lunedì 13 febbraio 2012

Marco Doria, l'outsider proposto da Sel di Vendola, sbaraglia i burocrati e vince le primarie in Liguria.

di Sergio Di Cori Modigliani

Surprise!!
Alle primarie in Liguria le due candidate scelte dalla direzione del partito per rappresentare il PD alle prossime amministrative di maggio, vengono battute clamorosamente da un outsider sostenuto da SEL di Nichi Vendola: Marco Doria.
Il PD scopre che esiste la sinistra che pensa, che reagisce, che capisce.
Il responsabile ligure dell’organizzazione, Basso, ha dichiarato “di essere sotto shock e di essere pronto a rassegnare le dimissioni rimettendo la decisione nelle mani della segreteria nazionale”.
Il PD, quindi, si conferma appartenente alla compagine dei “barbari sognatori” (così il leader leghista Roberto Maroni ama definire i suoi seguaci, orgogliosi rappresentanti di chi, nel V secolo d.C.,  aveva fatto man bassa delle vestigia dell’impero romano seminando morte e distruzione in tutto il continente: ciascuno è responsabile dei simboli e delle icone rappresentative che si sceglie) e si dichiarano stupiti, colpiti, addirittura –i più deficienti di comprendonio- sorpresi. Non si capisce il perché della sorpresa, visto che il PD è retto dalle stesse persone che hanno affossato la sinistra negli ultimi dieci anni, che ha rinunciato a qualsivoglia forma di opposizione costruttiva e propositiva, ma soprattutto pratica la corruttela, la disinformazione e il servilismo coatto nei confronti dei detentori del potere né più né meno di quanto non faccia il PDL e l’UDC. La squallida vicenda di Penati, del senatore Tedesco, l’arresto di un sindaco napoletano camorrista eletto nelle fila del PD, lo smascheramento di manovre da corridoio rinascimentale che hanno portato alla luce il coinvolgimento di Dario Franceschini nella vicenda del tesoriere della Margherita, il fatto che i DS –in teoria morti e sepolti- seguitino a usufruire di soldi provenienti dalle tasse dei cittadini per lucrare poi in borsa sui derivati finanziari e nessuno nel partito ha mai sentito neanche il pudore civile di affrontare la questione; l’idea di un partito che fa la ressa per abbracciare Cicchitto e poi mendicare presso il ragionier Monti qualche briciola bancaria (ricordate il pizzino di Enrico Letta?) ebbene, oggi c’è ancora qualcuno che si stupisce del fatto che la gente abbia voltato le spalle a questo partito non identificandosi più in Rosy Bindi, Walter Veltroni, Massimo D’Alema, Dario Franceschini, Pier Luigi Bersani.
La sorpresa sarebbe stato il contrario.
“Barbari”, quindi, perché incapaci di rappresentare il grande patrimonio culturale, sociale e prima di ogni altra cosa, “politico” che la grande tradizione socialista e libertaria ha rappresentato in Italia dal 1892 quando Angelo Costa fondò a Genova il partito socialista italiano, avendo il PD scelto di aderire al piano di ristrutturazione tecnocratico-reazionario della destra oligarchica planetaria.
“Sognatori” perché la gran mangiatoia ligure, unico squallido delirio onirico in grado di affollare le menti annebbiate dei dirigenti del PD, d’un tratto sfuma: come si conviene a ogni sogno che non riesce a trovare un elemento razionale che lo trasformi da filamento onirico in progetto reale.
Per non parlare del fatto che la trasmissione televisiva Report e più recentemente Presa Diretta e su La7, neppure dieci giorni fa, la trasmissione Gli Intoccabili, abbiano denunciato insieme a Don Gallo, al management organizzativo di Libera, alle informative della Direzione Investigativa Antimafia e al pool anti-racket della criminal pol ligure, l’ignobile e immonda realtà di un abbraccio mefitico –nel nome di affari comuni- tra il governatore ligure Burlando –colonna del PD- e la famiglia Mamone di Catanzaro, una delle più solide famiglie della ‘ndrangheta calabrese che, attraverso la società ECO-GE, si è conquistata la fiducia degli amministratori liguri del PD assicurandosi il controllo del 100% degli appalti pubblici. Ripeto: il 100%.
Ha vinto le primarie Marco Doria –ennesimo errore nato dall’abbaglio bulimico nel leggere con occhi miopi la realtà- il quale viene identificato, per minimizzare la portata della protesta, come un “esterno alla politica che ha coagulato su di sé la protesta e l’indignazione degli iscritti al partito” presentando il candidato come “un giovane outsider, caratteristico di questi tempi”.
Marco Doria, cioè l’outsider giovanotto, ha 54 anni, ha una carriera politica alle spalle che dura da 35 anni. Si è iscritto alla FGCI a 18 anni, poi nel PCI, infine nei DS, alla fine ha accettato il fatto che lo avessero annullato isolandolo perché contrario all’abbraccio con i mafiosi, perché contrario alla selvaggia speculazione edilizia che ha distrutto il territorio, perché ha osato scuotere il partito, finendo nel dimenticatoio piddino. Finchè Vendola non gli ha dato asilo accogliendolo come rappresentante di una opposizione che tale vuole essere.
E’ un piccolo segnale. Un chiaro sintomo.
Che il PD non accoglierà, non capirà, non vorrà accettare.
Cercheranno di metterci una toppa.
Ma arriveranno tardi, come al solito.
C’è gente, a sinistra, che comincia a stancarsi di arrivare tardi.
Ma soprattutto, comincia ad essere stanca delle solite facce proposte da burocrati pasciuti, abituati all’esercizio del privilegio, alla mancanza di idee, alla realtà dei capi-bastone, in aperto spregio delle istanze rinnovatrici portate avanti da giovani puledri, censurati, silenziati, e isolati dentro la stalla del perbenismo ben rappresentato da una presidente come Rosy Bindi, una personalità politica che è contraria all’aborto, è fortemente contraria alla tassazione degli immobili del vaticano, che è contraria alla patrimoniale per i ceti più abbienti, e che considera Mario Monti “la punta propulsiva del rinnovamento che l’Italia vuole”.
C’è chi vuole ben altro.
Bravi liguri.


2 commenti:

  1. Marco Doria è stato anche appoggiato da Don Gallo e questo è importante perché si dimostra ancora una volta che la "società civile" è più matura dei partiti. E' più autonoma nelle sue scelte.

    La sinistra dovrebbe valorizzare di più il suo elettorato coinvolgendo nelle scelte i nuovi o i meno nuovi come Marco Doria che dimostrano di essere autonomi dai partiti e dalla loro nomenklatura.

    Se dopo Milano e Napoli ora è la volta di Genoa, non può essere un caso. Prima o poi, anche i dinosauri ds capiranno che dovranno mettersi da parte. O no?

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  2. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

    E alle prossime elezioni ne vedremo delle belle (guarda caso si parla di sbarramento all'8%, guarda che caso)...

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