venerdì 20 gennaio 2012

La Grande Metafora che avviluppa il paese e che sorregge la Grande Bugia del ragionier Mario Monti

di Sergio Di Cori Modigliani

Un mio amico americano che lavora per la CNN e che in questi giorni segue per il suo network la vicenda dell’isola del giglio (tuttora sulle prime pagine di tutte le televisioni del mondo) mi ha chiesto “non riusciamo a capire in America come mai, per voi italiani, questa vicenda si sia trasformata, al di là dell’ovvio impatto mediatico, in un gigantesco evento  metaforico denso di significati che nessuno coglie in Usa”.
Nel suo paese, infatti, così come nella maggior parte delle altre nazioni (soprattutto Usa, Gran Bretagna e paesi scandinavi) al di là dell’aspetto esistenziale relativo alla commovente tragedia delle vite perdute, l’attenzione è concentrata intorno ad aspetti ecologico-business. A nessuno interessa un fico secco ciò che pensa una ballerina moldava o un passeggero illeso a un talk show italiota. A nessuno viene in mente di usare il termine “eroe” per identificare un individuo che sta svolgendo la sua normale mansione lavorativa, così come nessuno si accanisce sul comandante.
Parlano soltanto di due aspetti: A). Come salvaguardare la splendida costa toscana da un potenziale disastro ambientale con diverse e svariate interviste a mega-esperti alcuni dei quali contestano la scelta di quella specifica agenzia di recupero che non starebbe, forse, compiendo la scelta tecnica adeguata. E, nel corso di simili discussioni, approfittano per parlare dell’ambiente, di come salvaguardare il territorio, ecc. B). Essendo la proprietà statunitense, dato che la nave appartiene al circuito internazionale Carnival, ci si interroga sugli aspetti economico-finanziari dell’operazione sulla quale già sono partite ispezioni internazionali di controllo e verifica di decine e decine di complessi aspetti che potrebbero addirittura provocare terremoti in borsa, e non solo. Ci sono tre solide società di assicurazione quotate al London Stock Exchange che potrebbero dichiarare bancarotta per non pagare delle cifre davvero iperboliche (si parla addirittura di 6 miliardi di euro attuali che potrebbero diventare circa 50 miliardi entro pochi giorni). Tale immensa cifra è quella calcolata dagli esperti di Greenpeace che hanno già provveduto a inviare un loro specifico rapporto esaustivo (circa 40 pagine) al governatore della Toscana, proponendosi come parte civile in una richiesta di denuncia contro la Carnival per “delitti contro l’umanità in campo ambientale”. 2.400 tonnellate di carburante in mare potrebbero distruggere tutta la flora e la fauna da La Spezia a Formia, provocando un dissesto gigantesco, oltre al crollo verticale del mercato immobiliare in circa 2.000 comuni costieri. La società olandese responsabile della fornitura di carburante ha già fatto sapere che la fattura di quel gasolio non la pagherà e ha dichiarato bancarotta ieri mattina e sono già partite le denuncie da parte delle tre aziende petrolifere che pretendono invece il saldo, ecc. Di noi italiani, è cosa nota, nessuno si fida, avendo noi la fama di insabbiatori poco corretti. Ma in questo caso è matematicamente impossibile nascondere il danno, nel caso si dovesse verificare, perché la macchia petrolifera con i gabbiani morti, ecc, si vedrebbe dovunque. E soprattutto, comunque. La questione è molto complessa, ci sono enormi interessi in ballo.
C’è un aspetto, però –ed è quello che a me interessa- comprensibile soltanto a noi italiani, da cui la fondazione della Grande Metafora.
Che è un aspetto molto importante tutto nostro.
Pur nella sua diversità, questo incidente, forse casuale e in realtà dovuto a semplice imperizia maldestra, è paragonabile a quelle delle torri gemelle a New York come impatto sulla cittadinanza. Anche allora, al di là delle reazioni comuni in tutto il mondo, chi stava a New York si rese subito conto che quelle potentissime immagini avevano uno spessore simbolico ben più ampio, di ben più profonda natura. Tant’è vero che, nei mesi seguenti, iniziarono –con enorme sorpresa del mondo finanziario- le prime grandi critiche da parte di alcune avanguardie del mondo intellettuale accademico statunitense della costa orientale (nella specifica sezione dell’economia e della finanza)  che aveva cominciato a usare le torri come Grande Metafora, splendidamente interpretato da un corposo editoriale apparso sul Wall Street Journal l’11 settembre del 2002 (un anno dopo) che si titolava “Potrebbe essere il WTC l’annuncio simbolico della fine del mondo globale finanziario così come noi l’abbiamo inteso finora? Sarà forse necessario rivedere i nostri parametri e pensare a una modalità diversa di gestione delle risorse finanziarie?” (preciso che WTC sta per World Trade Center; e a New York le torri gemelle erano il simbolo della global economy, il simbolo della bolla immobiliare, e il simbolo dell’applicazione dei derivati speculativi in campo finanziario). Vennero censurati, silenziati, espulsi dal mercato delle idee nel nome della sicurezza, la ragion di stato, la lotta al terrorismo, ecc..
Le prime grandi e competenti critiche alla gestione planetaria globale delle risorse finanziarie nacque allora, addirittura con i primissimi dibattiti –subito dopo abortiti- sulla nascita dell’euro (che era ai suoi albori)  e su interrogativi a proposito della necessità di varare eurobond, equità fiscale, un governo europeo forte politicamente in grado di avere una banca centrale vera, ecc. Non è una novità di oggi. Iniziarono a parlarne nell’inverno 2002/2003. Venne tutto silenziato, dall’alto. Perché la priorità era la guerra e soltanto di quello si poteva parlare. Cerano molti, davvero moltissimi repubblicani moderati (allora) che erano favorevoli ad un allargamento della spesa pubblica, a un mercato meno liberista e maggiormente controllato dallo stato centrale, ecc. In pochi mesi, tutto questo brulichìo di opinioni attendibili, dibattiti, confronti, discussioni, sparì. Ingoiato da una gigantesca macchina planetaria bellica gestita da Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna. Arabia Saudita e Iran. Già sei mesi dopo, a metà del 2003, la Grande Metafora delle torri gemelle era scomparsa, cancellata. La priorità era diventata quella della destra estrema: la sicurezza che aveva sostituito la priorità dei democratici: libertà d’impresa con piena occupazione.
La Grande Metafora della nave Concordia è comprensibile soltanto a noi.
Ed è giusto che sia così.
Sono le nostri torre gemelle andate in fumo.
Non per responsabilità e colpa di un agente esterno, bensì per colpe nostre.
Ma, in entrambi i casi, eventi evocativi di un suicidio annunciato.
Per le torri gemelle, la Grande Metafora veniva interpretata come una necessità di prendere atto che nel mondo globale, in virtù della inter-connessione, andavano prese in considerazione anche le esigenze dei terzi e che il mondo appartiene a tutti. Al di là delle tesi complottiste, i più sereni tra gli stessi moderati repubblicani cercavano di interrogarsi sulle necessità di rivedere “l’intera politica monetaria del pianeta prima che comincino, forse, a sbriciolarsi addosso anche i grandi colossi che reggono la spina dorsale della finanza che crea lavoro” (Wall Street Journal, 18 ottobre 2002. Robert Dole).
Gli Usa scelsero di andare a costruirsi un proprio suicidio nel nome di un ignobile piano politico, gestito, allestito e organizzato, da un gruppo di oligarchi planetari, all’interno del quale Osama Bin Laden occupava il suo prestigioso ruolo nella sua quota parte.
La nostra Grande Metafora ruota intorno al nome casuale della nave “Concordia”.
E’ il simbolo di una mancanza, di quell’aspirazione a una unità nazionale negata.
E’ anche il simbolo della consapevolezza che questo nostro grande sogno italiano (un’Italia senza più né guelfi né ghibellini, uniti al meglio, al fine di progredire insieme dalle Alpi al canale di Sicilia) e cioè la assoluta necessità di una Concordia sui valori pragmatici italiani eccellenti –indifferentemente credenti o laici, di destra o di sinistra- che si trasforma in un incubo come conseguenza di responsabilità collettive di un’amministrazione e gestione pressappochista, becera, superficiale, infantile, spettacolare, che applica la mancanza del rispetto di regole collettive. E’ andata fin troppo bene, visto che nell’ultimo anno per ben 52 volte una identica nave è passata a 150 metri dalla costa con la ignobile scusa del cosiddetto “inchino”, una pratica da bambini irresponsabili che ruota intorno al concetto della cinica indifferenza di fronte al bene collettivo. Il tutto per poter fare peperepepè e far scattare delle fotografie ai mitòmani convinti di star vivendo una vacanza da ricchi.
Nel settembre del 2004 sul Washington Post, in piena guerra irachena, poche settimane prima delle elezioni presidenziali, scrivevano “non possiamo non sottolineare come l’attuale amministrazione abbia spudoratamente mentito al popolo sapendo che stavano creando una menzogna per lanciare un piano di costruzione bellica costruendo una ripresa economica fittizia. Siamo stati vittime di una truffa. Perché la politica del governo, in termini economici, ha determinato una cinesizzazione del mercato del lavoro e della produzione delle merci che alzerà la diffusione di un neo-colonialismo psicologico, con la ripresa della schiavizzazione. Noi siamo un grande popolo che ha combattuto una guerra civile 150 anni fa per liberarci dal morbo pernicioso della schiavitù. Non possiamo, quindi, rimanere indifferenti dinanzi alla propagazione di tale morbo. Svegliamoci prima che la finanza ci presenti l’autentico conto di questa guerra sbagliata, ingiusta. Non cadiamo nel ricatto o noi o loro. ”. La firma era del premio Nobel Joseph Stiglitz, il quale, di lì a un anno avrebbe cominciato a spiegare i rischi economici sottesi a quella infausta scelta, prevedendo la recessione del 2008. Nessuno gli diede retta e Bush stravinse per il suo secondo mandato.
Cerchiamo di usare, noi italiani, la nostra Grande Metafora, imparando anche dagli errori degli altri, evitando di fare come fecero gli americani nel 2002.
Non cadiamo nella trappola di Mario Monti del “o è così o c’è il baratro”. Non è vero.
Non è vero, così come non era vero che Saddam Hussein aveva le armi di distruzione di massa nel 2002. E non era vero che Al Qaeda voleva invadere gli Usa.
Allora, per gli Usa, esistevano delle alternative.
Anche per noi, oggi.
Nel 2006, ad Atlanta in Georgia, l’ex ministro della Difesa Usa, William Powell, si scusò con il popolo americano spiegando che aveva dato le dimissioni perché si era accorto che avevano truffato il paese. “Aveva ragione il prof. Stiglitz” disse.
Cerchiamo di non finire nello stesso modo.
Sarebbe triste vedere Stefano Fassina, a giugno di quest’anno, dimettersi dal PD spiegandoci che è stata una truffa e lui vuole prendere le distanze.
Le alternative esistono eccome. Oggi.
Come etnia abbiamo la tendenza, mutuata da una cattiva incorporazione di alcune tradizioni cattoliche, che ci spinge all’autoflagellazione, al masochismo, all’accettazione ineluttabile della parte peggiore di noi. Ma c’è anche la parte migliore.
Paghiamo il canone Rai, abbiamo il diritto di protestare, essendo ente statale, con il direttore generale Lorenza Lei (leghista messa lì da Bossi) per l’eccessiva acquiescenza nei confronti di una compagine politica che sta puntando allo sfascio, che fomenta l’odio continuo, che è per la rottura e non è per la Concordia, raccontando delle bugie ogni giorno ai telespettatori, dimenticandosi che è un media dell’Italia, dipendente dal parlamento.
Anche nel 2002, in Usa, in tutti i canali di Rupert Murdoch, Fox Entertainment in testa, c’erano fior di esperti che spiegavano mostrando cartelli, grafici, fotografie come e dove si trovassero le bombe atomiche di Saddam Hussein nascoste tra le dune. Non era vero niente.
E’ uguale oggi, in Italia, per ciò che riguarda la crisi economica.
Non è vero niente ciò che dicono.
L’Italia è ancora un paese ricco e dotato di mezzi e risorse sia umane che finanziarie.
Non c’è nessun baratro se non quello che sarà provocato dall’attuale management italiano ed europeo. Tutto ciò che stanno facendo passare ha come unico scopo quello di preservare diritti e privilegi di una ristretta oligarchia di burattini il cui dovere consiste nell’eseguire ordini di scuderia per impedire l’uscita dal medioevo al popolo italiano.
La Grande Bugia Usa sull’Iraq ha finito per produrre 80 milioni di poveri in America.
La Grande Bugia Italiana è la proiezione di un Ancien Regime che ha “deliberatamente” scelto di mantenere l’Italia nel medioevo facendo credere il contrario.
Se vogliamo navigare sul Concordia verso il recupero della nostra dignità e finire per attraccare al porto di una identità nazionale coesa, bisogna sottrarsi alla nostra italiana Grande Bugia. Non è vero che sottoscrivendo le azioni di Unicredit si aiuta il popolo italiano come dice la pubblicità, è falso: è l’identica medaglia delle armi atomiche di Saddam Hussein. Si aiuta soltanto un gruppo di finanzieri irresponsabili che trasversalmente occupano dei posti di comando in tutti i partiti che hanno bisogno di soldi cash per mantenere una pletora di superficiali comandanti psicolabili. Unicredit è una delle loro cassaforti.Tutto qui.
Cominciate a cambiare acquistando azioni di chi produce merci e valore e lavoro, non finanza per privilegiati.
Non è vero che l’attuale governo vuole abbattere i privilegi.
In data 5 gennaio 2012, alle ore 21, senza testimoni mediatici e  senza che nessuno abbia informato il paese, la VI commissione al bilancio della Camera dei deputati ha varato un provvedimento di emergenza che ha alzato da 50 a 150 milioni l’indennità di spesa per deputati nel corso del 2012. Dalla finestra, zitti zitti quatti quatti, sono rientrati nel solito giro, e si sono aumentati lo stipendio immettendola sotto una voce che non risulta come stipendio, bensì come “aggiunta di integrazione d’indennità di servizio”.
Cerchiamo di non fargliela passare indenne.
Cominciando ad auto-educarci a non fare più i furbi.
Dipende da noi credere o non credere alla Grande Bugia Italiana.
Le risorse per far riprendere il paese ci sono.
La ricchezza nazionale consta di 8.576 miliardi di euro.
Corrisponde al 432% in più del disavanzo pubblico.
Vi sembra che un paese così ricco può credere che la ripresa economica ruota tutta intorno al fatto se un modesto guidatore di taxi ha una licenza che vale 10 o 100?
Ieri, in quel di Trapani hanno arrestato un contadino. Di fatto nullatenente, possedeva due asinelli, una casetta con un ettaro di terra. In banca gli hanno sequestrato 25 milioni di euro.
Un po’ più su, in quel di Belluno, nel Veneto, hanno arrestato una famiglia, per un motivo banale di cronaca: lui aveva perso la testa e aveva preso a coltellate la moglie durante una riunione familiare. Sono arrivati i carabinieri e dieci persone sono finite al comando. Prendevano il bonus bebè, erano esenti da pagare l’asilo nido; la moglie accoltellata –poveretta le faccio tanti auguri- era una casalinga che si occupava di tirar su tre figli. Lui commerciava in vasellame. Per un caso fortuito sono riusciti a fare immediati accertamenti ed è venuto fuori che sono grossi industriali clandestini con un patrimonio di 200 milioni di euro, di cui 70 nelle banche locali. L’intero paese era al corrente del fatto che non avevano mai pagato le tasse nella loro vita, lo sapevano tutti. La gente, in quel paese, quando vede che un contadino siciliano viene arrestato perché mafioso si sente superiore. Non si rendono conto che sono uguali, appartengono alla stessa categoria umana.
La Grande Bugia consiste nel non voler varare una politica immediata che vada a colpire gente così.
Che cosa c’entrano i tassisti e i pensionati?
Loro sono semplicemente la variante italiana delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein.
Se non lo capiamo tutti insieme, finiremo per commettere lo stesso errore degli americani
A che cosa serve informarsi se poi non si cambia prospettiva?
.Ciascuno cominci a cambiare, rendendosi conto di ciò che fa. O non fa.
Nelle due ultime trasmissioni del suo talk show in web, Michele Santoro ha invitato Daniela Santanchè prima e Alessandra Mussolini poi. “Perché fanno audience”.
C’è ancora bisogno di fare pubblicità e offrire visibilità a due signore che non rappresentano, nessuna delle due, niente se non se stesse e la propria ingorda vanità?
Per motivi molto diversi, Lorenza Lei e Michele Santoro appartengono alla stessa categoria di persone. Gli italiani che urlano d’indignazione ma non sono disposti a cambiare nulla nel proprio comportamento, perché valutano sempre prima la convenienza personale.
Se Santoro non  in grado di alzare l’audience con la bravura delle sue argomentazioni, che faccia qualche altra cosa. Oppure, la smetta di presentarsi sull’agone pubblico come qualcuno diverso o lontano dai Grandi Bugiardi.
Facendo pubblicità, offrendo visibilità ai grandi vassalli degli oligarchi tiranni, si finisce per compiacere la Grande Bugia “rimanendo nel giro”.
E’ questo che va cambiato.
Ma bisogna prima rendersene conto.


12 commenti:

  1. su Santoro la vedo in modo un po' differente, innanzi tutto resta pur sempre una scelta democratica, secondo poi è meglio che continui cosi' poichè è vero queste persone danno ai nervi (Mussolini Santanchè) ma sono utili per due motivi, il primo, fanno in modo che uno regga all' istinto di non ascoltarli in tal modo si abitua ad affrontare situazioni simili mantenedo la calma e non è poco' visto che il loro modo di fare è quello di cercare di snervare un qualunque interlocutore, secondo dimostrano per l'ennesima volta quando valgono poco; Credo che sia riduttivo dire che Santoro inviti certi soggetti per fare audience dato che il suo scopo lo ha raggiunto pienamente, cioè dimostrare che si puo' fare informazione diversamente; ultima cosa, dovrebbe farsi prendere meno la mano su certe assersioni perche' secondo me poi si contraddice sul fatto che tale blog sia libero, certamente lei è libero di dire cio' che vuole ma rischia di perdere l'essensa di colui che scrive per informare se poi è questo il suo scopo mi scuso fin da subito, illudendomi che tale sito rappresentava una informazione imparziale.

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    1. Capisco il suo sconcerto; sono abituato a questo paese dove ciascuno ha i propri santi e non è possibile manifestare un proprio pensiero critico. Personalmente considero Santoro un ottimo professionista italiano, perfettamente inserito all'interno di un meccanismo mediatico che lui ha contibuito a costruire, di cui è sempre stato un caposaldo. Definirlo uno che fa "informazione diversamente", francamente mi sembra una fantasia. Fa lo stesso esatto tipo di informazione che fanno gli altri; la differenza consiste nel colore della casacca dei tifosi, ciascuno ha i propri, tutto qui. Fare informazione "diversamente" vuol dire sottrarsi alla gestione della truppa mediatica narcisista che impone la presenza dei "soliti noti". Il tipo di informazione di Santoro è basato sul mantenimento dello status quo: guelfi e ghibellini a tutto spiano. Io sono per la concordia, invece, e per la elaborazione.

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    2. è vero dimenticavo che era Sant'oro;
      ottima analisi peccato che è poggiata su ipotesi non vere;
      vede è solo che notavo un po' di ipocresia nelle sue parole;
      si proponga lei al ruolo di moderatore e di libero pensatore visto che se lo arroga.
      un' ultima cosa, trovi un giorno il coraggio di mettersi in gioco pubblicamente ed inizi a piantare una tenda vedra' che poi verro' a darle una mano in tutti i sensi, altrimenti le sue resteranno solo buone intensioni; ci serve gente con coraggio e visto che lei sa piu' cose di noi le vada ad argomentare. Altrimenti aggiunga che il popolo italiano è dormiente, e anche codardo.
      Chiudo la polemica poichè la ritengo inutile visto che la maggior parte delle cose che scrive sono di notevole interesse.

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  2. Potrei sapere quali critiche avrebbero mosso alla "tecnica di recupero"?

    E poi, "La società olandese responsabile della fornitura di carburante ha già fatto sapere che la fattura di quel gasolio non la pagherà e ha dichiarato bancarotta ieri mattina..." : che significa? La fattura non dovrebbe pagarla la Carnival?

    Grazie

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  3. "La Grande Bugia Usa sull’Iraq ha finito per produrre 80 milioni di poveri in America.
    La Grande Bugia Italiana è la proiezione di un Ancien Regime che ha “deliberatamente” scelto di mantenere l’Italia nel medioevo facendo credere il contrario."

    ma le bugie diventano tali solo quando le racconti ad un fesso. il problema non sta nel cambiare qualche migliaio di politici bugiardi ma nel cambiare qualche decina di milioni di fessi.

    il che lo si ottiene con almeno due generazioni o meglio tre.

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  4. dimenticavo: i fessi siamo noi per cui il cambiamento deve cominciare da ME.

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  5. Un signore si sveglia al mattino e decide d'andare dal principe.
    Che vuoi?-dice il principe.
    Vorrei fare il taxista.
    Bene. Ti do una licenza e mi dai parte dei guadagni.
    Passano gli anni e altri principi vanno a trovare il nostro principe e gli dicono: -Sei scemo, non si fa piu' cosi, bisogna allargare il mercato per fare soldi.
    Per caso, nello stesso periodo il grande programma tv "Ti guardo dal buco della serratura" e' stato sospeso ed e' andato in onda uno nuovo
    di grande impatto emotivo: Capitani coraggiosi. Interpretato da un imitatore di Alberto Sordi piu' vari personaggi dove si distacca un Gian Maria Volonte che dice- Non ne possiamo piu' di gente come voi.
    Erano anni che la Kultura italiana no produceva piu' un opera d'arte cosi elevata e come al solito fraintesa o non capita dal pubblico internazionale.
    Torno a capo.
    Ma perche' un cittadino di un libero stato democratico va dal principe
    a chiedere un lavoro?
    Se non si risponde a questa domanda ........

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  6. Ma perche' un cittadino di un libero stato democratico va dal principe
    a chiedere un lavoro?
    Se non si risponde a questa domanda ........

    Si va dal principe perché il libero stato democratico è una bufala. Non è conciliabile uno stato democratico con l’esistenza di un principe. Che poi il principe sia eletto è un’altra bufala all’interno della bufala originale.

    Una domanda a Modigliani: ha mai provato ad andare dai Carabinieri a denunciare un illecito?
    Ci provi, forse a lei che è persona conosciuta daranno retta, ma le assicuro che a noi cittadini qualunque, non solo ci recitano la solita litania del “abbiamo le mani legate”, ma ti guardano pure in modo da farti capire che è meglio che non ti faccia più vedere, perché se il crimine in Italia è protetto, il cittadino certamente non lo è e non è il caso che si vada a cercare delle rogne.
    Cerchiamo di capire il ruolo delle forze di polizia nel contesto della società esistente. Ecco, io penso che capire i meccanismi reali del sistema e toglierci le fette di salame dagli occhi, per capire che non ci sono istituzioni a servizio del cittadino, sia la base di una qualunque azione di rottura sensata.

    Santoro non è che una parte del sistema e come tale responsabile di manipolare l’opinione delle persone e fargli credere che esista uno Stato al loro servizio e una legalità che invece è tutta a favore dei soliti noti.
    Non si illuda l’Anonimo Jan, lo ha fatto in passato anche raccontando fatti palesemente falsi o falsando l’ottica di fatti veri a favore di una parte politica che, come anche i loro antagonisti, non si è mai fatta scrupoli pur di implementare la propaganda. Un uomo che, penalizzato in modo fascista da Berlusconi, si è ritrovato ad essere parlamentare europeo, ritirare lo stipendio da parlamentare, senza presenziare a nemmeno una seduta del parlamento europeo.

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  7. manca solo da puntualizzare che il sistema e' composto da almeno il 90% della popolazione.

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  8. Una curiosità: E' possibile sapere notizia dei due evasori citati, il siculo e il bellunese? Non ho trovato traccia all'infuori di qui, anche perchè gli importi riferiti sono piuttosto alti.
    Grazie per la risposta.
    Raffmoxtro (LiveJournal)

    p.s. Impossibile verificare le tue credenziali di OpenID.
    quindi anonimo per forza.

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    1. il siculo è un affiliato di Danaro Messina della mafia, scoperto grazie a un pentito di mafia che ha parlato. Il bellunese si chiama Comelli

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