venerdì 10 giugno 2011

Infuria la battaglia in Lybia. Il più alto numero di morti anche tra civili dall'inizio della guerra

di Sergio Di Cori Modigliani



Leggendo la stampa estera, guardando le televisioni sudamericane e i canali indipendenti statunitensi si riescono ad avere notizie sulla guerra di Libia.
Notizie che a noi non vengono fornite perché essendo parte in causa (c’è stato una formale dichiarazione di guerra da parte dei paesi del cartello Nato ai quali l’Italia ha aderito) il segreto militare impone una severa censura. Ma le notizie le fornisce il resto del mondo (e questo blog, ad esempio) e non sono tanto buone.
Dalle ultime informazioni, infatti –confermate dai corrispondenti esteri dell’autorevole CNN- sembra che nelle ultime dieci ore si stia svolgendo una battaglia molto cruenta a Misurata, città che “ufficialmente” era stata liberata dalle truppe di Gheddafi già da un mese.
Questo, almeno, è ciò che ci era stato detto dal nostro Ministro degli Esteri, Frattini.
Ebbene, sembra che non sia così.
Le truppe fedeli al rais sono ritornate e in poche ore si contano 24 morti accertati e almeno 120 feriti gravi. La notizia è stata diffusa dal Dr. Khaled Abu Falgha, chirurgo primario dell’Ospedale Hekma a Misurata. “Il numero dei morti e dei feriti nella sola giornata di venerdì 10 giugno è stato il più alto dal mese di febbraio, da quando è iniziata la guerra civile”.
Sembra che i ribelli cirenaici stiano facendo uno scudo umano per evitare che Misurata cada di nuovo nelle mani delle truppe di Gheddafi affrontando il fuoco dei cannoni dei carri armati. Ma la strada che da Misurata porta al mare è costellata di cadaveri.
Le notizie, da fonte sudamericana, vietnamita e cinese, sulla guerra in Libia, rivela che i morti civili sarebbero “diverse migliaia” che i combattimenti sono molto aspri e i bombardamenti della Nato proseguono a tappeto ad un ritmo sempre più incalzante e violento.
Finora, la guerra di Libia che sarebbe dovuta durare non più di due settimane è costata allo stato italiano la cifra di 4,5 miliardi di euro.
Gli esperti militari indipendenti sembrano molto scettici all’idea che la guerra possa avere una fine immediata.
I nostri media nazionali non forniscono notizie se non annacquate. Lì, intanto, la gente seguita a morire. E il numero delle vittime aumenta ogni giorno di più.

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