di Sergio Di Cori Modigliani
Il varo del nuovo governo Monti è un’ottima occasione per comprendere l’inesistenza e soprattutto l’inconsistenza del termine “berlusconismo” (inventato, non a caso da Berlusconi), un concetto usato e abusato fino all’inverosimile e che ben si inserisce nella strategia dell’uso di diversivi e di armi di distrazione di massa per non far comprendere il reale stato delle cose alle persone.
Mario Monti, infatti, è il figlio di Berlusconi.
Non nel senso piatto del termine, ovverossia un governo che si occuperà delle aziende di Berlusconi, dei suoi affari, dei suoi guai con la magistratura, questo proprio no; neppure nel senso di un’applicazione di stile e di consuetudini caratteristiche della personalità del nostro ex e dei suoi volgari lacchè. No.
Mario Monti è il figlio perché appartiene alla stessa famiglia: il Paradosso della Surrealtà.
Ma contiene delle novità, da non sottovalutare, che possono –se ben alchemizzate da ciascuno di noi- essere estremamente utili per spingere verso un necessario (a questo punto davvero imprescindibile) processo di evoluzione.
E per la Repubblica d’Ipocritania, non è poco. Anzi, è moltissimo.
L’attuale governo, infatti, è composto (credo quasi nessuno escluso, forse uno soltanto) dalle persone che rappresentavano gli interessi e i luoghi “reali” che si trovavano dietro, accanto e sopra Berlusconi. Le stesse persone che si trovavano dietro, accanto e sopra Bersani, Casini, Bossi, e compagnia bella.
A differenza di Roberto Maroni che ha preso immediatamente atto di come si erano messe le cose, gli altri fanno finta di niente pensando che, alla fine del giro, i loro “capi ufficio” se ne ritorneranno nelle loro consuete palestre restituendo a Bersani, Casini, Cicchitto e Bossi l’ingrato compito di seguitare a rappresentarli. Personalmente non penso sia così.
Potrebbe non essere chiaro, quindi, esemplifico al massimo delle possibilità:
Il governo Monti è, in assoluto, il governo più politico e meno tecnico che la Repubblica Italiana abbia mai avuto nella propria storia.
E’ un governo composto, essenzialmente, da massoni, militari e vaticano insieme, di comune accordo, le tre vere strutture politiche portanti della nostra nazione, quelle con le quali il togliattismo ha giocato per quarant’anni, pencolando sempre un po’ da uno e un po’ dall’altro, nel tentativo di convincerli a identificare nel nocciolo duro del vecchio PCI la miglior sintesi possibile per rappresentare l’intera nazione, miseramente conclusasi come ben sappiamo.
Più politico di così, si muore.
La prima “vera” notizia, quindi, sta nell’autentica pacificazione di queste tre anime, da sempre in Italia contrapposte, responsabili di enormi lacerazioni nel tessuto sociale della nazione che hanno prodotto non pochi sconquassi.
La seconda “vera” notizia, consiste nel fatto che, dinanzi a una situazione di emergenza assoluta e reale (le cose davvero si sono messe e si stanno mettendo molto peggio ma molto peggio di quanto non abbiano voluto spiegare alla nazione) la massoneria e il vaticano e la parte più responsabile delle forze armate (insieme e di comune accordo) hanno stabilito che non corrispondeva più ai loro interessi –e quindi a quelli della nazione- di essere rappresentati dai loro impiegati, i quali, tanto per essere più realisti del re, avevano talmente esagerato nella totale acquiescenza servile da aver creato una situazione internazionale insostenibile. Poiché la massoneria e il vaticano, per quanto fortemente oppositivi, hanno, in Italia, un’attitudine simile, ovverossia lavorano –pur essendo entrambe legali, riconosciute e riconoscibili a chiunque- per vie tangenziali e sotterranee, si sono trovate prese in contropiede perché non hanno saputo leggere la realtà storica post-moderna comprendendo come muoversi in un teatro basato sui paradossi e sulla surrealtà. Entrambe pensavano di trovarsi ancora in epoca moderna.
Sia la massoneria che il vaticano se ne sono ben accorti circa due anni fa –ed è stata per entrambe le associazioni una vera tragedia- quando hanno capito che i loro impiegati erano fuori controllo, non rispondevano più agli ordini, erano arrivati al punto di non alzare neppure la cornetta del telefono, com’era invece sempre avvenuto nei decenni precedenti, perché i funzionari che avevano piazzato si erano talmente immedesimati nella parte da arrivare al punto di convincersi che a) l’ufficio era il loro; b) che loro non erano dei semplici esecutori bensì gli ideatori dell’ufficio creativo; c) che seguivano una logica incomprensibile per i loro autentici padroni, perché invece di essere basata sull’applicazione di regole, tattiche e strategie o di tradizione massonica o di tradizione vaticana o di tradizione militare, (in tutti e tre i casi basato sulla diligenza, l’applicazione, il rispetto della gerarchia, l’efficienza, l’affidabilità, l’assoluto rispetto per norme interne condivise, la disciplina, la forma) avevano scelto di recitare un altro copione, molto più vicino a una commedia scritta da Groucho Marx o da Woody Allen –quando andava bene- o una piece di Samuel Beckett quando andava male, con gli italiani convinti che Godot stesse sempre lì lì per arrivare.
Le hanno provate tutte, ma davvero proprio tutte. Non ha funzionato nulla.
Devono aver perso un sacco di tempo (che abbiamo pagato tutti noi) perché si sono insospettiti pensando che fossero gli altri (o addirittura Altri) che dietro le quinte stavano scombiccherando i piani. Finchè un giorno, con sollievo (e con raccapriccio) hanno capito che era accaduta una cosa davvero inaudita, un vero e proprio scandalo, per l’appunto surreale: i fratelli Marx avevano preso il potere.
Tanto per fare un unico esempio esemplificativo: quando qualcuno, in ufficio, rispondeva –per caso- al telefono, e dall’altra parte si sentiva dire “qui abbiamo un piccolo problema molto serio di liquidità” si sentiva rispondere “provvederemo immediatamente in serata”.
Ma la notte, si vedevano recapitare delle casse di Dom Perignon d’annata. Invece di.
Poveri massoni, poveri cardinali, poveri generali.
Devono aver passato dei momenti davvero non invidiabili.
Se penso soltanto alle facce, nei circoli massoni italiani che contano nel vedere girare in ufficio gente come la Dolcevitola o Scilipoti o il nostro ex o Nicola Saya auto-definiti “Grandi Iniziati”, posso immaginare il loro sconcerto. O un generale dall’impeccabile aplomb di servizio, vedersi costretto a Kabul a prendere ordini da un La Russa, frettoloso quanto ciclotimico, perchè di lì a poco partiva l’aereo per ritornare in patria a vedere l’ultima dell’inter in champions league. O un messo del papa, plenipotenziario inviato speciale urgente, alle prese con un immediato –quanto inatteso- problema in una delle filiali planetarie dello Ior sotto attacco, che invece di trovarsi davanti a un solerte e inappuntabile commercialista di servizio, si sentiva dire (magari da un palestrato in canottiera con il naso sgocciolante) “mi dispiace ma quel vostro conto corrente non è più disponibile, l’abbiamo trasferito da un’altra parte, per alcuni investimenti immobiliari nei caraibi, ci sono rimasti soltanto 245 euro, tanto per non farlo chiudere”.
Li capisco. Deve essere stato davvero irritante. Per non dire avvilente.
Peggio per loro che avevano scelto gli impiegati sbagliati.
O meglio: peggio per noi che ne abbiamo fatto le spese.
Hanno dato loro diversi ultimatum, ma alla scadenza non si presentavano neppure all’appuntamento.
Alla fine, hanno preso atto della situazione.
E hanno cominciato a muoversi. A modo loro, si intende. Cioè, nell’ombra.
Mica tanto poi (altrimenti non l’avremmo mai saputo nessuno di noi).
All’interno della massoneria, dell’esercito e del vaticano, si è aperta una lotta furibonda tra opposte fazioni. E i massoni, generali e cardinali che volevano evitare il definitivo ordine di sfratto dell’ufficio (al rogito appartenente alla “azienda Italia” in realtà concessione di multiproprietà con la comunità europea, i 27 paesi dell’euro e il comando generale della Nato) sono stati costretti a uscire allo scoperto.
Rendiamo merito alla “Rivista Militare”, la prima ad averci ammonito sui problemi davvero molto ma molto seri all’interno dell’esercito e delle forze dell’ordine, perché i soldati in Afghanistan e la polizia e i finanzieri non ricevevano adeguato supporto “promesso e garantito” mentre capitava che la quarta cugina di un ramo secondario di un generale in pensione in Sardegna se ne andasse un giovedì insieme a tre amiche a New York a fare le spese da Barney’s sulla fifth avenue su un aereo militare spendendo 45.876 euro su carta di credito del ministero per ritornare poi a Roma il sabato mattina, in tempo per andare –con le nuove mise, davvero impegnative- alla grande festa per il compleanno del tenero Pucci, l’ultimo dei nipotini. Spesa per la festa 27.000 euro, pagate sempre dal ministero della difesa. (by the way, il generale è da ieri indagato per truffa nei confronti dello stato). Il conto glie lo presenterà la nostra lady di ferro alla giustizia, new entry.
Rendiamo merito al coraggioso e passionale intellettuale Gioele Magaldi, il quale, per la prima volta nella recente storia dell’Italia repubblicana, si è assunto la responsabilità gravosa nell’agosto del 2010, attraverso le sue continue esternazioni sul sito di GOD, di cercare di salvare la massoneria italiana dall’inevitabile catastrofe, violando la loro regola interna che impone per tradizione segretezza, discrezione e cautela, sbugiardando pubblicamente il nostro ineffabile ex sultano prendendolo a schiaffoni in faccia e chiarendo a chi voleva aprire occhi e orecchie che c’era (e ancora esisteva) una parte sana e democratica e lungimirante dei circoli massoni italiani che intendevano sfrattare i fratelli Marx prima che ci arrivasse l’intelligence service britannico: ciò che loro paventavano, che ci spiegavano stava per accadere, che ci stimolavano a denunciare.
Rendiamo merito al giornalista Sciortino, direttore di “Famiglia Cristiana” che si è assunta la responsabilità –mai accaduta prima- di andare di petto contro il capo del governo italiano denunciandone le diverse manifestazioni, usi e abusi di un’idea davvero tutta sua dell’etica, della morale cristiana e del concetto d’amore.
I cattolici più sensibili non hanno più potuto far finta di niente.
Alla fine, visto che non si otteneva nessun risultato, i massoni, i generali e i cardinali, hanno stabilito che era necessario licenziare gli impiegati e mettersi al lavoro allo scoperto. Sono andati da Napolitano e gli hanno spiegato come funzionava la baracca. Lui ha fatto la sua parte, ha ammonito, spinto, minacciato. Intanto, in ufficio, squillava il telefono e non rispondeva mai nessuno.
Erano in giro con la Santanchè a fare shopping da Prada.
E così, hanno deciso ciò che hanno deciso.
L’idea fantasiosa dei cosiddetti “poteri forti” è sempre stata un’idiozia. Queste tre sono le vere forze che da sempre hanno rappresentato la spina dorsale della nazione trovando una loro dignitosa e ben accorta rappresentanza in parlamento (quando l’Italia va bene) e protestando (anche in maniera subdola e invereconda e pericolosa) quando andava male. Non è mai esistito in Italia nessun governo che non abbia interpretato gli interessi soprattutto dell’esercito, del vaticano, della massoneria.
Non era mai accaduto che, gettando via le maschere, il Vaticano, la Massoneria e l’Esercito, dichiarassero al paese –e al mondo- “ok ragazzi, abbiamo capito come stanno le cose, prima di staccare la spina e mandarci a remengo, consentiteci a noi, che conosciamo i nostri polli, di vedere se sia ancora possibile rimettere a posto l’ufficio”. Il problema, infatti, è che l’ufficio non ha più la linea telefonica (non hanno mai pagato le bollette) non c’è luce elettrica, quando si apre un archivio per prendere un documento le pagine essenziali sono imbrattate di marmellata e non si legge nulla, la tazza del cesso è sempre otturata, in cucina bisogna usare il camping gas per farsi un caffè. Non è certo una passeggiata renderlo operante e operativo. Non è facile. I fratelli Marx erano dei veri biricchini.
Buona fortuna Mr. Monti.
Se non altro sappiamo chi sono coloro che stanno al governo.
Personalmente mi dà un’idea di libertà interiore molto ampia. Non dà spazio a dietrologie infantili; mette in soffitta i giornalisti faziosi da quattro soldi, quelli che un giorno sì e un giorno no per vendere copie o testate televisive ci spiegavano chi c’è dietro questo ministro o quello e perché, ventilando chissà quali fantomatici complotti, usando sempre l’espressione “poteri forti”, una dizione infantile quanto anonima.
L’esercito, la massoneria e il vaticano: questo è il governo. E’ ufficiale.
Non hanno scuse.
O salvano la baracca oppure vuol dire che, davvero, sono arrivati troppo tardi e non era più salvabile (e la giustificazione “c’è la crisi internazionale” per loro non vale. L’azione vigorosa è ciò che loro possono permettersi, ed è su questo credito che è stata data loro la delega: per la serie “quando il gioco si fa duro, allora i duri scendono in campo”. Vediamo un po’ che cosa combinano i nostri duri).
Ditemi un po’ voi: in questo scenario, che cosa c’entra Goldman Sachs?
Voi veramente pensate che sia stata Goldman Sachs a imporre Daniela Santanchè? A ordinare ai massoni di cuccarsi Lavitola? A far gestire l’istruzione alla Gelmini? Ad affidare la cura del patrimonio artistico nazionale a Bondi? A convincere la Rai a regalare milioni di euro a Sgarbi e Ferrara? Ecc.,ecc.
Magari fossero stati loro. Mica sono i fratelli Marx.
Se è per questo sono molto peggio.
Quantomeno, qualcosa di diverso da ciò che la gente crede.
Fine della premessa.
Veniamo ai fatti del giorno. Quelli di cui non si parla nei telegiornali e sulla stampa, intendo dire.
Da oggi, infatti, svaniti i fratelli Marx, riprende lena un’idea antica del giornalismo e dell’opinionismo e dell’interpretazione. Questo mi rincuora. Finirà per scremare un mercato eccessivamente intasato da dilettanti, screanzati, mitomani, abituati ad avere a che fare con battute da avanspettacolo, poco inclini alla faticosissima vita da segugio, all’analisi ponderata di notizie vere.
La prima notizia, davvero clamorosa, è la seguente:
“Il vero rappresentante di Goldman Sachs in Europa, l’uomo piazzato da loro nel pulsante cuore del fondo monetario internazionale, un rappresentante dell’opus dei, l’uomo che ha gestito il salvataggio planetario dello IOR facendolo pagare al fondo monetario internazionale, l’uomo che aveva l’incarico di “gestire ufficialmente” i paesi cattolici dell’euro impedendo l’allargamento del debito: cioè Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda (la Francia esclusa) si è dimesso per motivi di salute. All’improvviso”.
Ecco la sua scheda: era uno delle persone più importanti al mondo dentro il FMI.
Si chiama Antonio Borges. Era il capo europeo del fondo monetario internazionale.
Uno dei tre membri della cosiddetta troika (insieme alla BCE e al Consiglio d’Europa). Era il responsabile “ufficiale” del controllo della situazione economica del debito italiano.
Di nazionalità portoghese è stato vice-presidente di Goldman Sachs a Londra.
Prima ancora era stato il Presidente della “Hedge Funds Standards Board” (per dirla in soldoni, quello che comandava l’allegra truppa dei mutui subprime che ha provocato la recessione del 2008, e grazie a quella bella pensata l’avevano promosso).
Non solo. Era anche membro del consiglio esecutivo e di amministrazione dell’università Bocconi di Milano (vi dice qualcosa?). Laureato in economia presso l’esclusiva università pontificia di Lisbona, era stato vice-governatore della Banca di Portogallo facendola fallire,
Era stato primo consulente esecutivo di United States Electric Power Institute, United States Treasury department, membro nel consiglio d’amministyrazione di Citibank, dell’azienda privata Petroleos de Portugal e di Jeronimos Martins Company e della grande multinazionale delle assicurazioni CNP.
Mario Monti ha fatto (così ci dicono fonti ben informate) due telefonate: una a Christian Lagarde “lo voglio fuori dalle palle, non voglio più Goldman Sachs in Europa” e l’altra alla Merkel “sei d’accordo che non ci faccia gioco?”. La risposta è arrivata un po’ tardi. Monti era stato categorico e l’aveva spiegato sia a Gianni Letta che a Napolitano. “O lui o me e la conferma la voglio dalla Merkel”. Ha aspettato 45 minuti nello studio di Napolitano prima di sciogliere la riserva perché la telefonata non arrivava e la Merkel ha impiegato molto a convincere il suo connazionale, papa Ratzinger, che Borges doveva essere eliminato.
Sembra accertato che abbia guidato la speculazione al ribasso sui titoli italiani.
Fuori uno.
In cambio è aumentata la quota del vaticano dentro al nostro governo.
La mia opinione è la seguente: meglio così.
Ecco la seconda notizia, che ritengo molto importante, per non dire decisiva.
Su questa, non ho opinioni in proposito, mi mancano informazioni adeguate. Ho sensazioni, intuizioni, istinto. Che valgono quanto valgono le vostre. Io dò l’informazione, che ciascuno faccia funzionare il proprio cervello. Se qualcuno sa, bene, dicci dicci….
“La signora Christiane Lagarde, consapevole del grave momento che il mondo finanziario sta attraversando, ha deciso di affidare l’importante incarico, con speciale e specifica attenzione alla gestione della crisi debitoria della Repubblica Italiana a Reza Moghadom che subentra al posto di Borges che ringrazia per l’eccellente lavoro svolto”.
Per dirla in breve: l’Italia sta sotto controllo dell’Iran, questa è la notizia.
Intendiamoci, quantomeno per ciò che riguarda il Fondo Monetario Internazionale.
Chi è Reza, dato che lui è “ufficialmente” il nostro controllore?
Di lui (e qui iniziano subito i dolori) si sa davvero poco, troppo poco.
Basterebbe pensare che tutte le informazioni che il generoso, nonché attendibile, Bloomberg ci dava su questo personaggio, dieci giorni fa sono state cancellate, insieme a tutti i siti che lo menzionavano. Non si trova nulla se non robbetta.
Si sa che è un economista, funzionario del FMI e che ha lavorato su nomina di Strauss Kahn (lo ha nominato a forza nel 2004) insieme ad Antoinette Sayeh, ministro delle finanze della Liberia, in Africa. Certo, c’è da dire che quando lui arriva (insieme alla Sayeh) dopo un po’ scoppia una guerra che finisce per fare gli interessi economici della Francia, guarda caso a danno dell’Italia e sempre in relazione al petrolio e alle commesse che producono lavoro: la coppia ha gestito per conto del FMI la situazione in Benin, Niger e Togo. Risultato del loro lavoro: le tre economie sono crollate e il controllo del petrolio in quelle tre nazioni è passato sotto controllo della Francia e della Cina con la benedizione iraniana. A noi: zero euri, zero dollari, zero lavori.
Sembra che Mario Monti fosse già informato di questa bella pensata di Christiane Lagarde (dopotutto è francese) e così ha avuto l’idea di mettere il comandante generale della Nato in Europa (cioè una persona che –in caso di estrema necessità- può dare ordini alla Lagarde) come nostro Ministro della Difesa. Abbiamo perso la Lybia, Finmeccanica è decotta, Impregilo va male. Insomma: anche un idiota capirebbe che a conti fatti, i gloriosi servizi segreti francesi non hanno avuto grossi problemi nel vedersela con i fratelli Marx: abbiamo perso svariate decine di miliardi, commesse in giro per il mondo, lavoro e occupazione. Inoltre, bisogna aggiungere che questo Reza è stato il Presidente di un’azienda privata la “Iran Chemical Industry Investment Company” con sede aTeheran. E’ l’uomo che ha provveduto a far affluire in Iran ingenti investimenti economici nel campo chimico e nucleare. E’ stato promosso e voluto fortemente anche dai britannici che l’hanno lanciato “ufficialmente” sulla piazza il 14 febbraio del 2011. In quella data, OXONIA, ovverossia the Oxford Institute for Economic Policy (finanziato dalla Royal Bank of Scotland, socio di Goldman Sachs) ha organizzato e promosso un convegno destinato a pochi privilegiati economisti al Neffield College. La relazione che introduceva e lanciava ai vertici il nostro Reza, però, all’ultimo momento è stato deciso di non farla fare al rettore dell’università di Oxford (l’uomo della borsa di Londra) bensì a un italiano: Domenico Lombardi. Chi sia, questo signore, io non lo so.
Questo Reza “da oggi alle ore 16” risponde presentando quotidiani rapporti al FMI e alla BCE sullo stato finanziario dell’Italia. E’ il nostro controllore.
Volete sapere che cosa c’è dietro? Non ne ho la più pallida idea.
Mi domando (e qui, per oggi, chiudo) rimbalzando la domanda a tutti voi che leggete: “come mai l’Italia è finita sotto controllo di un iraniano che all’interno del fondo monetario internazionale si è occupato negli ultimi 7 anni esclusivamente dell’Africa, facendo gli interessi esclusivi della Francia e che dei meandri dell’Europa sa poco o niente?”.
Qui di seguito accludo tre immagini del nostro commissario controllore.
Muoio dalla curiosità di avere notizie su di lui.
Urgono solidi commenti con informazioni e notizie attendibili e autentiche da fonte certa.
Grazie per l’attenzione.
Conclusione: noi cittadini non contiamo un .zz.
RispondiEliminaMa allora non facciamo prima a rinunciare al regime democratico?
In momenti di difficoltà economica abolire le elezioni di qualunque livello é un bel risparmio.
Anzi già che ci siamo aboliamo anche il parlamento.
Ma sì W il Papa re! :-)
http://it.wikipedia.org/wiki/Stato_d'eccezione
RispondiEliminaMi viene da pensare che gli Stati europei sono tutti in crisi e che si è scatenata una guerra per la sopravvivenza, se non si risponderà con abilità agli attacchi soccomberemo. Questo è il nuovo colonialismo, ed è il più sadico e spregiudicato perché invisibile.
RispondiEliminaEgregio Sergiodicorimodigliani,
RispondiEliminaSono contento di aver fatto la sua conoscenza perchè nella vita non si finisce mai di imparare.
Avrei fatto volentieri un po' di cammino insieme perchè avremmo potuto avere obiettivi comuni, ma lei si accompagna a viandanti che non sono di mio gradimento .
Io ho avuto le risposte che cercavo e le nostre strade qui si dividono.
Ringrazio l'opportunità che tramite lei ho avuto di conoscere persone interessanti come Rossland e Melman( che saluto) e forse anche il mio Amico Jack che non ho capito se faceva domande di cui credeva già di conoscere le risposte.
Amico Jack , nel caso il tuo cuore fosse puro, conservalo così e non metterlo alla mercè di chicchessia.
homo homini lupus. Perfino il nostro Padrone di casa ce lo aveva detto.
E lui deve saperlo bene
Un caro saluto a tutti.
Ciao Yuma!
RispondiEliminaCredo di capire la tua decisione!
Ti ho letto sempre molto volentieri.
Melman
L'iraniano non conta un'emerita mazza e non ne sentiremo parlare mai più.
RispondiEliminaTroppe parole servono solo a confondere le idee.
I governi di Italia e Grecia IMPOSTI dalle elites finanziarie altro non sono che curatori fallimentari delle rispettive economie.
Non c'è nessun salvataggio possibile.
Non c'è nessuna Europa possibile.
Semmai un Nuovo Ordine Mondiale.
Che a questo punto sembra inevitabile.
Hai voglia a schernire i complottisti, il loro copione si sta realizzando con una precisione disarmante e mi sa che il finale non sarà a sorpresa.
Non c'è da cercare regie occulte, si tratta di un file autoinstallante (.exe), una volta innescato, viaggia da solo.
Buonanotte.
guru
@ Yuma
RispondiEliminaSono sicuro che sei una brava persona,anche se le nostre idee divergono un pò.Il mio cuore è puro,PURTROPPO,come lo è quello di chiunque in questo momento abbia paura del futuro e che,come me,cerca di trasformare la paura in voglia di reagire.
Terrò in considerazione il tuo consiglio,del resto non sono ancora a servizio di nessuno e anzi mi piacerebbe avere dentro di me le stesse risposte che hai tu in questo momento,comunque mi dispiace di perdere un interlocutore come te,ma non farti commuovere,se questa è la tua decisione,non tornare indietro.Jack
@ Yuma
RispondiEliminaUn'ultima cosa:
sono davvero piacevolmente sorpreso da te,non credevo di essermi guadagnato un posticino nel tuo cuore,ti ringrazio davvero per questo.Jack
@ sergiodicorimodigliani
RispondiEliminaDato che io ho ancora fiducia in lei,e che,come mio solito,arrivo in ritardo rispetto ai suoi post,riguardo ad un precedente post in cui lei sosteneva che Christina Romer fosse
@G.d.B.
RispondiEliminaGrazie Sergio, vedere che c'è ancora qualcuno che cerca di spiegare sinceramente come stanno le cose anche ai digiuni di politica, economia e intrallazzi è davvero rincuorante.
Yuma
RispondiEliminaMi ha colpito molto leggere che saluti perché lei si accompagna a viandanti che non sono di mio gradimento.
Mi sembra rifletta quella posizione molto di moda fra i nostri (fallimentari ) politici che, pur volendosi (a parole) appartenenti a due schieramenti nettamente divisi, hanno finito per presentarsi frammentati in 34 diversi gruppi davanti a Monti, quando nei giorni scorsi stava vagliando la loro disponibilità alla fiducia per il suo Governo.
Votandola tutti, alla fine, come fossero un unico compatto schieramento.
Insomma, come scrive Saviano oggi su La Repubblica parlando di Occupy Wall Street, Questo movimento conserva solo da lontano le sembianze di una protesta sociale come le abbiamo viste negli ultimi vent'anni. Osservando i volti, le parole, le scelte, i comportamenti, ci si accorge che questa mobilitazione è del tutto nuova. Mantiene al proprio interno un legame necessario con tutto quello che è stata la storia dei movimenti sociali americani, ma c'è qualcosa di diverso che sta cambiando per sempre la sintassi della protesta nel mondo. La sua forza è centrifuga, ciò che unisce è l'obiettivo, non la visione del mondo.
La tua posizione mi rende oggi evidente il perché - quando si parlava qui, in alcuni post, di Occupy Wall Street - tu esprimessi valutazioni scettiche al riguardo.
Non andiamo da nessuna parte Yuma, se passiamo la nostra esistenza (fosse anche solo quella virtuale), a cercare di comunicare solo con chi è già d'accordo con noi.
Il solo fatto di poter valutare alcuni viandanti come non di tuo gradimento, sembra sottindendere che chi non ti è gradito è per ciò stesso non degno di frequentare gli stessi spazi che frequenti tu.
Non una gran prova di disponibilità al confronto, a mio avviso.
Mi spiace, sì, che ci saluti (e ti saluto con dispiacere).
Ma mi è difficile rimpiangere chi ha del dialogo l'idea che sia possibile solo se fra appartenenti allo stesso censo, sociale o intellettuale che sia.
Mi ricorda una delle ragioni per cui (forse) in questi ultimi 17 anni i nostri intellettuali si sono rinchiusi nel loro caldo bozzolo.
Anziché sentirsi chiamati a testimoniare un disagio sociale crescente e un impoverimento dei valori, è stato spesso più facile per molti di loro raccontarci il disprezzo per i cultori dell'iPhone che si indebitano per averne uno pur con le pezze al culo, che provare a farsi promotori di altre, diverse e più alte visioni cui tendere.
Se non vi è un'apertura al dialogo con chiunque, non vi è alla fine alcun dialogo possibile; solo un parlarsi addosso fra simili, esercizio piuttosto sterile e inutile, alla fine.
Uno snobismo che non genera altro che mascherati razzismi vecchio stile, quelli che ancora si nascondono sotto la coltre di una facile difesa dell'extracomunitario (tanto è sempre altro e lontano) e si rivelano integri quando c'è da difendere la propria appartenenza a una classe sociale o intellettuale, che finiscono spesso per coincidere per l'esclusione, appunto razzista, di chi non è gradito .
Credi che basti come provocazione?
Spero di sì, perché è nel mantenere aperto il discorso che ci diamo una speranza di costruire davvero una società migliore.
Se te ne vai alla prima divergenza, parteggi solo per il fallimento di ogni sogno di società civile, cioè inclusiva e rispettosa di ogni diversità.
A te la palla...
@rossland...(dal loggione)...clap clap clap
RispondiElimina"Se non vi è un'apertura al dialogo con chiunque, non vi è alla fine alcun dialogo possibile; solo un parlarsi addosso fra simili, esercizio piuttosto sterile e inutile, alla fine."
RispondiEliminae dove sta scritto che e' Giusto parlare con tutti? e se uno non ne ha voglia?
:-)
il giusto e la voglia non sono ancora stati codificati dalla scienza ufficiale, che io sappia.....
voglio dire, tante volte diamo per scontato proprio cio' che scontato non e', se ci fermassimo un attimo a pensarci scopriremmo che quello che ci guida nelle nostre azioni non e' scritto sulla carta ma in altro luogo, quello che di solito ci piace ignorare.
indopama
RispondiEliminaSe non si ha voglia di parlare, basta stare zitti.
Non vi è certo l'obbligo di parlare con tutti nè quello di parlare con qualcuno con cui non si ha nulla da dire.
Tanto meno c'è l'obbligo di commentare in un blog, dove il commentare o meno è a totale discrezione personale.
Diciamo che se si decide partecipare con i propri commenti a una conversazione, non mi pare granché come apertura al dialogo l'uscire, avendo cura di farlo notare e facendo dei distinguo di merito sugli altri commentatori.
Vi è un giudizio, sottostante, che sa di snobismo fuori luogo.
Concordo sul fatto che ciò che ci giuda nelle nostre azioni non è scritto sulla carta, ma non sul fatto che quel non scritto ci piaccia ignorarlo.
Ciò che qui viene ignorato, è l'abc del rispetto per le opinioni e/o per chi le esprime, visto che si lascia perché i viandanti non sono di gradimento .
Logica vuole che, quelli che restano, siano di bocca buona, cioè alla stessa altezza (o bassezza) di quei viandanti non graditi per colpa (o merito) dei quali yuma decide di non poter più frequentare o commentare in questo blog.
Insomma, capisco che se uno non ne ha voglia possa evitare di commentare o leggere un post.
Non che si esca sdegnati perché gli altri ospiti non ci sono graditi.
Son cose diverse, sfumature, se vuoi.
E' un po' come avvisare il padrone di casa, alla cui cena ci siamo auto invitati, che si esce già al brodino per via della sgradita qualità dei commensali.
Se non gradisci gli ospiti, buona educazione vuole che, visto che ti sei invitato da solo, tu abbia almeno il buon gusto di sorbire il brodino in silenzio magari ripromettendoti, fra te e te, di mai più mescolarti a commensali imparaticci.
La vedo dura in ogni caso, costruire qualcosa con questi snobismi da vecchie signore con il mignolo alzato...
@Rossland
RispondiElimina"Snobismi da vecchie signore con il mignolo alzato". Urca! Debbo dire che Yuma mi ha dato l'impressione di essere tutto tranne che uno snob!
Pensa che a me aveva colpito molto di più la chiosa
"Homo Homini Lupus, perfino il nostro padrone di casa ce lo aveva detto!"
in cui campeggia un "perfino" a mio modo di intendere molto "malandrino"...
"Malandrino fu il perfino"..
Boh... c'è a chi piace solo il dr.Jekill, a chi solo mr. Hide, a chi tutti e due... che poi sono sempre uno...lo stesso ...
Già! Or che mi rammento anche questo
"perfino il nostro padrone di casa ce lo aveva detto!"
azz.... Yuma....mannaggia a te...
http://www.youtube.com/watch?v=3Y4Ml1qRGHk
Melman
@Melman
RispondiEliminaE infatti: che c'è di più malandrino?
Non è forse un mignolo graziosamente alzato il Mr. Hide che si manifesta di straforo nonostante le peripezie per occultarlo di ogni Dr. Jekill?