martedì 10 gennaio 2012

Unicledit si liplende. Che foltuna che foltuna!!!! Blindiamo tutti insieme

di Sergio Di Cori Modigliani

E così adesso sono tutti contenti.
Soprattutto PDL e PD e UDC che hanno gestito l’operazione internazionale.

Detto in sintesi, ecco la notizia relativa a Unicredit così come riferita da fonte certa (analisti di wall street, city di Londra, amici logorroici di Bloomberg): escono dal pool italiani, inglesi ed europei insieme ai libici che mantengono soltanto il 4,5% delle quote ma non partecipano al rialzo del capitale “perché abbiamo scelto di disinvestire dall’Italia”.
In compenso, all’ultimo minuto, dal cappello magico italiota arriva il semaforo verde di salvataggio: la Banca Popolare di Cina.
Sarebbe bello vedere, adesso, che cosa faranno i deputati italiani Fugatti e Comaroli.
Chi sarebbero, costoro?

Sono due personaggi piuttosto duri, che da anni si occupano di finanza pubblica in quanto hanno partecipato alla commissione finanza e bilancio della Camera dal maggio del 2008..
Entrambi eletti nella Lega Nord.

Maurizio Fugatti è stato eletto nella circoscrizione Trentino Alto Adige, un  montanaro verace, componente della Commissione Permanente VI (Finanze e banche) della Camera dei deputati, già consigliere comunale di Avio (provincia di Trento).
Silvana Comaroli è, invece,  una lombarda doc, stessa commissione, eletta a Milano.
Insieme, tutti e due (maroniani)  nel settembre del 2011 hanno cominciato a puntare i piedi su Unicredit e Corrado Passera, pretendendo un controllo nazionale –nonché statale e parlamentare- sulle attività di management delle banche internazionali con sede nel territorio nazionale. Azzittiti per disciplina di partito. Hanno morso il freno, poi, un bel mattino, approfittando di una zuffa tra Berlusconi e Bossi durata 24 ore, si sono precipitati in aula e hanno presentato una corposa interrogazione parlamentare, ben documentata, dalla quale “sulla base di prove certe e non soltanto voci di corridoi finanziari, si starebbe manifestando un quadro di interesse da parte di un pool di istituti finanziari cinesi e asiatico-meridionali pronti ad intervenire nell’asset di controllo di Unicredit”.
I due deputati pretendevano dal governo (al quale partecipavano come maggioranza) una immediata risposta in merito. Che è arrivata. In politichese “state zitti”. In termini pratici “fatevi gli affari vostri”. In termini italioti consueti “questa vicenda deve rimanere negli ambiti discreti dei corridoi nazionali e non deve essere rivelata ai cittadini”. In termini parlamentari, il presidente della Camera ha preso atto, ha archiviato e li ha messi in fila per una risposta, sostenendo, il Gianfranco Fini che “tale interpellanza viene rubricata e inviata all’apposita commissione presieduta dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta che si farà carico, a nome del governo, di fornire una risposta pronta ed esaustiva”.

La risposta non è mai arrivata.
L’interpellanza è stata messa in frigorifero.
Tutto ciò non si è mai saputo.
Lo si sa, oggi (per chi lo vuol sapere, grazie al lavoro dei giornalisti finanziari anglo-americani che spiegano ai propri investitori come stiano risolvendo l’affaire Unicredit).

Ecco chi –in teoria sempre più accreditata- starebbe entrando già da questa mattina per salvare la banca:
Best investment corporation boci-prudential trustee limited,
Flourish investment corporation,
Grant schools prevident fund,
Hong Kong special administrative region government-exchange fund,
National council for social sec fund Shanghai,
The subsidized schools provident fund care off the treas Bejing;
People's bank of China.
Niente di male e niente di strano in tutto ciò, tanto più che è regolare e legale.

Potevano però dircelo.

Era ed è un nostro sacrosanto diritto sapere chi ci mettiamo in casa e come i più alti dirigenti finanziari italiani si stiano comportando in una materia così delicata come questa.
Tutti i cittadini italiani hanno il diritto di sapere che cosa stia accadendo all’interno del più importante consorzio finanziario  nazionale, perla strategica del nostro impianto finanziario che deve sorreggere la ripresa e l’investimento.

Escono “ufficialmente” dal giro la Fondazione Cassamarca di Treviso (piccola ma solida realtà italiana legata alle imprese del territorio nazionale) esce la Fondazione del Banco di Sicilia, è uscita il Blackrock hedge fund britannico, escono i francesi di Credit Agricole.
Che cosa faranno, adesso, i nostri due prodi leghisti Fugatti e Comaroli?
Probabilmente nulla, perché la truppa mediatica asservita neppure ha mai segnalato la loro ferma preoccupazione lo scorso settembre quando erano al governo in maggioranza, figurarsi oggi che sono all’opposizione.

Ma una prima idea di come sta funzionando l’Italia di Monti  e del pessimo lavoro che PDL e PD insieme stanno fornendo all’integrità nazionale appare sempre più chiara dalla loro comune risposta su questa vicenda Unicredit: silenzio totale e acqua in bocca.
Perché una cosa è chiara: se i cinesi entrano e sostengono la banca, lo capisce anche un bambino, l’istituto finanziario finirà per privilegiare quelle imprese che vanno a produrre in Cina, che esportano in Cina e che importano dalla Cina.
Non avranno nessun interesse nel sostenere l’industria italiana.

Non è così che si rilancia una economia nazionale disastrata.

O mi sbaglio, caro ragionier Monti?

14 commenti:

  1. Su unicredit sento certe storie di gente che ha i mutui allucinanti.
    Comunque per controbilanciare lo IOR come ha sentito puzza di bruciato ha lasciato perdere l'opa per il san raffaele.
    i prossimi effetti a rigor di logica dovrebbero essere chiusura di parecchie filiali nel centro sud,un bel pò di licenziamenti e qualche dismissione propedeutica.

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  2. Ed ecco, la nostra cinesizzazione si sta attuando..
    Quale dialetto dovremo imparare,secondo voi?

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  3. Io vorrei sapere perchè su una materia così delicata si sparano le nefandezze più assurde. Ricapitolando ieri secondo questo blog, unicredit (ovvero l'unica banca italiana di interesse europeo, too big to fail e per questo, secondo EBA deve aumentare il core tier 1 al 9%) era fallita, decotta.
    Oggi invece fa gola ai cinesi.
    Ma come se è fallita? Per vostra informazione vi dico che EBA ha chiesto alla banca Santander (spagnola) un aumento di capitale pari a 15,5 mld di eur (ovvero il doppio di quello nostrano).
    Sono d'accordo invece sul fatto che questo governo indecente (degno del precedente nella sostanza) non sta facendo nulla per difendere le proprie aziende (di cui unicredit rappresenta una parte rilevante) da questa politica europea (ma si legge tedesca) che vuole sbaragliare ogni competitor. Non dimenticherei che unicredit possiede la HVB tedesca e la bank of austria (banche molto importanti da quelle parti). Stiamo perdendo parti importanti del ns sistema industriale (lusso, grande distribuzione, derivati del latte e ora pure energetica).
    Mi riferisco a Parmalat ed Edison solo per citare le ultime due.
    1.

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  4. Forse è nazionale , che crea confusione.
    Il Governo Monti sta solo realizzando il suo sogno, cioè l'Economia Sociale di Mercato.
    Il modello è appunto quello cinese, un mix efficace di dittatura morbida (forse in salsa vaticana, cioè Compagnia delle Opere a braccetto con Cooperative rosse per la gestione delle fascie sociali destinate al macello)e liberismo.
    Unicredit è una banca, e sta sul Mercato, che è globale.
    L'Italia non è già più da tempo una nazione sovrana: che senso ha difendere una banca nazionale ?

    Se volevamo difendere gli interessi nazionali (o le banche nazionali) dovevamo pensarci prima di sbavare per la libera concorrenza, per la globalizzazione, per l'Europa costi quel che costi.
    E i due leghisti (insieme ai loro compari)ora si attaccano.
    La Cina ha un mercato in Italia e in Europa, ha i soldi, e si compra una banca che sta andando a picco e nessuno vuole perché a rischio.
    Business is business.
    O pensavamo di poter avere la globalizzazione, la libera concorrenza, l'esportazione e la de-localizzazione, tenendoci però le banche nazionali ?
    Beh, non si può.
    Non è possibile, come sappiamo tutti, avere la botte piena e la moglie ubriaca.
    Ora ci teniamo la moglie ubriaca; la botte, cioè il bottino, sta sul mercato.
    Globale.
    A meno che non si decida di cambiare rotta e ripensare non solo al Mercato e alla globalizzazione, ma alla convenienza economica di essere un paese europeo nell'Europa di Maastricht e di Lisbona

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  5. No, quello su cui si fa confusione è il concetto di libera concorrenza (che è come credere a Babbo Natale): non esiste. La Cina fa dumping esportando merci tossiche, di scarsissima qualità a prezzo bassissimo visto che inquina e sfrutta. La Germania fa dumping sui saldi delle partite estere della bilancia dei pagamenti a danno degli altri paesi e così via. Ma quale libero mercato! Piantiamola con queste amenità. Prova a comprare una banca americana o francese e poi vedi come te lo fanno fare. Il salvataggio delle banche inglesi (paese liberista) è stato fatto con soldi PUBBLICI, idem per quelle americane. I liberisti sempre e solo col c...o degli altri.

    1.

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  6. @ Anonimo 12.25

    Sì.
    Temo non sia troppo evidente l'ironia, sia nel contenuto che nel tono del mio commento.
    Sui "salvataggi delle banche con soldi pubblici" però, non ci siamo mai fatti mancare niente nemmeno in Italia, mi pare.
    In fondo, in ogni liberista si nasconde un pokerista compulsivo: gente che ama il gioco facile con i soldi degli altri (o il c..o degli altri, che è lo stesso) e tollerano male chi si fa beccare a barare a carte senza spartire.

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  7. @anonimo 11.08...ai cinesi fa gola proprio perchè decotta, così entra meglio nel mercato, perde soldi ma guadagna penetrazione

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  8. anonimo 12.25 e anche @Rossland.....sono d'accordo con voi e sul fatto che in ogni liberista si nasconda il pokerista compulsivo. Tutto sta a restituire Senso a Significati. "Liberismo" non ha nulla a che vedere con "Libertà": è semplicemente la presa del potere di piccole oligarchie di destra che usano la finanza per imporre una struttura politica conservatrice. Il loro piano è sempre politico: difendere e salvaguardare lo status quo.

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  9. @Rossland

    Il modello è appunto quello cinese, un mix efficace di dittatura morbida (forse in salsa vaticana, cioè Compagnia delle Opere a braccetto con Cooperative rosse per la gestione delle fascie sociali destinate al macello..

    Hai detto non bene ma benissimo.
    Io preferisco l'espressione:

    gestione delle fascie sociali destinate alla riduzione in schiavitù..

    Sai come é, macello può dar adito ad equivoci essendo parola che fa riferimento ad animali.
    Schiavitù é decisamente più chiara.

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  10. @ luigiza
    Molto più chiara.
    Già oggi, la sola differenza fra uno "schiavo per debiti" e un povero "assoluto", è solo il business milionario gestito (non a caso, secondo me) da quel mix citato sopra.
    La differenza fra chi non ha alcun diritto a disporre di se stesso e diventa "merce a compensazione" di un padrone fino a che quel debito è estinto, che è mai nella maggioranza dei casi, e si contano ancora oggi a milioni nel mondo; e chi è costretto a fare debiti con le banche per riuscire a sopravvivere, è che nel secondo caso, una volta depredato di ogni avere alla prima difficoltà a saldare le rate (e ce ne sono in Italia ormai parecchie centinaia), finisce a dormire sotto i cartoni per strada e a mangiare (solo dopo opportuna certificazione di povertà, che anche da povero devi rendere qualcosa) alle mense dei poveri.
    Cioè, appunto, la sua esistenza in vita dipende interamente dalle cooperative che gestiscono la povertà.
    Un business sulla fame e sull'assenza di un letto dove dormire, per capirci.
    Ufficialmente non si può parlar parlare di schiavi, in quanto liberi (si fa per dire) di decidere se mangiare o meno e sotto quale ponte dormire, ma forse solo per una certa convenienza economica di chi sulla povertà ci campa.
    Mi spiace, immagino volessi solo segnalare un rischio, vero?
    E' che sono tasti cui rispondo in automatico e sui quali forse non si riflette mai abbbastanza.
    E invece dovremmo, perché oggi siamo tutti a rischio panchina (o ponte con cartone).
    Per i dati aggiornati, sapevi che gli schiavi (nel senso concreto della parola) sono oggi nel mondo circa 27 milioni? Le fonti non mancano: da Slavery Footprint a Anti Slavery International ai libri di colui che è forse il maggior conoscitore della materia, Kevin Bales, che trovi anche in rete.
    E' che non fa bello ricordare qual è la destinazione ultima di chi esce dall'ingranaggio.
    Come diceva Fo " ...e tutti allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al Re".

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  11. @rossland....splendido commento puntualizzante, complimenti. Kevin Bales è un must dell'informazione libertaria. Grazie per avercelo ricordato

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  12. @Rossland

    Mi spiace, immagino volessi solo segnalare un rischio, vero?

    No, no non un rischio ma una certezza perchè so per esperienza di miei famigliari di che parli.
    Quindi per me dalla tua frase nel tuo primo intervento:

    Il modello è appunto quello cinese, un mix efficace di dittatura morbida (forse in salsa vaticana, cioè Compagnia delle Opere a braccetto con Cooperative rosse per la gestione delle fascie sociali destinate al macello)e liberismo.

    il forse ce lo puoi togliere, perchè qui da me in Lombardia il 'forse' non ha proprio senso.

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  13. sergiodicorimodigiani
    Grazie invece per gli argomenti dei suoi post, che scatenano spesso le mie compulsioni commentatorie.
    Crede che prima o poi leggeremo un suo post sul business che gira intorno alla gestione della povertà?
    Sono certa che ha in merito qualche nome o fatterello che sarebbe utile conoscere, viste le prospettive di povertà di massa e a breve.

    luigiza

    non soloin Lombardia; il forse si potrebbe togliere da ogni regione italiana.
    Diciamo che lo uso per una sorta di decenza, una specie di pudore che vuol essere rispetto verso chi - molti, sempre di più - finisce, da povero, a far lievitare il valore delle azioni della Beneficenza Spa.

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  14. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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