mercoledì 24 agosto 2011

Si chiama Christina Romer, è una economista importante. E' la punta di diamante della pattuglia di post keynesiani che sta al fronte per fermare i tecnocrati e i bancari del neo-liberismo selvaggio e criminale.

di Sergio Di Cori Modigliani

“L’uomo attraversa il presente con gli occhi bendati. Può al massimo immaginare e tentare di indovinare ciò che sta vivendo. Solo più tardi gli viene tolto il fazzoletto dagli occhi e lui, gettato uno sguardo al passato, si accorge di “che cosa” ha realmente vissuto e ne capisce il senso”
                                                                           Milan Kundera da “Amori ridicoli”. Praga. 1968.


Questa citazione  tratta da un romanzo, si riferisce all’approccio individualista esistenziale, e fa riferimento al rapporto che ciascuno di noi ha con l’assoluto nel tentativo di trovare un Senso Ultimo alla vita.
La Storia, che si occupa, invece, dei grandi disegni collettivi e non soltanto di quelli individuali, funziona però nello stesso identico modo. Tant’è che per comprendere una società, un popolo, un evento, è necessario leggere e studiare entrambi: i romanzieri dai quali apprendiamo gli umori, le sensazioni, le fantasie, le aspirazioni, i desideri dei singoli esseri umani; e gli storici, i quali, grazie al lungo studio dei documenti d’epoca, dell’analisi degli archivi e dei risultati ottenuti segnati dall’implacabile peso del Tempo trascorso, ci spiegano le ragioni e i motivi per cui c’è stata la rivoluzione francese, perché è crollato l’impero romano, perché è nato il protestantesimo, ecc.
Fintantochè si è immersi in quello che Joyce chiamava “il teatro quotidiano dell’incubo assurdo” è piuttosto arduo comprendere con esattezza i meccanismi che determinano la realtà e ciò che stiamo vivendo. Proprio perchè lo stiamo vivendo, ed essendo parte in causa, non abbiamo quell necessario distacco (che ha ogni storico di professione che si rispetti) per comprendere la realtà.
Esiste però una modalità di approccio, che io definisco l’approccio etico-eroico, che contraddistingue la becera passività dell’individuo-massa (condannato per definizione a bersi tutto ciò che viene comminato) e quella invece opposta, perché soggettiva e   individualista, manifestata in un’aperta dichiarazione di schieramento. A questa appartengono gli artisti nella loro modalità apocalittico-visionaria-immaginifica (vedono come stanno le cose non si sa come) e i cosiddetti spiriti illuminati: individui che si assumono la responsabilità di “guidare la Storia” per far prevalere il bene comune, il progresso, il miglioramento della condizione esistenziale collettiva, contro coloro –invece- che vogliono far prevalere un egoismo personale, di casta, di censo, di ghetto, di clan, di tribù, imponendo con la violenza e la sopraffazione la propria volontà di parte sull’esercizio della volontà collettiva. Una scelta, quella di chi si schiera apertamente, rischiosa. Anzi. Rischiosissima. Perchè non esiste la rassicurante coperta della Storia (il senno del poi, dato che gli storici cominciano a rmboccarsi le maniche e mettersi al lavoro soltanto quando gli eventi si sono già verificati), non c’è nessuna garanzia sul fatto di aver ragione e tantomeno sul fatto che la propria Ragione, per quanto nobile possa essere riesca ad avere successo con beneficio di tutti.
Sarà soltanto la Storia a deciderlo.
Perchè lo si può sapere soltanto dopo.
E’ necessario, pertanto, nei momenti in cui la Storia ci chiama, crederci. Credere, con forza, vigore, argomentazioni. Senza una grande convinzione autentica non vi sarà mai espressione e manifestazione di una volontà di azione.
Questa era una premessa.
Grazie per l’attenzione (nel caso non vi siate già stancati e seguitiate a leggere).
Veniamo adesso al punto.
E il punto è molto semplice: siamo in guerra.
Esattamente come era in Spagna nel 1936 e lo slogan no pasaràn (non ce le faranno) era allo stesso tempo un monito per tutta l’Europa che tradotto suonava pressappoco così: “se il generale Franco vince in Spagna, l’Europa finirà in vacca e in una mostruosa guerra che la distruggerà” (evento puntualmente verificatosi di lì a quattro anni).
Esattamente com’era nel 1789 in Francia dove lo slogan libertè egalitè fraternità equivaleva a dire “se l’aristocrazia riprende e impone la propria logica di privilegi di casta contro l’idea di democrazia popolare, l’Europa si fermerà, si spegnerà e non progredirà”.
Oggi, 24 agosto 2011, non c’è nessuna possibilità matematica di sapere se siamo alla vigilia di una gigantesca rivoluzione planetaria, progressista e progressiva, come fu senz’alcun dubbio quella francese, oppure siamo alla vigilia di una immane catastrofe che produrrà soltanto fame, distruzione, e una estensione di povertà in Occidente quale non si verificava da almeno 500 anni. Lo sapremo soltanto dopo.
Nel frattempo, però, è bene schierarsi con convinzione e fare la propria puntata.
E’ ciò che stanno facendo, con dichiarata e aperta consapevolezza, diversi (per nostra fortuna sempre di più) economisti statunitensi, francesi, sudamericani, di grande livello, dotati di enorme competenza tecnica, di svariati successi alle spalle, ma soprattutto consapevoli che si è in guerra.
Questa signora la cui immagine vedete in bacheca e che potrebbe far pensare a una simpatica massaia delle pianure dell’Arkansas, Christina Romer, nata il 25 dicembre del 1957, è una eccellente economista, con tre  successi eccezionali (e un tragico fallimento) alle spalle, la quale, durante un talk show televisivo americano sul network ABC, circa una settimana fa, sapendo di avere una platea di telespettatori di circa 50 milioni di persone (ha battuto infatti ogni record di odiens televisivo) ha dichiarato “Siamo in guerra. E’ una guerra aperta, dichiarata, frontale. E’ la guerra dei neo-liberisti selvaggi planetari, sostenuti dalla destra più retriva in rappresentanza del capitale bancario privato che sta affondando i loro micidiali colpi nel tentativo di espoliare definitivamente la classe media, vera spina dorsale dell’economia statunitense, e baluardo storico nella produzione di ricchezza collettiva, per costruire un medioevo dittatoriale che ci fa dire con tranquillità che il comunismo sovietico di Breznev era, in paragone, un simpatico esperimento sociale divertente. Lo scenario della battaglia in corso era, per lo più, l’Europa: adesso si è esteso anche qui da noi. O la gente lo capisce e si rimbocca le maniche, o non lo capisce. Se non lo capisce vuol dire che è in malafede oppure è masochista. Oppure nessuno li informa. E’ il vantaggio –magari ancora per poco- di una grande democrazia liberale come quella che abbiamo fondato e difeso e salvaguardato in Usa nei secoli: c’è ancora spazio per dire, spiegare, informare. E’ ciò che noi economisti stiamo tentando di fare, disperatamente, prima che la guerra si concluda con una sconfitta planetaria delle persone per bene che lavorano”.
In seguito a questa presentazione così chiara e precisa, l’indice di ascolto è schizzato verso l’alto e si è aperto un furioso dibattito, com’era prevedibile è stata immediatamente attaccata dai neo-liberisti del tea party che l’hanno accusata di parlare come una comunista assoldata (non si sa da chi). Essendo Christina Romer, ordinario di Economia Politica e Pianificazione Economica delle Nazioni all’Università di Berkeley, essendo stata, inoltre, consulente personale del presidente Obama dal 2007 al 2009 gestendo e risolvendo la crisi economica di allora, (nonché autrice di un programma politico, datato gennaio 2009, dove si prevedeva al millesimo l’attuale crisi finanziaria e del lavoro, in cui presentava analisi e medicine) ha immediatamente avuto anche il supporto di un numero molto alto di sofisticate menti pensanti, di quelle che contano, perché si tratta di famosi multi-miliardari mega ricchi statunitensi, vissuti e cresciuti nell’anti-comunismo militante..
“Oggi” ha risposto la Romer “sostenere, come io faccio, di essere l’orgogliosa interprete e modesta, modestissima, erede del pensiero di Keynes, rivisitato e applicato alle necessità del capitalismo globale, viene identificato dai pirati criminali al comando delle grandi banche private, veri e propri bastardi, che sono accecati dall’avidità di casta e dall’accidia faziosa anti-democratica, come una dichiarazione di appartenenza a una guerriglia  comunista. E’ esattamente l’opposto: sto cercando di dare un contributo al salvataggio del capitalismo, e ritengo di avere il diritto/dovere di spiegare agli americani con molta chiarezza come stanno le cose, denunciando le falsificazioni operate dai media costantemente, perché siamo in guerra e guerra sia. Questa non è una crisi economica. I termini recessione, contrazione, addirittura “depressione economica” la cui sola evocazione ci riempie di sgomento, non sono utili né bastevoli per spiegare come stanno le cose. Se si afferma e vince il disegno del gruppo di tecnocrati sorretti politicamente dall’estrema destra planetaria in funzione anti-democratica non ci sarà più sviluppo. In realtà, la destra ha volutamente radicalizzato lo scontro perché intende prendere il potere politico a livello planetario. Siamo in una guerra tra capitale e lavoro. Il che è una follia. Perderanno entrambi. Il capitalismo funziona solo e soltanto quando produce lavoro e quindi ricchezza collettiva e consumo di massa e investimenti strategici”.
L’intervista, che in teoria doveva essere un normale e sonnolento dibattito sulla crisi economica attuale, si è trasformata ben presto –in seguito al tam tam di centinaia di migliaia di bloggers- in un gigantesco forum al quale hanno partecipato decine di milioni di persone, con la novità del fatto che vengono usate categorie inedite e valenti economisti –sorretti da pluridecorati capitalisti multi-miliardari- sono scesi in campo ad appoggiare le ipotesi di questo gruppo di economisti democratici (ma da noi non esistono?) che sostengono ESATTAMENTE LA TESI OPPOSTA portata avanti dalla BCE, dall’intera truppa mediatica italiana e dai governi di Francia, Germania e GB, le uniche tre nazioni che contano nel vecchio continente.
“Spingere le nazioni europee a immettere il concetto di pareggio di bilancio all’interno del propria costituzione come vogliono fare –così almeno sembra- in Spagna, Italia e Irlanda è un vero golpe e i cittadini devono essere informati. E’ un loro diritto. Così come è bene spiegare che la contrazione del debito pubblico provocherà stagnazione, mentre l’estensione del debito sovrano per stimolare l’economia farebbe di nuovo circolare moneta che dovrebbe servire a produrre le due uniche realtà di cui l’economia reale ha bisogno oggi: lavoro e merci.-Le banche private tengono in pugno i governi ricattandoli perché hanno come obiettivo quello di de-industrrializzare il pianeta spostando gli indici economici dai settori manifatturieri a quelli finanziari, il che vuol dire sostituire le merci con la carta straccia, il che vuol dire sostituire il lavoro con la rendita: una castatrofe per l’economia. Ma lo è anche per la psicologia. In tal modo si spingono individui e popoli a diffondere l’idea che la ricchezza non la si costruisce attraverso l’uso, l’applicazione e l’esercizio del lavoro, bensi’ attraverso l’uso furbo e abile di quotidiane transazioni finanziarie legate a oscillazioni. E’ un abbassamento anche di prospettiva intellettuale. Si spingono individui e nazioni a rinunciare alle strategie di mercato per cercare, invece, come vere e proprie cavallette i campi dove lanciarsi per capitalizzare subito finanza immediata da re-investire subito in qualche altra piazza finanziaria mondiale. Per non parlare del fatto che, quando passano le cavallette dei finanzieri neo-liberisti selvaggi, molto spesso –per non dire quasi sempre- lasciano intere nazioni a secco”.
I due grandi successi e veri e propri fiori all’occhiello di Christina Romer sono quelli ottenuti nel 2004 e nel 2007. Parlano le cifre. Nel 2004, infatti,  venne chiamata –come consulente- da una sindacalista argentina, allora all’opposizione, Christina Kirchner (attualmente presidente) per affrontare il problema economico dell’Argentina, crollata sotto il peso dell’attacco dei pirati finanziari e con un debito internazionale impossibile da pagare. La Romer studiò la situazione e fornì le proprie medicine. Le cedettero. Le applicarono. I Kirchner vinsero le elezioni e andarono al potere, applicando una mistura –tinta di colore sudamericano per essere adeguata al territorio locale- di socialismo marxiano nella dimensione politica e di post-keynesismo nella dimensione economica. I punti erano quattro: 1). Rinegoziazione del proprio debito (era il 2004) con il FMI, valutato allora in una cifra di circa 27 miliardi di euro, dalla quale vennero depennati tutti gli interessi composti delle banche creditrici che –negli ultimi dieci anni- avevano investito nel mercato finanziario argentino “inventando” una bolla speculativa fatta di carta straccia, tra cui l’Italia in prima fila. La restituzione di tale debito, ridotto a 14 miliardi di euro, sarebbe avvenuto in cinque anni. A ogni scadenza rispettata, sarebbe stato consentito un aumento del debito pubblico a condizione che la cifra fosse stata investita in infrastrutture interne, opere pubbliche, grandi opere, il cui fine dichiarato fosse quello di produrre lavoro e occupazione. 2). Sgravi fiscali per chiunque assumesse più di dieci lavoratori disoccupati. Le nuove aliquote incassate dallo stato dovevano finire nel 50% conto cassa per pagare il debito, il restante 25% per pagare i servizi pubblici e il 25% in un investimento finanziario in bpt di nazioni come Usa, Giappone e Europa –garantiti dalla Banca Mondale- il cui reddito sarebbe finito come fondo riserva nazionale. 3). Tassa sui grandi patrimoni finanziari e tassa sulle rendite finanziare con l’optional di scelta: chi non voleva produrre merci e/o lavoro pagava un’aliquota superiore dell’80%. Chi, invece, “inventava” imprese che producevano “merci reali” (di qualunque genere, compresi i servizi e il terziario, purchè venissero esclusi tutti gli strumenti cartacei di matrice finanziaria): 4). Abolizione della moneta “austral” (legata al dollaro) –manovra imposta dal ministro del tesoro di Bush- e ritorno all’originario “peso” al cambio di 2 a 1; tragico all’inizio perché comportava la presa d’atto del decurtamento al 50% del potere d’acquisto della moneta, ma che avrebbe funzionato a lungo termine.
Risultato: in cinque anni l’Argentina è passata da una disoccupazione del 56% al 12%.
Il debito con la Banca Mondiale da 27 miliardi di euro a zero.
Per sei anni di seguito il pil annuo è aumentato al ritmo del 12% e negli ultimi due anni è sceso al 9.
Il debito pubblico è aumentato del 63% ma la ricchezza interna produttiva è aumentata del 72%.
Risultato suppletivo: nel 2008 non c’è stato nessun impatto per la crisi finanziaria. Non avevano neppure un dollaro investiti in derivati, hedge funds e altri strumenti finanziari. Avevano investito i soldi dello stato nella produzione di merci.
Secondo risultato della Romer nel 2007 quando era consulente strategico della campagna elettorale di Obama. In Ecuador, nazione allo stremo, con un debito di 3,2 miliardi di dollari, il 70% della popolazione alla fame, una disoccupazione all’ 88%. Si fa assumere dal neo-presidente Rafael Correa e propone l’applicazione dello stesso modulo argentino con una variante in più, data la situazione locale. La Repubblica del Ecuador è il più grande produttore naturale al mondo di banane –le celeberrime chiquitas-  solo che il 94% della produzione era nelle mani di quattro aziende, due statunitensi e due europee: la Del Monte e la United Fruit Company (Usa) la Nestlè e la Danone (europee).
Assunta come consulente del governo per la pianificazione economica, fa convocare una riunione con le quattro aziende ma all’incontro ci va lei, con delega. Carta bianca. Li ricatta: o si fanno latori presso la banca mondiale per far decurtare il debito, dopodiché si fanno garanti presso la banca mondiale depositando cash la cifra dovuta, sulla base del calcolo al millesimo dei profitti in percentuale che avranno sulle banane raccolte fino al 2015, oppure le quattro aziende vengono nazionalizzate e perdono tutto. Sei giorni di trattativa. Le aziende hanno accettato pagando con quote e hanno “accorpato” nel cartello una quinta azienda, per la prima volta nella storia dell’Ecuador, la ABN (Asociacion Bananeros Nacionales) un gruppo di 456 nuove aziende produttrici di banane che vantano un 20% delle quote di cartello, le cui azioni sono possedute al 50% dal ministero dell’economia e il 50% dai produttori locali (per lo più giovani strappati alla delinquenza e allo spaccio di cocaina e trasformati in contadini produttori).
Risultato: in quattro anni, la popolazione sulla soglia della povertà è stata ridotta dell’ 82%.
La disoccupazione è stata abbattuta dall’88% all’11%.
Hanno pagato tutti i loro debiti.
Per costruire infrastrutture inesistenti, cioè ospedali, scuole e strade, lo stato ha aumentato il proprio debito pubblico del 136%. In compenso la ricchezza del paese è decuplicata.
Ha inoltre risolto anche un problema alla California, non più in grado di assorbire emigrazione per via della crisi.
L’emigrazione da parte degli ecuadoriani in Usa dal 52% del 2006 è scesa allo 0% del 2010. Trovano lavoro, salario e casa nella loro terra.
Christina Romer ha spiegato e raccontato tutto ciò alla televisione americana.
“Risolvere il problema dell’America Latina è facile, sono economie piccole. Ma con gli Usa e l’Europa?” hanno contestato in molti.
Tre giorni dopo l’associazione “figli di Cristoforo Colombo”, un gruppo di imprenditori emigrati in California, tutti di origine italiana, l’hanno sollecitata a dire la sua sull’Italia, nel corso di un dibattito svoltosi nel campus della facoltà di economia dell’università di Berkeley.
Ecco le sue medicine. Anzi: la medicina. Ne ha proposta, in pratica, fondamentalmente una e soltanto una.
“Lo stato italiano, invece di piagnucolare abbindolando i propri cittadini sul debito pubblico, presentandolo come un cancro, lo aumenta e va controcorrente.. L’Italia ha un debito pubblico che si aggira intorno ai 1.950 miliardi di euro. Portarlo a 2.050 non comporta nessun aggravio SOLO E SOLTANTO SE consente il rilancio alla grande dell’economia in termini di sviluppo. L’Italia può permetterselo. Lo stato lancia un gigantesco piano di rilancio a favore delle istituzioni bancarie, le quali si faranno latori –essendo tutti inter-connessi- presso la bce. I soldi vengono dati a due condizioni: a) le banche disinvestono dalla finanza e danno mutui agevolati alle imprese che producono merci a firma made in Italy. b) possono avere accesso ai mutui agevolati soltanto le aziende che assumono almeno 10 disoccupati in età tra i 18 e i 35 anni. Quelle aziende si vedono decurtati gli oneri fiscali del 50% se assumono e per il solo fatto di assumere. C) le banche e le aziende che non intendono investire nella creazione di lavoro e nella produzione delle merci perché preferiscono investire nella finanza internazionale –sempre a rischio di attacco speculativo- vengono tassate del 50%. Così, si alzano le tasse e si abbassano le tasse allo stesso tempo. Tutte le banche italiane che hanno usufruito dell’aiuto dello stato nel 2008 (circa 45 miliardi di euro per salvarsi dalla crisi) poiché hanno investito quei soldi in finanza di carta e non in produzioni di merci, devono essere tassate subito nella serie “profitti legati a transizioni finanziarie”. Nel solo 2011 le banche italiane hanno perso in borsa la media del 40% del loro valore. Ma nessuno ricorda che nel 2009 hanno avuto profitti, in alcuni casi, del 150%, e nel 2010 del 60%. Che cosa facciamo? Contiamo i soldi quando le cose vanno male e non li contiamo quando vanno bene? Invece di pensare al pareggio di bilancio pensate a dare dei soldi a Sergio Marchionne, se il suo piano comporta assunzione di personale, allargamento di mercati internazionali e creazione di ricchezza collettiva per la nazione, allora vuol dire che va bene. Come mai qui tutti lo stimano, lo rispettano e lo amano e da voi tutti lo odiano?
La medicina è una e una sola: l’unica che può salvare l’economia di una nazione come l’Italia, troppo debole dinanzi al ricatto delle banche private francesi e tedesche: disinvestire dalla finanza per produrre merci: così facendo ci si sottrae alla speculazione, si crea lavoro, si produce ricchezza. Le banche vanno sotto il controllo di un mega ufficio del lavoro supra partes che controlla l’efficacia del sistema e lo fa applicare.”.
E’ l’esperienza dell’errore, tragico, compiuto nel gennaio del 2009, consulente economica del neo-presidente Obama, che la fa parlare così. “Allora, Obama, diede –dietro mio consiglio- ben 1400 miliardi di dollari in aiuto delle banche. Pensavamo che umiliati dall’esplosione della bolla finanziaria corressero ad assumere persone e creare merci. E invece si sono presi i soldi e li hanno reinvestiti in un’altra bolla finanziaria. Una vera tragedia. Per questo mi dimisi, allora. Oggi, 20 agosto 2011, lo posso dire. Siamo stati truffati. Cedemmo al ricatto delle banche private: o ci date i soldi o mandiamo a picco le borse mondiali. Abbiamo dato loro i soldi. Stanno mandando a picco le borse mondiali perché hanno reinvestito i soldi su se stessi e non nella società. Una vera tragedia. Questo è l’attuale scenario di guerra”
Questo è ciò che si dice e ciò su cui si dibatte al di là dell’Oceano Atlantico.
Anche quando si parla di noi e della nostra economia.
Mi sembrava utile ascoltare e divulgare la voce e il pensiero di una bella mente pensante, dotata di competenza tecnica specifica.
Spero lo abbiate gradito.
Auguro a tutti una bella zaffata di aria fresca.
Non dimenticate di bere sempre tanta acqua fresca.


41 commenti:

  1. non ricordo come sono arrivato al suo blog, ma sono contento di esserci arrivato.

    Dovrebbe parlare più spesso di economia

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  2. Quoto il commento precedente e aggiungo che sto spesso riportando su fb i suoi eccellenti (ed illuminanti) post. E' dai tempi del compiantissimo Sylos Labini che non leggevo di economia in maniera così appassionante. Grazie di cuore per questo lavoro.
    Giuseppe Maisto

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  3. Mi sono permesso di riprendere il post d i pubblicarlo sul mio blog. L'articolo uscirà domani e sarà visibile al seguente link.

    http://intermarketandmore.finanza.com/ww-iii-siamo-in-guerra-finanziaria-se-non-lo-avevate-capito-33007.html

    Ottimo pezzo!

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  4. complimenti vivissimi per il blog.
    anch'io mi permetto di prendere spunto quest'ultimo post per un articolo che uscirà questa sera su mezzuomo.wordpress.com

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  5. Molto gradito. Una lettura "rinfrescante" in queste giornate torride...

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  6. Esiste da qualche parte su Internet un video con lo spezzone di talk show nel quale la Romer fa questo straordinario discorso?

    Ho cercato ma non lo trovo. Sarei felice di poterlo vedere.

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  7. "gestendo e risolvendo la crisi economica di allora"

    ma cosa cavolo ha gestito questa maledetta keynesiana: ha stampato un pò di soldi ed adesso dove siamo.

    Boh lasciamo perdere

    Il Folletto

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  8. Eccellente economista perchè si è occupata dell'Argentina: beh allora non c'è proprio spazio per capire nulla.

    Già solo la cattedra di pianificazione economica delle Nazioni potevano chiamarla pianificazione stalinista delle nazioni.

    Robe da matti: ineggiare a chi insiste con le maledette idee che ci hanno portato fin qua.

    Cristo Santo che ignoranza.

    Il Folletto

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  9. ricchezza collettiva e consumo di massa e investimenti strategici

    Ma questa è completamente matta!

    E sono fuori di testa tutti quelli che la lodano.

    Volevo solo ricordare che l'Argentina sta fallendo di nuovo....e affermare che risolto un problema della California che è già fallita.....un imbecille che dà soldi alle banche sperando che le investano ...nella società: NON DOVEVA DIMETTERSI DOVE TAGLIARSI LA LINGUA, e non parlare più di scemenze.

    Il Folletto

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  10. @ il Folletto

    Da la sua ricetta da difensore del capitalismo di stampo Keynesiano, modello economico iper superato ma tollerato meglio dalle masse.

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  11. Ma che tristezza: cosa significa capitalismo di stampo Keynesiano se non capitalismo di Stato.

    Cioè una Contradictio in terminis.

    La Romer è una sacerdotessa della Statolatria: una vergogna per l'umanità.

    Punto e basta.

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  12. Tutto vero?

    Ho cercato accuratamente sul web la fonte dell'articolo ma non si trova nulla, solo questo post riportato poi da altri blogs.

    Non c'e' nulla sul sito della Romer, nulla su quello di Berkeley, nulla su Google o Youtube. Sui "figli di Cristoforo Colombo" si trovano cose bizzarre e non attinenti.

    Insomma, vorrei chiedere al sig. Sergio Di Cori Modigliani di aggiungere in calce al post le fonti utilizzate. Penso sia essenziale in generale per i blogs vista la difficolta' di filtrare le informazioni da questi riportate.

    Grazie.

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  13. @ Il Folletto

    Non sai la differenza tra capitalismo Keynesiano e capitalismo iper liberale? Contraddizioni in termini? chiedi alla Cina. Ma per favore...

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  14. Capitalismo Keynesiano?

    Ma fammi tu un favore: leggiti questo http://mises.org/daily/2895 e finiamola con questi contraddizioni.

    Anche la tua religione è la Statolatria.

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  15. "Finché ci sarà Stato non ci sarà Libertà" caro Folletto quindi non dire tu a me cosa sono...

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  16. Per chi lavori , folletto? Chi ti paga per dire questa roba? Di chi fai gli interessi ? Hai il coraggio di dirlo o temi di essere linciato dal popolo?

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  17. Comunque,Folletto a parte, bellissimo blog, bravissimo MODIGLIANI!!!

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  18. Reitero la domanda posta questa mattina, quali sono le fonti di questo articolo?

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  19. Linciato dal popolo???

    Perchè mai devo pensare come il popolino che si beve l'informazione di questi blog, dei giornali pagati dallo Stato, delle televisioni pubbliche.

    Mi fate profondissima e sincera pena.

    Il Folletto

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  20. A' folletto, facci la cortesia.
    Creati con gli amichetti tuoi, gli "austriaci", la tua isoletta felice ed applica lì tutte le tue fantasie. Alla faccia dell'entropia, se vi riesce.

    Fate in fretta, però !

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  21. Ah dimenticavo,se il blog non ti piace,puoi sempre andare via invece di stare qui ad insultare gli altri...
    GEORG

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  22. Ah dimenticavo,se il blog non ti piace,puoi sempre andare via invece di stare qui ad insultare gli altri...
    GEORG

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  23. Caro il nostro Folletto 1) non ci hai detto chi ti paga come ti si chiedeva sopra 2) cerca di avere più rispetto per "il popolino che ti fa pena" , siamo o no in democrazia? Oppure a te la democrazia non piace? 3) tu pensala come vuoi ma non cercare di influenzare l'opinione altrui
    GEORG

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  24. 4) basta digitare Christina Romer su google per trovare tutte le informazioni e i video che vuoi 5) la tua tecnica è stravecchia, quella della delegittimazione e demonizzazione di ciò che non ti va bene
    GEORG

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  25. 6)non mi pare proprio che si possa accomunare l'informazione dei giornali pagati dallo stato e delle televisioni (ma perchè solo quelle pubbliche?Forse ritieni che quelle private,tipo mediaset,facciano una buona informazione?),con quella di questo blog
    GEORG

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  26. 7) cerca di moderare il linguaggio :"tagliarsi la lingua","scemenze","imbecille", "vergogna per l'umanità", non ti sembra di esagerare? Ti ricordo ancora una volta che siamo in democrazia,se tutti fossero come te,gli Italiani con il governo che hanno che cosa dovrebbero fare, scatenare un'offensiva con armi atomiche? GEORG

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  27. Ah dimenticavo,se il blog non ti piace,puoi sempre andare via invece di stare qui ad insultare gli altri...
    GEORG

    RispondiElimina
  28. mi dispiace che sia apparso all'inizio,e per giunta due volte,il commento che doveva stare alla fine,il mio computer ha avuto qualche problema
    GEORG

    RispondiElimina
  29. lo leggo da poco .. ma trovo interessantissimo questo blog............ trovo offensivo il comportamento del Folletto, nn trovo niente di costruttivo in comportamenti del genere.
    devo però riconoscergli un punto a favore; un giornalista o un blogger o chiunque voglia far informazione corretta e pulita, dovrebbe a mio parere citare le fonti.
    mi son letto tutti i post da maggio ad oggi in 3 giorni(compreso quello della bellucci!!!!) mi trovo in sintonia con tutti quanti... e sposo in pieno il calore e il coraggio con cui l'autore difende l'essere umano femminile.
    ciò n toglie che informazione pulita è citare sempre fonti attendibili.
    grazie , un saluto.

    Alessio.

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  30. oltretutto..... citar le fonti fa sì che i folletti di ogni risma e motivazione nn abbiano terreno fertile su cui costruir castelli in aria.
    grazie ancora.
    un saluto.

    Alessio

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  31. Questo è vero,hai perfettamente ragione.
    GEORG

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  32. scusate ma sia il commento originale sulla richiesta di link che la seconda richiesta di metterlo e' mia. mi chiamo francesco e non ho nulla a che vedere con il folletto i cui commenti trovo di pessimo gusto e di pessima qualita'. assolutamente inutili a stimolare il dibattito che questo articolo avrebbe meritato. l'idea di uno sconto fiscale alle imprese che si impegnano a far ripartire il made in italy non e' una cattiva proposta. giudicarla come tale solo perche' viene dalla romer e non da mulligan e' da minus habens.

    ora pero', come ho scritto nel mio primo commento, io non ho trovato la fonte originale. se altri che leggono la trovano vi sarei grato se la linkaste.

    trovo l'articolo di modigliani interessante e thought provoking ma preferisco di gran lunga leggere gli originali. senza offesa, ma modigliani non e' un economista e qui si parla (o si dovrebbe) di cose tecniche.

    qualcuno mi aiuta con questa cosa? georg che dici che si trova tutto su google metti il link esatto a dove la romer parla dell'italia?

    grazie,
    francesco

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  33. ammetto,con sincera onestà,che avendoti confuso con il folletto (e per questo ti chiedo scusa),avevo parlato di google in risposta alle sue demonizzazioni della Romer,riguardo al resto purtroppo non ti posso accontentare perchè anch'io sto ancora cercando e il mio computer non è neanche a posto!

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  34. Davvero un articolo molto interessante.
    Quello che emerge dalla situazione economica degli ultimi anni è un pericolosa condanna dell'etica: ridotta a quel campo di valori “sospesi in aria”, senza il minimo ancoraggio alla realtà mutevole della modernità . Questo perché si è fatto in modo che l'economia diventasse una disciplina talmente pregnante la vita dell'uomo moderno, da potersi auto-regolare. Il mero calcolo dei costi-benefici -in una sorta di illusione benthamiana- ha soppiantato il calcolo dei valori messi in gioco.
    Ecco dunque l'esilio di una ricerca del bene comune, di quei valori (giudicati così sopra la realtà) a favore di un mercato della "carta straccia". L'intangibile per eccezione governa la produzione, il mercato, le vite degli uomini.

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  35. Scusate, ma se si approfondisse il concetto di moneta, riserva di valore e inflazione(tassa occulta delle banche centrali)
    forse si riuscirebbero a capire i problemi che stiamo vivendo.
    Dal 1971 il sistema occidentale ha smesso di distribuire benessere REALE ai propri cittadini perchè ha permesso di stampare denaro a piacimento, denaro gestito dai banchieri-politici.
    Approfondite per favore.
    Ciao.

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  36. Volendo tranquillizzare i più scettici, anche se con sensibile ritardo, ma solo ora mi sono ritrovato tra le "pagine" di questo valido blog, ho avuto modo di trovare conferme valide su internet, pretendendo impegno doppio causa una non eccellente conoscenza dell'inglese.
    Ad ogni modo, non sono un amante dell'economia keynesiana, sono convinto rappresenti, in tutte le sue sfaccettature, un completo sfacelo se considerata nel lungo termine; apprezzo comunque le idee profuse, in quanto certamente capaci di conferire parte dello sviluppo necessario. Però, credo, risulti essenziale ri-confinare le banche alla loro struttura primordiale, se davvero ci stanno a cuore le future generazioni.
    Mayor Maire

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  37. (Una cosa è certa: quasi tutti i paesi che si sono affidati all'aiuto della FMI sono rimasti stritolati se non addirittura colonizzati
    Non puo' esserci una via di mezzo?

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  38. Leggo per la prima volta e con molto ritardo questo post,non avevo mai (prima d'ora) visto i commenti letteralmente
    a l l u c i n a n t i
    del Folletto e di Cassandra,scusate la mia volgarità ma raramente ci si trova di fronte a simili teste di cazzo,spero vivamente che se ne siano andati in maniera definitiva da questo blog dato che non li avevo mai visti prima,spero anche che non vadano a postare altra robaccia da qualche altra parte ma ne dubito purtroppo.

    Fred

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  39. @ tutti i critici di Keynes:
    Magari ci fosse lui adesso!

    Fred

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  40. Interessante articolo
    Vorrei però notare,se permetti, tre cose

    1) Il liberismo selvaggio non è nato in europa e poi intaccato gli USA come la signora Cristina vorrebbe far credere
    E' vero l' inverso, è nato negli USA come idea negli anni 70 ed iniziato a svilupparsi con Regan
    Con la caduta del muro di Berlino ha intaccato anche l'Europa

    2) Caro Sergio, in Italia ed anche nel resto d' europa esistono fior di economisti che da tempo criticano fortemente l' impianto dell' euro
    e della finanza globalizzata di cui l' euro è uno strumento
    In Italia forse il piu conosciuto è Alberto Bagnai, economista dell' università di Pescara che attraverso un blog
    (http://goofynomics.blogspot.it/) critica l' impianto dell' euro ed espone verità (secondo lui ma è condivisibile da me) economiche che i media stravolgono o falsificano
    (tipo iperinflazione in caso di uscita dall' euro o l'inflazione che è contro la vedova l'orfano ed il proletario)
    Ma non solo, ma anche contro l' impianto liberista che da ben 40 anni sta facendo una guerra contro il lavoro (leggasi deflazione salariale)

    3) Sull' aumento del debito pubblico, ammesso che sia possibile (l' Italia non è piu sovrana) non risolverebbe molto riguardo occupazione
    e lavoro, o almeno lo risolverebbe temporaneamente
    Gli Italiani ritornerebbero a comprare beni esteri cosi come succedeva prima delle politiche di austerità
    Politiche di austerità (Monti e Letta) che non sono servite per mettere a posto i conti pubblici come i media strombazzavano, ma per deflazionare il
    mercato interno in modo che gli Italiani comprassero meno beni esteri nonchè per pagare i creditori sempre esteri
    Ed infatti questa politica ha avuto successo, ora l' Italia ha la bilancia dei pagamenti pressochè in pareggio,
    ma se gli Italiani avessero piu denari in tasca la citata bilancia ritornerebbe in rosso

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