venerdì 13 gennaio 2012

La Camorra mette la firma sul Grande Inciucio. E il Redento Berlusconi ringrazia il parlamento e incassa una strepitosa vittoria.

di Sergio Di Cori Modigliani

Sono deluso, lo confesso. Ciò che consapevolmente mi delude, soprattutto, è la constatazione della mia delusione.
Il grande filosofo Baruch Spinoza definiva “la speranza” una passione triste, attribuendogli una valenza negativa, perché la identificava come un abbassamento della forza interiore spirituale, il sintomo della rinuncia al potere personale e la manifestazione “chiara e ridondante dell’impotenza soggettiva”.
Sono deluso, quindi, da me stesso, per aver ceduto a questa “passione triste”.
Ci avevo sperato, infatti, lo confesso. E oggi, mi rendo conto, si trattava di una flebile speranza, della proiezione di un mio desiderio insieme a quello di altri milioni e milioni di connazionali per bene che ci tenevano a vedere il parlamento inviare un segnale forte di discontinuità alla camorra napoletana, consentendo alla magistratura di far valere la Legge sulla prepotenza della corruttela politica.
E invece, è andato tutto come aveva orchestrato il sultano di Arcore.
Archiviata, pertanto, la mia delusione, ho riposto dentro un cassetto la passione triste e si ricomincia a ragionare applicando l’esercizio civile nell’indagine della realtà, presa per ciò che essa è, basandosi cioè su dati incontrovertibili e abbandonando la speranza che, da oggi, la considero di nuovo una sentimentalità perdente: è quella che spinge gli spiriti deboli a diventare schiavi del gioco d’azzardo, la mamma di tutte le speranze.
Certamente, oltre a una –mi auguro momentanea- indiscutibile vittoria di Silvio Berlusconi (e sarebbe un errore di infantile superficialità non considerarla tale) non si può non sottolineare la tragica ambiguità del risultato della votazione alla Camera. 298 sì, 309 no più 22 assenti. Considerando che 11 radicali hanno dichiarato di aver votato no, risultano “tecnicamente” 22 astenuti ai quali vanno sottratti i quattro deputati della lega che hanno provveduto a fotografarsi il dito mentre pigiavano il pulsante. Alle 9 del mattino, la Bindi, dopo aver parlato con Alfano, comunicava ai suoi che la votazione sarebbe stata segreta “per rispettare la libertà di coscienza di ogni singolo parlamentare”. Chi sono i 26?
 Quindi, chi ha votato no? Non lo sapremo mai, probabilmente.
Stendiamo, quindi, un velo pietoso su questa disgustosa vicenda che vede, ancora una volta, la sinistra democratica in parlamento suicidarsi in diretta televisiva, rinunciando all’esercizio di un potere personale in rappresentanza di tanta brava gente che un giorno aveva dato loro il voto sperando (per l’appunto “sperando”) in una opposizione.
La notizia del giorno è la rivolta dei tassisti, come reazione alla liberalizzazione paventata dal ministro patroni Griffi, sul quale la magistratura ha aperto un’indagine in relazione all’appartamento acquistato con un pagamento inferiore del 506% al valore reale dell’immobile. Cerchiamo di capire come stanno le cose, nell’interesse generale. Spulciando le carte rese pubbliche dal giudice, si viene a sapere che l’intera operazione è stata gestita da una persona specifica. Carlo Malinconico. (ve lo ricordate? Fino a due giorni fa era il sottosegretario alla presidenza del consiglio). L’immobile in questione faceva parte di un pool di 1456 condominii di proprietà dell’Inps che il ministro dell’economia Giulio Tremonti aveva inserito nella manovra economica sotto la dicitura “dismissioni di proprietà nazionali” per fare cassa, inserendola nella voce di bilancio. La valutazione degli immobili era stata fatta sulla base del lavoro sul campo realizzato da una equipe di tecnici specializzati. La direzione del ministero aveva inviato all’amministratore del condominio in questione una lettera nella quale gli spiegava che il valore “troppo basso” dell’immobile era da bocciare perché avrebbe potuto provocare una falla pericolosa nella revisione dei conti di bilancio. I condòmini avevano protestato. Tremonti aveva deciso di tener duro. Finchè era arrivato un ordine dall’alto, direttamente da Silvio Berlusconi, il quale aveva imposto che a decidere sulla questione fosse Carlo Malinconico, da pochi giorni spostato alla presidenza della federazione editori. L’aspetto non è da sottovalutare. Oltre che inquietante, rivela la modalità medioevale nella conduzione di affari pubblici da parte dei governanti italiani: perché mai un esperto in editoria avrebbe dovuto occuparsi di una compravendita immobiliare, a tal punto da ricevere per iscritto apposita delega dal ministro dell’economia? Come mai, allora, la cosiddetta opposizione non trovò nulla da dire considerandolo un fatto normale? (in quel caso specifico avrebbe dovuto schierarsi dalla parte di Tremonti applaudendo il suo rigore contabile). Forse la risposta sta nelle vendite degli altri condominii. Il che spiegherebbe anche la diffidenza del Consiglio d’Europa quando controllano i conti degli italiani, dato che quelle “famose dismissioni” hanno fruttato all’erario una cifra inferiore rispetto a quella conteggiata di ben 845.000.000 di euro. Migliaia di appartamenti che sul mercato valevano 500 mila euro, sono stati dati via per 80 mila. Era sempre Carlo Malinconico a gestire l’operazione. In teoria, tutti quanti –nel senso tutti i nuovi proprietari- risulterebbero passivi di denuncia per “truffa nei confronti dello stato”. Ma se andassimo a controllare i nomi degli acquirenti, si capirebbe il perché, su tutto ciò, l’intera classe politica italiana rappresentata in parlamento ha deciso di stendere un velo di omertà collettiva. Si capisce anche, quindi –una volta abbandonata la passione triste elaborata da Spinoza per dedicarsi alla realtà-  quali fossero alcune delle carte che avevano in mano Cicchitto e Berlusconi quando minacciavano i deputati nel caso non avessero votato a favore di Cosentino.
E si comprende come funziona la politica in un paese medioevale, senza etica, come questo.
Per dirla in tutta franchezza. Cicchitto ha avuto ragione dal suo punto di vista.
 Quale sarebbe la differenza tra un camorrista che piazza il proprio cugino in un assessorato e un deputato, magari di sinistra, che firma il rogito per un appartamento da intestare alla figlia sapendo che lo sta pagando 5 volte di meno del suo valore reale e che allo stesso tempo sta dando un solido contributo all’affossamento dei conti della spesa pubblica? Sempre malaffare è. Sempre frutto di corruzione è.
Se la cosiddetta sinistra democratica vuole aspirare al recupero di un minimo di credibilità, allora devono fornirci i nomi e i cognomi di tutti i cittadini italiani, un tempo locatari a equo canone di proprietà dell’Inps dismesse, fornirci l’elenco dei rispettivi rògiti, paragonarli alle cifre corrispondenti stabilite con decreto legge da Giulio Tremonti sulla base del prezzo del mercato inseriti in quella specifica manovra e, nel caso si dovessero rilevare delle incongruenze, costringere queste persone a una auto-denuncia.
Io ne conosco –personalmente- almeno quattro, di cui due anche famosi, per la serie truppa mediatica asservita: una di loro lo si vede spesso alla tivvù, è un campione della lotta anti-casta.
Bando alle speranze, quindi.
Ci teniamo Cosentino in parlamento perché ben ci rappresenta.
O meglio. Ben “li” rappresenta.
E Silvio Berlusconi che ben conosce i propri polli –avendoli allevati lui alla corte del suo pollaio- ha tutte le ragioni del mondo a sorridere oggi, lustrandosi i baffi nell’organizzare la campagna elettorale per le elezioni anticipate, al massimo di qui a sei mesi.
Non soltanto ha vinto, ieri.
Ma ha in mano soltanto carte vincenti.
La sua vittoria poggia sulla consapevolezza che può contare sull’omertà del consociativismo, sull’alleanza strategica tra PDL PD e UDC che consente loro di gestire, organizzare e stabilire la vita di tutti noi a loro piacimento.
La sua vittoria consiste nella certezza matematica di potere sempre, in un qualunque momento, azzittire l’opposizione collusa con lui.
Il voto di ieri ne è una prova lampante.
Il Grande Inciucio protetto da mamma Monti non può che generare questi mostri.
E Silvio Berlusconi seguiterà ad incassare.
Da totale perdente –come lo avevamo fatto diventare tutti noi- dai giornalisti per bene ai cittadini inviperiti, dall’indignazione che montava, rischiando di dilagare, alla ribellione degli oppressi che cominciava a organizzarsi contro di lui, ebbene, da vizioso sultano travolto dagli scandali, dalla sua inettitudine e dal suo illegale delirio di onnipotenza, il parlamento italiano e il governo del ragionier Monti lo hanno riconvertito in un vincente., grazie all’apporto militare della camorra organizzata.
20 ottobre 2011, cardinale Bagnasco: “la Chiesa osserva con sgomento e dolore la caduta morale del paese e invita la parte sana della nazione a ritrovare una nuova unità spirituale, morale e soprattutto etica per dare un segnale forte di discontinuità, una nuova prospettiva”.
6 gennaio 2012, cardinale Bagnasco: “la Chiesa osserva con commozione la trasformazione operata nel cuore di Silvio Berlusconi; è sempre bello e riempie di speranza accorgersi quanto misteriose siano le vie attraverso le quali opera il Signore per trasformare i peccatori in modelli virtuosi. E lo fa attraverso la redenzione”
Da Perdente in Redento.
Grazie Bersani, grazie Bindi, grazie Casini, grazie Fini, grazie Rutelli.
La Camorra ringrazia.
Perché tra di voi –ma lo sapevamo già da un pezzo- c’è chi la serve con fedeltà garantendogli copertura dentro al parlamento.
Chi sono costoro?
E’ còmpito vostro stabilirlo, fornire le prove e diffonderle presso il pubblico.
Ma noi non cederemo questa volta alla speranza che voi lo facciate.
Ci organizzeremo secondo altre modalità.
Voi avete perso tutti il diritto di ergervi a paladini di una democrazia che mal rappresentate perché troppo impegnati a salvaguardare i vostri piccoli interessi di bottega, i vostri appartamentini rubacchiati allo stato, i vostri penosi privilegi di biechi rappresentanti di un Ancien Regime, tuttora solido essendo l’Italia un paese medioevale.
Ma la Storia cambia e i cicli si trasformano.
Se non altro sappiamo con chi abbiamo a che fare.
In un paese come il Regno d’Ipocritania, è già qualcosa.
Prima o poi vi faremo pagare tutto il maltolto. Alla tedesca.
Cioè, comprensivi di tutti gli interessi passivi, in aggiunta ai danni provocati all’intelligenza del paese.

Ci avete presi per scemi?


5 commenti:

  1. per farli pagare alla tedesca dovremmo essere tedeschi noi stessi...purtroppo così non è...
    che tristezza :(
    Luu

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  2. Che le tue parole siano profetiche..
    Nemmeno io ho più speranza per quell'aula..

    Ieri salvavano il camorrista..mentre un uomo di 40 anni ha ucciso la famiglia e si è suicidato perchè non campavano più..
    Voglio vendetta!

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  3. Tutto molto bello ma ...
    chi o cosa LE impedisce di fare quei nomi?

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  4. tempo fa sono scrissi dei commenti polemici qui e sergio di cori mi chiese se facessi parte dei "servizi" che tentava di depistare,
    la presi a ridere e lo accusai di essere un fissato,
    se tutte le cose che leggo qui sono vere mi rendo conto ora che forse non aveva torto, anzi,
    quello che viene rivelato qui da un pò di tempo non si legga da nessuna parte,
    di questo passo temo che sergio di cosri avrà seri rischi per la sua incolumità,
    c'è materia per farlo fuori,
    sempre che sergio di cori esista, ovvero che venga/no individuato/i il/i vero/i autore/i di questi post, che dovrebbero esser più d'uno,
    comunque grazie ragazzi continuate così, anzi fate di più, pubblicizzate di più,
    io sono già uno che non andrà più a votare e se c'è da far casino sono pronto
    franco nero

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  5. scusate per gli errori ma non ho riletto
    franco nero

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