lunedì 18 febbraio 2013

Andare a votare. Perchè?



di Sergio Di Cori Modigliani


Impensabile,  finchè non si manifesta.
E siamo costretti a pensarci su.

Incredibile, finchè la realtà ci conferma che è avvenuto.
Quindi ci possiamo credere.

Inconcepibile, finchè la notizia non rivela l’esistenza di una realtà diversa.
In tal modo, si può concepire e incorporare l’idea di un cambiamento.

Perché se l’abbiamo pensato, ci abbiamo creduto, lo abbiamo concepito e la realtà ci conferma della sua esistenza, allora vuol dire che è possibile, e la probabilità da speranza si trasforma in certezza.

E’ il momento civile in cui l’Utopia batte il Cinismo, la Volontà batte l’Ignavia e gli Ideali vincono sullo strapotere del Danaro.

Chi mai avrebbe immaginato poco più di 100 anni fa, in Gran Bretagna, sotto la Regina Vittoria, quando Oscar Wilde languiva in galera, condannato solo perché omosessuale, che un giorno l’Impero Britannico avrebbe reso legale il matrimonio tra gay e Sua Maestà avrebbe invitato coppie omosessuali al formale ballo di corte di Capodanno?

Chi mai l’avrebbe creduto, in Usa, in quel terribile e tragico aprile del 1968, quando il più pacifico, nobile e disinteressato leader dei neri d’America, il reverendo Martin Luther King, veniva barbaramente assassinato? Chi avrebbe osato pensare che, di lì a 40 anni, il popolo statunitense avrebbe votato un nero come presidente?

Chi avrebbe mai pensato in Sudamerica, soltanto dieci anni fa, che Cile, Uruguay, Bolivia, Brasile e Argentina, avrebbero trovato il coraggio e l’abilità di dire no alle politiche di rigore e di austerità del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale spingendo il Sudamerica fuori dalla depressione verso il benessere economico?

Chi mai avrebbe potuto credere, soltanto un anno fa, che nella più selettiva, maschilista e oligarchica società del pianeta, l’India, decine di milioni di giovani maschi sarebbero scesi in piazza accanto alle loro mogli, fidanzate, figlie, sorelle, amiche, colleghe, reclamando la pena di morte per seviziatori e stupratori e pretendendo che le donne indiane vengano considerate prima di tutto delle Persone?

Chi, a Siena, avrebbe mai pensato che l’intero management della loro banca, il simbolo italiano dell’oligarchia del privilegio partitico, sarebbe finito in galera sotto l’accusa di associazione a delinquere, truffa aggravata e comportamento criminale?

Eppure, tutto ciò è accaduto. Si è verificato. E una idea, una speranza, è diventata realtà.

Sappiamo già che martedì 27 febbraio 2013, in Italia, si sarà affermata la reale volontà dell’elettorato e finalmente ci saremo liberati per sempre del cavaliere Silvio Berlusconi e dei suoi alleati, seguaci e complici.

E non si tratta né di auspicio né di speranza.

E’ la certezza che nasce da un incessante e quotidiano lavoro da parte di milioni di cittadini italiani che non hanno mai smesso di investire la propria energia, il proprio tempo, la propria individuale qualità affinchè questa Idea da progetto auspicato diventasse realtà statistica.

A questo servono le elezioni, a questo serve il voto democratico: a battere il cinismo collettivo che “passivizza” l’anima e impedisce la ripresa della nazione; a vincere la battaglia contro l’ignavia, la pigrizia civica, lo scetticismo, la depressione, il narcisismo individualista.

Dipende da tutti noi, insieme, mandare definitivamente in pensione le mummie storiche di questa nazione e iniziare un nuovo corso, pur sapendo che il difficile è davanti a noi.

Perché i lombardi avranno la possibilità di dire no alla ‘ndrangheta e di ridurre l’accoppiata pidiellina-leghista a ciò che è sempre stata: niente di più che una banda di affaristi senza scrupoli, alla disperata caccia di una legittimazione ufficiale per potersi appropriare del bene comune e godere di immunità, impunità, sulla pelle dell’intera collettività.
Martedì mattina, Maroni e Formigoni e Berlusconi saranno stati mandati a casa. E così i grossi papaveri piddini a Siena e Scilipoti a L’Aquila, dato che è capolista in Abruzzi per il PDL; e così anche Storace nel Lazio dove era presidente 10 anni fa e voleva ritornare ad occupare la stessa poltrona per rifare il pieno un’altra volta. Andrà così.
Se ne stanno andando tutti a casa.
Loro lo sanno.
Anche noi.
Perché se così non fosse, se i senesi non avranno il coraggio e il garbo di bocciare tutti i candidati piddini che hanno sostenuto e gestito la banda di MPS, se gli aquilani non avranno l’intelligenza e l’ardore necessario per impedire a Scilipoti di rientrare in parlamento, se i lombardi non diranno con il voto un secco no alla ‘ndrangheta e a chi li sostiene, se i laziali non dimostreranno che hanno memoria, dato che le ferite finanziarie sono ancora aperte e sanguinanti, e bocceranno chi a suo tempo li ha depredati, ebbene, nel caso remoto e assurdo il PD dovesse stravincere a Siena, Scilipoti a L’Aquila, Maroni e Tremonti in Lombardia e Francesco Storace nel Lazio, allora vuol dire che questo paese ha deliberatamente, volontariamente e consapevolmente scelto la propria totale distruzione a brevissima scadenza.

Il nostro voto diventa una modernissima arma d’istruzione civica collettiva e abbiamo la possibilità e l’opportunità di mostrare e dimostrare che l’Italia è ancora viva e giovane e non si rassegna: mandiamo a spasso le mummie e seppelliamo sotto una valanga di voti le stantie cariatidi che rappresentano ormai soltanto una fantasia di morte.

Riempiamo il parlamento di facce pulite.
Dipende da noi.

Non è più tempo per lamentele, per denunce, e tantomeno per le preoccupazioni.
Bisogna occuparsi, invece.
Bisogna crederci e volerlo credere e investire tutta la propria energia affinchè la nostra auto-profezia collettiva diventi realtà.
Occuparci di convincere i più riottosi e i depressi, gli scettici e i pigri, i pessimisti e i disfattisti, i delusi e gli addolorati, che dipende da ciascuno di noi il cambiamento.
Per fare in modo che l’assunzione di responsabilità individuale confluisca in un risultato elettorale collettivo tale da impedire agli oligarchi aristocratici l’esecuzione del loro piano di vero e proprio sterminio esistenziale della spiritualità, della cultura, della voglia di imprendere, del bello di ritrovarsi insieme per costruire una comunità di eguali anche e soprattutto tra dissimili.
Per fare ciò è necessario pensionarli tutti con un voto bello, prima di ogni altra cosa.
Un voto che sia entusiasta, convinto e convincente.

Se non lo facciamo noi, se domenica noi non saremo capaci di mandare a casa chi ci ha governati per buona parte degli ultimi venti anni e quelli che non hanno saputo fare una efficace opposizione, non sarà stata colpa di Goldman Sachs, di Angela Merkel, dei massoni o di vattelappesca.

Sarà stata solo e soltanto colpa della faccia peggiore degli italiani.

Tiriamo fuori dall’armadio il vestito buono, mettiamoci in tiro, e diamo tutti una dimostrazione estetica di che cosa –e lo dico sul serio- veramente vuol dire il bel paese.

Prima che i banditi, rientrando a sedere sugli scranni del parlamento, non  spengano la luce alle nostre ambizioni, ai nostri progetti, ai nostri desideri creativi.

Non votiamo chi ci offre qualcosa in cambio.
Non votiamo chi è convincente con il suo ultimo discorso.
Non votiamo una ideologia.
Non votiamo chi ci minaccia.
Non votiamo chi ci fa venire paura.
Non votiamo per paura.
Facciamolo con allegria.
Andiamo a votare ridendo, pensando alle loro facce, lunedì 26 febbraio alle ore 23.
Soprattutto andiamo a votare.
Andate a votare.
Non coinvolgeteci in un suicidio collettivo.

Loro, le mummie dell’oligarchia del privilegio costituito, sono soltanto dei volgarissimi predatori piccolo-borghesi, il cui unico interesse consiste nel salvaguardare fino alla fine le loro rendite di posizione ottenute con l’inganno, la corruttela, il ladrocinio.

Ci guarda tutta l’Europa.

Gli spagnoli, i greci, i portoghesi, gli irlandesi, i francesi, quei popoli fratelli aspettano la nostra risposta con il fiato sospeso.

Abbiamo la possibilità di essere, una volta tanto, l’avanguardia culturale del continente.

Non tiratevi indietro.

Andare a votare il 24 febbraio è un invito a una grande festa.

Il post- Maya è questo: è l’atto di costituzione della democrazia del popolo sovrano che irrompe nella Storia e stabilisce e decide che una intera classe politica dirigente ha fatto il suo tempo e la manda a casa.

Una buona volta per tutte.

28 commenti:

  1. di Antonio Ingroia -
    Ormai la legge sulla par condicio è carta straccia e ci sembra che violarla sia diventato, in queste elezioni, lo sport nazionale per la maggior parte degli organi d’informazione che fanno a gara nell’oscurare Rivoluzione Civile. Ieri a Ballarò i telespettatori hanno potuto ascoltare gli appelli al voto di Berlusconi, Bersani, Monti e poi anche l’intervento di Grillo. E Rivoluzione Civile? Niente. Cancellata dagli schermi. Su Sky, invece, sempre ieri è andata in onda una diretta di 2 ore del comizio di Beppe Grillo. Quando ci sarà una diretta equivalente per Rivoluzione Civile? Probabilmente dopo le elezioni. E’ ormai evidente che questa campagna elettorale si sta svolgendo nella piena illegalità e che gli organi di controllo hanno abdicato alla loro funzione, forse perché espressione della maggioranza politica che raccoglie i frutti prodotti da una informazione squilibrata.
    Che fa l’Autorità di Garanzia nelle comunicazioni? Che fa la Commissione di Vigilanza Rai? Quello che sta accadendo in Italia non è degno di un paese europeo e democratico ed assomiglia in modo preoccupante a quanto avviene nei regimi autoritari. Siamo di fronte ad una umiliazione della democrazia senza precedenti perché è ormai evidente il disegno di toglierci la parola nell’ultima settimana di campagna elettorale, violando il diritto degli italiani ad essere informati ed i nostri diritti politici.
    A questo punto non ci resta che andare in Procura perché una legge dello Stato, quella sulla par condicio, non può essere calpestata per imbavagliare chi non ha partecipato alla lottizzazione della Rai o degli organi di controllo. Basta! È ora di fare pulizia e lo faremo appena entrati in Parlamento, con una legge che tolga la tv pubblica dalle mani dei partiti che la utilizzano come se fosse un servizio privato, mentre è un bene comune.

    A come Antonio Ingroia

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  2. E il signor Modigliani che direbbe di questo? Ai post l'ardua sentenza. :D

    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xRBtizlZm4k

    Gennariello

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  3. Il movimento di Ingroia in un primo momento aveva la mia simpatia perchè pensavo fosse qualcosa di nuovo,di onesto..
    Poi qualcosa ha stonato,ho avvertito un forte senso di opportunismo..
    Ingroia che in un primo momento si candida ma non si dimette dalla magistratura, Di Pietro e tutti quelli dell'Italia dei valori che vengono inglobati e smacchiati...mi fanno storcere il naso.
    Ho sempre sostenuto l'Italia dei valori e creduto nella bontà di Di Pietro ed ero convinta che gli scarsi risultati come opposizione fossero dovuti al grande squilibrio di forze in campo.
    Poi ho visto una puntata di servizio pubblico dove Di Pietro si difendeva dalle accuse di report ed ho capito che ahimè anche lui è parte del problema.
    In lui c'è il classico gene italiota del furbetto dove il fine giustifica i mezzi.
    Per essere un partito più forte imbarca con superficialità Scillipoti e altri della stessa razza perché portano tanti voti.
    Pensa bene anche di affittare come sede del suo partito una sua proprietà (acquistata tra l'altro con il lascito Borletti che aveva donato parte dei suoi beni a Di Pietro proprio perché “espressione della nuova politica”).
    Tutto fatto in piena regola ma da chi predica pulizia e moralità io pretendo molto di più e secondo me proprio per questo senso di opportunismo il suo partito ha fallito.
    Ed ora ecco un nuovo maquillage,in prima linea non c'è più Di Pietro ma Ingroia ma temo che la "pappa"sia sempre la stessa.
    Su Berlusconi,Bersani,Casini e company non mi esprimo nemmeno..
    Condivido il sentimento di Di Cori Modigliani..sarebbe bello sperare che il 26 sera una volta tanto fossero gli italiani a prendere in giro i vecchi politici e a dispetto dei pronostici mandarli tutti a casa!

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  4. Scilipoti si presenta capolista in Calabria (in Abruzzo si sono ribellati, in Calabria evidentemente non hanno potuto rifiutare), e sono piu' che certo che verra' rieletto...

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  5. Andiamo a votare ridendo.....
    Domenica ore 8 mi ricorderò del tuo articolo.

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  6. Fratelli d'Italia l'Italia s'è desta...
    Tutti a casa
    Guido

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  7. Mai stata più felice di votare!!:))))

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  8. Temo brogli e altre amenità (ricordiamo le firme false di Formigoni? I sacchi di schede votate, ritrovate nella spazzatura?), per cui andrò a votare ridendo, ma sapendo che comunque il sorrisino sprezzante dei vari Scilipoti, Bersani, Berlusconi e Monti saranno stampanti sulle loro faccie già mercoledì prossimo :(

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  9. Perdonerai il mio pessimismo, ma se fossimo capaci di fare quello che hai scritto non ci troveremmo in queste condizioni...

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  10. Lunedì sera il 36% di coloro che saranno andati alle urne, avrà avuto il compito ed il merito di spazzare via questa schiera di satrapi con le loro marionette al seguito.
    Ricostruire l'Italia e, soprattutto, gli italiani, sarà faticosissimo, ma ci riusciremo e ne saremo fieri!!!

    Paolo da Roma

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    1. Certo che ci riusciremo. L'importante è toglierci di dosso la cappa opprimente dell'oligarchia che da 30 anni ci soffoca... dopo sarà un fiume in piena. Ne sono certo!!!

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  11. M5S M5S M5S M5S M5S M5S M5S M5S M5S M5S M5S M5S IO VOTO PER AVERE UNA SPERANZA

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    1. Esatto! Pure io, perché mi rifiuto di farmi togliere anche l'ultima cosa rimasta, la speranza, appunto...
      Credere che sia possibile cambiare, smette di essere un'illusione nel momento stesso in cui molti condividono la stessa speranza.
      Che da sogno, da immaginazione, da personale visione, si trasforma di botto in realtà.
      Questo è, oggi, il M5S: la realtà di un sogno condiviso...

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  12. addirittura il vestito buono!!!! non me lo sarei aspettato...ma certo il buon gusto...quello di essere avanguardia per gli altri ci avevo pensato sai? ne sarei felice! grazie buona notte e mettiti col move on per riformare la rai... m.g.m

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  13. Caro signor Modigliani,
    ho letto attentamente il suo articolo, scritto peraltro in un ottimo italiano, e l'ho trovato in molte parti davvero condivisibile. Peccato però che la sua conclusione sia decisamente sbrigativa, generalista, per non dire arraffazzonata.
    Vede, ritengo che in democrazia il dovere delle menti pensanti sia quello di sferzare, coinvolgere, rendere consapevoli i propri pari, non di aizzarli e rabbonirli (a seconda delle necessità) come un gregge. Così facendo è lei il primo a porsi in posizione preordinata rispetto agli altri, ad autoreferenziarsi quale "primus inter pares". Con il suo manzoniano "latinorum" potrà abbindolare parecchi, ma non tutti.
    Con estrema perizia linguistica e argomentativa pare lasciare a noi la più ampia libertà di voto, ma in realtà ci vuol dire per chi votare; pare volerci dire di votare con allegria, diffidando di chi ci impaurisce e minaccia, ma in realtà ci impaurisce e minaccia, evocando chissà quali spettri attraverso terminologie inappropriate e desuete fin dai tempi del primo fascismo quali "mummie", cariatidi", "banda", "oligarchia", "piccolo-borghese" (per caso lei è un proletario?), etc. Pare, inoltre, che ci voglia consigliare di essere scevri da ideologie, ma ancora una volta ricicla tecniche da becera propaganda totalitaristica e ci parla di giovanilismo, di "facce pulite", gridando "mandiamoli tutti a casa". Ma, visto che lo sa anche la mia piccola nipotina che il bene e il male non si sono mai separati in schieramenti ben distinti, si rende conto di quante persone oneste, pulite, appassionate, politici, amministratori locali manderete a casa assieme agli altri? Si rende conto di quante sue cossiddette "facce pulite" si dimostreranno degli opportunisti senza scrupoli in mezzo alle vere persone "nuove"? Dunque, dopo questa cosiddetta rivoluzione, dopo questa ennessima orgia di populismo e luoghi comuni, cosa sarà cambiato? Nulla. La grande mistificazione di quelli che lei finge di non indicarci di votare è proprio questa: far passare persone più giovani e tecnicamente diverse per persone nuove, migliori, altre.
    Questo Paese ha bisogno di nuovi contenuti, non di nuovi contenitori. Vede, in politica ci sono sempre state e ci saranno sempre persone oneste e non, peccato che molto spesso non siamo stati attenti a individuarle (e questa tornata elettorale non farà eccezione).
    Ecco, lei tutto questo non lo capisce (e allora sarebbe uno stolto) ma, visto che non mi sembra uno stolto, allora finge di non capirlo (che è anche peggio).
    Le chiedo solo, signor Modigliani, di non permettersi di indicarmi dove stanno gli onesti e dove no, dove sta la salvezza e dove no, perchè per quanto mi riguarda (e se non le dispiace troppo), da VERO CITTADINO DEMOCRATICO, a questa selezione ci ho sempre pensato, ci penso e ci penserò da me!
    Valerio Bertuccioli




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    1. Ma in uno stato come questo davvero possiamo considerarci VERI CITTADINI DEMOCRATICI ?
      E' vero che bisogna ragionare con la propria testa e fare le proprie scelte ma onestamente io alternative al momento non ne vedo.
      Preferisco rischiare e appoggiare chi da "demagogo" mi dice di muovermi e fare qualcosa io per la politica che essere certa di essere schiacciata e presa per i fondelli da chi c'è sempre stato.

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    2. A me dispiace molto usare certi toni o certe espressioni.
      E' pieno il mondo di gente che servendo, consapevolmente o inconsapevolmente dei criminali sente di fare onestamente il proprio dovere. E' molto facile oggi giudicare il nazista magari di 80 anni e senza alcun pregiudizio mandarlo in una galera ad espiare le sue colpe.
      Anche lui risponde "non ho fatto altro che quello che mi comandavano"
      tradotto -"L'ho fatto bene e onestamente".
      Brecht trova una risposta -"Bene, sei stato onesto? Bene. Ti seppelliremo con una onesta pallottola"
      Ora anche Brecht ha dei dubbi. In un'altra poesia dove un guasto alla macchina lo obbliga a fermarsi dice-"Che fretta ho? Non son contento da dove vengo e nemmeno verso dove vado"
      Io continuo a chiedermi- Ma e' possibile che un amministratore onesto, onesti uomini di legge, poliziotto, avocato o giudice che siano. Onesti politici di sinistra o di destra o di qualsiasi ideologia davanti a quella cosa fatiscente che e' il nostro stato non si sia mai domandato a chi e perche' deve dare la sua onesta' se la sua onesta' e il solo puntello che copre la disonesta' generale, l'inefficienza generale e sopratutto la sua impotenza davanti a questo stato di cose.
      E continuo a chiedermelo e l'unica risposta che mi si da' e' -Non siamo tutti cosi.- "...si rende conto di quante persone oneste, pulite, appassionate, politici, amministratori locali manderete a casa assieme agli altri?"
      Ed io continuo a ripeterlo- Perché servite onestamente cio' che non puo' essere servito onestamente?
      Come in un vecchio disco vinile dove la puntina si e' inceppata.
      Mi sembra ridicolo chiedere perche' ho alzato il braccio del giradischi. Ma se non avete capito questo suono noioso, fastidioso che non lascia piu' fluire la musica mi ha rotto.
      Come mi ha rotto chi parla di onesta' senza parlare di una nuova struttura dello stato. Di chi parla di Costituzione nata dalla Resistenza e tutta la struttura del suo stato e' identica a quella di Carlo Alberto. Di chi parla di stato sociale e si meraviglia
      che interi settori sociali sprovvisti di una benché minima garanzia
      non ne sappiano ne ne godano nulla. E potrei continuare per un ora a
      parlare e a smontare pezzo per pezzo il vostro bel palazzo. So solo
      che c'erano 6000 generali sotto il fascismo, che ci sono ancora.
      Sicurissimo che erano e sono tutti onesti e prodi. Per saperne di piu' chiedete a chi ha servito e combattuto con loro.

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    3. Signori, io non ho la velleità di riunire tutti sotto il mio punto di vista, ma almeno avrò dato il mio apporto per punti di riflessione un po' più interessanti (che mi sembrano essere usciti dai vostri commenti). La cosa che trovo davvero insopportabile è questo nostro continuo portare le colpe lontano da noi. Smettiamo di utilizzare la seconda e la terza plurale e passiamo alla prima! Smettiamo di dire "voi" (come leggo qui sopra), o ancora peggio "loro" e cominciamo a dire "noi". Da questo pronome può cominciare la rivoluzione! Perché sarebbe bello che i politici fossero dei marziani da poter cacciare, ma purtroppo i politici siamo noi! È nell'odio che lo pervade il germe stesso della sconfitta del movimento attuale! Ci vorrebbe, al contrario, coesione, passione e (passatemi il termine) amore! In una coppia, per riappacificarsi, ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità. Stiamo attenti a non credere all'avvocato che (magari per spillarci qualche soldo) ci vuole convincere che abbiamo ragione solo noi! Anche perché, da che mondo è mondo, le rivoluzioni si fanno con le idee, non certo con le parole e tantomeno con le chiacchiere! Assumiamoci ciascuno la nostra parte di colpa e ripartiamo assieme, non sputando in faccia a quelli che non la pensano come noi! Questa, modestamente, credo sarebbe la soluzione!

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    4. Io direi comprensione.
      Perche' basta una semplice domanda.
      Se siete stati tanto "onesti, puliti, appassionati" perche'
      NON LI AVETE DENUNCIATI VOI!!!!
      Io ho una semplice risposta.
      Avevate paura d'andare a pulire i cessi.
      E questo e' comprensibile, niente veramente di cui vergognarsi.
      Personalmente ho conosciuto gente che 40 anni fa preferì andare a pulire cessi ma lo considero anch'io una anormalita'.
      Non si preoccupi gli amministratori onesti continueranno a lavorare tutto dipende da chi gli da' l'incarico e dentro quale struttura avviene l'incarico.
      E' su una riforma dello stato, sui suoi organi di controllo che si gioca la partita. L'onesta' lasciamola agli eroi.
      Non parliamone piu'.

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  14. "Le chiedo solo, signor Modigliani, di non permettersi di indicarmi ...."

    Basta non leggere, e' cosi' semplice.

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  15. Visto che è così semplice, signor "anonimo", non capisco perché lei abbia letto me...

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  16. Quello che sorprende di piu in questo paese e' che vi sia ancora gente che pensa di essere mai stata governata.
    In questo paese dove non c'e' una legge uguale per tutti. Dove per necessita' momentanea si aggiunge una legge alle altra centinaia di miglia tanto per tappare un buco e non perdere un voto o una clientela.
    Dove si chiama populismo la normale incazzatura della gente arrivata con l'acqua alla gola nel vedere che l'unico problema e' chi sara' il direttore della RAI il prossimo mese. Dove ormai milioni di giovani sanno che loro la pensione, il lavoro stabile-scordarsi quello fisso-non lo avranno mai e che l'unico ammortizzatore sociale e' una tessera di partito e un bel posto in una crescente burocrazia che nessuno sa chi manterra'.
    Dove si sta a sentire promesse di meno tasse da parte di chi le ha messe il giorno prima e naturalmente questo signore non
    e' il populista ma quello serio, quello d'ascoltare. Lo stesso signore o gli stessi signori che da piu' di 20 anni promettono riforme di struttura, meno tasse, burocrazia piu' snella, il vigile di quartiere salvo mai pensare di unificare la polizia o dare un qualsivoglia assetto logistico a un paese dove ormai non funziona piu' niente eccetto la stampa che insegue e ci narra ogni giorno i loro scontri su chi sara'il futuro dirigente di ... perche' se tu nomini quello allora io voglio questo ... e si anche le loro nefandezze perche' la loro colpa o colpe non e' quella di spartirsi lo stato ma quella di andare in crociera o a puttane.
    Votate, votate quel che vi pare ma lasciate perdere il populismo. La stessa parola e' ormai obsoleta e inutile come arma politica.

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  17. Per Monti, Grillo «è un importante serbatoio...».

    http://www.corriere.it/politica/speciali/2013/elezioni/notizie/20-febbraio-radio-MONTI_d8a7ee12-7b38-11e2-ba69-3fd719869bcf.shtml

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  18. Oscar Giannino si dimette. "Courtial Des Peires" Modigliani, qualche articolo fa lo elogiava per qualche volantino. Addirittura.
    Oscar Giannino, qualche giorno fa attaccò vis-a-vis, Mario Monti, accusandolo di connivenze con la Fiat. Ha scherzato col fuoco.

    Silvio Berlusconi manda le lettere per RISARCIRE l'imu. Meraviglioso l'effetto boomerang. Se tali lettere hanno fatto breccia sui gonzi, o gli anziani rintronati, quelli, allora, vanno subito a riscuotere vedendosi di fatto ricevere un diniego. Saranno mica così svegli da capire che prenderanno du' centoni dopo il voto?

    Maroni parla solo del programma. L'hanno programmato. Meravigliosi i suoi lapsus.

    Mario Monti tira giù spauracchi in pubblico. E bestemmie in privato.

    Bersani e Renzi. Faranno un film. Scemo e più scemo.

    Quelli di "fardelli d'Italia" manco li menziono. Sarbbe come sparare sulla croce...non quella rossa, s'offenderebbero.

    Grillo? Beh, Beppe è più sofisticato. Si comporta come il bulletto delle elementari all'asilo. Deve andare in tv? Fanculo. Che i suoi elettori muovano il culo e vadano in piazza. Commovente. Davvero. D'altronde se c'è bisogno di democrazia diretta, i requisiti minimi sono almeno riuscire ad andare in piazza, o avere una connessione adsl. Il resto viene da sé. E' un po' come suonare: serve uno spartito e uno strumento. L'elettore di Grillo mi ricorda un molto il Woody Allen che suona il violoncello in una marchin' band. Commovente. Davvero.

    Ah, dimenticavo Vendola. Secondo me si sta attrezzando. Diventerà una religione mistica. Ci saranno i testimoni di Vendola. Andranno per le case a regalare l'opuscolo "Oppure Vendola".

    Firmato G. G come Goicoechea

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    1. G.G. sei un simpaticone, messa così non si può che sottoscriverla

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  19. Bellissimo articolo Sergio! complimenti

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  20. Il cambiamento necessario e indispensabile a livelllo globale è copernicano. Ed è drammaticamente urgente.
    In Italia nessun cambiamento è possibile finchè resta al potere questa partitocrazia clientelare e asservita.
    Dunque: primo cambiare!
    Con la cosapevolezza che il vero lavoro comincia dopo.
    Domani possiamo dare il nostro contributo affinchè parta la fase uno.
    Con ottimismo post-Maya auguri a tutti noi.

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  21. FYI:

    In rif. Grecia ecco un altro blog in inglese scritto da giornalisti in Atene.

    Post più recente su sfruttamento miniere oro da compagnia multinazionale con aiuto di vari governi greci e degli oligarchi.

    http://borderlinereports.net/

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