento dei cogl***i e cosi' sia. poi verra' anche il momento per la gente a cui ti rivolgi ma oggi a guidare il mondo devono starci i pirla perche' questo e' il loro ciclo. sta certamente per finire ma non a breve.

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  4. Sono letteralmente basito per quanto tutto lo scritto coincida perfettamennte con la mia visione
    (manca solo un accenno alla Mafia cinese che ormai ha un posto rilevante)

    Questo è un "Manifesto" che ho già inserito nel mio personale archivio.

    Apprezzato molto anche il garbo.

    Adesso sarebbe ora di vedere come incanalare i "podisti" e fare diventare il fitwalking una processione determinata ed efficace

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  5. Ho molto apprezzato la "frequenza armonica" di questi due post di Modigliani, se posso così definirla, in quanto vibra in accordo con il pensiero/sogno di molti di noi che si pongono domande sull'esistere e sulla società in cui viviamo.

    Detto questo e per la serenità di Luigiza( ;-P ), ritengo che quest’ultimo commento fughi ogni perplessità relativa alla decrescita, che più che altro è un percorso personale, non lasciando dubbi sul ruolo che l'autore intende assegnare ai consapevoli lettori: gridare al popolo che "il Re è nudo".

    Farsi carico della conoscenza acquisita e negare le falsità di questa società.

    Sono sostanzialmente d'accordo con la sua analisi, eccetto il riconoscere che anche questo - come la decrescita - sembra essere un percorso personale e, quindi, non esente dal rischio di ammalarsi delle tipiche "infezioni" dell'ego umano.

    Inoltre, non sono molto convinto che il fenomeno politico, Berlusconi compreso, già endemico del sistema Italia, sia la causa di tanto male, ritenendo il problema sistemico della direzione economica-sociale intrapresa dal dopoguerra in avanti non dall’Italia, ma da tutto l’occidente.

    Anche perché, parlare di “mercato della politica” che si contrappone alla “politica di mercato”, addebitando tutto al solito Berlusconi, mi appare un poco riduttivo, nel senso che le mafie, facevano già grassi affari con i politici della prima Repubblica, così come il voto di scambio ha sempre rappresentato la “spina dorsale” dell’accesso al mondo economico già prima dell’avvento del Silvione nazionale; quindi questa sua interpretazione potrebbe – e dico, potrebbe - essere scambiata per faziosa.

    Mi piacerebbe anche sapere da dove trae il dato dei 1800 Miliardi di euro annui, imputabili agli interessi economici delle mafie in Italia, mi sembrano eccessivi.

    Ritengo invece, come concludeva nel suo primo post che, alla fine della 2a guerra, lì si sarebbe dovuta scegliere una strada diversa ma, visto che ormai la Società è "drogata" dal sistema, l'unica opzione che possa dare un input al cambiamento, credo possa solo venire dalla riaffermazione di politiche economiche più sostenibili, non certo da quelle ultra-liberiste promosse da Usa e UE.

    Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa, saluti.

    rasna-zal

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  6. non dimenticate quando parlate che dietro a nomi astratti quali politica, occidente, economia, finanza, ecc. ci sono sempre e solo UOMINI in carne ed ossa, cioe' anche noi che scriviamo.
    il problema sono io.

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  7. i nomi non hanno colpe, le azioni dell'UOMO si.
    e' inutile preoccuparsi di cambiare qualcosa cercando di cambiare gli effetti, e' la causa (l'UOMO) che va studiata, analizzata, compresa e gestita al meglio.

    conosciamo l'uomo? allora riusciamo a farlo funzionare bene insieme agli altri uomini.

    non lo conosciamo sufficientemente? abbiamo la situazione attuale.

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  8. La ringrazio di aver non solo"chiarito", ma approfondito il senso del post precedente.
    Concordo con Lei: esiste già una specie di corrente (sotterranea? laterale?) di persone che lavorano quotidianamente in direzione di un cambiamento di prospettiva, che hanno la visione di una società costruita dalle persone e a misura delle persone.
    L'esperienza attiva nei comitati per la raccolta firme di Acqua Bene Comune mi ha portato a contatto con realtà diverse fra loro ma capaci e pronte a superare etichette e "chiese" per mettersi a disposizione di obiettivi di interesse comune.
    Fare "squadra" su obiettivi comuni rimanendo cittadini liberi dal bisogno di una "famiglia" dentro e dietro cui nascondersi.
    Per me è stato come tornare a respirare, come sentirmi a casa dopo anni di esilio in patria (come nel titolo del Suo blog).
    Questa è la direzione, ed è interessante perché è una direzione condivisa con movimenti collegati fra loro a livello internazionale, molto attivi e forse quasi sconosciuti ai più.
    Persone che hanno capito che si è "uomini" se si decide di esserlo; che si può costruire una diversa realtà, dove al centro ci sia - insieme - il rispetto per l'individuo e le sue specificità e il rispetto degli interessi vitali per ogni individuo come parte della comunità.

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  9. sono d'accordo con lei; si tratta di recuperare la nostra "facoltà di essere umani" allontanarsi dal miraggio di esistenze che sono un simulacro di un enorme gioco virtuale che non ha apporta nessun vantaggio esistenziale.
    Si tratta, per l'appunto, di riscoprire i valori dell'essenza, al posto di quelli dell'apparenza.
    Costa meno, si vive meglio, si partecipa al bene comune, la propria vita ne guadagna

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