martedì 20 dicembre 2011

Esce in Italia l'ultimo romanzo di Michael Viewegh, il più famoso scrittore ceko vivente.

di Sergio Di Cori Modigliani

 
Chissà che cosa pensano del mondo i ceki e l'Europa orientale, e se intendono il mondo e le relazioni tra uomo e donna come noi. Il modo migliore per saperlo, va da sè, consiste nell'andare a leggere i loro scrittori.

Approfittando del Natale, e soprattutto della necessità, oggi più forte che mai, di doversi fare quattro risate con intelligenza, facendo appello ad un sarcasmo ilare ma che ci fa anche pensare, consiglio a tutti di andarsi a leggere un romanzo di Michael Viewegh "La bio-moglie" appena uscito in Italia e pubblicato dalla casa editrice Atmosphere.
Piccolo editore indipendente di Roma, Atmosphere ha una caratteristica "normale", che in questo paese anormale diventa, invece, un evento più unico che raro: l'editore, infatti, è un imprenditore, è contrario all'editoria a pagamento e paga gli scrittori, attraverso regolari contratti.

Il livello italiano è talmente basso da costringerci a dover dare notizie come queste.

Consapevole del tragico ingarbugliamento italiano, Atmosphere ha fatto una scelta che penalizza gli autori nazionali del nostro paese ma che io comprendo pienamente: pubblica soltanto autori stranieri, con un penchant soprattutto per autori dell'Europa dell'est, giovani russi emergenti, ungheresi, e per l'appunto ceki.

Con questo libro, Atmosphere presenta in Italia Micheal Viewegh, considerato l'erede di Milan Kundera e attualmente il più famoso scrittore del mondo in lingua ceka. Famosissimo in patria, i suoi libri sono stati tradotti in decine di lingue e dai suoi romanzi ne hanno ricavato diversi film. Anche su questo è già piombata Hollywood che presto sfornerà una commedia.

L'autore è considerato uno scrittore di cose comiche, ma definirlo tale sarebbe sottovalutarlo. Ciò che scrive fa ridere, non c'è dubbio, la sua comicità è contagiosa. Ma è una scelta stilistica. Ci invita a riflettere sull'assoluta follia (non  a caso direi kafkiana) del mondo d'oggi, cogliendone gli aspetti esilaranti.
Il tema principale dei suoi libri sono la relazionalità uomo-donna e le difficoltà nella comprensione reciproca.
L'autore era presente a Roma, nel corso della fiera della piccola editoria, dove l'ho incontrato e mi ha rilasciato questa intervista sul suo libro.

Ve lo consiglio, magari, perchè no, come regalo all'ultimo momento (se siete maschi non lo consiglio come omaggio a mogli, fidanzate, amanti).

Regalate libri, a Natale, se potete; e ancora di più, se potete, libri dell'editoria piccola e indipendente.
Il massimo, poi (nel caso siate informati al riguardo) pubblicati da editori "normali" che pagano i diritti all'autore perchè rischiano, invece che farsi pagare dagli autori sfruttandoli.

Buona lettura, e buon natale.





1). Esiste ancora l’unicità della “Praga magica” oppure viviamo ormai in una società omologata? 
Praga resta una città di bellezza eccezionale e unica soprattutto grazie alla sua storia ricchissima. La vita nella Praga di oggi però non si differenzia troppo da quella delle principali metropoli dell’Europa occidentale – abbiamo solo meno piste ciclabili, meno ristoranti di qualità, più casermoni molto brutti e un municipio molto più corrotto.
 
2). Lei è il più importante scrittore ceco di oggi, conosciuto in tutta la Boemia, che rapporto ha con l’occidente? 
La prima parola che mi viene in mente è “adeguato” o “equilibrato”. In poche parole normale. Quasi trent’anni della mia vita li ho trascorsi in un rapporto con l’Occidente anormale, deformato: fino al 1989 i comunisti non mi hanno permesso nemmeno una volta di andare in Europa occidentale, quindi mi sono dovuto limitare a sognarla e, di conseguenza, l’ho ovviamente idealizzata. Era un rapporto poco sano, incompiuto.
 
3). Se lei dovesse scegliere due o tre solide colonne del pensiero occidentale cui essere grati, quali sceglierebbe? 
Se devo metterle a confronto con l’Oriente che conosco, direi soprattutto un maggior rispetto per la vita umana, un maggior rispetto nei confronti delle donne, una maggiore tolleranza per le opinioni diverse, una maggiore libertà individuale.
 
4). Se noi euro occidentali dovessimo scegliere due o tre solide colonne del pensiero europeo orientale, per quali motivi dovremmo esservi grati? 
A questo proposito la deluderò. Sono uno scrittore semplice e non Umberto Eco, racconto storie poco complesse, quotidiane, non sono un filosofo. Per me le colonne del pensiero orientale sono Čechov, Tolstoj, le Maldive, l’anatra alla pechinese e il riso al gelsomino. :-)
 
5). La bio-moglie è un testo esilarante che rivela, nella sua dimensione sottostante, l’immane difficoltà per il maschio, oggi, nel poter comunicare con la femmina in maniera armonica, perchè è andata a finire così male? 
Per secoli interi le donne sono state discriminate e oppresse, quindi il processo di emancipazione femminile che osserviamo ai nostri giorni è naturale e comprensibile. Secondo me il problema consiste nel fatto che alcuni corsi per l’autorealizzazione e alcuni movimenti femminili militanti differenziano a tal punto la donna dall’uomo da metterli alla fine l’una contro l’altro. E spesso anche andando contro le caratteristiche naturali delle donne e degli uomini. Ovviamente non condivido le classiche opinioni maschiliste tipo “il posto della donna è in cucina”, ma d’altro canto continuo a credere che quando un uomo e una donna ballano il tango sia l’uomo a dover condurre la donna. A differenza di alcune femministe ceche non credo nemmeno che i versi del poeta ceco Halas “Signorina, mi dica come riesce a non far tacere gli orologi quando si spoglia” siano sessisti. E potrei elencare molti altri esempi.
 
6). Secondo lei noi maschi post-moderni riusciamo a vivere accettando l’idea che le femmine potrebbero fare a meno di noi? 
Scoprire che chi amiamo può fare a meno di noi, se non addirittura dimenticarci con facilità, fa sempre male. A volte fa male al punto che, con una tale consapevolezza, non si può continuare a vivere come se nulla fosse. L’epoca moderna, o se volete postmoderna, non fa che complicare le cose. Viviamo con ogni confort, al calduccio, abbiamo tutto ciò che desideriamo, abbiamo una pillola per ogni problema fisico... Non siamo più abituati al vero dolore. 
 
7). Quali sono gli autori sui quali lei si è formato e ai quali è più debitore? 
Quando avevo vent’anni ho divorato affascinato Tolstoj, Hemingway, Thomas Mann, Bunin, Zweig – accanto ad autori più dozzinali. Mi piaceva quasi tutto. In seguito i miei gusti letterari si sono cristallizzati, ma esistono decine di autori che mi piacciono e non sono troppo favorevole a nominare i primi cinque della classifica.
 
8). In un mondo ideale, perfetto, la coppia esisterebbe sempre, secondo lei? 
Evidentemente devo avere una limitata capacità d’immaginazione perché non mi viene in mente niente di meglio. Che cosa propone lei? :-)
 
9) C’è un vecchio proverbio ebraico del talmud che recita: “una femmina per un uomo è troppo poco; ma due sono senz'altro troppe”... è un paradosso che secondo lei vale ancora oggi? 
Certamente, per Berlusconi di sicuro. Nel mio periodo alcolico e promiscuo che è seguito al mio divorzio ho però vissuto anch’io in prima persona un paio di serate in cui questo insegnamento talmudico valeva senz’altro :-)
 
10). Abbiamo un futuro? Nel senso di... è solo una crisi questa che stiamo attraversando oppure è l’inizio di un declino e noi europei non vogliamo accettare l'idea perchè ci spaventa?

Sono costretto a rimandarla alla mia quarta risposta...


1 commento:

  1. sembra abbia molto da dire .......... credo proprio lo regalerò............
    a me stesso!!!
    grazie della dritta

    p. s. l'impaginazione dell'articolo risulta larghissima e scomoda.
    è il primo post che vedo così. è un problema del mio pc?
    grazie
    un saluto.
    Alessio

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