mercoledì 8 febbraio 2012

Ennesima truffa dei partiti: il tesoriere dei radicali ha rubato 200 mila euro. Sentenziato, è finito a lavorare in vaticano.

di Sergio Di Cori Modigliani

Una grave delusione: per tutti quelli che speravano i radicali fossero diversi.
Una ennesima conferma: per chi ha capito che nessun partito è diverso dagli altri.
Una brutta notizia: prosegue il quotidiano notiziario sull’inarrestabile declino della classe politica italiana.
Una buona notizia: prosegue il quotidiano notiziario sull’inarrestabile declino della classe politica italiana, il che consente anche ai più spaesati di comprendere come stanno le cose.
Nel numero di domani in edicola, Panorama pubblica tutta la storia relativa all’ex tesoriere del Partito Radicale italiano, un certo Pasquale Quinto, detto Danilo, il quale era stato beccato con le mani nel sacco né più né meno di Luigi Lusi della Margherita.
Con una variante tutta radicale: denunciato, è stato processato per direttissima, condannato in via definitiva a dieci mesi di reclusione per “appropriazione indebita aggravata e continuata” e una volta uscito di galera è finito a lavorare per il vaticano; attualmente collabora all’Osservatore Romano ed è consulente della diocesi di Bari. Sembra vada in giro a sostenere (e il vaticano sembra essersela bevuta) che in carcere avrebbe avuto una visione della madonna la quale gli avrebbe spiegato quanto fossero malvagi i radicali, lui si è pentito e adesso è tutto casa e chiesa. Un po’ come Capezzone.
Di soldi, il nostro Quinto ne ha rubati molti di meno: neppure 200.000 euro. Sembra.
In compenso non ha nulla da nascondere. Li ha spesi per cene lussuose, week end con militanti radicali nei centri.benessere, acquisti di abiti, night club, hotel, champagne. Insomma, una vita di agi e piaceri, mentre andava in giro a perorare, comiziando, la necessità di denunciare la casta dei privilegiati, dai quali –è chiaro- si intendeva sottolineare che i radicali ne erano esclusi perché conducevano una morigerata vita da militanti sofferenti..
Un tranquillo pomeriggio del malaffare. La norma italiana.
L’aspetto avvilente, questo sì, era che lo sapevano tutti. Come al solito. Ma nessuno aveva detto un bel nulla. Non c’è stato giornalista, testata, personalità politica che ha reso pubblica la vicenda. Perché si coprono tra di loro. Ma una volta caduto Lusi, allora –e Panorama lo spiega molto bene- tana libera tutti. Sembrerebbe che sia stato proprio Lusi a fornire dettagli sulla, diciamo incresciosa vicenda.
A rendere l’avvilente vicenda una tragica pantomima c’è una dichiarazione rilasciata dalla senatora Emma Bonino, venti minuti prima che venisse diffusa la notizia relativa al tesoriere del suo partito “Sono decenni che ripetiamo il termine partitocrazia. I cittadini hanno espresso il loro no al finanziamento, ma loro adesso li chiamano rimborsi elettorali. C’è chi li ha investiti in Tanzania e chi se li è spesi per i fatti suoi. Se si chiama rimborso elettorale, allora è chiaro qualcuno ha presentato bilanci gonfiati. Mi sembra difficile non sapere di avere 13 milioni di euro nelle casse. La politica avrebbe anche dei costi sostenibili, a farli crescere è la partitocrazia. I partiti per come sono fatti devono andare a casa e gli unici che dovrebbero rimanere sono quelli che rispettano l’articolo 49 della Costituzione. Noi radicali siamo gli unici a essere diversi, a comportarci in maniera diversa e a chiamarci fuori dal coro”.
Belle parole, non c’è dubbio. Peccato non possano contare su nessun tipo di credibilità.
I radicali sempre bravi a denunciare la censura del regime, si sono dimenticati di segnalare il fatto di aver applicato la censura su questo episodio.
La Bonino si è rifiutata, infatti, di spiegare come mai di questa vicenda i radicali non avessero detto neppure una parola. Anche in questo caso scoperta per un puro accidente. Essendo amico solidale di Marco Pannella, avevano scelto un profilo basso.
Lo chiamano così, oggi.
In compenso, Rosy Bindi non ha perso l’ennesima occasione per dirci la sua: “E’ chiaro come, anche questa volta, per una vicenda del tutto personale, c’è già chi scatena la solita gazzarra dell’anti-politica ben architettata dai bloggers e dalla rete che su queste cose ci sguazza”. Sarebbe colpa nostra, quindi.
Ha una gran voglia di metterci il bavaglio, la Bindi.
Non vede proprio l’ora.
Scandalo dopo scandalo, l’unica cosa che è capace di sostenere è che la responsabilità grava sulle spalle di operatori in rete che –secondo la sua geniale interpretazione- montano il “qualunquismo dell’antipolitica”. Non le è venuto in mente, alla presidente del PD che se la classe politica si comportasse in maniera decente, l’anti-politica non esisterebbe.

Ma non credo abbia la lungimiranza per poterlo comprendere.


6 commenti:

  1. per completezza d'informazione
    Dichiarazione di Maurizio Turco, tesoriere del Partito radicale:

    "In merito ad alcune sintesi fatte sulle anticipazioni del settimanale Panorama relativamente alla condanna definitiva dell'ex Tesoriere del Partito radicale è da sottolineare che il nostro caso è l'unico nella storia della Repubblica che ha visto arrivare prima il Partito della Magistratura.

    Ed ogni volta che la Magistratura è arrivata si è trovata di fronte a dei partiti con dirigenti ingenui o distratti.

    Noi abbiamo controllato, appurato, denunciato."

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    1. prosecuzione dep comunicato: "L'importo indebitamente sottratto alle casse del Partito era frutto dell'autofinanziamento degli iscritti e dei contributi dei simpatizzanti radicali, non del finanziamento pubblico dei partiti come nel caso Lusi.

      I radicali hanno già inoltrato una richiesta di risarcimento di 230 mila euro nei contronti di Quinto."

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  2. Il comunicato di Maurizio Turco dimentica di precisare che una sottrazione di fondi in unaassociazione è perseguibile solo attraverso querela di parte e non attraverso iniziativa autonoma della magistratura. E' stato così anche per Lusi, querelato dal partito quando la Banca d'Italia ha segnalato "strane" operazioni finanziarie/patrimoniali relativamente ad alcuni immobili.
    I comunicati "radicali" di oggi hanno lo stesso valore dello stupido silenzio con cui hanno coperto le malefatte interne di allora.
    La magistratura, piuttosto, dovrebbe indagare sul fatto che l'Associazione Luca Coscioni ha percepito "rimborsi elettorali" come costituente della Rosa nel Pugno negli stessi giorni in cui incassava con Onlus il 5% dallo Stato.
    Dovrebbe chiamarsi "truffa ai danni dello stato".

    Padova. Vasco Carraro - carr-ba@iol.it

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  3. Ma che Rutelli, Dalla Vedova, Quagliarello,Capezzone ed altri siano transitati nel partito radicale nel corso della loro esperienza politica è solo un caso o tre indizi diventano già una prova?

    Che i tesorieri cerchino di utilizzare i milioni a disposizione dei partiti forse può dipendere anche dal fatto che, conoscendo i canali giusti, chi può investire qualche milione di euro in speciali programmi finanziari, gestiti da ben conosciute banche svizzere e non solo, può ricavarne interessi consistenti, a rischio quasi zero. Da qui la tentazione del divide ed impera che permette di fare soldi per sé (e magari per altri compagni di merende)usando soldi pubblici. I partiti dunque come comitati d'affari, in barba all'articolo 49 della Costituzione.
    Addirittura chi può investire almeno 100 milioni di euro può ottenere un interesse del 40% settimanale, raddoppiando il capitale in meno di tre settimane! Ecco perché i neoliberisti di Chicago preferiscono la finanza creativa e le speculazioni finanziarie agli investimenti produttivi, alla creazione di lavoro secondo la politica keynesiana.

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  4. Quanto mi divertono le Bindi che si spaventano da sole con lo spauracchio dell'antipolitica.
    Ancora non l'hanno capito?
    Sì, sono Anti.
    Ma non della Politica, sono Anti-Politici.
    Tutti a casa.
    Prima se ne fanno una ragione meglio è...

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    1. Ti sembrerà strano ma l'antipolitica sono Bindi e i suoi colleghi

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