Hermann Achilles Van Rompuy
Odile Renaud Basso
Zoltan Martinusz
Sorin Dumitri Ducaru
di Sergio Di Cori Modigliani
Il titolo più appropriato per sintetizzare questo post è il seguente:
“La Merkel e Sarkozy commissariano l’Europa e buttano le carte sulla tavola svelando il proprio piano. L’Italia finisce in serie B: via libera a Berlusconi & Co. per fare tutto ciò che vogliono in Italia, a favore di o contro. Purchè, quando richiamati all’ordine, eseguano gli ordini di scuderia senza alcuna contestazione. Pena: la definitiva cancellazione dall’Europa”.
C’è anche un sottotitolo, ed è il seguente:
“Ecco qui di seguito, le facce, i nomi e i cognomi dei mastini che si occuperanno di noi. E le istituzioni che stanno dietro di loro, di cui nessuno parla in Italia. Per l’appunto. Fa parte degli ordini di scuderia”.
Cominciamo prima con le cattive notizie (ma poi si elencano anche quelle buone).
1). A conclusione dell’incontro bilaterale franco-tedesco, Sarkozy e la Merkel, hanno spiegato che intendono dar vita a un governo economico europeo, una governance supra partes, il cui obiettivo dichiarato consiste nel pilotare crisi finanziarie per evitare scossoni al sistema. Niente eurobonds, bensì controllo stretto da parte di una nuova unità centrale economica, di cui è stato già proposto il management esecutivo. Il capo sarà Herman Van Rompuy, attualmente presidente del Consiglio d’ Europa. Prendere o lasciare. La decisione è stata presa democraticamente: maggioranza assoluta dei votanti. Hanno votato in due: Francia e Germania, a nome di tutti. Risultato della votazione: Votanti: 2. Voti validi: 2. Voti a favore: 2. Fine delle elezioni. Alle altre quindici nazioni è stato comunicato il risultato dopo l’avvenuta votazione.
2). La pessima notizia è che Van Rompuy e i suoi uomini non sono degli scalzacani. Non sono neppure degli inetti. Tampoco degli incapaci. Men che meno degli ignoranti in materia.
Sono molto preparati, competenti, intelligenti, abili, dotati.
Il meglio dell’estrema destra europea ai suoi massimi livelli rappresentativi: la vera cupola.
3). Hanno tutti quanti tre elementi in comune: a) militano tutti in formazioni della destra più retriva e conservatrice del mondo; b) sono i responsabili personali dello sfacelo economico in Europa e della pessima gestione della recessione del 2008 e in quanto tali vengono chiamati a trovare soluzioni per evitare un nefasto futuro; c) tutti quanti, nessuno escluso, ha usufruito di una sofisticata quanto costosa educazione formale presso le più esclusive università pontificie del continente europeo.
Ma chi sono queste persone? Che facce hanno? Quali sono i loro nomi? Da che tipo di esperienza professionale provengono?
E’ fondamentale, per noi, esserne informati.
Perché se non sappiamo chi sono e da dove vengono, come faremo a difenderci?
I nostri capi, infatti, -e ufficialmente si inizia a calcolarlo dalle ore 20 del 16 agosto 2011- non sono più Napolitano, Berlusconi, Pisanu, Fini, Draghi, e poi Bersani, Casini, Rutelli, Fini, Bossi e tutti gli altri. Proprio no. Seguitare a intervistare questi signori italiani è completamente inutile, oltre che fuorviante, ma il loro lavoro –per l’appunto- consiste nel far applicare all’interno del territorio della Repubblica le decisioni che (in sedi davvero molto lontane da noi) vengono prese sulle loro teste (e sulle nostre tasche). In cambio di questo totale asservimento, a questi politici italiani viene lasciata una totale libertà di esecuzione all’interno della nazione. E’ come l’esercito libico che garantisce ai propri soldati libertà di stupro e di razzia: purchè sparino quando glie lo ordinano. La nostra classe politica, in toto, ha scelto di interpretare in questo film la parte dei predoni beduini. Si può far passare questa o quella legge, tassare o non tassare, vendere banche o acquistarne, alzare l’Iva o abbassarla, avere un governo forte di centro-destra o un governo forte di centro-sinistra, colpire la camorra o non colpirla: tutto ciò è irrilevante. Purchè non vengano minimante messi in discussione MAI i parametri che sono stati scelti, stabiliti e decisi per la nostra nazione dagli istituti finanziari (privati privatissimi) franco-tedeschi che, attraverso delle solide ramificazioni in Italia garantite in questi ultimi quattro anni da una specifica banda (pardon! Errata corrige: volevo dire “banca”) del Vaticano, assicurano la possibilità di definitivo assoggettamento della nazione. E quindi, conseguentemente, la garanzia che l’Italia –per nessun motivo, mai più- potrà dar fastidio o mettere il bastone tra le ruote o dire la propria.
Semplicemente non c’è per noi un posto a tavola.
Ed è bene che neppure si faccia sapere agli italiani dove sta la tavola e dove sia situato il ristorante.
Grazie mille Cavaliere Berlusconi. Grazie tante on. Bersani. Grazie di cuore sen. Bossi.
Grazie a tutti voi.
Avete fatto un ottimo lavoro.
I patrioti italiani non lo dimenticheranno mai. Questo è poco ma sicuro.
Ecco prima i nomi del management di controllo operativo:
Hermann Achilles Van Rompuy,.
Zoltan Martinusz,
Generale Harald Kujar,
Dumitru Sorin Ducaru,
Barone Franz Van Daele,
Odile Renaud Basso,
Dirk De Becker.
Van Rompuy è il capo.
Cittadino belga, democristiano di destra da sempre, fedele esecutore degli ordini del Re Alberto II, è l’unico individuo europeo che è in grado di far mettere sull’attenti Sarkozy. Tant’è vero che, a conclusione del meeting di ieri, il presidente francese ha immediatamente detto che “il nuovo comitato di controllo dell’economia europea avrà uno specifico management di cui mi permetto di proporre da subito Van Rompuy come il Presidente Esecutivo con pieni poteri”. Poi, quasi balbettando ha aggiunto, con tono impiegatizio “la mia, si intende, è soltanto una modesta proposta”.
E’ nato il 31 ottobre del 1947 a Etterbeek, sobborgo di Bruxelles. E il suo curriculum vitae è talmente impressionante che ci vorrebbero venti pagine per elencare le sue lauree, titoli, meriti, premi, promozioni. Partiamo dalla fine, il 19 novembre 2009 quando, in applicazione del Trattato di Lisbona, viene eletto all’unanimità Presidente del Concilio d’Europa. E’ “Grande Cordone dell’Ordine di Leopoldo”, il più alto riconoscimento belga. Il 27 giugno del 2004, mentre era Ministro degli Interni del Regno di Belgio ebbe a dichiarare, attaccando formalmente Romano Prodi “Un allargamento dell’Europa che comprenda anche la Turchia non è possibile né auspicabile. I turchi non sono europei e non lo saranno mai. E’ un dato di fatto che i valori universali della cultura europea sono fondamentalmente i valori della Cristianità, che finirebbero per perdere prestigio e vitalità e forza nel caso una nazione con una preponderanza di cittadini di fede islamica come la Turchia entrasse a pieno titolo dentro l’Europa”. Dotato di fulminante intelligenza e precocità a soli 21 anni si laurea in Filosofia Morale presso la “Università Cattolica del Sacro Cuore di Leuven”. Nel 1971 consegue presso la Università Pontificia di Colonia la laurea in “economia aziendale applicata”. Dal 1972 al 1975 è direttore generale della Banca Centrale belga. Da sempre democristiano conservatore, è stato vice primo ministro belga dal 1993 al 1997. Nel 2004 è diventato Ministro degli Interni. E’ senatore del partito di destra belga, eletto nel 2004, nel 2007 e nel 2011. Il suo braccio destro e plenipotenziario è:
Barone Franz von Daele, nato nel 1945 ad Amsterdam ma poi divenuto cittadino belga. Si laurea in filosofia e storia dell’arte nella stessa università cattolica di Van Rompuy dove si incontrano e diventano amici nel lontano 1969. Si iscrive da giovane nella democrazia cristiana e fa presto carriera diventando nel 1984 il principale e “personale” interlocutore di Giulio Andreotti in Europa, che lo fa promuovere nel 1985 ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede e poi nel 1986 ambasciatore a Roma. Nel 1991 diventa segretario permanente nel consiglio di sicurezza all’Onu e rappresentante per l’Europa nell’apposito consiglio all’Onu. Nel 1993 si scontra in maniera violenta con Bill Clinton provocando quasi un incidente diplomatico. E’ costretto a dimettersi e lasciare gli Usa. Rientra in patria dove diventa Direttore Generale degli Affari Politici presso il Ministro degli Affari Esteri. Nel 1996 diventa capo dei servizi di sicurezza dell’area Benelux (Belgio Olanda e Lussemburgo).Nel 2001 viene nominato dal re del Belgio Barone “per meriti di fedeltà allo stato” e sotto l’amministrazione Bush ritorna in Usa come ambasciatore belga, fino al 2005. Nel 2006 diventa ambasciatore permanente dell’Europa presso il comando centrale operativo della Nato a Bruxelles.
A lui viene affidata la gestione dei rapporti con Ignazio La Russa e con il Ministro della Difesa del Regno di Spagna.
Odile Renaud Basso. Laureata giovanissima in Filosofia delle religioni presso l’Università del Sacro Cuore di Parigi, consegue la specializzaione a Roma presso la Pontificia Università Antoniana in “gestione della politica monetaria” dopo aver conseguito la laurea in economia.
E’ attualmente responsabile del “Consorzio 2020” ente del Consiglio d’ Europa che si occupa di pianificare l’applicazione di modelli matematici alla pianificazione economica dei paesi dell’Europa dell’est entrati in Europa. Dal marzo del 2011 è vice capo di gabinetto del Consiglio d’Europa –alle dirette dipendenze di Van Rompuy- nella specifica sezione “Affari Monetari nella zona Euro”.
A lei viene affidata la parte diplomatica e interlocutoria con il presidente italiano della Consob, con Mario Draghi e con l’on. Tremonti.
Zoltan Martinusz, proveniente dalle fila del partito di estrema destra ungherese (attualmente al potere) esperto militare, è stato a lungo ambasciatore d’Ungheria presso la Nato. Ha conseguito nel 1988 la laurea in Filosofia con la specializzazione in “Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa” presso l’Università Pontificia di Essen, in Germania. Ha ottenuto un dottorato di ricerca presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Montreal, Canada in “Pianificazione di sistemi di comunicazione di massa”. Nel giugno 2007, in qualità di “ambasciatore permanente dell’Ungheria presso il comando della Nato” ha tenuto a Parigi un ristretto convegno dal titolo “La strada dinanzi a noi” aperto soltanto a 175 persone, tutti membri della destra europea, provenienti soltanto da nazioni membri della zona Euro. In conseguenza di svariate proteste da parte della federazione della stampa francese che pretendeva il convegno fosse aperto anche al pubblico, Zoltan Martinusz accettò, il 17 giugno 2007, di farsi intervistare da le Monde e dalla BBC televisione. Nel corso di quella intervista, nel presentare ciò che lui allora definì il nuovo assetto della comunicazione in Europa ebbe a dire:
“Se non riusciamo a vincere nell’ambiente dei media e dell’informazione, ogni altra vittoria in qualunque altra dimensione risulterà vana. La comunicazione strategica è di estrema importanza nel garantire la necessaria copertura militare informativa necessaria alle nazioni europee per garantire la salvaguardia economica dei propri interessi da attacchi speculativi in borsa, selvaggi e non graditi. Noi non possiamo neppure pensare di affrontare una qualsivoglia guerra in un territorio dove l’informazione è neutrale. Dove l’informazione appare neutrale, là si infiltrano i nemici dell’Europa. E’ basilare, fondamentale, essenziale, assicurarsi prima un territorio in cui l’informazione è totalmente, completamente e definitivamente, dalla parte nostra. A quel punto si può cominciare a parlare di tattica e strategia militare. Prima è inutile. Assicurarsi il controllo del territorio nel campo dell’informazione è l’obiettivo strategico militare primario dell’Europa. Così si salva l’euro e l’economia del continente dall’assalto dei nemici”.
Zoltan si occuperà di stabilire relazioni con i responsabili italiani deputati ad attività legati a “modelli informativi e culturali di massa”, cioè lui sarà l’interlocutore di persone come la Gelmini, la Carfagna, la Prestigiacomo
A Londra lo chiamano “The Iron Man” (l’uomo di acciaio).
Generale Harald Kujar, responsabile delle forze Nato presso il comando operativo in Slovenia. Svolge mansioni di esperto “militare in materia economica e pianificazione”.
E’ il braccio destro operativo di Zoltan Martinusz. Gestisce la sicurezza in campo economico.
Dumitru Sorin Ducaru, grande esperto di economia e professore di strategia militare alla Scuola di Guerra di Bucarest. Nato il 22 gennaio del 1964 a Baia Mare, Transilvania. Un vero genio prodigio. Pur provenendo da famiglia molto povera, riesce a ottenere una borsa di studio ed entra all’Istituto Politecnico di Bucarest, grazie all’intercessione personale dell’allora direttore generale del KGB, Vladimir Putin. Si laurea prestissimo a 21 anni in ingegneria elettronica. E l’anno dopo in “scienza delle tecniche di informazione di massa”. Nel 1990 ottiene una successiva laurea all’università pontificia di Colonia e poi nel 1993 ad Amsterdam un dottorato di ricerca nel campo delle “Relazioni Internazionali”. Nel 2000 viene insignito del titolo “Comandante dell’Ordine Nazionale Fedeltà Romania” e inviato come comandante del comitato militare presso la Nato a Bruxelles. Nel 2008 viene insignito del titolo di “Cavaliere del Sacro Ordine della Stella di Romania”. Dal settembre del 2006 è il rappresentante permanente della Romania nella Nato.
Parla e scrive perfettamente l’inglese, il tedesco, il francese, lo spagnolo e il russo.
E’ l’uomo di fiducia di Van Rompuy per ciò che riguarda le relazioni commerciali e industriali tra la Romania e gli imprenditori di paesi dell’euro che investono in quella zona. Avrà la responsabilità di gestire, personalmente, un apposito ufficio di relazioni informative con gli industriali della zona nord-est della Repubblica Italiana, dato che il Friuli è il principale partner economico della Romania.
Dirk De Backer. Capo ufficio stampa e segretario personale di Van Rompuy.
Fine della presentazione del management che si occuperà di noi.
Fine anche delle cattive notizie.
Cattive, nel senso che non ritengo vi sia neppure una probabilità su cento che i nostri marpioni, inetti, incapaci e super beceri –che siano di destra o di sinistra, francamente per me è irrilevante- rappresentanti politici attuali, siano in grado di poter far fronte a degli interlocutori di questa stazza.
La mia idea (mi auguro sinceramente di sbagliare) è che questi signori stiano già mettendo su una specie di ufficio che avrà sulla porta una targhetta immaginaria con su scritto “pratica Italia” nella quale solerti segretarie riceveranno i vari Tremonti, Bossi, Bersani, Casini o chi per loro, ai quali comunicheranno con semplicità, garbo ed educazione che cosa noi dobbiamo e non dobbiamo fare.
Immagini di repertorio ci mostreranno grandi abbracci tra la Merkel o Sarkozy con i nostri primi ministri, comunicati comuni e roba varia. Ma la realtà è che siamo già stati COMPLETAMENTE E DECISAMENTE sbattuti fuori dall’Europa.
Anche un bambino capirebbe che interpretare la parte dei parenti poveri e umiliati non servirà molto a sostenere l’agricoltura, il commercio, i servizi e l’industria italiana.
Veniamo alle buone notizie.
Ce n’è soltanto una, per il momento.
Ma esiste.
E io la ritengo eccellente.
Per poterla considerare tale bisogna fare un piccolo sforzo di esercizio raziocinante, e soprattutto armarsi di volontà patriottica dal sapore garibaldino, superando la faziosità becera di un obsoleto, perdente, e inutile scontro sinistra/destra, per dar vita a un dapprima lento, lentissimo, ma poi sempre più vociferante e compatto movimento d’opinione europeo, e poi inter-continentale, di autentica opposizione a questi signori.
La buona notizia è che ancora esiste lo spirito democratico.
E la notizia, ancora più buona, per non dire addirittura ottima, è che esiste ancora la professione del giornalista investigativo, sia in Europa che in Usa, esiste la voglia di cominciare a smantellare questo bel scenario che la Merkel e Sarkozy, d’accordo con l’estrema destra repubblicana anti-democratica statunitense, hanno preparato per tutti noi.
E’ infatti dagli Usa e dal cuore della Germania che cominciano ad arrivare le prime belle notizie. Addirittura con una minima spruzzata in Italia.
Purtroppo non attecchiscono da noi, ancora non fanno presa, non si sedimentano.
L’intero circo della truppa mediatica al gran completo –con qualche fortunata e minima eccezione ancora attiva e sveglia- latita, dorme della grossa. Non mi è ancora chiaro se individui che oggi vengono ancora considerati come soggetti politici validi, come il senatore Bossi, (tanto per fare un esempio legato all’attualità spicciola) siano in realtà dei semplici esecutori d’accatto di infimo livello e quindi complici di chi intende asservire l’intero pianeta ai propri interessi particolari privati, oppure si tratti, invece, di una perdita irreparabile di materia grigia cerebrale che verrà presto risolta da pimpanti medici che provvederanno a praticare delle cure immediate. Oltre ad avere insultato volgarmente un ministro in carica, ieri notte, il senatore Bossi ha “spiegato” (sigh doppio sigh) ai suoi sostenitori –alle ore 17.30 del 16 agosto 2011- che “si tratta di un complotto internazionale della massoneria contro l’Italia, tutto qui”, e dopo aver visto che nessuno gli tirava appresso dei pomodori ha aggiunto, dopo mezz’ora “ai quali si sono aggiunti i banchieri ebrei di New York che si vogliono pappare le nostre aziende nel nord”. Poi, a dimostrazione della sua geniale analisi economica se l’è presa con la nostra Levi Montalcini (premio Nobel) che ha 101 anni ed è davvero dura riuscire a presentarla come nemico del popolo a chicchessia. Per quanto arzilla possa essere, si tratta pur sempre di una vecchietta, di una ultracentenaria che ha sempre vissuto come scienziata.
Interrogato da un cronista de Il sole 24 ore sul perché “Scilipoti sia meglio della Montalcini”, il senatore, nonché ministro, ha spiegato “è chiaro che prende ordini dai banchieri ebrei di New York, per questo la portano a votare in parlamento”. No comment.
Purtroppo i media italiani hanno scelto di fare da cassa di risonanza a esibizioni come questa. Il che, non può che favorire chi ritiene sia assolutamente necessario metterci, quantomeno, un gigantesco bavaglio.
Possiamo dar loro torto?
Ma sono ottimista. Penso che sia soltanto una questione di tempo.
Le buone notizie sono arrivate da Omaha, nel Nebraska. Che sono poi rimbalzate nel cuore della Germania, sono ritornate in Usa dove hanno attecchito anche in California, nell’Oregon e in Canada. Hanno provocato un sussulto in Sud America e hanno prodotto –è già qualcosa- una spruzzatina, bella perché verace, perfino in Italia.
Ecco la notizia.
E’ partito da alcuni alti dirigenti che operano nel campo della finanza, schierati a favore dei democratici, i quali, irritati per i continui attacchi planetari della destra estrema a garanzia degli interessi di alcuni plutocrati, hanno denunciato –per l’appunto a Omaha, Nebraska- che “è bene lo sappiano con chiarezza, i repubblicani moderati: noi non consentiremo a nessuno che il Vaticano venga qui, nel libero territorio degli Usa, fondato dai grandi visionari democratici, libertari e illuminati, come Thomas Jefferson, a darci ordini e mangiarci l’economia”.
Wow! Davvero dirompente.
E così, James Wilcher, president di una piccola società che opera in borsa nel Nebraska ha passato la notizia ai giornali locali che l’hanno pubblicata: “La candidata repubblicana alle prossime elezioni, finanziata dal Vaticano”. E’ venuto fuori che i primi soldarelli per lanciare una gigantesca campagna di massa contro l’aborto, contro l’istruzione pubblica e contro la sanità, provengono da una organizzazione che si chiama Pax Global Cargo Inc., con sede a Pusan nella Corea del Sud. Questa società che fa affari con la Cina, essendo in partnership con la Bank of China, in realtà dipende dalla Pax Global Inc. con sede a Illinois, Chicago. Società regolarmente depositata. Che ha come partners: la Financial Bank, la Eastern Bank, la Bank of Hawaii, la First Bank of Illinois. Un’azienda finanziaria che ha un fatturato che si aggira su diverse centinaia di milioni di euro all’anno.
Ma quest’azienda, che opera in Usa, in verità è tedesca.
Il quartiere generale si trova a Colonia, Germania, dove è stata fondata nel 1917.
Quindi, i giornalisti americani hanno chiesto informazioni in Germania. Nessuna risposta.
Ma solerti professionisti tedeschi, invece, si sono messi di buzzo buono e hanno scoperto che, in questa che è uno dei più importanti conglomerati finanziari del pianeta, non si riesce a parlare con nessuno perché non vengono diffusi i nomi di nessun dirigente. Nessuno. Fa parte dello statuto. E’ l’unica banca del pianeta che ha il permesso di non divulgare nessun nome dei propri dirigenti. Soltanto uno, è possibile dichiararlo, pena la sua immediata chiusura.
Quella del Presidente e socio di maggioranza.
Si chiama Ratzinger.
Di professione fa il Papa, a Roma.
E, per festeggiare la sua nomina a Papa e rendere quindi più facile il suo nuovo lavoro, pochi mesi dopo la sua elezione, cinque anni fa, ha aperto anche una filiale nella capitale a Via Aurelia 58, la Roma Pax Bank.
Naturalmente non si può sapere nessun nome delle persone che ci lavorano.
Fin qui, niente di male.
E’ una banca d’affari. Investe soldi.
Una merchant bank.
Soltanto clienti con capitali da investire di minimo 1 milione di euro.
Nello statuto della banca è specificato che, essendo una banca religiosa, tutti gli investimenti vengono fatti seguendo la logica e la morale stabilita in Vaticano.
I giornalisti tedeschi, dopo due mesi di ottimo lavoro investigativo, hanno chiamato i loro colleghi statunitensi e hanno detto loro (il tutto avveniva circa un mese fa) “Ragazzi, questa è la banca del papa. Investono soldi”
“In che cosa?”
“Armi, sesso e sigarette”.
“Come sarebbe?”
“E’ proprio così: vendono armi; speculano acquistando enormi quantità di piantagioni di tabacco e recentemente hanno preso delle quote di maggioranza in due società. Una che produce preservativi e l’altra che produce la pillola del giorno dopo. Roba farmaceutica, insomma”.
In Usa è venuta fuori la notizia. Ma è scattata una gigantesca operazione di falsificazione e di immediata copertura mediatica per cui i dodici organi di stampa che avevano iniziato a seguire la vicenda hanno dovuto cedere.
Ma non l’hanno fatto i tedeschi.
E così, due settimane fa, il più autorevole settimanale tedesco, Der Spiegel, ha pubblicato tutta la notizia, presentando le fatture della BAE system, società tedesca produttrice di mitragliatrici che la Pax Bank (il nome è davvero un ossimoro) acquista per vendere poi in Africa. Hanno pubblicato anche le fatture della Wyeth, multinazionale farmaceutica americana che produce e vende la RU486, che ha dichiarato di avere “la Pax Bank come uno dei nostri più solidi clienti in assoluto, acquistano per centinaia di milioni di dollari all’anno. Vendiamo loro anche preservativi”.
Non ci sarebbe niente di male. Se non fosse per il fatto che il Vaticano investe una enorme cifra per convincere il mondo a NON usare il preservativo e a NON usare la pillola anti-concezionale e a NON usare le armi.
Ecco qui di seguito, come si presenta il sito della banca.
Benvenuti alla Pax-Bank a Roma!
A Roma, come già in Germania e in alcune diocesi all’estero, desideriamo avvicinarci alla Clientela, comprenderne le esigenze in modo tale da poter proporre soluzioni su misura per ogni tipo di aspetto finanziario e fornire una approfondita consulenza.
Poiché siamo una banca cattolica, abbiamo ritenuto ovvio aprire la nostra prima Rappresentanza estera a Roma, una città che occupa un posto speciale nella storia della Chiesa cattolica, in cui si avverte in modo particolare lo spirito che da oltre 2000 anni anima la Chiesa. A Roma ci sentiamo di casa: il cuore della Chiesa cattolica è il luogo in cui desideriamo offrire i nostri servizi.
La nostra banca fu fondata in Germania per le istituzioni e i collaboratori della Chiesa cattolica. Nel corso dei decenni il legame tra la banca e la sua Clientela è divenuto sempre più saldo, come dimostrano i rapporti di lunga data, basati sulla piena fiducia reciproca. La Pax-Bank vanta una lunga e ricca tradizione. Grazie alle profonde conoscenze specifiche nel settore dei servizi finanziari per la Chiesa, la banca è in grado di elaborare soluzioni moderne e di mettere a disposizione le proprie capacità, oggi anche attraverso l’ufficio di Roma.
Pur essendo saldamente legati alle tradizioni, recepiamo le innovazioni dell’era della globalizzazione e, pertanto, guardiamo in avanti in un’ottica di apertura propria dei nostri giorni. La Pax-Bank è sempre stata innovativa: per questo la sua filosofia imprenditoriale ha un futuro.
Saremo lieti di fare la Vostra conoscenza e occuparci degli incarichi che vorrete affidarci. Vi aspettiamo per darVi il benvenuto tra la nostra Clientela.
Il Consiglio di Amministrazione
In Germania è esploso uno scandalo. (naturalmente nessuno ha osato parlarne in Italia).I dirigenti della banca sono stati convocati e alla fine hanno confessato, sia alla radio che alla televisione (neanche un fotogramma trasmesso in Italia, Francia e Spagna). Ma è finita alla televisione in Chile e da lì in tutto il Sud America e poi di rimbalzo in Usa. I dirigenti si sono scusati. Hanno dichiarato di non sapere nulla. “Ci sono stati degli impiegati che hanno preso delle iniziative di cui nessuno sapeva nulla. Sono stati già licenziati. Non accadrà più”. Dopodichè la cosa è finita lì e si sono chiusi in un riserbo assoluto e totale.
Neanche una parola in Italia, va da sé.
Con l’unica eccezione di una giovane giornalista, Laura Dogo, che ha pubblicato la notizia, indignata come donna e come cronista, sul sito on line “Mondo Donna”.
Ecco la sua breve nota. Breve ma efficace.
in Italia divampa la polemica sulla RU486, la pillola abortiva finalmente approvata anche nel nostro paese, una banca cattolica tedesca è stata costretta ad esprimere pubbliche scuse ai propri clienti dopo che è stato scoperto che aveva partecipazioni azionarie in società produttrici di anticoncezionali, tabacco e armi.
La scoperta è stata fatta dal giornale Der Spiegel: la banca aveva investito 580.000 euro nella BAE Systems, società di produzione bellica inglese. Aveva anche investito 160.000 euro nella Wyeth, società americana produttrice di pillole contraccettive. Infine, 870.000 euro erano stati destinati a compagnie produttrici di tabacco.
La Pax Bank, così si chiama, si è scusata per il suo comportamento "non in linea con i propri standard etici" in cui è esplicitato che essa non può investire in nessuna società che non aderisca alle convinzioni cattoliche. E quindi, niente soldi a chi produce anticoncezionali, come ricorda Benedetto XI secondo cui "l'unico anticoncezionale è astenersi dal sesso".
Da una parte si condannano le donne che usano la contraccezione, dall'altra si guadagna quando le donne la usano. Per lo meno controverso, non credete?
Non vi sembra una bellissima notizia?
Che addirittura una italiana abbia pubblicato questa storia?
Non dico la Rai o Mediaset, non dico il corriere della sera o repubblica, sarebbe troppo chiedere. Ma intanto la notizia circola.
I tedeschi non se ne possono più occupare.
Con determinazione tattica hanno fatto sapere a Der Spiegel che o la piantano o vanno in bancarotta.
Ma in Usa stanno andando avanti.
Perché sembra che la Pax Bank, che ha poi anche la Pax Investment, la Pax Global Inc. e soprattutto la Pax Global Cargo Inc. South East Asia siano i principali referenti della gestione di fondi di investimento europeo cui –ma guarda un po’ che strana coincidenza- farebbero riferimento gli istituti finanziari scelti e deputati da Hermann Achilles Rampuy e soci per intervenire nel mercato obbligazionario europeo.
Come dire: è la Pax Bank che fa fare la pace in Europa.
Certo, a modo loro.
Facendo tagliare i fondi alla scuola pubblica e sanità per dirottarli poi alle scuole cattoliche e alle cliniche private cattoliche. Combattendo la contraccezione e poi pagandosi le spese della campagna contro la contraccezione vendendo pillole anti-concezionali.
Parlando di pace nel mondo e poi vendendo mitragliatrici.
Il bello è che, questa volta, sono rei confessi.
E agli americani che stanno vivendo questo momento storico con la consapevolezza che si sta in guerra perché qui, entro i prossimi dodici mesi si decideranno le sorti dell’intero pianeta, questa cosa non è andata giù.
E cominciano a parlarne sempre di più.
La bella notizia è che tutto ciò è saltato fuori.
La notizia triste è che in Italia nessuno ne vuole parlare.
Ma io sono ottimista.
Su su svegliamoci cari fratelli e sorelle d’Italia.
Osservate bene queste faccette in bacheca, aggiungeteci i soldi della Pax Bank di cui si sa soltanto che il Presidente e socio di maggioranza è Papa Ratzinger, e poi, ditemi voi se non vi viene, naturale, leggero e tricolore, un bel singulto di orgoglio di quelli armoniosi e contagiosi, di quelli che fanno venire la pelle d’oca e che poco a poco, porta a porta, seguendo il tam tam, fintantoché ce lo consentiranno, ci spinge allo sfrenato ottimismo.
Nel nome di una unica solida certezza.
In mano a questa gente, nessun europeo pensante può aver voglia di finirci.
Tantomeno gli italiani.
Finiremo per rimetterci le penne, tutti.
E’ importante, dunque informarsi.
Passate parola.
E’ un po’ com’era nel 1941. Se non altro non ci stanno le bombe.
Allora le cose andavano male per gli alleati. Hitler stava stravincendo dovunque.
Poi, è andata a finire come sappiamo.
Dipende da noi. Da ciascuno di noi, fare in modo che questa guerra contro la libertà di pensiero, la libertà di impresa, la libertà di comunicazione, la libertà del lavoro, ad un certo punto volga a favore di chi crede che i valori solidi e belli sui quali è stata fondata la nostra Repubblica debbano e possano avere ancora un futuro.
Io ci credo. E fermamente.
Altrimenti, non investirei il mio tempo, la mia energia e le mie conoscenze per dare queste informazioni.
Lo fanno altri con me, con molta generosità.
Lo faccio io con tutti voi.
Informatevi. Cercate le notizie. Non fatevi abbindolare.
In Germania, Usa, Francia, i democratici veri si stanno svegliando e si stanno organizzando.
Non hanno ancora vinto, né la Pax Bank, né la Merkel né i tecnocrati.
Sono soltanto i più forti.
Per il momento.
Buon proseguimento dell’estate.
La notizia della PAX BANK è del 2009. Potresti dare qualche certo collegamento tra una notizia di 2 anni fa con la tesi di oggi?
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