Sono iniziate la Grandi Manovre Eelettorali.
Grazie: lo avevamo capito.
Così come, e questo anche lo sapevamo molto bene, ci hanno preso per stupidi.
Vediamo un po' di fare il punto della situazione sull'attualità.
Mi riferisco qui alla notizia del giorno, presentata dalla consueta truppa mediatica -sempre al seguito di chi paga e non di chi legge- come una vera e propria rivoluzione italiana: l'inserzione pubblicitaria a pagamento inserita dall'imprenditore Diego Della Valle sui quotidiani Repubblica, Corriere della sera, Stampa e Gazzetta dello Sport. Il titolo ha l'apparenza succosa: "Politici: Basta".
Il testo è a disposizione di chiunque lo voglia leggere in rete, dovunque; compresi i commenti.
Chi non lo ha letto, dal titolo se lo può immaginare.
E' l'obbrobrio puro della sinistra ipocrita, che fa da pendant ai discorsi centristi di Fini e Casini e Rutelli (tutti e tre insieme non hanno la minima idea di che cosa significhi "lavorare") in sequenza cronologica, i quali, negli ultimi otto giorni per ben 156 volte complessive hanno tenuto discorsi, interviste e conferenze usando espressioni del tipo "siamo qui per combattere il privilegio, il costo della politica, per combattere la casta a favore dell'Italia che lavora" ai quali ci aggiungiamo i discorsi della destra -28 soltanto: sono più sobri- che negli ultimi otto giorni a bocca di (udite udite) Ignazio La Russa, Fabrizio Cicchitto, Marcello Lupi e Gianni Letta ruotavano intorno al concetto di (parole letterali di Cicchitto) "la necessità che il Pdl oggi interpreta di essere in prima fila nella lotta e nella battaglia contro i costi della politica, il privilegio e l'esercizio della casta oligarchica contro la quale il governo e la maggioranza combatte e ha sempre combattuto per liberare il mercato del lavoro dai lacci e lacciuoli nei quali la pesante eredità della sinistra aveva imprigionato il paese".
E' come se Giulio Andreotti nel 1990 avesse cominciato a parlare come Carlo Marx (seguitando a fare Andreotti, però).
Diego Della Valle non fa eccezione. Per nulla.
Fa da pendant al banchiere Alessandro Profumo, all'imprenditore Luca Cordero di Montezemolo che cominciano a minacciare il paese (si tratta di una vera e propria "minaccia") sostenendo di "voler scendere in campo" in rappresentanza di un'Italia diversa, pulita e managerialmente sobria e competente.
Il paginone di Della Valle è un classico falso ideologico all'italiana.
Perchè arriva con almeno quindici anni di ritardo, quando Della Valle cercava di farsi strada -allora- nella regione Toscana ma trovava lo sbarramento di colui che (nel 1996/97/98) era -dichiarazione "ufficiale" di allora- "il punto di riferimento di un'idea avanzata dell'imprenditoria italiana aperta al nuovo, alla modernità, allo spirito di progresso necessario del nostro paese": l'onorevole dei DS Vittorio Cecchi Gori; oggi, agli arresti domiciliari, già arrestato quattro volte per possesso di cocaina, furto aggravato, bancarotta fraudolenta, sottrazione di fondi, e truffa aggravata nei confronti dello stato per un valore di 400 milioni di euro calcolati. Lo sponsor di Cecchi Gori, allora, era Massimo D'Alema.
Un imprenditore, questo signor Cecchi Gori, che può giustamente vantare il titolo di leader della pattuglia di coloro che hanno annientato e distrutto l'industria cinematografica e televisiva italiana; quella che suo padre -il grande, ma davvero grande, imprenditore di cinema Mario Cecchi Gori- aveva contribuito a edificare insieme a Dino De Laurentiis, Angelo Rizzoli sr., Franco Cristaldi, Edilio Rusconi, e tanti altri ancora.
Della Valle ha preso il posto nel cuore di D'Alema di Cecchi Gori ed è diventato il nuovo fiore all'occhiello della cosiddetta sinistra democratica, guidata -in apertura di campagna elettorale- dal vice-conte dello Stato del Vaticano, Maximus Dalemianus.
Niente di male, intendiamoci, niente di illegale, niente di strano.
Soprattutto: niente di nuovo.
Ecco: il punto è proprio questo. niente di nuovo.
Il guaio è che Della Valle "osa" prenderci in giro presentando se stesso come "il nuovo", il "diverso", l'imprenditore puro che non ha rapporti con la politica, che è esente da connubi, complicità, collusioni, ponendosi come punto di riferimento di una presupposta pulizia ideale pragmatica, efficace, efficiente.
E' l'estremo tentativo del vice-conte vaticanense di far fuori Matteo Renzi e la fronda di giovani dirigenti del PD, presentando una realtà che è "esattamente opposta a ciò che si vuol far credere".
Della Valle è un ottimo imprenditore. Italiano.
Soprattutto, all'italiana.
Servo e complice della classe politica che ha contribuito a sfasciare il paese, ha -all'interno della sinistra- le stesse identiche capacità istrionesche (e di perdurante falso ideologico) che aveva Silvio Berlusconi nei suoi tempi migliori, quando riuscì a ipnotizzare la borghesia italiana facendo credere loro che avrebbe gestito lo stato da imprenditore, finendo per farlo da faccendiere.
Non accettiamo proclami di pulizia etica da Della Valle.
Non lo accettiamo perchè nella prestigiosa sede del quartiere generale della Tod's (marchio internazionale leader del made in Italy che ancora funziona) che si trova all'upper east side di Manhattan, New York (il corrispondente newyorchese dei Parioli di Roma) qualche mese fa, fresca fresca, quatta quatta, ci è arrivata, assunta a tempo indeterminato con fior di contratto, priva di alcun merito, alcuna competenza tecnica, e senza un curriculum vitae adeguato...Giulia D'Alema, la figlia di Maximus Dalemanius, la vice-contessina vaticanense.
Su 345 domande (cercavano donne) di italiane bilingui, laureate, con esperienza almeno quinquennale nel mondo del marketing della moda, nel management internazionale, nella gestione delle risorse umane, hanno scelto -guarda caso- la vice-contessina.
E quest'uomo (è stato proprio Della Valle a dare l'ordine perentorio) vuole oggi farci credere di essere il leader "etico" che combatte l'imprenditoria compiacente con la politica.
Cito l'ultima frase del suo manifesto ipocrita: "La società civile italiana non ne può più e non starà più zitta".
Ha ragione.
Seguendo il suo consiglio, infatti, come membro anonimo e modesto di quella società civile evocata, parlo.
E racconto ai miei lettori i fatti italiani, ponendo la seguente domanda, visto che si avvicina il giorno in cui ci diranno quando si va a votare: "Perchè mai dovremmo fidarci di un imprenditore che attacca i politici, e attacca gli imprenditori che mestano con dirigenti politici se nel suo ufficio di Manhattan non ha assunto una cittadina italiana competente e meritevole, bensì la vice-contessina dell'uomo politico più potente all'interno del vecchio, stantio e obsoleto PD?".
Non fatevi abbagliare da ciò che luccica.
Come dicono a Firenze dove Della Valle lavora: "Diego, sei una buccia".
Come dicono a Roma, un po' più ruspanti: "qui, er più pulito cià 'a rogna".
Squisitezza insostituibile della nostra splendida lingua.
Raglia raglia Giovane Itaglia
Buon week end.
Questa della vice-contessina credo non l'avrei mai saputa, senza passare di qui.
RispondiEliminaIn ogni caso, qualcuno mi spiega perché tutti gli imprenditori hanno adesso la fregola di volersi dare alla politica?
Voglio dire: ma se uno ha successo perché fa bene il suo business, perché mollarlo?
Ma anche: perché dovrebbe capire qualcosa del paese reale, fatto di molte diverse realtà ognuna delle quali meritevole di attenzione e competenza, un imprenditore che nel 99% dei casi non va al supermercato, non prende la metro per spostarsi, non ha problemi a pagare le bollette del gas, non sa cosa sia arrivare con difficoltàa fine mese e se ha bambini non ha problemi con libri di testo da comprare e mense scolastiche che non ce la fa a pagare?
Insomma, almeno un filosofo, perdìo!
Che sappia offrire al Paese una dimensione di senso, dove non arriva con la cassa.
MA VAI A LAVORARE!!!!!!!
RispondiEliminaMai letto un tale coacervo di scemenze come quelle messe in fila qui sopra. Complimenti!
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