giovedì 5 gennaio 2012

Maria Teresa Brassiolo denuncia al Consiglio d'Europa il vertiginoso aumento della corruzione politica in Italia: "costa 60 miliardi di euro all'anno".

di Sergio Di Cori Modigliani

Come preannunciato ieri, prosegue il crollo verticale delle banche italiane, guidate dalla picchiata in negativo di Unicredit.  Alla fine di questa giornata, è stato velocemente calcolato che circa 6 milioni di italiani avranno perso, complessivamente, circa il 15% dei loro risparmi investiti, altri 4 miliardi di euro andati in fumo che non ritorneranno.

Soltanto un avventizio, un malato di ottimismo congenito pernicioso, o –ahinoi molto più realistico- un gruppo di irresponsabili, garantiti dalla truppa mediatica asservita, può considerare questo dato come una sorpresa. Non lo è. Era tutto previsto.

L’attacco della speculazione: falso. La crisi internazionale: falso. La recessione: falso.

E’ un problema POLITICO tutto esclusivamente italiano, che il governo del ragionier Monti ha accelerato, peggiorato, reso drammatico.

Le grosse banche italiane, vera e propria cassaforte sempre a disposizione del potere politico corrotto e bulimico dei funzionari di partito, sono state smascherate dal mercato perché i parametri richiesti dal mercato internazionale sono economici, strettamente economici –sia in senso tecnico che in quello finanziario-  e l’Italia non è stata in grado di uniformarsi. PER SCELTA. La verità è che la truffa del decreto “salva-Italia” è stata scoperta dal mercato che ha bocciato la manovra del governo: non era una manovra economica. Era una manovra politica il cui fine dichiarato consisteva (e tuttora consiste) nel garantire la salvaguardia immediata di un sistema generale di corruttela del potere finanziario italiano e delle sue banche mafiose facendo credere ai cittadini che ci si stava occupando del bene collettivo. “O noi o la catastrofe” il grido di battaglia del ragionier Monti, tradotto, in verità, voleva dire “O noi oppure la catastrofe della direzione nazionale del PD del PDL e dell’UDC”.


Se la sono bevuta tutti.
Per poter varare una manovra economica, avrebbe dovuto imporre il rispetto di determinati parametri alle grandi banche, IN ITALIA IRREALISTICO ESSENDO IL MERCATO FINANZIARIO NELLE MANI DEL POTERE POLITICO MAFIOSO.

Un solo e unico dato esemplificativo valido per tutti: la Agenzia delle entrate vanta un credito di circa 28 miliardi di euro da quattro diverse società che in realtà appartengono a un’unica azienda, la Atlantis world, responsabile –per delega- della gestione delle slot machines in Italia. Questa società non paga le tasse. E’ di proprietà della famiglia Corallo, mafiosi di Catania. Pur non pagando le tasse, pur essendo mafiosi, soltanto nel biennio 2010/2011 hanno usufruito di crediti agevolati non garantiti (tradotto: soldi prestati senza ESIGERE ALCUNA GARANZIA) per circa 800 milioni di euro. La copertura era politica.

Se moltiplichiamo questo dato per tutte le micro-realtà della Repubblica Italiana, si può comprendere il perché le banche internazionali, gli investitori, i gestori dei fondi di investimento, una volta accortisi –a fine novembre- che il ragionier Monti avrebbe insistito su quella stessa strada di irresponsabilità civile e criminale attuata dal governo Berlusconi, assolvendo in anticipo i responsabili del malaffare finanziario italiano, e rifiutandosi di andare subito a colpire i centri nevralgici del ganglo mafioso italiano, hanno scelto giustamente di cominciare a disinvestire dal sistema bancario italiano, identificato ormai internazionalmente come una somma di entità finanziarie fuori controllo.

Altro che manovra e manovrina. Serviva il pugno di ferro della Legge. Tutto qui.

La Repubblica Italiana non è più in grado di reggere economicamente perché non ha una classe politica né tantomeno un esecutivo in grado di operare scelte, manovre, interventi e dispositivi, di natura economica, che possano godere di una risposta “tecnica” da parte del mercato, perché ogni manovra economica deve sottostare al pizzo richiesto dalla classe politica famelica e corrotta.


Il problema in Italia è politico, ed è legato alla corruzione. Non si sfugge. Non c’è discussione, opinione, interpretazione che tenga. Questo è ancora (anche se per poco) un paese ricco. Se non interviene la Politica e la Legge, ci troveremo presto fuori dal mercato internazionale che conta. La colpa sarà soltanto nostra e non della speculazione.

Tutto ciò, proprio oggi, evidenziato da uno studio compòsito presentato al Presidente della Corte dei Conti dalla signora Maria Teresa Brassiolo, presidente di T.I.I. (Transparency International Italia) una fondazione internazionale riconosciuta da tutti i governi, dall’Onu e –quel che più conta- dal Consiglio d’Europa e dalla BCE. L’Italia nel 2011 è scivolata al 69esimo posto su 150 nazioni, in Europa penultima prima della Grecia, determinando una situazione tale per cui “è bene che la gente si renda conto” spiega la Brassiolo “che il crollo dell’indicatore di corruzione che svela un’Italia arresa al costante ricatto e all’esposizione costante della corruttela in tutti gli àmbiti economici influenza il rating del nostro paese e di conseguenza anche il nostro spread: inevitabile la bocciatura dei nostri bpt”.

Silenzio della truppa mediatica.


Un bell’articolo in proposito, vox clamantis in deserto, è comparso su Il Fatto Quotidiano, a firma Luigi Franco (consiglio a tutti di andarselo a leggere con particolare attenzione, lo trovate nel sito on line) in cui viene spiegato come si verifica questo fenomeno. Qui di seguito ne ho estratto in copia e incolla un brano di sintesi…..

Se vuoi vendere merendine e bibite nella mia scuola, dammi 300 euro al mese. Al barista di Ravanusa (Agrigento) che si è sentito rivolgere la richiesta è venuto un colpo. Una tangente per entrare nell’istituto durante l’intervallo. E anche piuttosto cara. Così ha avvisato i carabinieri e Pino Calogero Bona, vice preside della media Alessandro Manzoni, è stato arrestato. Per poi patteggiare lo scorso marzo due anni di carcere con sospensione della pena. Una storia come tante, in un Paese dove la mazzetta si continua a chiedere e a offrire. Tanto che a scorrere le cronache del 2011 si capisce perché la Corte dei conti stimi il costo annuale della corruzione per le casse dello Stato in 60 miliardi di euro. Stesso ordine di grandezza di una manovra del governo.

Casi di piccola corruzione che coinvolgono il cittadino comune. A fianco di scandali di livello nazionale, che coinvolgono aziende come Finmeccanica. Inchieste su tangenti con al centro politici di destra. E di sinistra. Ci sono
Marco Milanese, deputato del Pdl ed ex braccio destro di Giulio Tremonti, e Alberto Tedesco, ex senatore del Pd coinvolto nell’inchiesta sulla sanità pugliese. Entrambi salvati dall’arresto grazie a un voto del Parlamento. Filippo Penati e Franco Nicoli Cristiani sono ex colleghi di schieramenti opposti alla vice presidenza del Consiglio regionale della Lombardia. Il primo è nel mirino della magistratura per un giro di presunte tangenti sull’ex area Falk di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Il secondo è finito in manette perché trovato in casa con i 100mila euro che l’imprenditore Pierluca Locatelli gli aveva consegnato per facilitare i permessi per una discarica. Ma l’almanacco della mazzetta 2011 è pieno di nomi di politici che operano a livelli più bassi. Rimanendo in Lombardia, per l’ex sindaco di Cassano D’Adda, Edoardo Sala, sono state predisposte le misure di custodia cautelare in carcere a conclusione di un’indagine su tangenti per tre milioni di euro legate a modifiche del piano urbanistico.

Fenomeno che secondo Brassiolo dipende dal fatto che “in Italia c’è una tolleranza maggiore dei cittadini alle situazioni ingiuste e all’illegalità: sono in tanti a cercare di trarne vantaggio, senza scandalizzarsi”. A un cittadino, insomma, viene chiesta una mazzetta. E lui, anziché indignarsi e sporgere denuncia come accadrebbe in altri Paesi, spesso si accorda con la controparte.

Dalle Alpi alla Sicilia abitudini simili. Eppure, in mezzo allo Stivale, il disegno di legge anticorruzione continua a rimanere bloccato in Parlamento.
Il Fatto quotidiano ha già portato avanti nel 2010 una campagna per un testo più rigoroso di quello in discussione allora e mai approvato.
“La legge va votata al più presto – sostiene Maria Teresa Brassiolo – con alcune correzioni coerenti con gli impegni internazionali. Va introdotto ad esempio il reato di corruzione tra privati, perché anche una mazzetta data da un fornitore al buyer di un supermercato incide sui costi dei cittadini”.

Tutti fenomeni destinati ad aggravarsi con la crisi, che secondo Maria Teresa Brassiolo un effetto lo ha già avuto: “Il sistema statale è in ritardo coi pagamenti per 60 miliardi di euro – dice -. E così alla corruzione nella fase di aggiudicazione dell’ordine si aggiunge quella nella fase del pagamento”. All’imprenditore magari viene chiesta un oliatina per far partire il bonifico. E se lui non ci sta, rischia il fallimento”
(da Il Fatto Quotidiano, 5 gennaio 2011: “Da Nord a Sud, l'Italia dei corrotti. E la mazzetta fa salire lo spread” a firma di Luigi Franco).


L’Italia viene appaiata al Ghana e alle Isole Samoa. Transparency (che ha sede a Berlino) nello studio che ha consegnato al Consiglio d’Europa (di cui copia conforme è finita alla BCE e al Fondo Monetario Internazionale) spiega tecnicamente come “per ogni peggioramento in classifica si perdono circa il 16% degli investimenti finanziari esteri nel territorio della repubblica perché tutte le istituzioni finanziarie del mondo quando devono compiere delle scelte prendono in considerazioni i parametri di Transparency. Nel solo biennio 2010/2011 l’Italia è scesa di due punti e la tendenza per il 2012 è di altri 2 punti in discesa: finiremo dopo la Grecia, come lo Zimbabwe. Perdita di investimento netto: 64%”. L’economia reale risente di quest’effetto in maniera totale. Perché QUESTO E’ IL VERO CANCRO DELL’ITALIA CHE IL RAGIONIER MONTI HA SCELTO DI NON ANDARE A TOCCARE. Perché chi investe in Italia sa che dovrà pagare il pizzo al ministro, al direttore centrale, all’assessore, al presidente della provincia, al sindaco. Si fa i conti e capisce che non gli conviene. Cambia la piazza di investimento. “Chi investe” spiega la Brassiolo nel suo studio “ sa che le banche sono gestite da individui che stanno lì per nomina politica e non per meriti professionali legati alla propria abilità marketing, in un qualunque momento sono in grado di esigere e pretendere una tangente suppletiva”.
L´organismo del Consiglio d’Europa in data 15 luglio 2011 aveva fatto sapere ufficialmente “che i procedimenti giudiziari falliti per la scadenza dei termini di prescrizione nella Repubblica Italiana sono da ritenere causa di una parte inquietante della corruzione nel paese ed è un elemento fondamentale che l’Italia deve risolvere”.
Il ragionier Monti, per caso, ci ha mai detto qualcosa in proposito?
Basterebbe pensare che Unicredit, attraverso delle sue consociate, ha siglato contratti biennali di consulenza marketing nel biennio 2010/2011 con circa 8.000 italiani per una spesa complessiva di 1 miliardo e 600 milioni di euro. Spesso i consulenti risultano essere parrucchiere, visagiste, studenti universitari in veterinaria, ecc.ecc. per non parlare della plètora di fondazioni, enti e sponsorizzazioni che hanno assorbito circa 3 miliardi di euro di spese nell’ultimo biennio. Nei loro bilanci risultano sotto la voce “investimenti di ricerca strategica settoriale”.
Ditemi voi, che cosa c’entra questo con la speculazione internazionale?
E’ bene che i correntisti, i risparmiatori e gli investitori sappiano, così come sanno benissimo i grandi investitori stranieri, che siamo in presenza di accorpamenti mafiosi.
Che poi rispondano alla classiche famiglie mafiose della Sicilia, o a un funzionario di qualche partito di Ravenna, Alessandria o Udine, o ancora meglio a qualche yuppie carismatico con una laurea americana, che differenza fa?


6 commenti:

  1. Non so se può consolare ma da rumors Monti è pronto a far saltare il tavolo con la Merkel.
    ha capito che è stato fregato...

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  2. @anonimo....che sia pronto, può essere; che sia capace a farlo, non lo so. Che poi ci riesca e vinca, come si suol dire, a questo punto siamo nelle mani di......ciascuno riempia i puntini come meglio lo ritiene opportuno..(i più favoriti sono i fervidi credenti)

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  3. Tutto vero ed è uno schifo, però attenzione a non cadere nel populismo.

    Scorrendo i nomi della classifica di Transparency International viene da chiedersi come sia possibile il dilagare del mercato nero della droga, delle armi, delle scommesse e chi più ne ha, più ne metta.

    A me da tanto l'idea della lista dei buoni e cattivi che il maestro tracciava sulla lavagna.

    @anonimo

    Monti fregato, ma da chi?

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  4. Quando macheranno "i sghei" mancheranno anche alla Mafia e qui si apriranno interessanti scenari.

    Sembra fra l'altro che stia già succedendo.

    Non di solo Lottomatica può vivere il listinello italico.

    Prosciugare il gas . Chiudere il rubinetto. In un modo o nell'altro.

    Quando la mucca sarà senza latte , la Mafia non potrà più fare il burro.

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  5. 60 miliardi di corruzione sono pochi, bisogna arrivare almeno a 200.

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  6. I pezzi si stanno riposizionando
    Prima la morte di Don Verze
    Poi il crollo UDG
    adesso la probabile sanzione all'Iran con consequente chiusura del canale (tempo 2 settimane e i barili di petrolio schizzano a $150 )
    Ci stanno isolando in maniera chirurgica
    Presto si farà viva la russia e la cina
    e Monti dovrà scegliere il male minore.

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