di Sergio Di Cori Modigliani
Non è facile, oggi, parlare della questione libica ai connazionali italiani.
Per non dire, quasi impossibile.
Non è facile perché l’intero sistema mediatico italiano –nessuno escluso- da apriel a oggi (e soprattutto nell’ultima settimana) ha diffuso e diramato notizie false. Semplicemente false. Di conseguenza, la maggioranza della popolazione italiana (intendo dire: tutte le persone bene e in buona fede che seguono con passione civile gli avvenimenti e si affidano alle tivvù, alle agenzie di stampa e ai quotidiani per essere informati) è convinta che
a) l’Italia ha partecipato finora soltanto con qualche bomba intelligente;
b) che l’Italia partecipa, insieme alla Nato, a una missione umanitaria bellica per imepdire che Gheddafi uccida i propri connazionali;
c) che non esistono truppe di terra della Nato;
d) che i cosidetti ribelli sono delle persone animate a spirito rivoluzionario che odiano Gheddafi perché amano la democrazia;
e) che la Lybia nel dopo Gheddafi aiuterà molto la pace nel mondo e farà gli interessi italiani;
f) e –dal 22 agosto 2011- in seguito all’intervista esclusiva rilasciata a Lucia Annunziata sulla Rai, Abdel Salem Jallud, ex numero due fuggito dalla Lybia e arrivato a Roma dove ha ottenuto asilo politico, sarebbe la personalità più indicata, per il momento, a guidare un ipotetico governo post Gheddafi di tipo democratico; confermato “ufficialmente” anche da Frattini,
g) negli ultimi tre giorni, in seguito a cruenti combattimenti a Tripoli ci sarebbero “addirittura” circa 400 morti (dati diffusi da Ansa, Agi, Rainews24, tre telegiornali rai, sky 24, tre telegiornali mediaset, televisione vaticana, il 100% dei media cartacei italiani).
Tutto ciò è falso.
Nel senso che non ha nessuna corrispondenza con la realtà oggettiva dei fatti.
Sia quelli avvenuti negli ultimi anni e negli ultimi mesi, sia quelli che stanno avvenendo in questi giorni.
Il popolo italiano è, perciò, in questo momento, paradossalmente “innocente”. E quindi giustamente assolto. Non sa nulla di ciò che accade nella realtà per il semplice motivo che non viene detto nulla di reale. Così come nel 1941, a Roma o Torino, non si sapeva che cosa fosse Auschwitz e che cosa “esattamente” stesse combinando Hitler in giro per l’Europa.
“Si sa è così, oggi, nel mondo dell’informazione globale” potrebbero sotenere alcuni.
Falso. Non è così.
E’ così soltanto in Italia.
Perché in Gran Bretagna, in Usa, in tutto il Sud America, in Canada, in Australia, in Nuova Zelanda, in Cina, in India, nelle Filippine, in Slovenia, Finlandia, Svezia, fanno vedere altre immagini, danno altre informazioni, raccontano un’altra storia.
Soprattutto questo: tutta un’altra storia!
Tra le due versioni c’è la stessa differenza che c’è tra Shrek e Shining; al cittadino italiano fanno vedere un simpatico e amorevole asinello mentre c’è in giro uno schizofrenico con la bava alla bocca che vuole prendere a coltellate la moglie e la figlia.
Cominciamo con ordine.
1). Il punto F è il più allarmante e tragico. Una vera tragedia nazionale e la punta più bassa in assoluto mai raggiunta dal giornalismo italiano nella storia della Repubblica. L’ex presidente della Rai, Lucia Annunziata, una professionista che si picca di essere una paladina all’avanguardia nella libera informazione, ha intervistato un signore –totalmente sconosciuto per noi poveri mortali- che si chiama Abdel Salem Jallud, ufficialmente numero due del governo Gheddafi, arrivato in Italia il 19 agosto dove ha chiesto e ottenuto asilo politico. La Annunziata lo ha amorevolmente intervistato facendoci ascoltare la voce della Libia rivoluzionaria e candidandolo astutamente come il potenziale interlocutore della Lybia post-Gheddafi. Tre ore dopo l’intervista, il ministro degli esteri Franco Frattini dichiara ” che Jallud è senz’altro la personalità libica potenzialmente più idonea a essere identificato come l’interlocutore più valido a rappresentare le esigenze e i bisogni della nuova Lybia democratica”. Voglio essere chiaro e preciso. La Annunziata, la consideriamo, oggi, come una persona onesta e in buona fede. Quindi diciamo: Lucia Annunziata è una persona per bene. Da questo punto, però –è inevitabile- ne discende automaticamente un’altra definizione che fa da pendant a quella della sua dichiarata onestà. Lucia Annunziata dovrebbe essere licenziata in tronco, per giusta causa, avendo dimostrato di essere un’analfabeta dell’informazione, professionalmente situata ad un livello talmente basso da non avere avuto neppure l’esigenza minima di fare i compiti in casa, come ogni serio professionista dovrebbe fare. E’ la peggiore giornalista mai registrata nella storia della Rai. Perché, Abdel Salem Jallud, è un criminale assassino. Un orrendo essere umano che “personalmente” (nel senso con le sue grosse manone) ha ucciso centinaia di persone da quando nel lontano 1969 Gheddafi lo scelse come suo braccio destro “per la fedeltà, lealtà, ed eccezionale senso della disciplina e dell’amor di patria che sta dimostrando in questo momento” (dichiarazione resa alla stampa da Gheddafi nel 1970 nel commentare questa carica in seguito al fatto che Jallud aveva risolto una questione aperta con la famiglia del Re libico da poco deposto, strozzando tre membri della famiglia reale).. Abdul Salem Jallud sta a Gheddafi né più né meno di quanto il maresciallo Hermann Goering non stesse ad Adolf Hitler. Sconcerto, raccapriccio e malumore per Sabine Van Leuwee, sociologa, uno dei responsabili del comitato per la verifica dei crimini contro l’umanità che lavora al Tribunale Internazionale dell’Aia, la quale –lei è una esperta sulla Lybia- nel suo bel librone nero aveva già tutto il dossier su Jallud, identificato come “il numero due del regime libico” e definito “uno dei più efferati criminali mai esistiti in Africa”. Il primo ministro olandese le ha spiegato che, per il momento, non è possibile correre il rischio di un incidente diplomatico con l’Italia. Direi, un giudizio inequivocabile. La Annunziata e Frattini l’hanno presentato agli italiani gonzi come un pacioccone amante della libertà in viaggio premio in Italia. Stupratore seriale, noto per la sua caratteristica di violare “personalmente” le donne giovani nei villaggi nei quali Gheddafi aveva dato ordine di sterminare le tribù rivali quando prese il potere, ha gestito per 28 anni il comando centrale della polizia segreta libica insieme a Al Khuwaylid al Humaydi –attualmente ricercato dall’interpol- ex capo della polizia di Tripoli. Gli analisti arabi democratici lo accreditano di circa 10.000 omicidi personali. La sua figura è nota in tutto il mondo arabo e presso tutte le diplomazie del pianeta terra. E’ inoltre stato per diversi anni l’interlocutore principale di due clan della camorra nel casalese nella gestione e organizzazione del traffico di hashih di provenienza dal Marocco e nella gestione del sequestro e gestione del traffico di donne nigeriane strappate alle loro famiglie per poi mandarle a battere nelle strade delle città italiane. Uomo di “rara malvagità” è stato presentato dalla Annunziata e da Frattini come il nuovo coccolone della cosiddetta nuova Lybia. Ultima notazione: è un millantatore. In una intervista rilasciata al network arabo on line (redatto in inglese e spagnolo) Asharq Alawset, e pubblicato in data 2 giugno 2011, a firma Khaled Mahmoud, il maggiore Omar al Hariri (l’unico mlitare professionista in forze ai ribelli) ha dichiarato “ è bene che in Europa si rendano conto come stanno le cose, perché in questo momento banditi, pirati, criminali, mestatori, si presenteranno a battere cassa. C’è soltanto un interlocutore che è stato “ufficialmente” riconosciuto dalla Lege Araba e che noi riconosciamo come legittimo rappresentante delle forze di ribellione e opposizione a Gheddafi. Costui è Abdul Munim al Huni. Lui è l’unico che ha ricevuto la delega ufficiale di rappresentarci politicamente, perché è stato scelto dal comando militare delle forze ribelli. Lui e soltanto lui. Chiunque altro è un millantatore”.
In Italia non sanno neppue chi sia. Come mai? Lo si capisce occupandosi del
2). Punto C: forze terrestri della Nato in Lybia. Abdul Munim al Huni non è piaciuto ai soldati britannici e italiani che operano in Libia. Poco malleabile, non gli piace seguire ordini da stranieri. In Italia è stato sostituito da un certo Jibril, ilo quale nel pomeriggio di giovedì 25 agosto 2011 ha incontrato Silvio Berlusconi presentandosi come “presidente del consiglio del governo di transizione” ottenendo in cambio 350 milioni di euro. Nessun giornalista italiano ha spiegato ai cittadini italiani che pagano le tasse per coprire le spese di questa guerra che Jibril si è auto-eletto. Si dà il caso che il comando militare operativo delle forze ribelli non sappia neppure chi sia. E comunque non lo riconosce come un proprio rappresentante. In compenso, Jibril piace alla famiglia Bush e al Re dell’Arabia saudita e vanta ottimi rapporti personali con Cameron e Berlusconi. Come –in un pezzo di elegante, ponderato, e pertinente giornalismo eccellente (la Annunziata potrebbe chiedergli se le dà lezioni di ripetizione nel suo tempo libero)- ha scritto –e quindi ci ha dato l’informazione- il britannico Simon Jenkins (lo trovate per chi legge inglese su guardian.com.uk) “è da aprile che sono sbarcate le truppe inglesi di terra che hanno ricevuto l’ordine di organizzare e gestire l’impianto militare delel operazioni di terra”, addirittura prima dell’inizio dei bombardamenti Nato. Insieme alla 4° brigata aereotrasportata della Royal Scottish Army, ci sono anche gli italiani, i lagunari veneti del 16° reggimento dislocato ad Aviano e quattro brigate di paracadutisti del reparto Folgore che provengono da Pisa e da Cagliari. IN data 26 agosto 2011, alle ore 11.34 Franco Frattini ha dichiarato a una giornalista di rainews24 “non ci saranno invii di truppe di terra in Lybia; noi siamo già da lungo tempo presenti sul territorio con una presenza fisica dei nostri soldati che hanno però la funzione di istruttori, lì abbiamo istruttori”. Poiché la giornalista è cresciuta alla scuola dell’Annunziata si è ben guardata dal chiedere ragguagli in merito, della serie “scusi signor ministro: istruzioni a chi? Come? Quando? E quanti sono? Che cosa fanno “gli istruttori”? Hanno ordini di partecipare ai combattimenti oppure no? Ci risulta che vi sia uno specifico emendamento fortemente voluto dalla Lega Nord e da IDV, in data 12 maggio 2011 nel quale si specificava che mai e per nessun nmotivo l’Italia avrebbe inviato truppe di terra. Che cosa ci fanno la Folgore e i Lagunari in Lybia?”
Da cui si arriva a
3) che fa riferimento ai punti a, b, g. quelli relativi ai dati numerici della guerra in corso.
In data 25 giugno 2011 tutti sistemi di comunicazione giornalistica –nessuno escluso- operanti in Italia davano la seguente notizia: “furiosi combattimenti si starebbero svolgendo a Tripoli dove sembra che si calcolino addirittura centinaia di morti, forse 400 nelle ultime 24 ore”. Circa 1550 testate giornalistiche in Australia, Canada e Sud America (nonché cvirca 1500 telegiornali) sostengono, invece, che “nelle ultime 24 ci sarebbero circa 5.000 morti soprattutto tra i civili che porterebbero la cifra complessiva dei morti da maggio a oggi a circa 25.000/30.000 morti, di cui il 90% civili inermi”. Questo sarebbe il risultato delle cosiddette bombe intelligenti”. Manuel Freytas, nel suo blog, nel suo sito e nei suoi reportage televisivi in tutto il continente americano ci spiega che “non si tratta neppure di una guerra, si tratta di una carneficina tra civili che hanno il semaforo verde per compiere razzie, stupri, ruberie e omicidi, insieme a soldati italiani e inglesi che controllano semplicemente che i banditi non arrivino ai pozzi di petrolio”. Inoltre, Freytas ci spiega che stiamo in presenza di una totale emergenza alimentare e molto presto –nel senso di due o tre giorni- non vi sarà cibo per nessuno.
Ecco qui tra parentesi che cosa racconta
(La capital de Libia está inmersa en una verdadera carnicería humana, con caos, anarquía, incertidumbre, y sin puntos precisos de las posiciones enemigas.
Se habla de una guerra urbana sangrienta y sin parámetros, con ejecuciones, torturas y "cacerías" nocturnas de aliados civiles, tanto del gobierno como de los mercenarios. Los hospitales están colapsados por los heridos y mutilados que no alcanzan a ser atendidos.
Los muertos (como ya sucedió en Irak) permanecen horas en las calles sin ser recogidos. Ya casi no hay energía, no hay servicios esenciales, la actividad económica está paralizada, y se vaticina una catástrofe alimentaria. Las cifras de muertos y heridos en las últimas 72 horas se suman por miles, algunas hablan de 3.000 muertos y otros duplican esa cantidad.).
Potete andare a leggervi tutto il reportage in rete, il giornalista è molto noto e famoso.
Nessun membro della Nato è intenzionato a fare arrivare i C-130 con cibo per tutti perché questo violerebbe la clausola dell’Onu e poi anche perché –questa è la tragica verità- non vi è nessuna garanzia che il cibo finisca alla popolazione, poiché non esistono comandi militari operativi, non esistono soldati. Ci sono individui che con una mitragliatrice in mano entrano nelle case della gente, uccidono i maschi, stuprano le donne e portano via tutto ciò che trovano, da vecchie suppellettili a materassi. Ciascuno risponde al proprio clan e alla propria tribù e –così raccontano i media australiani e neo-zelandesi- ci sarebbe uno scontro furioso tra il comando militare delel forze ribelli che si rifaceva al Maggiore Omar al Hariri e le truppe britanniche e italiane che hanno ricevuto ordini tassativi “di non partecipare agli scontri e far finta di niente, non essendo ufficiale né tantomeno dichiarata la presenza di soldati italo-britannici in Lybia” con l’ordine mediatico in patria di presentare la situazione come risolta per firmare contratti economici con individui che non hanno nessuna delega e hanno scelto di non intervenire in alcun modo nelle operazioni militari dentro la città di Tripoli.
Per dirla ancora più in sintesi, la nostra missione di pace, umanitaria, in verità, si è trasformata –nella REALTA’ CHE NON CI RACCONTANO- nel suo opposto.
Abbiamo scatenato l'inferno.
L’esercito britannico e italiano si fa garante di banditi, camorristi, assassini, gente disperata allo sbaraglio, che sta mettendo a ferro e fuoco una vastissima regione e invece della pacificazione ha determinato una deriva senza controllo.
Si sono piazzati intorno ai pozzi di petrolio e per il resto se ne fregano.
Cerchiamo, per un attimo, di essere pragmatici, a costo di apparire cinici, e non falsamente buonisti.
Solo un paese di imbecilli rincretiniti come il nostro poteva pensare che una guerra non fosse una guerra. Soltanto una nazione di gente narcotizzata poteva credere alle parole di Ignazio La Russa che a maggio e a giugno sosteneva in televisione “noi neppure bombardiamo, operiamo soltanto con Tornado da ricognizione usando bombe intelligenti”.
Il fatto è che finora, lo Stato ha speso circa 4 miliardi di euro e non vi è nessuna garanzia REALE che da lì si trarrà un ragno dal buco, nel senso di petrolio, gas, lavori di infrastrutture per le imprese italiane. O si manda un esercito di almeno 300 mila professionisti armati di tutto punto, con implicazioni internazionali che potrebbero essere sconvolgenti, oppure non se ne esce. Bisogna prepararsi a un salasso economico continuo.
Il governo ci chiede sacrifici ma non c’è nessuna personalità politica che “osa” fare una interpellanza parlamentare chiedendo ragguagli su quella che potrebbe diventare la più spaventosa uscita di danaro pubblico nella nostra storia.
La verità è che, finora, stando a ciò che si apprende dai giornalisti inglesi, spagnoli, argentini, australiani, olandesi e neo zelandesi, oltre che da bloggers statunitensi, cileni e uruguayani molto ben informati, la guerra l’abbiamo persa tutti. E la stiamo perdendo tutti.
Questa è la realtà.
Bisogna abituarsi a nuovi scenari paradossali dal sapore surreale.
Bisogna apprendere a ragionare con nuove categorie.
Una di queste è la seguente “possono esserci delle guerre in cui perdono tutti e non vince nessuno”.
Così, comunque, stanno le cose.
Voi tutti, naturalmente, potete seguitare a credere a Shrek/rai o a Topolino/mediaset.
Per quello li pagano così bene i giornalisti assunti in pianta stabile. Perché dicano ciò che viene detto loro di dire e per il resto che stiano zitti.
Quantomeno per i giornalisti italiani.
Ci pensa il resto della stampa planetaria a sbugiardarli. Ogni settimana. Ogni giorno. Ogni ora.
Buon week end a tutti.
Se tra i lettori c’è qualcuno che ha meno di 10 anni o più di 65, ricordarsi di bere almeno due litri d’acqua al giorno.
Per tutti quelli che vanno dagli 11 ai 64 auguro sinceramente uno splendido week end di sbronze d’allegria.
E’ quello di cui abbiamo bisogno tutti, in Italia, oggi.
Per prepararci a un autunno che non si preannuncia né facile né tantomeno leggero.
2° grazie della giornata.
RispondiEliminaPer la cura e la pazienza di mettere insieme le notizie e riuscire a farmene avere ora, finalmente, un quadro chiaro e...osceno?
Abbia pazienza, ma da una parte l'Annunziata che lo intervista senza sapere chi é, e dall'altra lei che ne parla come un criminale; certo a sentimento mi vien da dire che uno dei luogotenenti di Gheddafi non può essere una mammola! Ma insomma, non è possibile avere almeno qualche riferimento terzo? Dove è possibile, se é possibile, trovare indizi e/o conferme (magari on-line) delle accuse a Jalloud? Ci aiuterebbe a caoire! Grazie! Melman
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