sabato 14 aprile 2018

La tragica farsa di Damasco



di Sergio Di Cori Modigliani

Tranquilli! Non sta accadendo proprio nulla.
Caso mai è proprio questo il problema.
Non perdete tempo ed energia facendovi sommergere dall'ansia e dall'angoscia.        Cercate di trascorrere un sereno week end primaverile, non scoppierà nessuna guerra e non esiste nessuna guerra fredda. 
Anzi. 
La mia impressione è che mai come in questo momento russi e anglo-americani siano andati così d'accordo. La situazione mi appare molto simile a quella che esisteva nel 1938 quando, sia a Washington che a Londra, si spiegava al proprio pubblico nazionale di elettori che il grande Male Assoluto era rappresentato da Josif Stalin e dai suoi bolscevichi, mentre -sottobanco- si parlavano tutti i giorni per consolidare la loro vincente alleanza militare (ma questo lo avremmo saputo soltanto alla fine della guerra). Il loro vero nemico era Adolf Hitler.
Così oggi sia per i russi che per gli americani, amorevolmente alleati e innamorati consenzienti nel tentativo di colpire i loro due comuni nemici: la Cina e la Ue.
Una situazione molto complessa e anche ardua da leggere e comprendere a meno che non ci si senta talmente liberi e leggeri da poter avere una visione disincantata sulla realtà in cui viviamo, ovvero quella dell'era mediatica post-moderna.

Discutere su armi chimiche sì o armi chimiche no, sul cattivo Trump belligerante o sul perfido Putin belligerante, è inutile e perdente: è un teatro obsoleto.
Nei decenni, Hollywood e il noir francese ci hanno insegnato che per due appassionati amanti fedifraghi (entrambi a loro volta coniugati con persona gelosissima) il modo migliore per farla franca e non farsi scoprire, consiste nel creare una gigantesca messinscena di depistaggio basata sul sostenere pubblicamente, apertamente e smaccatamente, che il proprio amante adorato è persona meritevole di disprezzo, indignazione e forse addirittura odio. Se si tratta di commediola frizzante, finiranno tutti a letto insieme, se invece si tratta di un noir, finisce a coltellate. Comunque sia, la tecnica è sempre la stessa: mettere in piedi una gigantesca operazione di depistaggio.

L'unico vero nemico è colui (vale per le nazioni ma anche per un soggetto politico unico o partito) che dichiara la propria volontà di "non allineamento". 
In questo caso sottraendosi alla logica business della vendita di armi.
I due contendenti non sono Usa e Russia: loro fanno "ufficialmente" il lavoro sporco a nome di tutti, ma non perchè siano buoni, bensì perché è la merce ideologica principale che loro devono vendere al loro rispettivo elettorato in patria: soldi, muscoli, sicurezza, nazionalismo, sovranismo.
Su un sito internazionale gestito da americani e russi insieme, qualche settimana fa, con squisito cinismo degno di Goebbels, alcuni militari facevani i conti della spesa, da cui veniva fuori che (complessivamente) la guerra civile in Syria ha prodotto, nell'ultimo quinquennio, un fatturato complessivo di circa 2.000 miliardi di dollari.
Vale più di Google e facebook messi insieme.
Non sono 2 gli attori in campo, bensì 20.
Se permettete è un po' diverso.
Intendiamoci, per quei poveri disgraziati innocenti -parlo qui dei circa 400.000 civili uccisi- morti in Syria in questi anni tutto ciò è irrilevante.
Ma non lo è per noi, o meglio. per chi vuole capire quale sia la messinscena.
I 20 attori sono: Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Stato del Vaticano, Italia, Syria, Israele, Autorità palestinese, Egitto, Giordania, Turchia, Qatar, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Iran, India, Pakistan, Australia.

Si tratta di un business collettivo, e questo soltanto per ciò che riguarda il Medio Oriente.

Siamo nel mondo mediatico della post-verità.
Anche discutere, per sport, sul vero e sul falso, è inutile in quanto obsoleto.

La realtà di oggi che ci pone nuovi interrogativi, è comprensibile osservando con attenzione il disegno che vi ho proposto nell'immagine di accompagnamento di questo post: se noi ci troviamo a 38° nord-est ci fanno vedere un pittore edile che sta verniciando il soffitto, ma se invece ci spostiamo a 64° sud-ovest e vediamo la stessa scena (che ci viene presentata come "fatto oggettivo"  o "insindacabile verità") ci rendiamo conto che si tratta di un piastrellista che sta sistemando il pavimento.

Ciò che conta, quindi, oggi, non è più il fatto in sé. Il mondo virtuale ha affossato la verità.
Ciò che conta è la percezione di un fatto, di un evento e non più la sua sostanza: è il marketing pubblicitario che ha sostituito il contenuto, privo quindi di valore.
Che senso ha discutere e magari litigare pure, sostenendo che c'è un edile che sta sistemando il soffitto quando si sta parlando a un altro essere umano -magari in buona fede come noi- il quale, invece, vede un simpatico piastrellista?

Di questo dovremmo parlare, essendo il nuovo trend della discussione planetaria: come restituire Senso alla sostanza, valorizzare il contenuto e quindi sostenere il merito sottraendo se stessi all'imbattibile seduzione della percezione che ci avvolge con il diabolico mantello di ciò che appare ma non è detto che sia?

Tutto ciò per dire la mia opinione sulla Syria: non accadrà nulla di irreparabile a breve termine: i 20 attori hanno stabilito che il pianeta Terra può permettersi di fare a meno di qualche milionata di siriani ed è molto probabile che puntino su questo stallo almeno per i prossimi cinque anni. Per tutti loro, è guadagno certo e assicurato. 
Come dicono in America: is just money in the bank!

Tranquilli, quindi, non accadrà nulla di più di ciò che sta accadendo.
Ovverossia, per noi non sta succedendo niente.
Ma se lo andiamo a chiedere a una famiglia borghese siriana che vive nel centro di Damasco, la sua opinione sarà davvero molto diversa dalla nostra: ci parlerà del piastrellista.

Ma noi stiamo qui.
Per i siriani è una vera tragedia.
Per noi è una farsa.