sabato 25 giugno 2011

Passa la legge sul matrimonio gay a New York: ecco cosa dice la destra

di Sergio Di Cori Modigliani


Ieri notte, 24 giugno, ad Albany, la capitale dello Stato di New York, il governatore dello Stato, Andrew Cuomo, ha ratificato la legge "sulla eguaglianza matrimoniale" che sancisce il matrimonio omosessuale consentendo a gay e lesbiche il riconoscimento anche legale della loro relazione amorosa.

New York è il sesto stato (su cinquanta) in Usa ad approvare la legge.
Ma è un voto, questo, molto importante per due motivi.
Il primo perchè la città di New York è notoriamente un enorme contenitore di trend di massa che provocano un'onda vasta e potente che finisce per investire la società civile di tutto il mondo occidentale.
E quindi, questo voto avrà senz'altro delle ripercussioni anche in Europa, soprattutto in Francia, Germania e Italia dove i diritti legali degli omosessuali non sono garantiti alla pari come accade invece nel Regno di Spagna e nel Regno Unito di Gran Bretagna.

Il secondo motivo -che è quello più invidiabile per noi italiani, quantomeno per il sottoscritto- consiste nella modalità politica di gestione del dibattito, del confronto, del voto e delle dichiarazioni di esponenti politici.

Ecco i fatti:

Per far passare la legge erano necessari 32 voti. I democratici (ufficialmente i grandi sostenitori a favore del matrimonio gay) potevano contare soltanto su 26 voti. Mano a mano che si avvicinava il giorno del voto si sono moltiplicati, soprattutto nei talk shows televisivi, i confronti tra le due diverse realtà, alle quali hanno partecipato tutti, compresi preti anglicani, preti cattolici, imam mussulmani, rabbini ebrei, suore cattoliche, rappresentanti delle più disparate associazioni. Invece di usare toni estremi, ideologici ed emotivi, entrambe le parti hanno sostenuto il proprio punto di vista usando argomentazioni di carattere sociale usando la scusa di questa votazione per avviare un ricchissimo (e ripeto: per noi italiani davvero invidiabile) dibattito sul rispetto dei diritti civili nella società multi-etnica post moderna. Nessuno, in entrambi gli schieramenti, ha mai neppure osato fare appello ad argomentazioni subdole o denigrare la parte avversaria con epiteti offensivi o denigratori, della serie "eliminiano i bacchettoni retrivi" oppure "basta con i froci".
Non vi è stato un solo episodio, neppure marginale.
I repubblicani hanno convocato il proprio stato maggiore tre giorni fa e hanno fatto una scelta politica.
Sei parlamentari repubblicani, di cui tre in rappresentanza di organizzazioni moderate di destra vicine alla Chiesa Cattolica e a quella Protestante, hanno "spontaneamente scelto" di votare a favore della Legge, consentendo, quindi, il suo varo.

Ed ecco le dichiarazioni del sindaco di New York, Martin Bloomberg, un miliardario conservatore, esponente di punta della destra repubblicana, apparso in televisione alla fine della votazione:

"Nelle ultime settimane ho avuto diversi colloqui con i rappresentani repubblicani sia al Senato che alla Camera dei Deputati. Nel corso di questo confronto è stato chiaro, per tutti noi, che oggi, 2011, una legge a favore del riconoscimento del matrimonio tra cittadini appartenenti allo stesso sesso appartiene alla grande tradizione libertaria alla quale si sono ispirati i nostri antenati, i fondatori della nostra società, quando nel 1776 fondarono gli Stati Uniti d'America. Oggi, Thomas Jefferson, George Washington e il filosofo Voltaire avrebbero votato questa legge. Il Partito Repubblicano e la Destra Storica di questa nazione sono orgogliosi, oggi, di annunciare ai propri elettori di avere scelto di accogliere la grande eredità libertaria dei nostri padri fondatori. La nostra ideologia, che da sempre ha combattuto contro il comunismo, contro la sopraffazione e contro gli impedimenti alla libertà, ci ha illuminato nel nostro percorso. Sappiamo che, in questo momento, esistono in alcuni dei nostri votanti alcune perplesssità. Ebbene, io vi dico che i repubblicani di destra che oggi si sono assunti la responsabilità di questo voto verranno a lungo ricordati per il loro coraggio, visione, saggezza sociale e responsabilità civile. Tra dieci o venti anni, guardando indietro, i repubblicani di destra potranno davvero dire di essere orgogliosi di aver compiuto questo passo. Una nazione libera non può che far varare leggi che consentono la libertà a tutti, perchè questa è la base della democrazia associativa. Questa è una vittoria politica collettiva di chi ha scelto di star dalla parte dell'evoluzione civile condivisa".

Questo è stato il discorso di un importante esponente della destra repubblicana.

Invidio il dibattito politico in America.

Non è necessario alcun altro commento.

Nessun commento:

Posta un commento