"Quando uno Stato dipende per il denaro dai banchieri, sono questi stessi e non i capi dello Stato che dirigono le cose. La mano che dà sta sopra a quella che prende. I finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro".
Napoleone Bonaparte
di Sergio Di Cori Modigliani
Il Natale è, per definizione acquisita, una festa religiosa, la più importante in assoluto per il mondo cristiano. Ho avuto occasione, nella mia vita, di vivere in diverse nazioni cristiane e quindi di trascorrere questa festività secondo gli usi e le consuetudini locali. Se oggi mi chiedessero quale sia la particolarità dell'Italia nel celebrare il Natale, non avrei dubbi nel rispondere: la totale mancanza di spirito religioso e l'indifferenza generale per il messaggio del Cristo. Se un italiano ha l'avventura di vivere all'estero si accorge, con il trascorrere degli anni, che l'Italia può essere definita e considerata una nazione cattolica soltanto dal punto di vista tecnico, ovvero come evento storico di tradizione culturale e come dato statistico ma in realtà non lo è.
Questo è un paese dove negli ultimi decenni si è verificato un sommovimento antropologico che ne ha modificato radicalmente la tessitura e, l'abitudine ad accogliere come norma il linguaggio, il lessico e la comunicazione della classe dirigente, ha comportato il fatto di considerare irrilevante la menzogna non attribuendo alcun valore formale (tantomeno formativo) al concetto di verità oggettiva.
Eppure, il 25 dicembre si celebra la venuta al mondo del Salvatore, la cui idea del mondo è basata tutta sull'assunto "Conoscerete la Verità e la Verità vi renderà liberi" (Vangelo di S. Giovanni). Nelle ultime tre settimane ho chiesto a 14 persone che conosco (tutti cattolici italiani) chi fosse l'autore di questa frase. Soltanto 1 su 14 l'ha attribuita a Gesù. Le risposte sono state le più disparate (si va da Marx a Chomsky, da Ingroia a Gino Strada) e la dice tutta sullo stato di impoverimento interiore culturale collettivo. Poichè tutte e 14 hanno fatto catechismo, sono persone colte ed evolute, sono rimasto colpito dalle risposte. In questo Paese è stata incorporata (inconsciamente e subliminalmente) l'idea che la verità non esiste, oppure se c'è è relativa o, ancora meglio, è nascosta e occultata e quindi inutile, perchè dedicargli dei pensieri?
Il discorso di Enrico Letta alla nazione di ieri è perfettamente in linea con questa modalità.
Non a caso è primo ministro del Gran Regno d'Ipocritania che non ha nulla di cristiano.
Il primo anno che ho trascorso in Usa, convinto di provenire da un paese fortemente cattolico come l'Italia e di essermi trasferito in un paese laico e indifferente alle ragioni del Cristo, sono rimasto sbalordito nell'essere testimone dell'eccitazione collettiva davvero sbalorditiva che si diffonde i primi del mese di dicembre nel fare a gara a chi dà di più, a chi fa più beneficenza e a chi è socialmente più generoso: è uno status delle classi abbienti. poi, mi sono abituato, perchè in Usa il Natale è ricordato come "colui che veglierà sui poveri" e quindi l'intera società celebra la festività occupandosi dei poveri. Si parla di povertà e di poveri in maniera continua e costante fino al 26 dicembre. Il record è stato battuto quest'anno. Complessivamente, le prime 1.000 aziende multinazionali statunitensi hanno messo a disposizione la cifra complessiva di 15 miliardi di dollari (detraibili dalle tasse) per far fronte alla realtà dei più disagiati e alla tivvù tutte le campagne pubblicitarie gareggiano nel farsi vanto di tale attività. I soldi non vengono dati a enti, associazioni, fondazioni, società farlocche. Vanno direttamente nelle mani di chi ne ha bisogno. Intel ha messo a disposizione 250 milioni di dollari per finanziare startup di giovani poveri, Apple -nello Stato della California- ha versato un assegno da 500 milioni di dollari per finanziare progetti culturali e scientifici di giovani non abbienti a reddito zero, e così via dicendo. Da Obama e Michelle al più modesto sindaco di un piccolo paesino, l'intera classe politica dirigente si occupa dei poveri e incita le aziende a distribuire un po' di ricchezza. Destra, sinistra e centro, non si sottrae nessuno.
Poi, il 27 dicembre ritorneranno a fare gli squali.
Il mio ultimo Natale fuori dall'Italia è stato quello del 2009. Stavo in Argentina, e la mia compagna di allora era una fervente cattolica praticante che lavorava per il governo come sottosegretario all'istruzione. Ero rimasto molto colpito dalla società argentina, non sapevo che fosse così radicalmente cattolica in una maniera che per gli italiani (cinici e indifferenti) è davvero impensabile. In quel 2009 c'era una grande eccitazione e tutto il dibattito politico ruotava intorno alla frase lo va a decir vas a ver que lo va a decir (che vuol dire "lo dirà vedrai che lo dirà") sostenuta dai cattolici, mentre i laici ritenevano che "non l'avrebbe detto". Si riferivano alla dichiarazione della Kirchner che aveva chiuso politicamente (in maniera vincente) un braccio di ferro con la curia argentina relativo ai finanziamenti per l'istruzione che erano stati stornati dalle sovvenzioni alle scuole cattoliche verso l'istruzione pubblica gratuita. Si attendeva la risposta ufficiale dell'arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio. Il giorno di Natale, per amore, accompagnai la mia compagna alla messa alla cattedrale e lì ebbi occasione di conoscere l'attuale papa. Ricordo a memoria le sue parole che mi colpirono. Disse: "Oggi si celebra la nascita di colui che si è incarnato e sacrificato per salvarci a tutti e regalarci la speranza di un mondo migliore. Se oggi, il nostro Salvatore comparisse di nuovo direbbe senza dubbio "a me questa festa di Natale non piace per niente" e protesterebbe contro la fiera della vanità e del consumo esibizionista che dimentica l'esistenza dei poveri. Perchè Lui ha parlato ai poveri, ha parlato per i poveri, a nome dei poveri. Ed è quindi giusto, oggi, nel celebrare la nascita del Figlio di Dio far sapere al governo che la Chiesa è disponibile e a disposizione del governo per stare in prima fila e al fronte nella guerra contro la povertà. Essere cattolici e celebrare il Signore significa scendere in campo e in guerra contro la povertà". Tutti, allora, in Argentina, cominciarono a sostenere che il loro arcivescovo era l'unica personalità politica in grado di poter salvare la Chiesa se fosse diventato Papa.
Già da allora si faceva strada quell'idea del mondo che io ho definito "l'era del post-Maya".
C'è da scommettere che domani, a San Pietro, Papa Francesco sarà l'unica personalità politica attiva sul territorio della Repubblica Italiana che parlerà dei poveri e ai poveri.
Perchè questo non è più un paese cattolico e il Natale non è una festa religiosa rispettata dalla classe politica e imprenditoriale dirigente. E' un paese che ha scelto di servire gli interessi delle banche e dei consorzi finanziari e quindi il governo ha chiarito la propria posizione.
Nelle nazioni dove i politici sono intelligenti e accorti, è dalle Istituzioni che deve partire la dichiarazione formale di guerra alla povertà.
E' ciò che fanno nelle più importanti nazioni cristiane del mondo in questi giorni.
E' avvenuto nella Regione Marche.
E' sempre stato uno dei grandi polmoni industriali d'Italia e una delle regioni più ricche e industriose d'Europa, un tempo baluardo della DC, poi passato al PCI e poi -con meraviglia e sorpresa di tutti- dal 24 febbraio 2013 al M5s che ha ottenuto il massimo numero di voti regionali in Italia (circa il 31% dei voti). In questa regione, il punto di riferimento finanziario per l'imprenditoria era la Banca delle Marche, solido istituto che andava a gonfie vele e che aveva usufruito negli ultimi 7 anni di aiuti, sovvenzioni, finanziamenti, appoggi. Ben 12 ispezioni della Banca d'Italia (tra il 2006 e il 2012) erano state bloccate. E così le ispezioni sono passate a marzo. Prima hanno scoperto che c'era un buco di 200 milioni, poi il buco è diventato di 400, infine si è consolidato a 600, finchè l'ultima ispezione (la quinta in tre mesi) non ha prodotto un risultato eclatante: il buco è intorno a 1 miliardo e l'intero consiglio di amministrazione è stato denunciato alla magistratura per truffa nei confronti dello Stato, truffa in bilancio, alterazione dei libri contabili e sono tutti indagati, a partire dal presidente. E' arrivato il prefetto a giugno che ha commissariato la banca per due mesi. Ma a settembre, in seguito ad una successiva ispezione, il commissariamento è diventato "definitivo". Il presidente si è dimesso, dopo aver preso 15 milioni di euro di buona uscita. E' venuto fuori che sono stati elargiti mutui in quantità esorbitante senza alcuna garanzia a decine di migliaia di soggetti, mentre circa 10.000 aziende sono state fatte fallire distruggendo e radendo al suolo l'intero patrimonio imprenditoriale delle Marche e gettando centinaia di migliaia di persone nella disperazione. Ebbene, il presidente dieci giorni fa ha ricevuto dal Quirinale la bella notizia che era stato selezionato e gli veniva conferita la nomina di "cavaliere del lavoro per meriti professionali e per aver contribuito a creare una efficiente rete di servizi finanziari finalizzati alla promozione e sviluppo delle attività imprenditoriali ed economiche nazionali". Il Presidente ha informato il Prefetto di Pesaro che ha organizzato subito la cerimonia ufficiale in presenza del vice-sindaco di Macerata (sono le tre persone che vedete nell'immagine in bacheca) nella sede locale regionale.
Nessuna reazione.
Questa classe dirigente politica ha scelto di premiare l'uomo che ha contribuito ad impoverire la regione più ricca d'Italia.
Così si celebra il Natale in Italia.
Nessuna protesta.
Due eccezioni soltanto: una è di Aldo Benfatto, segretario provinciale della CGIL che ha inviato una lettera al prefetto di Macerata, Piero Giardina, e che qui ripropongo. Appare come una iniziativa personale di un segretario provinciale, persona alla quale va il mio personale rispetto di cittadino italiano.
Ecco che cosa ha scritto, inviando una lettera a tutti i giornali ma pubblicata dal Messaggero:
«Condividiamo con il signor Prefetto l'indignazione della Cgil di Macerata per la nomina a cavaliere del lavoro di Lauro Costa, da diversi anni presidente e vice presidente di Banca delle Marche. Ancor più grave è la motivazione, "..per meriti legati alla gestione della Banca" stessa. In questo momento drammatico ci sentiamo di rappresentare le preoccupazioni dei lavoratori dipendenti stabili e precari di Banca Marche, delle famiglie e delle imprese in difficoltà per l'accesso al credito, reso problematico dalla crisi della banca dovuta anche alle scelte di chi in questi anni l'ha amministrata e diretta. Per questi motivi e alla luce degli avvenimenti accaduti in questi ultimi mesi sarebbe stato opportuno non concedere tale onorificenza a chi è stato presidente fino a pochi mesi fa di una banca che attualmente è commissariata dalla Banca d'Italia».
L'altra protesta è di Sandro Forlani, Presidente dell'associazione "DIPendiamo Banca Marche", con sede a Pesaro, che rappresenta gli interessi dei correntisti e dei lavoratori della Banca, attivo da molti mesi nel denunciare lo sfacelo dell'istituto finanziario. Ecco la lettera:
Questo è un paese dove negli ultimi decenni si è verificato un sommovimento antropologico che ne ha modificato radicalmente la tessitura e, l'abitudine ad accogliere come norma il linguaggio, il lessico e la comunicazione della classe dirigente, ha comportato il fatto di considerare irrilevante la menzogna non attribuendo alcun valore formale (tantomeno formativo) al concetto di verità oggettiva.
Eppure, il 25 dicembre si celebra la venuta al mondo del Salvatore, la cui idea del mondo è basata tutta sull'assunto "Conoscerete la Verità e la Verità vi renderà liberi" (Vangelo di S. Giovanni). Nelle ultime tre settimane ho chiesto a 14 persone che conosco (tutti cattolici italiani) chi fosse l'autore di questa frase. Soltanto 1 su 14 l'ha attribuita a Gesù. Le risposte sono state le più disparate (si va da Marx a Chomsky, da Ingroia a Gino Strada) e la dice tutta sullo stato di impoverimento interiore culturale collettivo. Poichè tutte e 14 hanno fatto catechismo, sono persone colte ed evolute, sono rimasto colpito dalle risposte. In questo Paese è stata incorporata (inconsciamente e subliminalmente) l'idea che la verità non esiste, oppure se c'è è relativa o, ancora meglio, è nascosta e occultata e quindi inutile, perchè dedicargli dei pensieri?
Il discorso di Enrico Letta alla nazione di ieri è perfettamente in linea con questa modalità.
Non a caso è primo ministro del Gran Regno d'Ipocritania che non ha nulla di cristiano.
Il primo anno che ho trascorso in Usa, convinto di provenire da un paese fortemente cattolico come l'Italia e di essermi trasferito in un paese laico e indifferente alle ragioni del Cristo, sono rimasto sbalordito nell'essere testimone dell'eccitazione collettiva davvero sbalorditiva che si diffonde i primi del mese di dicembre nel fare a gara a chi dà di più, a chi fa più beneficenza e a chi è socialmente più generoso: è uno status delle classi abbienti. poi, mi sono abituato, perchè in Usa il Natale è ricordato come "colui che veglierà sui poveri" e quindi l'intera società celebra la festività occupandosi dei poveri. Si parla di povertà e di poveri in maniera continua e costante fino al 26 dicembre. Il record è stato battuto quest'anno. Complessivamente, le prime 1.000 aziende multinazionali statunitensi hanno messo a disposizione la cifra complessiva di 15 miliardi di dollari (detraibili dalle tasse) per far fronte alla realtà dei più disagiati e alla tivvù tutte le campagne pubblicitarie gareggiano nel farsi vanto di tale attività. I soldi non vengono dati a enti, associazioni, fondazioni, società farlocche. Vanno direttamente nelle mani di chi ne ha bisogno. Intel ha messo a disposizione 250 milioni di dollari per finanziare startup di giovani poveri, Apple -nello Stato della California- ha versato un assegno da 500 milioni di dollari per finanziare progetti culturali e scientifici di giovani non abbienti a reddito zero, e così via dicendo. Da Obama e Michelle al più modesto sindaco di un piccolo paesino, l'intera classe politica dirigente si occupa dei poveri e incita le aziende a distribuire un po' di ricchezza. Destra, sinistra e centro, non si sottrae nessuno.
Poi, il 27 dicembre ritorneranno a fare gli squali.
Il mio ultimo Natale fuori dall'Italia è stato quello del 2009. Stavo in Argentina, e la mia compagna di allora era una fervente cattolica praticante che lavorava per il governo come sottosegretario all'istruzione. Ero rimasto molto colpito dalla società argentina, non sapevo che fosse così radicalmente cattolica in una maniera che per gli italiani (cinici e indifferenti) è davvero impensabile. In quel 2009 c'era una grande eccitazione e tutto il dibattito politico ruotava intorno alla frase lo va a decir vas a ver que lo va a decir (che vuol dire "lo dirà vedrai che lo dirà") sostenuta dai cattolici, mentre i laici ritenevano che "non l'avrebbe detto". Si riferivano alla dichiarazione della Kirchner che aveva chiuso politicamente (in maniera vincente) un braccio di ferro con la curia argentina relativo ai finanziamenti per l'istruzione che erano stati stornati dalle sovvenzioni alle scuole cattoliche verso l'istruzione pubblica gratuita. Si attendeva la risposta ufficiale dell'arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio. Il giorno di Natale, per amore, accompagnai la mia compagna alla messa alla cattedrale e lì ebbi occasione di conoscere l'attuale papa. Ricordo a memoria le sue parole che mi colpirono. Disse: "Oggi si celebra la nascita di colui che si è incarnato e sacrificato per salvarci a tutti e regalarci la speranza di un mondo migliore. Se oggi, il nostro Salvatore comparisse di nuovo direbbe senza dubbio "a me questa festa di Natale non piace per niente" e protesterebbe contro la fiera della vanità e del consumo esibizionista che dimentica l'esistenza dei poveri. Perchè Lui ha parlato ai poveri, ha parlato per i poveri, a nome dei poveri. Ed è quindi giusto, oggi, nel celebrare la nascita del Figlio di Dio far sapere al governo che la Chiesa è disponibile e a disposizione del governo per stare in prima fila e al fronte nella guerra contro la povertà. Essere cattolici e celebrare il Signore significa scendere in campo e in guerra contro la povertà". Tutti, allora, in Argentina, cominciarono a sostenere che il loro arcivescovo era l'unica personalità politica in grado di poter salvare la Chiesa se fosse diventato Papa.
Già da allora si faceva strada quell'idea del mondo che io ho definito "l'era del post-Maya".
C'è da scommettere che domani, a San Pietro, Papa Francesco sarà l'unica personalità politica attiva sul territorio della Repubblica Italiana che parlerà dei poveri e ai poveri.
Perchè questo non è più un paese cattolico e il Natale non è una festa religiosa rispettata dalla classe politica e imprenditoriale dirigente. E' un paese che ha scelto di servire gli interessi delle banche e dei consorzi finanziari e quindi il governo ha chiarito la propria posizione.
Nelle nazioni dove i politici sono intelligenti e accorti, è dalle Istituzioni che deve partire la dichiarazione formale di guerra alla povertà.
E' ciò che fanno nelle più importanti nazioni cristiane del mondo in questi giorni.
E' avvenuto nella Regione Marche.
E' sempre stato uno dei grandi polmoni industriali d'Italia e una delle regioni più ricche e industriose d'Europa, un tempo baluardo della DC, poi passato al PCI e poi -con meraviglia e sorpresa di tutti- dal 24 febbraio 2013 al M5s che ha ottenuto il massimo numero di voti regionali in Italia (circa il 31% dei voti). In questa regione, il punto di riferimento finanziario per l'imprenditoria era la Banca delle Marche, solido istituto che andava a gonfie vele e che aveva usufruito negli ultimi 7 anni di aiuti, sovvenzioni, finanziamenti, appoggi. Ben 12 ispezioni della Banca d'Italia (tra il 2006 e il 2012) erano state bloccate. E così le ispezioni sono passate a marzo. Prima hanno scoperto che c'era un buco di 200 milioni, poi il buco è diventato di 400, infine si è consolidato a 600, finchè l'ultima ispezione (la quinta in tre mesi) non ha prodotto un risultato eclatante: il buco è intorno a 1 miliardo e l'intero consiglio di amministrazione è stato denunciato alla magistratura per truffa nei confronti dello Stato, truffa in bilancio, alterazione dei libri contabili e sono tutti indagati, a partire dal presidente. E' arrivato il prefetto a giugno che ha commissariato la banca per due mesi. Ma a settembre, in seguito ad una successiva ispezione, il commissariamento è diventato "definitivo". Il presidente si è dimesso, dopo aver preso 15 milioni di euro di buona uscita. E' venuto fuori che sono stati elargiti mutui in quantità esorbitante senza alcuna garanzia a decine di migliaia di soggetti, mentre circa 10.000 aziende sono state fatte fallire distruggendo e radendo al suolo l'intero patrimonio imprenditoriale delle Marche e gettando centinaia di migliaia di persone nella disperazione. Ebbene, il presidente dieci giorni fa ha ricevuto dal Quirinale la bella notizia che era stato selezionato e gli veniva conferita la nomina di "cavaliere del lavoro per meriti professionali e per aver contribuito a creare una efficiente rete di servizi finanziari finalizzati alla promozione e sviluppo delle attività imprenditoriali ed economiche nazionali". Il Presidente ha informato il Prefetto di Pesaro che ha organizzato subito la cerimonia ufficiale in presenza del vice-sindaco di Macerata (sono le tre persone che vedete nell'immagine in bacheca) nella sede locale regionale.
Nessuna reazione.
Questa classe dirigente politica ha scelto di premiare l'uomo che ha contribuito ad impoverire la regione più ricca d'Italia.
Così si celebra il Natale in Italia.
Nessuna protesta.
Due eccezioni soltanto: una è di Aldo Benfatto, segretario provinciale della CGIL che ha inviato una lettera al prefetto di Macerata, Piero Giardina, e che qui ripropongo. Appare come una iniziativa personale di un segretario provinciale, persona alla quale va il mio personale rispetto di cittadino italiano.
Ecco che cosa ha scritto, inviando una lettera a tutti i giornali ma pubblicata dal Messaggero:
«Condividiamo con il signor Prefetto l'indignazione della Cgil di Macerata per la nomina a cavaliere del lavoro di Lauro Costa, da diversi anni presidente e vice presidente di Banca delle Marche. Ancor più grave è la motivazione, "..per meriti legati alla gestione della Banca" stessa. In questo momento drammatico ci sentiamo di rappresentare le preoccupazioni dei lavoratori dipendenti stabili e precari di Banca Marche, delle famiglie e delle imprese in difficoltà per l'accesso al credito, reso problematico dalla crisi della banca dovuta anche alle scelte di chi in questi anni l'ha amministrata e diretta. Per questi motivi e alla luce degli avvenimenti accaduti in questi ultimi mesi sarebbe stato opportuno non concedere tale onorificenza a chi è stato presidente fino a pochi mesi fa di una banca che attualmente è commissariata dalla Banca d'Italia».
L'altra protesta è di Sandro Forlani, Presidente dell'associazione "DIPendiamo Banca Marche", con sede a Pesaro, che rappresenta gli interessi dei correntisti e dei lavoratori della Banca, attivo da molti mesi nel denunciare lo sfacelo dell'istituto finanziario. Ecco la lettera:
«L'Italia è il paese delle meraviglie. E così accade che un prefetto della Repubblica premi con un titolo ambitissimo l'ex presidente di una banca che, insieme ad altri insigni benemeriti, hanno contribuito a condurre quella stessa banca sull'orlo di un baratro dal quale non sappiamo ancora se saprà salvarsi. Ciò avviene mentre il sindacato e l'attuale gestione della banca stanno cercando di trovare accordi che comunque significheranno sacrificio per i lavoratori. Nello stesso tempo altri lavoratori, giovani precari ormai da molti mesi e mai garantiti, stanno incontrando tutti coloro che nel territorio potrebbero aiutarli a fare diventare realtà il diritto a un posto di lavoro a tempo indeterminato loro negato dall'attuale grave congiuntura di Banca Marche. Il sottoscritto Sandro Forlani, suggerisce al cav. Lauro Costa di chiedere alla nostra Repubblica di sospendere questo riconoscimento, almeno fino al giorno in cui su Banca Marche non ci saranno più veli da squarciare».
Questi sono gli esempi che forniscono le istituzioni italiane, e in questo Natale non potevo non condividerlo con i miei lettori. E' malsano dare per scontato atteggiamenti come questo.
E' sano indignarsi e scandalizzarsi perchè il messaggio che in questo Natale è stato inviato ai giovani marchigiani, agli imprenditori industriali e agricoli, agli artigiani, agli operatori turistici, è quello di dire: "violate pure la legge, rubate pure, scrivete il falso, e noi vi diamo un premio".
E' sano indignarsi e scandalizzarsi perchè il messaggio che in questo Natale è stato inviato ai giovani marchigiani, agli imprenditori industriali e agricoli, agli artigiani, agli operatori turistici, è quello di dire: "violate pure la legge, rubate pure, scrivete il falso, e noi vi diamo un premio".
Lo considero un atto simbolico da parte delle istituzioni davvero molto grave.
Sono convinto, infatti, che la Verità davvero ci renderà liberi a tutti.
Quantomeno renderà liberi coloro che la vogliono vedere.
Addirittura premiare chi produce poveri mi sembra una ignominia.Ci tenevo a condividere il mio disadoro il giorno di Natale con tutte le persone di buona volontà in cerca di una illuminazione.
Buone feste a tutti.
Tutti i giorni semplicemente tutti i giorni, dovrebbero e dovremmo pensare ai più poveri, anzi semplicemente non devono esserci poveri. E il fatto di essere rispettosi verso gli altri e cioè aiutando sempre il prossimo, senza essere avidi come in questo mondo che sto scoprendo e vedendo con i miei occhi, grazie anche ai suoi articoli, a tutto ciò che ci circonda, non lo si fa e non lo si deve fare in base a ciò che si crede rispetto alla propria
RispondiEliminareligione, questo ciò che io penso. Rispetto la sua idea così come quella di tutti a prescindere che siano cattolici o di altra religione o di niente l'importante è che si rispetti il prossimo e non ci si arricchisca a dispetto di altri. Questa politica generale di tutto il mondo attuale,fatta eccezione di pochi paesi(forse), è aberrante tutti i giorni non solo oggi. Il presidente José Mujica Cordano attuale presidente dell' Uruguay e agricoltore ha detto in un suo discorso, "il vero povero è colui che ha bisogno di tanto per essere felice", credo sia l'esatto opposto della direzione in cui questo mondo ingiusto stia andando; ammiro Pepe Mujica. Spero solo la si smetta di pensare al consumismo schifoso e che sparisca il dio danaro. Sarà anche giusto che vengano dati soldi ai più bisognosi ma se poi il giorno dopo,anzi dal giorno dopo sino al prossimo natale gli stai già togliendo tutto lasciandolo vivere in miseria, beh allora chi se ne frega dell'elemosina. Come si possono lasciar morire 20.000 bambini al giorno in tutto il mondo, a causa di malattie che noi curiamo in un giorno, e poi pensare di essere buoni. Non ce l'ho con lei ci mancherebbe, volevo solo un po' sfogarmi in un giorno che per alcuni è nato un rispettabilissimo uomo, per altri è il giorno in cui "rinasceva" il sole, per diversi tante altre cose e per me è un giorno in cui veramente sento la tristezza. Quando vedo carrelli della spesa pieni, di persone che poi escono e lasciano gli spiccioli al povero all'uscita a cui la settimana prima avevano probabilmente bestemmiato l'esistenza,mi viene il nervoso, ci sono mille esempi di ipocrisia, di falsità, di ignoranza, c'è proprio la tendenza al menefreghismo, tanto quando stai bene mica ti accorgi degli altri, un mondo creato per distinguere le persone in classi sociali. Anziché vivere lasciando vivere tutti allo stesso modo,nella stessa dignità dove non ci sia bisogno di aiutare il più povero semplicemente perché non esiste, ma forse sogno troppo e sono anche abbastanza dislessico e poco abituato a scrivere per spiegarmi meglio. Anche se non condividiamo la stessa religione, da parte mia per il momento è così, credo che sul bene comune si possa essere d'accordo! Buon Natale e grazie per l'ennesimo articolo.
DOPO CIO' CHE HA SCRITTO (LUGLIO 2012) IL CIARLATANO DI CORI M. SULLE MIRABILIE DI HOLLANDE, CHI LO SEGUE E' A DIR POCO UN INGENUO
EliminaUn dittatore fece stampare la sua immagine sui francobolli. Quando venne a sapere che quei francobolli non vendevano molto, chiamò il ministro delle poste e ne chiese il motivo.
RispondiElimina“Sembra che non si attacchino bene sulle buste” fu la spiegazione che il ministro diede.
Il dittatore chiese come mai fosse stata usata una colla scadente.
“No, non è colpa della colla” spiegò il ministro “dipende dal fatto che le persone sputano sul verso sbagliato!”
Walter
Aiuto Sergio,ma sant'Iddio quale potrà essere mai la pazzia che conduce a simili comportamenti devastanti un capo di stato pro tempore,in nome della Costituzione e del Popolo italiano?...capirei una grave malattia.Se fosse questo il caso,la richiesta di messa sotto accusa del presidente della repubblica,non avrebbe ragione di essere formulata.Basterebbe un consulto medico.
RispondiEliminaCaranzan, se ti riferisci all'onorificenza al presidente della banca delle marche convengo che è un abominio, però non credo si debba essere rinunciatari come sembra suggerire Di Cori M.: come si concede la onorificenza si può abrogare, a rigor di legge anche per una multa non pagata, e sono le prefetture ad occuparsene (!) Vedi Report del 21 aprile scorso.
EliminaF. Gallucci
L'uomo è principalmente un animale, spinto, come tutti gli animali, da istinto di sopravvivenza e istinti sessuali/procreativi. La carità è solo una deviazione culturale indotta. Basta guardare quanta lotta c'è, sotto le apparenze, fra diseredati stessi, anche nella stessa famiglia. Anche voler garantire la vita a chiunque, va contro le leggi di natura e contro l'esistenza del pianeta. Guardiamo attentamente dentro noi stessi, solleviamo tutti i veli che l'autostima e una coscienza critica indebolita, ci impediscono di sollevare. Ma siamo anche comprensivi con noi stessi, come lo siamo quando guardando un documentario naturalistico, non giudichiamo la leonessa che azzanna la gazzella per nutrire i propri cuccioli. Non siamo stati noi a scegliere una vita fatta sicuramente anche di sofferenze, malattie e morte. Siamo tutti vittime, nessun colpevole. Anche nel messaggio cristiano c'è nascosta la menzogna che non ci dice che non si può, in questo mondo relativo, dare amore senza aver dato anche odio.
RispondiEliminaCaro Anonimo(permettimi di chiamarti così), tutta la cultura e la civiltà umana è frutto della ribellione alla amara pianta della vita. Per sopportare la vista di questa realtà è necessaria la tolleranza, l'accettazione della amarezza e tanta, tanta benevolenza. Però voglio esprimerti qualcosa che è più di una speranza: l'uomo sempre più riesce a sostituirsi alla natura, riesce cioè a divenire esso stesso natura non sempre per combinare disastri. Naturalmente, niente che contraddica le tue affermazioni: una prospettiva, un augurio di buon Natale. Paolo Federico
EliminaGrazie Paolo Federico. Io credo che il bicchiere non sia ne mezzo pieno, ne mezzo vuoto: è solamente mezzo. Questo mondo che non abbiamo creato noi, non possiamo migliorarlo ma per fortuna neanche peggiorarlo. Sono d'accordo con la religione ebraica che non contempla l'esistenza di un inferno o un paradiso ultraterreni: l'inferno e il paradiso sono qui, fra noi. Credo anche che non siamo artefici del nostro destino ma che tutto avviene secondo precise leggi fisico/chimiche immutabili.
EliminaAnch'io le voglio augurare buona giornata con una canzone "Uomini persi" C. Baglioni
La saluto, Stefano.
"O amanti di Dio! Siate gentili con tutte le genti; curatevi d'ogni persona; fate tutto quel che potete per purificare i cuori e le menti; prodigatevi per allietare ogni anima. Per ogni prato siate pioggia di grazia, per ogni albero acqua di vita; siate dolce muschio per i sensi dell'umanità e per i dolenti fresca brezza ristoratrice. Siate piacevoli acque per ogni assetato, guida premurosa per tutti coloro che hanno smarrito la via; siate padre e madre per gli orfani, figli e figlie amorevoli per gli anziani, per i poveri abbondante tesoro. Pensate all'amore e alla buona amicizia come a delizie del cielo, all'ostilità e all'odio come a tormenti infernali. Non concedete riposo ai vostri corpi, ma lavorate con tutta l'anima, e con tutto il cuore supplicate e implorate Dio di concedervi grazia e soccorso. Così possiate fare di questo mondo il paradiso di Abhà e di questo globo terreno la piazza d'arme del regno superno. Se solo farete lo sforzo, è certo che questi splendori rifulgeranno, queste nuvole di misericordia verseranno la pioggia, questi venti vivificatori si alzeranno e soffieranno, questo muschio dal soave aroma si spargerà per ogni dove.
RispondiElimina'Abdu'l-Bahà
Occuparsi dei poveri o dei bisognosi è prerogativa di una coscienza civica e di sentimenti umani. Eliminando a priori i sentimenti umani poichè poco fashion/glamour, resta la coscienza civica che è legata a cultura e utilizzo del cervello. Non a caso il nostro paese è profondamente ignorante, per tutti gli scettici, basta provare a parlare inglese con un tedesco svedese norvegese e poi con un italiano. Gli italiani in quanto talentuosi e "furbi" non hanno bisogno di studiare, tendenzialmente l'italiano medio è un "imparato" tifoso di calcio che non risolve i problemi ma li elude.
RispondiEliminaLa furbizia è l'intelligenza degli ignoranti, vince solo se i "furbi" sono tanti.
Abbiamo una classe politica che è lo specchio di questa società che si crede furba, sappiamo bene che entrambi sono solo ignoranti.
Ovviamente i nostri 5 stelle sono totalmente esclusi, sono la controequazione sistemica per bilanciare la decadenza a cui siamo arrivati, grazie ad una governance di "furbi" che ha finito per essere più ignorante dei propri elettori.
Forza Inter
Ma secondo lei Giovanni senza terra premiava Robin Hood o il sceriffo di Nottingham?
RispondiEliminaE nel paese nel quale la piu' grande vergogna e' essere poveri, tanto che chi lo e' non esce neanche per strada, si dovrebbe celebrare Gesù' e San Francesco? E dove la classe dirigente e digerente, interrogata sullo stato attuale della nazione risponde all'unisono "...non si sa cosa fare di questi mentecatti..," lo dice il generale dei suoi soldati, lo dice il dottore dei suoi infermieri e cosi via per ogni categoria dirigenziale dimenticandosi che e' lei, che e' il suo compito quello di organizzare, preparare, insegnare, allenare i propri sottoposti.
Il paese medioevale nel quale bastava chiedere alla corporazione dei
falegnami un falegname per averlo le vecchie classe non si curavano di
prepararli, non era affar loro. Loro dovevano solo essere serviti e
riveriti. Il mondo e' andato avanti, l'istruzione di massa che poi in questo paese e' continuata sul vecchio modello senza aggiornarsi e quindi ha prodotto lo stesso modello mentale in chi l'ha ricevuta continua a produrre la stessa classe dirigente. Parole come struttura,
logistica non le appartengono.
Uno storico inglese si chiedeva e se lo chiedeva perche' non trovava
nessuna spiegazione logica, come mai, a un certo punto, la classe dirigente inglese avesse fatto la scelta, radicale, diversa di occuparsi dei poveri e non quella comune di rafforzare lo stato aumentando burocrazia e militari.
Quando si parla di mentalita' si parla di struttura che obbliga certe scelte. Se l'unica scelta diventa l'appartenere, il diventare
questo paese offre quella scelta. Il premiare chi ha derubato i poveri
ne e' conseguenza, regola. Non scandalo.
Caro Sergio,
RispondiEliminala contatto qui perchè non ho altro modo per scriverle.
Volevo solo suggerirle di pubblicare oltre all'IBAN in codice internazionale Switft o Bic perchè diversamente se si volesse contribuire dall'estero diventa un problema.
Grazie :)
Renato
La ringrazio per la sua segnalazione, spero sia di buon auspicio, provvederò subito
EliminaPerfetto, grazie ancora per il suo lavoro.
EliminaBravi, fate pure i complimenti e soprattutto per Natale siate buoni, inviate dei soldini al povero ciarlatano: io vi invito a leggere la sua madre-bufala del luglio 2012 sulla nuova Francia di Hollande. Buone feste popolo bue.
EliminaMuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu
EliminaLeggi il corriere della sera che non sbaglia mai, ora devo tornare a ruminare, buone feste anche a te.
A Voi TUTTI, Umani di buona volontà, un Buon Dies Natalis Sol Invictus da Lillo, cittadino dell'Universo.
RispondiEliminahttp://www.google.com/transparencyreport/
RispondiEliminahttp://www.google.com/transparencyreport/userdatarequests/?hl=it
http://digitaldueprocess.org/index.cfm?objectid=37940370-2551-11DF-8E02000C296BA163
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http://www.google.com/transparencyreport/traffic/?hl=it#expand=PK
http://www.google.com/transparencyreport/safebrowsing/?hl=it
grande articolo.grazie.
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