di Sergio Di Cori Modigliani
Se dovessi scegliere una immagine secca, unica, tale da rappresentare nella propria visione globale la quintessenza della nostra amata Italia, talmente significativa da essere in grado di raccontarci, in un'unica fotografia di sintesi, l'imbattibile culto dell'armonia e della bellezza dell'idea di Bel Paese, la propria indiscussa forza imprenditoriale e anche la propria imbecillità imprenditoriale, la simbolica generativa della corruzione dilagante dei partiti politici, la perversione dell'attività politica in atto, l'ottusa miopia della classe dirigente e la stupida cecità della cittadinanza complice votante, ebbene....sceglierei l'immagine in bacheca:
Siena, Rocca Salimbeni; quartier generale della Banca Monte dei Paschi.
La stessa immagine, nella sua versione notturna, è utile per cercare di cogliere, così al volo, anche l'immarcescibile dettaglio della sua visione oscura e clandestina, quando si radunano coloro che la guidano, la comandano, la sovrastano.
In questa seconda versione la nostra banca mi ricorda una di quelle vecchie coppie aristocratiche inglesi, di solito protagoniste dei film con Hercules Poirot o quelli della serie dell'ispettore Barnaby. Una coppia in là con gli anni, malandata sotto ogni punto di vista, ma con il blasone intatto, residenti nel gigantesco castello di famiglia costruito 500 anni prima. Mangiano un semolino e una fetta biscottata. Niente di più, non possono permettersi neppure un pasto sostanzioso. Bevono acqua piovana, e usano i lumi delle candele, non hanno neppure il gas perchè i fornitori hanno staccato loro tutte le utenze dato che non pagavano da circa 32 anni. Non ricevono visite perché non possono permettersi neppure di offrire un tramezzino ammuffito. Non escono mai, se non il venerdì alle ore 15, quando lui, il duca, esce con la sua Bentley scassata, modello 1972, e va in città alla sua riunione di loggia. Lei rimane in casa a cucire i calzerotti di lana per la notte quando fa freddo, dato che non hanno il riscaldamento.
Il castello ha quattro ipoteche incrociate, 152 avvisi di sfratto esecutivo (il primo è stato emesso nel 1938) ma per motivi ignoti non è stato mai attuato. Una volta al mese, con incredibile puntualità arriva al castello un giovane simpatico, disinvolto, il quale, con aria sicura e decisa propone loro la vendita di quel loro fatiscente maniero inutile: si pagano tutti i debiti e rimane anche qualcosetta sufficiente per andare ad abitare in un posto decente nonchè decoroso. Niente da fare. Mai. Mi onoro di essere il 23esimo duca di Rocca Salimbeni e quanto è vero Iddio, non permetterò mai a nessuno di mettere le mani sulla mia proprietà. Così commenta il proprietario. Il giovane agente immobiliare cerca di spiegargli che il castello, di cui almeno 42 stanze non vengono aperte da circa 120 anni, non serve a nulla, è un continuo salasso, nonchè motivo perenne di preoccupazioni, ansie, avvisi da parte dei magistrati, proteste della popolazione locale che reclama a gran voce immediata opera di disinfestazione dei locali, ormai provato altamente tossici.
Non c'è niente da fare.
Il duca non molla.
E noi ci divertiamo a guardare le avventure di questo demente che ci sta pure simpatico, perchè lo vediamo attraverso il filtro sornione dello sguardo dell'ispettore Barnaby che vuole sapere come mai ci siano ancora 23 giardinieri in attività che curano i 256 ettari di parco e nessuno li paga.
Con l'aggravante del fatto che uno di questi, mentre puliva delle gigantesche bouganville, è caduto per terra morto stecchito e l'anatomo-patologo forense ha dichiarato (senza ombra di dubbio) che è stato prima punto da un dardo avvelenato e poi spinto.
"Come mai?" chiede il puntiglioso Barnaby.
Il duca si rifiuta di rispondere, offeso per l'ardire del povero ispettore che non mostra rispetto alcuno per chi sceglie di suicidarsi. "Era un uomo triste, ha scelto di farla finita così".
Noi guardiamo questo film e pensiamo che potrebbero anche essere ambientati in Spagna dove i Borboni sono appaiati ai Tudor-Windsor, sia come lignaggio che come comportamento.
Ma la Spagna è diversa.
Un paese e una etnia anomala in Europa.
Non è un caso che, nonostante siano latini, nonostante siano cattolici, nonostante siano mediterranei, non sono mai stati identificati come i nostri "cugini".
Soltanto i francesi lo sono, sbruffoni, cialtroni, perversi, corrotti come noi, quindi stessa famiglia. Produciamo le stesse cose: vino, formaggi, insaccati, moda, eleganza, musei.
Siamo parenti, non vi è dubbio.
Gli spagnoli hanno invece una loro caratteristica che li rende davvero originali: sono l'etnia latina più pragmatica ed empirica che esista. Gente che va al sodo, non ama perdere tempo, detesta procrastinare, ha esperienza storica alle spalle sufficiente per odiare e disprezzare ogni forma di palliativo e di ipocrisia formale. Se non c'è il governo non c'è il governo e votano per quattro volte di seguito in 18 mesi finchè non si mettono d'accordo. E quando si mettono d'accordo, a differenza di noi italiani, il patto siglato regala sempre dei frutti: funziona alla grande. Rispettano chi vince.
Tutto ciò per commentare ciò che sta accadendo in Europa, in questi giorni in quel di Spagna per la precisione, e che sta avendo e avrà una importanza decisiva e fondamentale sia per il continente che per la nostra amata patria (dolori in vista).
Ecco prima la notizia dura e cruda: venerdì 2 giugno, alle ore 18 (a borse chiuse) il consiglio di amministrazione della più importante cassa di risparmio iberica, "El Banco Popular" con sede a Madrid, ha annunciato di essere arrivato al capolinea. Circa 15 miliardi di debiti, una decina di miliardi di npl ( l'acronimo sta per NonPerformingLoans che significa, in italiano, crediti deteriorati inesigibili) e quindi obbligati a scegliere tra due strade: a). il bail in, ovvero la bancarotta, equivalente a 15.000 persone licenziate, crollo della borsa di Madrid di circa 8-10% con forte impatto negativo su Milano e Parigi, e perdita totale dei propri risparmi e depositi da parte dei diversi milioni di correntisti. b). aiuto di stato e/o la BCE.
Spagnoli nel pallone.
Esattamente come il Monte dei Paschi di Siena.
Termine perentorio per decidere: ore 12 di mercoledì 7 giugno.
Durante il week end non ne hanno parlato molto, perchè la domenica gli spagnoli sono andati nel pallone per tutt'altri motivi: il Real Madrid aveva battuto la Juventus a Cardiff e quindi quella era la grande notizia del giorno.
Ma il lunedì, gabbato lo santo, tutti a litigare. Podemos, Ciudadanos e almeno altre 200 liste civiche di cittadini di svariata natura hanno minacciato di scendere in piazza il venerdì 9 giugno con la bava alla bocca, armati di mazze e rabbia collettiva colma di indignazione.
Messaggio arrivato e rubricato.
Il lunedì mattina Draghi, perentorio dichiara: niente aiuti di Stato, gli spagnoli trovino la soluzione.
Ben detto.
L'hanno trovata.
Hanno impiegato 24 ore.
La soluzione è' elegante, efficace, efficiente.
Il Banco Santander (vi dice niente questo nome?) solido e abile istituto spagnolo, ha fatto un'offerta il martedì 6 giugno alle ore 13 che alle ore 23 è stata formalmente accettata: ha acquistato la banca per la cifra di 1 euro. Due secondi dopo, il banco Santander ha annunciato di aver deciso di iniettare 7 miliardi di euro fresco nel proprio capitale per dare un segnale.
E allo stesso tempo ha garantito tutti i risparmiatori e gli investitori sulla loro totale solvibilità garantendo che pagherà anche tutti i debiti.
La questione, dunque, è risolta.
Tempo complessivo impiegato: 75 ore.
Da cui, il punto di questo post:
Perchè non seguire l'esempio dei nostri cugini che cugini non sono e fare come loro?
Perchè non convincere Unicredit o Intesa San Paolo o Mediolanum o non so chi a fare questo?
Da noi non è possibile.
Perchè Mps è come il castello aristocratico dei due duchi fuori di testa descritto all'inizio.
Da noi, il tormentone senese va avanti da almeno 15 anni e non verrà mai risolto.
Visto che almeno 100 soggetti che in Italia contano davvero, seguitano ad avere rapporti privilegiati personali (costruendo quindi una relazionalità) con il management commissariato come se codesta banca godesse di ottima salute e fosse "normale".
Da noi, nessuno ne parla più.
Gli italiani pensano che il "problema" Mps sia stato risolto.
Andrà a finire come al solito. Cioè: nulla.
E' probabile che qualche giornalista (appassionato, giovane ed entusiasta) tra cinque anni, o forse dieci, scoprirà occulti finanziamenti a sostegno (campagna elettorale del 2017) dell'on. Pinco, della senatrice Pallina, del movimento di Sempronio e della Lista del Grandioso Rinnovamento di Caio. Tutti negheranno, il giornalista confermerà e se ne parlerà di nuovo. Ci saranno 134 interrogazioni parlamentari e almeno tre maratone televisive di Enrico Mentana dedicate al tema. Dopodichè, tutto finirà di nuovo nel dimenticatoio.
Il nostro duca, il giovedì sera tirerà fuori la Bentley dal garage per lucidarla a dovere, e il venerdì partirà come ha fatto negli ultimi 59 anni della sua vita verso la sua riunione di loggia, dove si intratterrà a lungo, magari discutendo su Giordano Bruno, e poi se ne ritornerà nel suo castello. Che rimane freddo e gelido, buio, senz'acqua, con almeno 100 stanze chiuse a chiave blindate, piene di quadri e suppellettili rosicchiate dai topi di campgna.
All'alba, i giardinieri, spietatamente fedeli al proprio impegno, già alle ore 6 inizieranno a dissodare, a vangare, a concimare e a innaffiare la buona terra del Bel Paese che fu.
E che non sarà mai più.
Se non per un modesto manipolo di predoni predatori che la cittadinanza esultante seguiterà a votare convinti che loro sono il cambiamento.
Anche perché, a dirlo, in giro per tutta la vallata, saranno proprio i giardinieri, entusiasti propagandisti della grandiosità rivoluzionaria (o conservatrice, a seconda della moda in atto) del nostro simpatico duca, cariatide ammuffita a sostegno dell'eterno sonno di illusioni de el pueblo unido jamàs serà vencido.
Il mistero della loro presenza ( perché lo fanno? Chi c'è dietro di loro? Ma chi sono, esattamente e con certezza questi giardinieri?) darà vita a leggende, sia quelle metropolitane che quelle campagnole, illazioni, interpretazioni, denunce di complotti. Netflix ci farà una serie televisiva e poi un film che vincerà a Venezia.
Ogni tanto, arriverà al castello un ufficiale giudiziario con un nuovo ordine esecutivo di sfratto che il duca accetterà con educata gentilezza e poi lo riporrà dentro il cassetto dell'anti-cucina, insieme agli altri.