giovedì 2 febbraio 2012

Lo scandalo del PD. Equitalia e il trionfo della rete indipendente.

di Sergio Di Cori Modigliani

Diversi commentatori di un mio post pubblicato ieri, oltre che diversi lettori per e-mail, si sono indignati per il fatto che io ho difeso Equitalia. Evidentemente non mi ero spiegato bene. Mi scuso con tutti per aver difeso Equitalia, se difendere Equitalia vuol dire essere considerato complice dell’attuale sistema di corruttela.
Il mio punto -ma capisco oggi di non essermi espresso bene- era quello di prendere le distanze da chi approfitta di questo stato di cose per convogliare l'odio contro simboli "facili" da alimentare con la demagogia. Lo so che Equitalia insegue con la pistola chi non paga 32 euro di multa minacciandolo di portargli via il frullatore, ma loro sono degli esecutori, loro non decidono. E' un po' come il funzionario che esegue lo sfratto: non è lui che butta per strada della povera gente (anche se tecnicamente lo fa) chi è responsabile è il proprietario, il magistrato, chi ha firmato la causa di sfratto, ecc. E' come prendersela con i soldati invece che prendersela con i generali che hanno lanciato quella guerra.
Il vero problema consiste, a mio avviso, nel fatto che essendo Equitalia gestita in maniera inefficace (sequestro di beni per i 32 euro, tanto per capirci) finisce per alimentare una rivolta emotiva radicale andando a toccare il tallone d’Achille della nostra etnìa italiana: il rifiuto per principio di riconoscere lo Stato nella sua legittimità operativa, finendo poi per trovare scusanti varie per aggirare l’applicazione della Legge e praticando il gusto dell’inganno. Da cui il celeberrimo motto: fatta la Legge…..
Il mio punto è questo: la Destra cavalca la protesta per farci odiare i soldati e seguitare così a salvaguardare i privilegi dei generali che danno gli ordini, in modo tale da creare delle conflittualità e degli scontri diversivi. (il vero nemico è “la totale inefficienza e inefficacia dello Stato gestito da burocrati nullafacenti”). E’ un’argomentazione simile a quella usata da Pasolini nel 1969 quando accusava gli studenti borghesi, ricchi e ben pasciuti, di essere dei piccolo-borghesi, perché odiavano un poliziotto che guadagnava 800 euro al mese identificandolo come “il nemico”  invece che andare a prendersela con i big democristiani che detenevano il Potere Forte. La sua argomentazione, pur nella sua opinabilità, venne suffragata due anni dopo: gran parte di chi gestiva la protesta nelle mansioni leaderistiche finì ben piazzato nelle istituzioni, nelle case editrici, nei circoli culturali che allora contavano, mentre Pasolini pubblicava un editoriale di fuoco sul corriere della sera accusando, con nomi e cognomi, i grandi potenti della Dc di essere dei criminali, chiamandoli in causa e definendoli “i veri terroristi nemici della popolazione italiana”. Pasolini finì spiaccicato sotto le ruote di un’automobile. Gli altri sono diventati ministri.
E’ dal comportamento che si rivela l’ideologia retrostante, e si capisce quanto un’idea o un’altra abbiano anche un riscontro.
Mi fido dei commenti dei miei lettori su Equitalia che, mi rendo conto, conoscono molto meglio di me come funziona.
Rimane il punto che questo è un paese dove neppure esistono leggi pesanti contro l'evasione. Quando un grosso evasore viene scoperto, patteggia e se la cava, invece di finire in galera. E penso che simbolicamente non sia il caso di prendersela con chi, in un modo o nell'altro, rappresenta lo Stato come esattore. Il nemico non è lo Stato come esattore, bensì lo Stato che non pretende l'esazione anche (e soprattutto) dai ricchi, dai privilegiati.
Da cui, la notizia di oggi: il furto di 13 milioni da parte del senatore del PD Luigi Lusi che otto ore fa è stato espulso dal partito (finirà nel gruppo di Scilipoti come qualcuno sostiene?).
Perchè questo passaggio? Perchè non si parla del fatto che i partiti non pagano le tasse che dovrebbero. perchè non si parla dell'evasione fiscale a danni dello Stato in quanto i partiti hanno "stabilito" come Legge che non sono tenuti a dimostrare che cosa fanno con i soldi che ricevono dallo Stato (cioè le nostre tasse). Perchè non devono rednere conto di nulla, a differenza del resto dei cittadini.
Pochi hanno notato che, ieri sera, mentre la senatrice Anna Finocchiaro pretendeva pubblicamente le dimissioni del senatore “dal gruppo del PD ma anche da senatore in modo tale da sollevare il parlamento da un tragico imbarazzo mettendosi a totale disposizione della magistratura, perché qui ci troviamo davanti non a un pasticcio, bensì a una tragedia”, il senatore Luigi Lusi rispondeva candidamente che “non ho nessuna intenzione di dimettermi, perché mai dovrei? Ho già espresso la mia posizione alla magistratura: ho sbagliato, pago e quindi è tutto risolto” quindi dimostrando che la cosiddetta “antipolitica” in verità ha più di una ragione da vendere (in realtà si tratta di “antipartitismo”) perché è chiaro come il sole anche per il più disincantato che questa vicenda sta dimostrando inequivocabilmente come davanti al peculato, alla corruttela, e alla reo-confessa manifestazione di reato, la direzione di ogni singolo partito non è in grado di esercitare la propria autorevolezza sui propri eletti: non ce l’ha.
Non stanno lì per far politica, stanno lì per approfittare della politica esercitando un personale tornaconto.
Gli eletti, infatti, stanno dimostrando –fatti alla mano- che considerano una loro prerogativa appropriarsi di soldi pubblici o fare affari con la politica, il che rende intercambiabili i partiti, uniformandoli nella loro specificità, grazie al fatto che non devono giustificare la spesa con libri contabili: non sono tassabili. Il titolo del quotidiano Il Giornale di oggi (una volta tanto) è davvero emblematico “diversamente ladri”. Come a dire che ammettono di esserlo (loro) ma non accettano la ben nota argomentazione dell’opposizione di “essere diversi”. Sono uguali. Il che è dimostrato anche dal fatto che appoggiano insieme il governo, che hanno sottoscritto mozioni comuni, che fanno insieme affari in borsa, che si suddividono i posti nei consigli di amministrazione delle grosse banche, ecc.
Questa vicenda dimostra che votare per il PDL o per il PD è la stessa cosa.
Oggi, 2 febbraio 2012 lo è diventato “ufficialmente” centomila volte più di ieri e ormai né Bersani né la Bindi né nessuno potrà più alterare questa verità.
Perché è scattato un fuggi fuggi generale che definire vergognoso è un complimento, e nel PD fanno a gara per far credere che il senatore Lusi nessuno lo conosceva, nessuno lo frequentava, era un personaggio minore, ecc.
Non è vero.
E’ coinvolto fino al collo Dario Franceschini dato che Lusi ha dichiarato ai magistrati di aver versato a lui “come d’accordo la cifra di 4 milioni di euro per spese di partito”, evento che Franceschini sostiene di non ricordare.
E’ coinvolto fino al collo Francesco Rutelli perché risulta firmatario del conto in banca insieme a Lusi “per co-delega notarile”. Il che dimostra “scientificamente” che Rutelli o è disonesto e complice o è completamente deficiente. Qual è l’adulto che ha un conto corrente in banca a firma comune con un altro individuo (a meno che non sia il proprio coniuge, figlio o compagno esistenziale) e non controlla mai, neppure una volta, quali assegni siano stati emessi, per quale cifra, e chi sia il destinatario? Che cosa avrebbe fatto Rutelli se, invece che essere finiti nel conto corrente della moglie per acquistare ville faranoiche, quei soldi fossero finiti nel conto personale di Totò Riina o Bernardo Provenzano? Come avrebbe potuto difendersi?
Questo vuol dire che nei partiti non esiste alcun controllo interno.
“Non è vero” ha tuonato un alto esponente del PD quando mi ha risposto alla domanda “tant’è vero che per evitare appropriazioni indebite nel PD c’è un chiaro dispositivo da tutti rispettato per cui da 130.000 euro in su scatta un immediato controllo capillare”.
Questo è un deficiente che non sa neppure leggere le carte.
I magistrati, infatti, ci hanno riferito –rendendolo pubblico- che il senatore Luisi non ha fatto zac e si è appropriato di 13 milioni. No. Ha cominciato emettendo prima 19 assegni da 128.000 euro, dopo tre mesi altri 42 assegni da 125.000 euro e così via dicendo. I 13 milioni risultano la somma di ben 109 assegni, tutti di cifra inferiore ai 130.000 euro. In uno dei versamenti ha commesso un errore nella transazione internazionale a carico della moglie in Canadà ed è scattata automaticamente un’ispezione della Banca d’Italia. L’incartamento era pronto già ad agosto del 2011. Hanno cercato di metterci una pezza. Non ce l’hanno fatta. Tant’è vero che nel mese di settembre e di ottobre il caro senatore è diventato generosissimo con i colleghi di partito, con le sezioni, con le spese per funzionari. Gli è andata male.
E lo sapete perché è accaduto ieri?
E’ stato grazie a tutti noi.
E’ il frutto del nostro lavoro.
E’ la vittoria di quella che Rosy Bindi, abbarbicata nella salvaguardia di un fortino che cola disgusto, vergogna e ludibrio verminoso da ogni poro, osa definire “la pattuglia dell’anti-politica che crea qualunquismo e dilaga nella rete”. Saremmo tutti noi, secondo lei.
Me l’ha confermato un magistrato. Al Ministero degli Interni sanno benissimo che gli italiani si stanno svegliando e non ne possono più. E poiché il governo e i partiti hanno scelto di non abbattere i costi della politica e la gente comincia giustamente a essere inferocita, solerti e onesti funzionari dello Stato (ne esistono ancora eccome per fortuna) vanno avanti facendo ciò che possono e hanno preteso di cominciare a fare un minimo di repulisti prima che arrivino i forconi veri, non quelli siciliani.
Lo dicono anche i veri sondaggi elettorali che vengono da attendibili società svizzere, da cui si ricava che il PDL è arretrato al 19,2% e il PD è crollato al 22,3%, e via dicendo, e che tutti i partiti insieme raggiungono soltanto il 57% perché l’astensionismo ha raggiunto il dato di 43,4%. Un dato molto preoccupante. Pericolosissimo. Tradotto in cifre vuol dire che su 48 milioni di elettori, se si andasse a votare entro tre mesi, poiché i votanti sarebbero non più di 25 milioni, con questa legge elettorale basta riuscire ad avere circa 6/7/8 milioni di voti per conquistare il premio di maggioranza e avere la maggioranza con la quale governare. Il che corrisponderebbe al 13% della popolazione: praticamente una dittatura oligarchica.
Considerando l’applicazione di statistiche ragionate sulla composizione delle clientele italiane che attribuiscono il costo/valore di ogni voto intorno alla cifra di 1250 euro ciascuno, vuol dire che la Repubblica Italiana uno se la compra per meno di 10 miliardi di euro. Una cifra davvero esigua per una qualunque multinazionale, per un qualunque fondo, per uno dei tanti clienti della Goldman Sachs o per Vladimir Putin o per un cinese o per un clan della ‘ndrangheta, o per chi vi pare.
E’ un calcolo che la Destra ha fatto. E punta su quello.
Grazie al senatore Luigi Lusi, insieme allo spaesato Scajola “non so chi mi abbia acquistato la casa”, insieme al ragionier robotico Mario Monti “non so che cosa sia la massoneria” l’intero management del PD ha raggiunto il disgustoso clan di “quelli a loro insaputa”.
Scajola è proprietario di un lussuoso appartamento a sua insaputa; Monti è massone a sua insaputa; il PD spende soldi dati a sua insaputa, dato che il senatore Luisi pagava addirittura l’affitto di locali della direzione nazionale del partito. Che razza di partito è un partito che oggi dichiara (Franceschini) “non sapevo davvero che fosse lui a pagare”.
Lusi era adorato nel partito. Era pieno di amici.
E la sua dichiarazione che ha RIPETUTAMENTE detto, scritto, faxato, e-mailato, addirittura feisbuccato, contiene tra le righe la macabra cifra dell’omertà minacciosa di un clan.
“Sia chiaro che mi assumo la responsabilità per tutti, a nome di tutti. Sono responsabile di tutto, e per tutti”. Tutti, chi? Di tutto, che cosa vuol dire? Sia chiaro: a chi?
Uno splendido avvertimento della serie “ragazzi, ok, pago io, restituisco un po’ di roba e sparisco…rimango qui fino al 2013 per avere il vitalizio e poi mi ritiro nella mia villa faranoica…tranquilli non coinvolgo nessuno”.
In suo articolo su Il Fatto quotidiano, comparso oggi, il giornalista Luca Telese spiega come funziona il “sistema dei pagamenti di Lusi” che fa da pendant al “sistema Penati” al “sistema dei capi-bastone del partito”, ecc.
Ci ricorda Telese:


Adesso sembra che nessuno conoscesse Luigi Lusi. A leggere le dichiarazioni pare che nessuno avesse a che fare con lui, che l’ex tesoriere fosse l’ennesima mela bacata, un solitario, una monade impazzita, che sia sopravvissuto come un marziano tra i suoi colleghi politici, e che l’unico responsabile di tutto sia il povero Francesco Rutelli, l’uomo che aveva favorito la sua ascesa quasi un’era geologica fa. In realtà, Lusi non era affatto isolato, non stava su Marte, era stimato e riverito da tutti i leader di tutte le correnti di tutto il Partito democratico (compresa quella che viene dalla Quercia), era il padrone di casa del Pd (prima di tutto in senso catastale) era al centro di una complessa rete politico-amministrativa che merita di essere decrittata e intitolata al suo nome.
Se aveva un rapporto con Rutelli, dopo la scissione era quello di averlo “tradito” per restare in un partito più solido e sicuro (sia pure senza interrompere i contatti). Il primo paradosso del sistema Lusi, dunque, è proprio
immobiliare: Lusi, come amministratore, era il padrone della sede più bella del Pd, quella di via del Nazareno, per cui il partito di Bersani pagava regolarmente l’affitto. Ed era anche il regista di un accordo retributivo incredibile per cui parte dei dipendenti dell’Api rutelliana erano e sono ancora (una dozzina) a tutti gli effetti stipendiati dalla tesoreria del Pd. Il che, tradotto in un’immagine più vivida significa questo: il partito morto (la Margherita) intascava un reddito dal partito vivo (il Pd), che a sua volta sosteneva le spese di un apparato inesistente (l’Api). In virtù di questo miracoloso gioco di scatole cinesi, si era verificato questo paradosso che per un partito politico dovrebbe corrispondere a un elettrochoc: durante le ultime amministrative, sotto lo stesso tetto, lavoravano funzionari di partiti che avevano simboli concorrenti e in competizione l’uno con l’altro. Di più: funzionari dell’Api dipendenti nella pianta organica del Pd lavoravano per conquistare voti a un partito diverso da quello che gli pagava gli stipendi. Ovviamente le persone in questione non avevano nessuna colpa: ma questo complicato e barocco gioco di specchi, molto più simile alla struttura delle società fantasma che a quelle tradizionali e sane della politica, rende l’idea di che tipo di ramificazioni avesse il sistema Lusi.
E le complesse geometrie di specchiatura non sono finite. Il primo simbolo dell’Api era tutto incentrato proprio sulle api (intese come insetti), svolazzanti in un prato. Il secondo, varato solo sulle schede elettorali delle amministrative aveva bruscamente cambiato proporzioni e loghi. Il prato era diventato un fiore, inclinato, incredibilmente simile alla Margherita.
E in mancanza dell’originale, il giochino era riuscito, se è vero che in Campania nel 2010 il partito aveva toccato il 3, 5 %. Un’operazione da manuale con un aiuto. La Margherita (cioè Lusi) proprietaria a tutti gli effetti del simbolo clonato, aveva
rinunciato a tutelarsi (al contrario della fondazione di Ugo Sposetti, che ha vigilato sul “copyright ” della Quercia. Ma il fattore più grottesco, nel coro dei cascanuvolisti di ieri erano quelle dichiarazioni di incredulità sulla finanza allegra di Lusi. Come dimostrano le veementi contestazioni di Arturo Parisi, Luciano Neri (e lo stupore di Dario Franceschini sulle incredibili dichiarazioni di Lusi, che gli attribuiva un finanziamento mirabolante di 4 milioni di euro!) nessuno ha voluto esercitare nessun potere di controllo sul tesoriere e nemmeno accettare destinazioni socialmente utili dell’incredibile mole di capitali gestita da Lusi……

Il risultato di tutto ciò è l’ennesimo trionfo di Silvio Berlusconi che gongola e si frega le mani. Ha quattro processi in corso e sa quindi che per lui, adesso, le cose si mettono bene. Stanno al governo insieme e quindi può trattare –alla pari IN TUTTI I SENSI- con il PD per una generale sanatoria. Non è certo un caso che, tre giorni fa i bilanci presentati da Mediaset indicavano una situazione disastrosa del gruppo con tendenza negativa. Oggi, subito dopo l’espulsione dal partito di Lusi, Mediaset –con sorpresa di ogni analista finanziario di borsa- vola al rialzo. Lo capisco. Il che la dice tutta sullo squallore della borsa valori di Milano, giustamente considerata una borsa minore priva di qualunque valore in campo internazionale. Come ogni professionista di borsa che lavori a New York, Londra, Francoforte, Parigi o Shangai sa perfettamente; chi considera le quotazioni analizzandole come se si trattasse di aziende “vere” è, nella migliore delle ipotesi, un mitòmane. I dati della borsa riflettono soltanto ed esclusivamente il barometro della politica italiana e lo stato dei giochetti clandestini che i vari clan al comando della corruttela esercitano sul mercato.
Ancora una volta, la storia di questo paese ci segnala che la sinistra democratica della cosiddetta opposizione sta preparando un nuovo regalo su un piatto d’argento a Silvio Berlusconi e alla Destra. Devono soltanto aspettare.
Tanto più i piddini seguiteranno a cercare di mettere una pezza su Penati, su Tedesco, su Lusi e compagnia bella, tanto più le tarme corrotte seguiteranno a mangiarsi le travi di legno che reggono il partito. Sarà un tonfo tragico quando crollerà, perché sarà improvviso.
E la responsabilità sarà tutta loro.
Purtroppo lo pagheremo tutti.
Ma di questo a Rosy Bindi e a Pierluigi Bersani non glie ne importa nulla.
Secondo loro, chi sostiene quest’interpretazione pretendendo che la questione morale ritorni a essere al centro dell’attenzione “fa dell’anti-politica ed è un qualunquista”.
Pensano di aver risolto il problema con queste frasette.
Qui di seguito, un brevissimo elenco delle ultime citazioni della valorosa pattuglia dei pidiellini e dei piddisti che attualmente governano il paese abbracciati insieme attraverso le elucubrazioni fantasiose del ragionier robotico.
"I tagli alla politica? Un'ingiustizia... Va bene, invece di darci 5000 euro di pensione a cinquant’anni potrebbero darcene la metà, ma eliminare i vitalizi no. Io non sono d’accordo, affatto. Su su, non esageriamo con l’antipolitica”.
                                              Giovanna Melandri (Pd)12 Gennaio 2012 (da Bruno Vespa)
“I tagli alla politica? Non mi nascondo, sono una ingiustizia. D’accordo, dateci una pensione minore, lo voto anch’io. Ma eliminare i vitalizi no. Io non sono d’accordo, affatto. Stiamo esagerando con l’antipolitica”.
                                        Daniela Santanchè  (PDL) 28 gennaio 2012 (da Michele Santoro)
“Questa onda che cavalca l’anti-politica è pericolosa perché alimenta il qualunquismo”                                                                                                        
(Angiolino Alfano, Ballarò 17 gennaio 2012)

“C’è un’onda che cavalca l’anti-politica ed è pericolosa perché alimenta il qualunquismo”   Rosy Bindi, Lilly Gruber 25 gennaio 2012)

“Non esiste una questione morale all’interno del PD. Non c’è mai stata. Non esiste nessun amministratore o gestore di cosa pubblica all’interno del PD che abbia un comportamento meno che onesto. Lo ripeto: non esiste una questione morale nel nostro partito”.   (Pierluigi Bersani, 10 luglio 2011).


Quando Luigi Lusi andrà in galera, potremmo segnare un punto a favore nostro sul pallottoliere della speranza democratica per un futuro migliore per la nostra nazione.

4 commenti:

  1. Caro DiCori ieri le facevo qualche appunto su Equitalia,non comprendendo o comprendendo solo parzialmente lo spirito di parte del suo post.
    Oggi nonostante il mio equivoco sono soddisfatto di aver contribuito assieme a Rossland a "stimolarla" a fare quelle precisazioni in modo che i "vessati" comprendono che non ce l'ha con loro (ma era bene chiarire secondo me,io non ho mai avuto dubbi sulle sue buone intenzioni ma magari qualcun'altro...
    se poi pure sobillato da qualche spregevole furbone in malafede... ) e gli altri comprendono (si spera) la pericolosa propaganda neofascista.Jack

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  2. Vorrei aggiungere un paio di domande.
    Perche' uno stato che ha gia' una Guardia di Finanza avrebbe bisogno di Equitalia? Ricordo che sono militari, armati, caso, e mi scuso se mi sbaglio, unico tra i paesi che conosco,
    In fondo e' una ulteriore spesa. Sostanzialmente e' un allargamento ulteriore della Amministrazione Pubblica. Che cresce continuamente
    e produce la base elettorale grazie alla quale sia pure ormai ridotta
    al 50% garantisce il governo dei partiti in questo paese e la prego di notare come di rifa o di raffa si continui ad assumere nel Pubblico Impiego.
    Questa base e' la garante consapevole o inconsapevole della continuazione di questo sistema.
    E perche' poi non dovrei odiare il mio aguzzino.
    Lascio perdere ebrei e SS, ma perche' io desaparecido argentino dovrei odiare i generali e non il mio torturatore diretto che si' sconvolto andava a confessarsi e si sentiva dire dal sacerdote
    che quello che faceva era necessario farlo per la Patria.
    Ma mi torturava. E se era figlio di povera gente, lo stesso, torturava.
    Capisco non e' un esempio che si da al caso. Eccessivo. E voglio aggiungere una cosa sporca, di cui lei giustamente parla, l'utilizzo
    di questo odio. Purtroppo e' cosi e non c'e' scelta, finisce sempre
    cosi' o lo usa uno o l'usa un altro.

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  3. A proposito delle bufale del post precedente, che ne dici della news secondo cui mr. Panetta avrebbe detto che entro primavera Israel attaccherà l'IRAN?

    guru

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  4. fermiamo ACTA la nuova censura del web per favore è importante
    Sergio mi dia una mano anche lei

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