domenica 12 giugno 2011

Il nostro bene più prezioso in assoluto

di Sergio Di Cori Modigliani


Vi dò una informazione e vi racconto una vicenda di cui sono stato testimone nella Repubblica Argentina nel gennaio del 2009, quando lì è piena estate. In un paese lontano, il mio, la terra dove sono nato e ho trascorso la mia prima infanzia. Ricca di risorse, di energia naturale, di animali, di poesia, di letteratura, di balli, di amore e desiderio. Una terra difficile e affascinante, di predatori e di violenza.
Come tutti sanno a metà degli anni'70 ci fu una feroce ditattura militare che sterminò una intera generazione assassinando decine di migliaia di intellettuali, artisti, liberi pensatori, militanti democratici. Fu una colossale tragedia che nessuno in Argentina ha mai dimenticato.
Poi, è cambiato il vento, si sono modifcate le condizioni politiche internazionali e anche in Argentina è ritornata la democrazia e la pace sociale. Al governo ci sono andati -in libere elezioni- quelli che avervano combattuto in clandestinità la lotta armata contro la dittatura, il gruppo dei Montoneros (cosiddetti perchè si nascondevano tra le montagne).
Ma veniamo al gennaio del 2009.

La televisione argentina intervista un curioso personaggio, un giovane dinamico imprenditore appena arrivato nel paese dallo stato dello Utah, nel centro degli Usa. Si chiama James Peter Hunkfield.
La trasmissione faceva parte di un talk show molto seguito sulla situazione economica nel paese in cui si dibatteva su questioni politiche (una specie di Anno Zero versione argentina). Questo imprenditore era venuto alla ribalta perchè era arrivato venti giorni prima, aveva depositato in banca la cifra di 600 milioni di dollari -circa 500 milioni di euro- una cifra molto alta per l'America Latina, sostenendo di voler investire nel paese perchè amava l'Argentina. Naturalmente erano scattate delle procedure di controllo standard sull'origine dei fondi di questo giovane, tra l'altro simpatico e affascinante, per timore che fose un ricilatore di danaro sporco.
Sia l'interpol che le fonti del governo statunitense avevano dato il semaforo verde. Mr. Hunkfield era pulito.
Risultava essere figlio di un noto miliardario che aveva ereditato due anni prima e tutta la documentazione era legale.
Per quattro o cinque puntate della trasmissione, l'imprenditore partecipava al dibattito ed era diventato un ospite fisso, diventando quasi un'icona.
Dopo circa venti giorni andò via da Buenos Aires e andò a fare un viaggio nel nord del paese, a bordo di una jeep, accompagnato da due amici, al confine con il Brasile.
Lì, a circa 3500 chilometri dalla capitale trovò un posto che gli piaceva.
Era una landa assolutamente desolata, desertica, nello stato di Salta, confinante con la Bolivia a nord-ovest e con il Brasile a nord-est.
L'americano si innamora del luogo, sostenendo che gli ricordava le piane desertiche della sua terra d'origine.
In questa zona non c'era nulla se non qualche villaggio (pueblito) di indiani e tre paesetti che non arrivavano a duemila anime ciascuno. Non c'è neppure un treno che arriva lì, nè l'autobus. Nulla. Niente scuole, niente ospedali, niente di niente nel raggio di 300 chilometri quadrati. Non c'erano neppure mandrie di animali.
L'americano decide che vuole acquistare della terra per dar vita a una comunità.
Si informa.
La terra appartiene al demanio. Il governatore dello Stato di Salta è un politico corrotto.
L'americano decide di acquistare un territorio grande come la Lombardia pagandolo in contanti.
Gli chiedono 500 milioni di dollari. Lui accetta.
Diventa il proprietario di una landa desolata.
In Argentina ci scrivono anche delle barzellette considerandolo un deficiente e a febbraio c'è perfino una interpellanza parlamentare sostenendo che il giovane imprenditore è stato turlupinato e non va bene per l'immagine del paese che si sappia in giro per il mondo che gli argentini ingannano la gente, dato che è fondamentale per il Sud America attirare capitali.
Poi, tutto finisce in una bolla di sapone.
Ma Javier Gutierrez, un grande giornalista investigativo decide di voler andare a dare un'occhiata. Ci va nsieme ad altri sei giornalisti. Conducono un'inchiesta che dura quattro mesi e mezzo, mettendosi in contatto con organizzazioni di giornalisti indipendenti e liberi che operano in Sud America e negli Usa.
E dopo cinque mesi esplode il caso.
Vengono a scoprire che l'imprenditore, in realtà, è un giovane impiegato, di professione geologo, che per sei anni ha lavorato alla Nasa. Vengono a scoprire che una società produttrice di acqua minerale, una importante multinazionale, aveva pagato l'affitto di un satellite contribuendo anche con un grande e ricco fondo alla ricerca scientifica e la Nasa glie lo aveva messo in orbita. Il satellite aveva rivelato che in quella zona -la landa desolata acquistata da Mr. Hackfield- si trovava la più vasta falda acquifera di acqua di sorgente sotterranea proveniente dalla prospiciente foresta delle Amazzoni. La quantità di acqua era tale da garantirgli nell'arco di dieci anni un profitto netto pari a 12 miliardi di dollari.
Avevano messo in piede una storia credibile e avevano spedito il loro impiegato in Argentina.
Ma i giornalisti fanno esplodere il caso.
Finisce in Parlamento.
La Presidenta, Cristina Kirchner, condivide il proprio sconcerto con il presidente del Brasile, quello della Bolivia e quello dell'Uruguay, tre nazioni confinanti dove al potere ci sono andate le formazioni politiche che negli anni'70 guidavano la guerriglia contro le dittature militari, e che oggi sono in prima fila nella lotta contro lo sfruttamento di risorse da parte delle multinazionali (che, come dice il termine, sono sovra-nazionali).
Insieme decidono di fare la voce grossa.
Presentano una protesta a Obama (che dichiara la propria innocenza e la totale ignoranza dei fatti da parte del governo americano) pretendendo "il riconoscimento dell'annullamento del contratto internazionale garantito da un notaio olandese pena la denuncia contro gli Usa presentata all'Onu, al Consiglio di Sicurezza".
La querelle si protrae per due mesi.
Alla fine il governo americano cede.
Il giovane imprenditore se ne ritorna negli Usa.
Il contratto viene annullato. Dei 500 milioni di dollari glie ne restituiscono soltanto 352.
La falda acquifera -decisione della Fao sancita a Roma il 28 ottobre 2009- viene considerata "bene pubblico" e la proprietà viene condivisa tra Argentina, Brasile e Bolivia.
La Germania si mette a disposizione per fornire l'alta tecnologia necessaria per acquisire l'acqua sotto terra ed estrarla in superficie.
Sono trascorsi sedici mesi, da allora.
Nella zona ci sono ruspe, trattori, macchine movimenti terra, gru, operai e tecnici al lavoro. Hanno aperto 342 cantieri. 82 chilometri di deserto sono diventati fertili, destinati ad agricoltura biologica integrale che hanno consentito l'occupazione nell'agricoltura di 122.000 addetti. Stanno nascendo delle piccole città. Costruiranno scuole e ospedali.

Volevo raccontare oggi questa storia, nota a tutti, (anche in Europa) tranne che agli italiani ai quali nessuno glie l'ha mai raccontata.

In memoriam di Julio Gutierrez, deceduto nel corso del suo coraggioso lavoro di giornalista investigativo.
Mentre i colleghi in Italia si occupano di gossip, di vallette, di bunga bunga e di quisquilie irrilevanti, ci sono ancora professionisti che in giro per il mondo combattono una battaglia silenziosa e anonima per garantire a tutti l'accesso alle informazioni e alle notizie che appartengono alla gestione di un bene comune.
Un tempo anche in Italia era bello fare il giornalista.

Oggi l'acqua.

Domani, ci si augura, un ripristino della legalità.

buon fine domenica

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