sabato 11 giugno 2011

250 milioni di bambini ogni giorno vengono sfruttati, ammalati, schiavizzati. L'Onu lancia la giornata del ricordo: il 12 Giugno

di Sergio Di Cori Modigliani

Domenica 12 giugno 2011 è una giornata importantissima e fondamentale per tutti coloro che sostengono la libertà dei diritti civili, il rispetto e la salvaguardia dell’integrità dei minori, la difesa ad oltranza del diritto del lavoro. Per tutti coloro che sostengono di combattere contro la sopraffazione e lo sfruttamento del lavoro minorile.Non è una decisione presa da un sindacalista, da un partito, da una nazione, da un movimento.
E’ un annuncio ufficiale diramato dall’Onu un mese fa.
Venerdì 10 giugno, infatti, l’OIL (l’Organizzazione Internazionale per il diritto dei Lavoratori) ha indetto una conferenza stampa a New York ricordando ai rappresentanti planetari del mondo mediatico che questa domenica –e lo sarà da oggi per tutti gli anni a venire- è diventata il “Giorno Mondiale Contro il Lavoro e lo Sfruttamento Minorile”.
Fortemente voluto dall’Unesco (l’organizzazione delle Nazioni Unite con sede a Ginevra che si occupa della situazione dell’infanzia del mondo) questa data (il 12 giugno) deve diventare un monito per tutti noi nel ricordare quella che il sottoscritto considera la più agghiacciante manifestazione di brutalità, di irresponsabilità, di cattiveria e di disumanità che la nostra primitiva Specie Umana esercita nel mondo.
I dati:  secondo l’Onu, ogni tre secondi di ogni minuto in ogni giorno dell’anno in tutto il mondo si verifica un grave incidente sul lavoro di cui la vittima è un essere umano di età tra i 4 e 14 anni. In tutto il mondo esistono attualmente 115 milioni (centoquindici milioni) di bambini che sono considerati “entità a rischio di morte” perché lavorano, trattati come schiavi, in un ambiente nocivo e tossico senza alcun rispetto delle minime regole di salvaguardia della salute e dell’integrità del corpo fisico (per non parlare di quella emotiva, psicologica, spirituale). A questo vanno aggiunti altri 125 milioni di bambini –età media dai 6 ai 12 anni- lavoratori salariati con qualche garanzia. Sono loro che producono le merci che la pubblicità vuole convincerci (riuscendoci)  a desiderare, per poi volerle acquistare. "Nonostante un certo progresso nell’ultimo decennio, il numero di bambini che lavorano in tutto il pianeta, soprattutto in ambiente identificato come nocivo e tossico” spiega il Direttore dell’Organizazione Internazionale del Lavoro, Juan Somavia “rimane molto alto e rappresenta una minaccia al progresso dell’umanità. Lavorare tutti insieme per combattere l’esistenza di questo fenomeno DEVE ESSERE UN’ASSOLUTA PRIORITA’ per tutte le nazioni che aspirano a considerare se stesse come parte integrante della cosiddetta civiltà degli Umani”.
Il numero più alto di morti, lesioni gravi e permanenti e sfruttamento intensivo avviene nella zona del Pacifico Meridionale e in Asia. Lo sfruttamento del lavoro minorile è l’elemento di propulsione principale dell’enorme e gigantesco sviluppo economico della Cina e delle nazioni del sud est-asiatico, che sono quindi in grado di competere sui mercati mondiali perché non pagano il lavoro in modo adeguato.
Non vi sembra il caso di ricordare questa data?
Non vi sembra il caso di combattere contro questa atroce ingiustizia umana?
Non è forse, questo, il più orrendo crimine contro l’umanità mai perpetrato?

“Il 12 giugno ricordatevi che esistono 250 milioni di bambini, sul pianeta terra, che non hanno mai giocato.”.

Ce lo suggerisce l’Onu.

Ci tenevo a ricordarlo ai tutti i miei connazionali.

Questi bambini sono nostri co-abitanti dello stesso pianeta Terra.

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