giovedì 16 febbraio 2012

Il PD si mette d'accordo con Berlusconi e fa bocciare l'emendamento dell'Idv per mettere all'asta le frequenze televisive. Le casse dello stato perdono diverse centinaia di milioni di euro.

di Sergio Di Cori Modigliani

Questo post è dedicato all’affaire Celentano di cui tutti parlano.
A me non me ne importa nulla, lo trovo squisitamente irrilevante. Non capisco proprio perché al popolo italiano dovrebbero interessare le argomentazioni private di un canzonettista, cattolico populista, irritato per delle critiche private mossegli contro da gerarchie vaticane alle quali ha da sempre fatto riferimento.
Fine del post.
Passiamo a cose serie.
L’Idv non ce l’ha fatta..
In compenso ce l’ha fatta il PD.
Parliamo qui dell’aspetto VERO della battaglia sulla libertà delle telecomunicazioni in Italia, non delle quisquilie celentanesche, ben sfruttate per sviare l’attenzione.
L’Idv non ce l’ha fatta a costringere il ragionier robotico ad accettare l’emendamento presentato al governo in relazione al cosiddetto “beauty contest”, ovvero l’asta pubblica per la vendita di spazi televisivi che avrebbero portato nelle casse dello stato –magari a disposizione per approntare degli urgenti dispositivi welfare d’emergenza- svariate centinaia di milioni di euro. Il governo ha respinto ufficialmente l’istanza.
Ce l’ha fatta il PD, il quale, definisce, chiarisce, esprime –NEI FATTI- l’abbraccio morboso e umiliante con le esigenze personali e private della casata medioevale oligarchica del sultano di Arcore, al secolo cavaliere Silvio Berlusconi & family, plenipotenziario dell’oligopolio Mediaset. Il PD, infatti, si è rifiutato di aderire alla mozione presentata da Massimo Donati a nome dell’Idv, approvando il rifiuto del governo, anzi, diventandone l’esecutore, attraversi i propri esponenti nella specifica e apposita commissione parlamentare che se ne assume la responsabilità. In cambio si è assicurato la promozione per diversi funzionari e burocrati del partito all’interno delle gerarchie di mercato nel campo delle telecomunicazioni in Italia.
Non è possibile non schierarsi, su questo punto.
Non è possibile passarlo sotto silenzio.
Ha dichiarato Di Pietro: “Oggi con la bocciatura dell’emendamento dell’Italia dei Valori, che imponeva di mettere subito all’asta le frequenze televisive, abbiamo avuto la conferma che questo Governo continua ad essere prigioniero di Berlusconi e dei suoi sodali”.
Il tutto mentre in Italia si celebra (si fa per dire) il ventennale dell’inizio della stagione di tangentopoli. Il senatore Felice Belisario e il Capogruppo della Commissione Attività Produttive dell’Idv, on. Patrizia Bugnano, hanno dichiarato pochi minuti fa:  "Il Governo delle finte liberalizzazioni si nasconde dietro la declaratoria di inammissibilità da parte del Presidente della X Commissione del Senato dell'emendamento IdV per cancellare il beauty contest e decide così di non mettere all'asta le frequenze televisive. Gettando la maschera - sottolineano i due parlamentari IdV -, l'Esecutivo Monti dimostra di volersi occupare solo dello sviluppo economico dei poteri forti. Nonostante le promesse, le dichiarazioni e le conferenze stampa viene tutelato l'azionista di maggioranza del Governo, l'on. Berlusconi, nel silenzio di Pd e Udc che, in questo modo, diventano corresponsabili di questa nuova porcheria".
La segreteria del PD non ha rilasciato alcun commento se non una davvero squallida ammissione: “lasciamo lavorare in pace il governo che sta facendo bene per il bene di tutti; non è questo il momento di creare dissidi e confusioni”.
Invece di parlare di Celentano, perché non si parla di questa vergognosa e davvero oscena resa incondizionata del PD che ha scelto di eseguire pedissequamente gli ordini di scuderia di Mediaset?
No comment.
Sono disgustato.


6 commenti:

  1. Povero Molleggiato, a parte, per qualcuno, l'essere cattolico e rivendicarlo, non credo abbia grandi "colpe" per meritarsi tanto snobistico disprezzo (anche se spacciato da legittimo disinteresse).
    Quanto all'ennesimo business consumato sull'asse Berlusconi-D'Alema, che c'è di nuovo? Da quando il puttaniere di Arcore si presentò da Gorby con le raccomandazioni scritte di Veltroni e Napolitano, ne è passata di acqua sotto i ponti. E i buoni investimenti, con il tempo, aumentano le loro rendite.
    Coraggio, magari l'affaire beauty-contest lo sputtanerà proprio Celentano in tv...

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  2. Modigliani mi piace; lo leggo spesso quando ho voglia di notizie futili. Non pensavo ci fossero tante persone con i miei stessi gusti..

    Baluba

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  3. Passatemi pure per fazioso, ma ogni volta che qualcuno (e spesso anche Sergio) bacchetta IDV appellandolo come un partito basato sulla famiglia Di Pietro un tantino mi risento. Perchè a parte quel che si dice per criticare IDV, mi pare che sia l' unico partito da cui in questi anni siano partite proposte di maggiore equità proprio come quella di cui parliamo in questo post.
    Se IDV avesse un ventina di deputati in più molte cose sarebbero diverse. Ne sono piu che certo.

    Alessandro Vailati

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    1. tutto sommato sono d'accordo,l'IDV una qualche parvenza di serietà ce l'ha,se poi cominciasse a parlare anche della Grecia e delle catastrofi neoliberiste ed europee,allora magari si prenderebbe pure il mio voto...

      Fred

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  4. Questo delle frequenze è un altro regalo comprensibilissimo dell'accordo che tiene su il governo Monti. Altri soldi che mancheranno agli Italiani, come i 2,567 miliardi di euro passati il 3 gennaio 2012 dalle casse del Tesoro a quelle di Morgan Stanley per estinguere una posizione di derivati, senza che qualcuno chiedesse spiegazioni visto che contemporaneamente ci hanno imposto un bel po' di sacrifici, soprattutto per le fasce più deboli. Quanta fretta, mentre non ci sono soldi per i pensionati e i disoccupati.

    Sarà che il responsabile della branch italiana è l'ex direttore del Tesoro Domenico Siniscalco, mentre alla Morgan Stanley sarebbe subentrata l'Imi del gruppo Intesa Sanpaolo (e magari all'insaputa del ministro Passera, ex Intesa Sanpaolo)?

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    1. Ma Monti non era un uomo di Goldman Sachs? E da soldi in fretta e furia ad uno dei maggiori concorrenti cone morgan Stanley?

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