di Sergio Di Cori Modigliani
27 Dic 11:03
(Finanza.com)
Non ci voleva certo un genio dell’economia per sapere che lo spread sarebbe aumentato e le banche italiane sarebbero andate male in borsa dopo le feste. Così come non ci voleva un genio della politica economica per comprendere che la cosiddetta manovra avrebbe compresso i consumi interni, restringendo ogni possibilità di allargare le possibilità di ripresa.
Eppure gli italiani sembrano essere impermeabili alle notizie della realtà
Gli elettori del centro-destra seguitano a credere che se fosse rimasto Berlusconi l’economia si sarebbe ripresa, il che è davvero una idiozia folle, soltanto a pensarci.
In compenso quelli del centro-sinistra sono convinti che Mario Monti sia sulla strada giusta, mentre l’economia affonda perché i dati sono impietosi.
C’è qualcosa di strano in questo paese. Forse è nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo. Si prova un senso di autentico smarrimento, nell’essere oggi italiani. Che è diverso dall’indignazione e dalla protesta che si leva in altre nazioni. Per noi, ormai, indignarsi è un lusso che non ci possiamo permettere.
Ritengo che smarrimento e sgomento siano più appropriati.
Non si riesce a far ragionare la gente su dati reali. Sui fatti. Sulle notizie.
Il danno che decenni di corruttela, di clientelismo,, di falsità, bugie e ruberie, hanno provocato nell’inconscio collettivo della nazione, è immenso. Mescolandosi al cinismo nazionale e alchemizzandosi con la tradizione gattopardesca e doppiogiochista, ha finito per produrre un senso di arrendevolezza e di sbiadita sbadataggine dalla quale è assolutamente necessario prendere le distanze per evitare di farsi travolgere dallo smarrimento.
Gli italiani si sono fatti rubare il Senso e il Significato delle parole. Ormai si sentono in televisione i protagonisti della casta dei privilegiati che parlano sostenendo che bisogna attaccare la casta; la destra sostiene di non volere un governo delle banche dopo aver lottato e vinto per fornire alle banche il potere totale sul mercato, mentre la sinistra sostiene compatta un governo composto da individui che appartengono per tradizione, scelta, e posizione alla destra, e sembra felice di aver avuto la possibilità di evitare, negli ultimi tre anni, di presentare una piattaforma alternativa.
I dai sull’economia sono pessimi e il ragioniere Mario Monti dichiara “sono ottimista, stiamo uscendo fuori dal tunnel”. Nessuno gli consiglia, quantomeno, di farsi visitare da uno specialista, magari laureato in psichiatria all’università del sacro cuore.
E’ una surrealtà totale. La destra è riuscita a prendere il potere di esercizio a condizione che la sostenesse la sinistra, mentre la destra va all’opposizione e da lì emette proclami sociali con un linguaggio che la sinistra non osa pronunciare.
Quindi, non si può che affidarsi ai dati nudi e crudi, ormai senza neppure commentarli, sperando che poco a poco, le persone comincino ad accorgersi che, alla fin fine, ciò che contano sono le cifre oggettive e non le loro interpretazioni. Oggi, ad esempio, il sito del London Stock Enchange, attraverso la rubrica Milano Finanza, ci annuncia che la società Edison non è più italiana ed è passata, dalla notte scorsa, dopo sei mesi di trattative, definitivamente in mano ai francesi, i quali –nel malaugurato caso lo decidessero- potrebbero, se molto irritati, staccarci la luce e lasciarci senza gas al buio. Ecco l’articolo, molto tecnico, ma almeno il dato è reale, oggettivo. Il governo, oggi, ha dichiarato che sta approntando un meraviglioso piano per l’energia nazionale che presenterà entro 90 giorni e non fa menzione alcuna del fatto che l’Edison non è più italiana.
Raggiunto l'accordo su Edison: passa ai francesi di EdF.
27 Dic 11:03
(Finanza.com)
Dopo anni di tira e molla, la partita intorno a Edison è giunta al termine. Nella tarda serata di ieri A2A, EdF, Delmi e Edison hanno raggiunto un'intesa preliminare per il riassetto societario della stessa Edison e di Edipower. Il colosso transalpino acquisirà da Delmi, società controllata da A2A, il 50% della holding Transalpina di Energia arrivando a detenere l'80,7% di Foro Buonaparte. L'accordo si basa su una stima del valore delle azioni Edison pari a 0,84 euro. L'acquisizione, si legge in una nota diffusa dal gruppo francese, "è condizionata alla conferma da parte della Consob che il prezzo dell'offerta pubblica d'acquisto obbligatoria risultante non sia superiore a 0,84 euro per azione Edison".
Contestualmente Delmi acquisirà il 70% del capitale di Edipower attualmente detenuto da Edison (50%) e da Alpiq (20%) ad un prezzo pari rispettivamente a 600 milioni di euro e a 200 milioni di euro. Per effetto di questa operazione, Edipower sarà interamente partecipata da Delmi (al 70%), A2A (20%) e Iren (10%). Edipower vanta sul territorio italiano 9 unità produttive: 6 centrali termoelettriche e 3 nuclei idroelettrici. L'accordo prevede che inoltre saranno stipulati contratti per la fornitura di gas da Edison a Edipower per la copertura del 50% del fabbisogno dell'azienda italiana per i prossimi sei anni.
L'intesa è subordinata all'approvazione da parte degli organi societari di A2A, EdF, Delmi e Edison entro il 31 gennaio 2012 mentre i contratti definitivi dovranno essere sottoscritti entro il prossimo 15 febbraio. Il closing dell'operazione dovrà avvenire entro e non oltre il 30 giungo 2012. "Questa operazione rappresenta lo snodo di un percorso iniziato nel 2005 con l'acquisizione congiunta del gruppo Edison da parte di A2A (e degli altri soci di Delmi) e di EdF ? si legge nella nota pubblicata da A2A -. Da tali accordi nasceranno due importanti poli energetici in Italia che, grazie alla stabilizzazione organizzativa e al rilancio delle attività, contribuiranno alla ripresa dello sviluppo economico del Paese, generando valore su tutto il territorio e offrendo nuovo impulso al tessuto produttivo italiano".
A Piazza Affari il titolo A2A mostra un progresso di circa 2 punti percentuali a 0,752 euro, mentre Edison lascia sul parterre l'1% a 0,823 euro.
Ricordiamo soltanto i dati relativi all’economia nazionale in data 27 dicembre 2010.
27 dicembre 2010: btp/bund era a 188 (oggi è 510).
I tassi di interesse erano al 4,84% (oggi sono al 7,12%).
L’Italia è l’unico paese dell’Europa ad avere peggiorato i propri conti rispetto al 27 dicembre 2010. Perfino la Grecia è andata meglio.
Che cosa fare, dunque?
Credo che la base di partenza sia la riappropriazione delle parole, del Senso.
Restituire i giusti termini grammaticali, sintattici, semantici, alla lingua che usiamo.
Ricordarcelo sempre e non consentire più l’appropriazione di parole, frasi e linguaggi a chi non ha il diritto di esercitarne la funzione. Se qualcuno vuol sostenere che è necessario attaccare i privilegi, ebbene: dimostri di non usufruirne. Ricordare costantemente e continuamente a chi ha esercitato il potere fino all’8 novembre che l’Italia è stata messa in ginocchio da loro. Pretendere da chi è di sinistra che parli come una persona di sinistra, altrimenti taccia.
Il ragioniere Monti ha semplicemente preso in pugno una situazione catastrofica, inventandosi una storiella che gli italiani si sono bevuti, per dire la verità con il contagocce, e gestire la catastrofe come se non fosse una catastrofe. Naturalmente provvedendo ai propri interessi di privilegio e regalando prebende, consulenze, posti e privilegi a tutte le Grandi Clientele della destra, della sinistra, del centro.
La nostra unica libertà consiste nel riappropriarci della realtà, cioè dei fatti.
Per poter di nuovo sognare, dobbiamo non sognare più, cioè svegliarci. Ennesimo Paradosso.
E’ il prezzo della Surrealtà.
Perché se non ci riappropriamo dei fatti e dei dati della realtà, allora, questi signori si sentiranno autorizzati anche a pensare di poterci far credere qualunque cosa.
La responsabilità però sarà nostra. Se non ci diamo una scossa, loro seguiteranno a narcotizzarci. Tanto più noi dormiamo smarriti, tanto più loro godranno dei benefìci dell’esercizio di un privilegio ingiusto, per noi degradante.
Dobbiamo esigere che la Realtà Oggettiva riprenda il sopravvento.
Prima di ogni altra cosa, restituire il Senso alle parole, dette o scritte che siano.
Se non altro per una questione di dignità.
Truffati, magari sì, ma presi anche in giro, questo proprio no.
Mi lancio in una preghiera improvvisata: POSSA IL SUO MESSAGGIO RAGGIUNGERE LE TESTE BACATE DI TANTI ITALIANI.Jack
RispondiEliminaCome facciamo ad indignarci se siamo schiavi della televisione? Pensiamo e ci convinciamo di quello che fantocci recitano a memoria nel tubocatodico. Siamo intontiti da teleimbonitori che sono al soldo dei potenti, non conosciamo nulla, non siamo informati e soprattutto abbiamo smesso di pensare, di riflettere, di interrogarci, ho la percezione a volte che tutti viviamo in un sistema dentro il sistema.
RispondiEliminaProprio oggi ho discusso animatamente con una mia coetanea della manovra Monti (io ho 30 anni), non conosceva nemmeno il contenuto,non riusciva a replicare a quello che io le ribattevo, ma rimaneva sempre a favore senza se e senza ma, non c'era modo di confrontarsi, ci hanno preso in giro tutti. Viviamo così.
Prima si sfasciava un telefono pubblico che mangiava un gettone, ora si chiede perfavore anche per un sacrosanto diritto.
Buon Natale Di Cori Modigliani
Giovanni
nel dopoguerra la piccola impresa artigiana era ben radicata nella vita e la conosceva abbastanza bene.
RispondiEliminapoi e' stata sostituita dalla grande industria in cui la maggior parte della gente e' diventata un ingranaggio con una conoscenza del dettaglio ed ha perso la visione d'insieme, qui e' stato facile per la tv imprimere nella gente la sua visione d'insieme.
prima la si aveva per forza dal lavoro che si faceva, oggi e' ancora possibile ma e' una scelta e la maggior parte di noi ha scelto l'illusione dei media.
come ho riportato anche nel precedente articolo:
insomma, e' chiaro ormai che non e' sufficiente svegliarsi per cambiare la situazione, quella gente e' lo specchio della massa, la maggior parte di noi vorrebbe essere nei loro panni per arraffare quanto piu' possibile.
ci sono 2 modi per cambiare:
1- lentamente con le nuove generazioni, almeno due, quindi 60 anni, circa lo stesso tempo che abbiamo impiegato dal dopoguerra fino ad oggi per diventare cio' che siamo.
2- rapidamente in maniera violenta, una guerra.
la terza opzione, varie ed eventuali, e' pure possibile ma fuori dalla nostra decisione di uomini.