martedì 31 gennaio 2012

La Destra pubblicitaria e i dirigenti del PD presi nel sacco.


di Sergio Di Cori Modigliani

Il manifesto che vedete qui riprodotto in bacheca è un prodotto della comunicazione mediatica dell’estrema destra italiana che annuncia la manifestazione organizzata a Roma per sabato 4 febbraio. Ci sarà un raduno nazionale che si concluderà con i comizi della Mussolini e di Storace. La manifestazione fa da pendant –appartengono allo stesso concetto mentale operativo- a quella organizzata da Rifondazione comunista, voluta da Bertinotti e da Diliberto, nel 2008, quando Diliberto era ministro e Bertinotti presidente della Camera. Di giorno approvavano dei decreti governativi, la notte organizzavano cortei per la mattina dopo, contro il governo da loro stessi presieduto. (poi ci si chiede perché la sinistra è sparita in questo strano paese che chiamano Italia). L’insipienza masochista e la infantile inconsapevolezza di certa sinistra nazionale è tale che ancora oggi esiste qualcuno che considera Diliberto e Bertinotti interlocutori attendibili, dimenticandosi che entrambi hanno consegnato definitivamente la nazione nelle mani di Silvio Berlusconi su un piatto d’argento.
Che cosa avrebbe dovuto dire, allora, il sultano di Arcore: “no grazie”?
La Destra ci spiega che il corteo è “contro le banche” contro “il governo dei poteri forti” “contro il governo conservatore”..
Si dimenticano di ricordare che loro rappresentano le banche, che loro SONO i poteri forti, e che loro sono ben rappresentati, attualmente, dal più conservatore governo in assoluto che l’Italia abbia mai avuto dal 1946 a oggi.
Quindi si tratta di un delirio, che appartiene alla ormai smascherata politica della comunicazione della destra, finalizzata a diffondere sconcerto, a mescolare le carte, a creare paura e infine potersi presentare come gli unici e autorevoli salvatori della patria. Con gli esiti che possiamo immaginare.
L’immagine in bacheca è un slogan che viaggia in parallelo sul binario della comunicazione del PD. (e mi riferico qui a Bersani che beve la birra, a conosci Faruk, conosci Eva, ecc.). Sono identici, pur nelle loro apparenti differenze.
Perché sono entrambi berlusconiani.
Perché appartengono entrambi al berlusconismo.
Perché usano mezzi e strumenti della pubblicità come se le idee e i progetti fossero una merce da vendere e come se il potenziale acquirente fosse qualcuno che deve essere convinto. Perché puntano al consenso e non a un seguito ideale che nasce su un progetto comune.
Perché chiariscono, entrambi, che la loro interpretazione del potere è auto-referenziale: considerano, cioè, la gestione del potere come fine a se stessa e non come strumento per poter finalmente occuparsi del bene collettivo avendone i mezzi.
Chi intende far politica, dalla sponda di sinistra, non usa mezzi banali e tantomeno la pubblicità. Perché il fine non è quello di convincere nessuno. Mai. Non c’è nessuno da convincere su niente. Se uno sente, sulla base della propria sensibilità e dell’esercizio della propria facoltà di raziocinio, e della propria capacità di elaborazione di una realtà vissuta come  complessità e non come  banalità demagogica, allora sa dove andare e con chi.
Entrambe le fazioni, con questa campagna di comunicazione intendono vendere saponette o pannolini. Che la saponetta sia di destra o di sinistra, per me, è francamente irrilevante.
Se un partito di massa, come il PD, non è in grado di avere il coraggio di chiedere pubblicamente il tesseramento al popolo usando argomenti non pubblicitari del tipo “Iscrivetevi al PD se volete combattere contro la corruzione, la diseguaglianza, l’ingiustizia, la protervia e il privilegio degli arroganti” è perché fondamentalmente ha la consapevolezza del fatto che davanti a questa proposta gli riderebbero tutti appresso. Purtroppo.
Non è certo un caso che questa mattina l’ex tesoriere della Margherita, divenuto uomo di punta del PD, è stato accusato dalla magistratura di aver “dirottato” 13 milioni di euro ricevuti dallo Stato sul proprio conto corrente e su quello di sua moglie.
Due ore fa ha confessato ogni addebito chiedendo il patteggiamento.
Bersani insiste nel sostenere che la questione morale non tocca il Pd, neppure lo sfiora.
Storace insiste nel sostenere che lui rappresenta l’opposizione contro le banche.
Riprendiamoci il Buon Senso e cominciamo a dire piattamente pane al pane e vino al vino.


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