venerdì 3 febbraio 2012

Un dirigente del PD spezza il cerchio dell'omertà e coinvolge i vertici del partito: "sapevano tutto tutti".

di Sergio Di Cori Modigliani

'Su Lusi sapevano tutti'
E’ la prima personalità politica italiana che ha scelto e deciso di rompere l’atroce cerchio di omertà collusa dell’apparato partitico nazionale, vera e propria benzina di quel sistema camorristico-mentale di complicità e condivisione che hanno distrutto il paese e lo stanno adesso strozzando.

Si chiama Michele Fina, è un dirigente del PD, il responsabile del partito in Abruzzo.
Nato ad Avezzana nel 1978 appartiene a quel settore di giovani dirigenti della sinistra democratica ai quali non viene concesso l’accesso, né tantomeno il semaforo verde, per potersi presentare nella società civile in modo tale da poter poi essere notati dalla truppa mediatica.
Li tengono nascosti, silenziati. Li tengono in frigo. Perché l’immagine del partito deve (e soprattutto deve seguitare ad essere) rappresentata da persone come Enrico Letta, Rosy Bindi, Massimo D’Alema, Dario Franceschini,ecc. Con la benedizione di Bersani che ormai corre da una parte all’altra della penisola per cercare di mettere una toppa sulla  falla morale sempre più grande, sempre più ampia, che sta squarciando la nave del PD e inevitabilmente finirà per andare a sbattere finendo come la Concordia: l’alternativa d’opposizione democratica più forte d’Italia finirà piegata in due con i mitòmani superficiali che si faranno fotografare sul relitto.

Noi, saremo i cadaveri dei passeggeri morti, cioè tutti quelli che hanno disperatamente pensato e voluto credere che al comando ci fossero persone rispettabili e soprattutto responsabili.

Mentre Franceschini negava, la Bindi minimizzava, Francesco Rutelli che ha ormai completamente perso la testa e la dignità (rispondendo a un giornalista ha detto di non sapere “neppure che cosa sia il giornale Europa” di cui Lusi era il vice-presidente: sarebbe l’organo ufficiale del partito che lui rappresenta al massimo livello operativo), Enrico Letta sosteneva “la totale estraneità del PD a questa vicenda che non ci riguarda”, Matteo Orfini, responsabile della comunicazione del Pd dichiarava che “confidiamo nella magistratura che appurerà l’intera situazione”, i giovani dirigenti del PD, nomi sconosciuti, volutamente tenuti fuori dai giri che contano, hanno cominciato a mordere il freno e a mugugnare più del solito.

E così, Michele Fina, ha deciso di parlare, di dire la sua. Lo ha fatto in parte su facebook, e poi sull’edizione on line del settimanale L’Espresso.

«Abbiamo denunciato per anni Lusi e i suoi metodi, le sue spese faraoniche, le auto blu, i gazebo, i pranzi. Ma dal partito ci rispondevano di non toccarlo, perché era uomo di Rutelli. Ora mi cadono le braccia quando sento i dirigenti dire che erano all'ignaro di tutto. Sapevano tutto tutti».

E’ la sua grande rivincita e va appoggiato.
Perché lui –dati inoppugnabili- è un democratico della sinistra che ha detto no.
Cioè, ci ha provato.
Ma il partito lo ha azzittito.
Prove inconfutabili. Chi conosce i meandri politici del PD abruzzese e nazionale sa che da almeno quattro anni Michele Fina denunciava quello che lui aveva definito “il metodo Lusi”, cioè miliardi a palate, cene di lusso, meeting in luoghi faranoici con spese pagate a quelli che contavano nel territorio, ricche consulenze a persone notoriamente corrotte, la solida kermesse di stampo berlusconiana con olgettine e mascalzoni al seguito, con l’unica differenza che il riferimento era il PD e non il PDL. Con i soldi nostri.

«Io ho combattuto il 'metodo Lusi' qui in Abruzzo, denunciandolo, e ora non sopporto che si parli di un fulmine a ciel sereno, che si è abbattuto all'improvviso su di noi. L'utilizzo illimitato dei fondi della Margherita, al di là dei 13 milioni, era evidente a tanti. Adesso qualcuno cade dalle nuvole. Io non voglio far parte di questo coro. Non ho mai voluto farne parte».
Mentre Rutelli e ieri sera alla tivvù anche Arturo Parisi insistono nel descrivere Luigi Lusi come un boy scout, “talmente morigerato e serio e responsabile da essere riuscito a ingannarci tutti: nessuno se l’aspettava, sono stato fregato” (Rutelli a Lilly Gruber) nella Marsica abruzzese se si dice “Luigi Lusi”, la reazione di tutti è come quando nel casertano si parla dei boss della camorra. Né più né meno. Il suo comportamento è stato talmente macroscopico da aver marchiato in maniera indelebile l’immaginario collettivo degli abruzzesi perché come ha dichiarato alla televisione locale ieri sera un medico del posto “non avevamo mai visto nella nostra vita tanta ricchezza, tanto lusso esposto: ricordo come alla convention di Francesco Rutelli nel 2007 c’era una interminabile schiera di auto blu, decine e decine di segreterie bellissime, e assunzioni a non finire per chiunque fosse stato disposto a entrare nel giro, presentato in maniera addirittura dichiarata come un modo per fare buoni affari”.
Michele Fina, in rappresentanza del PD locale aveva protestato.
A voce, per iscritto, ufficialmente, a nome di tutto il partito abruzzese.

Nessuno, quindi, oggi, può accusarlo di aver scelto la denuncia soltanto perché Lusi è stato beccato con le mani nel sacco. Ci sono i documenti, le lettere formali, le riunioni in federazione con centinaia di testimoni in questi quattro anni.
“Ma dal partito a Roma arrivava sempre lo stesso ordine: Lusi è potentissimo, è un uomo di Rutelli e non si tocca, va appoggiato e sostenuto a tutti i costi”.
 Alla domanda che gli ha posto il giornalista Marco Esposito a proposito del fatto se lui è stato testimone del comportamento di Lusi in questi anni, oppure lo ha soltanto sentito dire, ha risposto:

«le cose, le spese pazze le ho viste e fatte notare a chi aveva responsabilità politiche ed organizzative di livello superiore. Noi ci siamo battuti contro Lusi sul territorio per anni. E' stato un confronto-scontro spesso leale, qualche volta sleale, che abbiamo sempre condotto in assoluta solitudine. Coloro che potevano vigilare ed approfondire hanno avuto un atteggiamento pilatesco ed oggi dovrebbero usare parole un po' meno veementi e se possibile anche un pizzico di autocritica….abbiamo denunciato diverse anomalie, documentandole, a partire dal tesseramento gonfiato, ottenendo il commissariamento ma non una verifica approfondita. A quel punto, per il bene della 'ditta', decidemmo di porre fine a una querelle che aveva stremato tutti, continuando comunque a tenere botta nei mesi a seguire. Tuttavia per Roma eravamo solo una provincia inguaribilmente rissosa e Lusi era un potente da non infastidire troppo……io e Lusi siamo stati fin dalla nascita del Pd su fronti opposti, con due idee di partito radicalmente inconciliabili. Certo, lui disponeva di mezzi economici che sono sempre apparsi eccessivi e che non vedevamo solo noi.”
Dalla direzione del PD, invece, il segnale e l’ordine di scuderia è quello di seguitare a lavarsi le mani. D’accordo con Rutelli e tutti gli altri, lo stanno scaricando garantiti del fatto che non parlerà perché sembra molto attaccato all’idea che entro un anno godrà del vitalizio e della pensione come senatore. Quindi ha tutta l’intenzione di star zitto.
Era l’uomo di punta del PD nel centro-Italia, al punto tale da averlo già inserito come numero due nella lista elettorale.

Nel PD cercano di censurare tutto, di nascondere ciò che possono, ma Michele Fina e i suoi compagni abruzzesi non hanno intenzione di mollare. Altrimenti non avrebbero scelto di rendere pubblica la propria posizione, rinunciando alla consueta linea della strategia politica in Italia: ricattare la direzione chiedendo in cambio soldi, prebende, posti al sole.

Ha pubblicato su facebook, nella sua pagina privata, un curioso annuncio:

·         Per prima cosa, nel rompere il silenzio che mi sono imposto, voglio ricordare l'insegnamento dell'attore, drammaturgo e sceneggiatore comico Ettore Petrolini, il quale durante un suo spettacolo, sentendosi fischiato da uno spettatore del loggione evidentemente scontento, s'interruppe e guardando in alto disse: "Io nun ce l'ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t'hanno buttato de sotto"

un chiaro invito ai suoi compagni di partito a partecipare a un necessario repulisti morale ed etico del PD.

La Bindi ha già fatto sapere che si tratta “del solito attacco dell’antipolitica dei giovani”.

Forse, il suo intervento nasce per sviare l’attenzione e far sì che non si diffonda un’altra notizia, interna, al PD che vede un suo protetto alla ribalta: Ugo Magagnino.
Questo deputato, insieme a Michele Cappella, Antonio Borrometi e a Martino Dorigo (eletto nel 1995 nelle file di rifondazione comunista) hanno presentato alla Camera una mozione per impedire l’abolizione di vitalizi e aumentare i beneficii dei parlamentari, chiedendo che venga rispettata l’età pensionabile di 50 anni “anche per coloro che hanno prestato servizio nelle passate legislature”. I più accesi sostenitori di tale mozione sono l’ex rifondatore Dorigo (è stato in parlamento soltanto due anni) e Ugo Magagnino. Stanno per compiere 50 anni e vogliono i soldi subito. Hanno scritto e firmato una mozione insieme a 21 parlamentari della Lega Nord e a 7 del PDL.

Con vergognoso spirito di omertà, il sito di rifondazione comunista ha pubblicato questa mattina una notizia in cui “ufficialmente” sostengono che “Martino Dorigo si è dimesso da ogni incarico del partito già nel 1996 e non rappresenta la linea del partito”.
Pensano di cavarsela così, scaricandolo.

Complimenti a Michele Fina, al quale auguriamo sinceramente buona fortuna.

C’è bisogno, in Italia, di gente che dice ciò che sa. Che ha il coraggio di dire no.

Anche perché Lusi non è stato beccato da un magistrato, non c’era dietro una inchiesta.
E’ stato un caso.
L’affare è venuto fuori perché a maggio del 2011 la moglie, canadese, lo ha chiamato da Montreal e gli ha detto che c’era la possibilità di fare un ottimo affare immobiliare subito, ma bisognava versare in contanti entro 24 ore un milione di euro, altrimenti le avrebbero soffiato l’affare. Luigi Lusi si è firmato 9 assegni della cifra di 111.000 euro ciascuno che ha spedito come bonifico alla moglie, uno ogni dieci minuti. Ha sbagliato nel complilarne uno per una cifra lievemente superiore: 112.000. Nel computer della banca –come previsto dalla Legge- si è accesa una spia luminosa che scatta quando partono bonifici per l’estero per una cifra superiore al milione di euro, e in automatico, il software predisposto ha inviato tutta la documentazione di quello specifico conto corrente direttamente all’ufficio “verifiche e controlli” degli ispettori della Banca d’Italia, e alla sezione anti-terrorismo e anti-riciclaggio del Ministero degli Interni.

E’ accaduto tutto per 800 euro.

Non si tratta perciò dell’inizio di una nuova tangentopoli. Non è nato perché c’era stata un’inchiesta.

E’ stato un errore umano.

La dimostrazione che non siamo ancora all’alba della tangentopoli 2012 sta nel fatto che i magistrati –chiamati dalla Banca d’Italia- che hanno l’inchiesta in mano, invece di procedere con calma, e cominciare a interrogare tutti e controllare tutto e allargare l’inchiesta, la stanno chiudendo in fretta e furia.

Tant’è vero che –pur di chiudere l’inchiesta immediatamente- Francesco Rutelli ha già firmato un accordo con il magistrato accettando 5 milioni –a nome dei 13 ufficialmente sottratti- come risarcimento rinunciando alle proprie prerogative legali per recuperare l’intera cifra. Anche il PD ha ritirato tutte le proprie accuse per impedire che l’inchiesta vada avanti e che si allarghi a macchia d’olio.

Impedire che venga chiusa subito e insabbiata è còmpito di tutti i democratici che aspirano a vedere ricostituito lo Stato di Diritto: dopotutto si tratta di soldi nostri.

Appoggio quindi con convinzione l’esternazione di Michele Fina, e vi invito a leggere la sua intervista sul settimanale L’Espresso e diffonderla in rete, su facebook, su twitter.

Cerchiamo di spingere pretendendo di sapere tutto ciò che c’è dietro questa sporca faccenda.

Basterebbe chiedere a Francesco Rutelli. “Scusi senatore, come mai le hanno rubato 13 milioni ma lei ha tanta fretta ad accettarne 5 rinunciando a riavere gli altri 8; in nome di quale principio ha scelto di non salvaguardare i propri interessi?”

Ci devono proprio aver preso per totali scemi narcotizzati.


2 commenti:

  1. Non c'entra con ilpost ma mi pare una notizia:

    Dal Financial Times:

    Berlusconi to abandon front-line politics

    " Silvio Berlusconi has declared he is “stepping aside” from front-line Italian politics, revealing he has no intention of running again as prime minister.
    In his first interview since resigning amid turmoil on financial markets last November, Mr Berlusconi spoke to the Financial Times at his Rome residence on a range of issues, from what he called a media-inspired furore over his “bunga bunga” parties, his anger at “left-wing” magistrates hounding him in the courts, and his drive to promote far-reaching political and judicial reforms..."

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  2. anche ACTA è una notizia importante per favore informatevi

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