giovedì 26 gennaio 2012

L'Italia si piazza al 61esimo posto nell'annuale classifica sulla libertà di stampa.

di Sergio Di Cori Modigliani

Come di consueto, ogni anno l’organizzazione francese “reporter senza frontiere” ha stilato la classifica mondiale relativa alla libertà di stampa.
La classifica si compone di 179 Paesi.

Il paese più limpido, aperto e libero risulta la Finlandia.

L’ultimo –su 179 nazioni prese in esame- risulta essere l’Eritrea dove per un articolo sbagliato si può essere assassinati impunemente.

L’Italia precipita dal già vergognoso 49esimo posto del 2010 raggiungendo l’ancor più avvilente 61° piazzamento, preceduto dalla Guyana, mentre la Bosnia Erzegovina dal n.76 ci supera e si piazza al n.60 grazie a una enorme e recente liberalizzazione della rete..

Tra le new entry nei primi venti esordiscono nella grande democrazia dell’informazione l’isola di Capo Verde e si piazzano molto bene Costa Rica, Giamaica e ancora due paesi africani, il Mali e la Namibia.

Crollo verticale degli Usa passati dal 22esimo posto conquistato nel 2010 al 47esimo del 2011. Il dato così negativo sull’America è da attribuire, secondo l’opinione di 457 pluripremiati professionisti dell’informazione, in seguito alla catastrofe provocata dai tea-party che hanno inondato gli Usa di falsi clamorosi, bugie e documentazione fittizia e per la censura manifestata nel documentare l’attività di “occupy wall street”.

Una ulteriore menzione situa l’Italia tra le nazioni (quelle tra il posto 60 e 80) che entrano nella categoria “nazioni che non possono essere considerate democratiche nella diffusione nazionale dell’informazione ai cittadini”.

Inoltre, sono stati considerati i nuovi parametri governativi che dimostrano "la chiara tendenza delle istituzioni governative italiane di censurare, far tacere e imbrigliare lo sviluppo dell'informazioni sulla rete mondiale web per allineare sempre di più la comunicazione ai dettami di coloro che governano".

La Repubblica Popolare di Cina, grande potenza economica, nuovo impero, che si propone come nuovo punto di riferimento per l’intero pianeta cede due posizioni piazzandosi al 175esimo posto, addirittura dopo l’Iran, piazzato 174esimo.
In Cina, per un articolo sgradito al partito si può essere arrestati e imprigionati senza processo. C’è una legge che lo consente.

Il penultimo, alla pari con l’ultimo,  è la Corea del Nord dove i professionisti dell’informazione vengono direttamente scelti tra i membri dell’ufficio cultura del partito comunista al governo.

Ecco l’elenco dei migliori e dei peggiori.

1. Finlandia
2. Norvegia
3. Estonia
4. Olanda
5. Austria
6. Islanda
7. Lussemburgo
8. Svizzera
9. Capo Verde
10. Canada

39. Spagna
47. Stati Uniti

59. Bosnia Erzegovina
60. Guyana
61. Italia

169. Birmania
170. Sudan
171. Yemen
172. Vietnam
173. Bahrein
174. Cina
175. Iran
176. Siria
177. Turkménistan
178. Corea del Nord
179. Eritrea


Neppure a dirlo, non c'è stata un'esaltante presenza di notizie pubblicate sulla stampa italiana.

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