di Sergio Di Cori Modigliani
“Oh sì sì, la borsa è davvero erotica. Anzi, direi che è il vero scenario della pornografia.
Sa, il danaro è come il sesso, viaggiano sulla stessa identica coordinata, fanno lo stesso viaggio. Infatti, sia i soldi che il sesso appartengono a una specifica categoria di valori molto marcata e contraddistinta dallo stesso identico principio: quando uno ce l’ha, sia i soldi che il sesso, allora pensa a qualcosa d’altro. Ma quando uno non ce l’ha non riesce proprio a pensare a nient’altro: entrambi sono bisogni primari legati alla sopravvivenza” .
A sostenere questo principio, molto sintetico e convincente, non è un filosofo, neppure uno psicoanalista, né un economista, nè un opinionista. Si chiama John MacKenzie. E’ il responsabile del marketing europeo di una delle più importanti società finanziarie di investimenti in borsa, con sede a Wall Street, a Manhattan, New York. Il suo lavoro consiste nell’analizzare le borse di singole nazioni europee –e i loro governi politici- e in seguito ai suoi studi consigliare ai clienti (tutti piuttosto solidi, dato che John gestisce pacchetti non al di sotto dei 5 milioni di dollari a botta) spiegando loro di che razza di paese si tratta, che cosa producono, quali sono le aziende solide, quelle meno solide, quali sono i trend, le prospettive e che cosa –eventualmente- conviene andare a vendere in quello specifico paese.
John MacKenzie è quello che oggi –usando un termine volutamente distorto- i media italiani e l’intera classe politica (non a caso entrambi d’accordo) definiscono uno speculatore. Si tratta di un falso ideologico. Se c’è una cosa che in Italia, in questo momento, davvero proprio non esiste a nessun livello (perché sarebbe troppo rischiosa) è la speculazione.
E’ esattamente come per il sesso. Le stesse manovre, stesse pulsioni, stesso linguaggio.
Nel sesso, quando una persona –indifferentemente maschio o femmina- incontra il 23 marzo un altro essere umano da cui rimane abbagliato, attratto, magnetizzato, incuriosito, e lo identifica come oggetto del proprio desiderio allora dice a se stesso (e agli amici) “lei/lui mi ha sedotto”. Tutti applaudono. Quando, il 24 marzo, che potrebbe anche essere il giorno dopo o il 24 marzo di un anno dopo o di undici anni dopo, ci si confida con gli stessi amici perché è andato tutto a vacca finendo a pesci in faccia, le stesse parole del 23 marzo, gli stessi sguardi, gli stessi gesti, le stesse parole, non vanno più rubricate sotto il termine di “seduzione” bensì sotto quello di “manipolazione”.
Lei non è più una “deliziosa seduttrice”, bensì una “perfida maledetta mignotta” e lui non è più “un adorabile seduttore” bensì “un maiale bastardo manipolatore”.
La mente umana funziona così.
Stessa cosa per la borsa. Il termine “speculazione” non ha nessun riferimento con la realtà: è un falso. I cosiddetti “speculatori” dell’agosto del 2011 sono le stesse identiche persone che nel febbraio del 2003 e soprattutto nel febbraio del 2009 hanno investito in borsa a Milano acquistando titoli a man bassa, comprando bot e bpt a iosa, riempiendo le banche italiane e banca d’Italia di soldi cash veri verissimi liquidi (la seduzione, per l’appunto) e io non ricordo di aver mai ascoltato, nel 2002 o nel 2009, un telegiornale che apriva così: “Buona sera, prosegue il trend al rialzo della borsa di Milano dove gli speculatori si sono gettati come iene su tutti i titoli comprando a man bassa e spingendo gli indici a un +3,2% per la sesta giornata consecutiva a Piazza Affari.. Gli speculatori, vera piaga del pianeta, hanno venduto i titoli dei loro pacchetti in Sudamerica e Asia, determinando il crollo di ben sei nazioni del nuovo continente, e stanno acquistando di tutto in Europa. Milano è leader per la seconda settimana consecutiva nel trend positivo.. La piaga degli speculatori sta colpendo anche noi”.
Io, questa frase, non l’ho sentita. Eppure le persone erano le stesse. Il gioco lo stesso, gli attori gli stessi, le pedine le stesse. Allora fecero la spesa pagandone il salato conto circa 27 nazioni molto deboli tra America, Asia ed Europa Orientale, e tutto l’Occidente –Italia in pole position- trionfalmente accolse gli speculatori definendoli “salvatori della patria”.
Ciò che oggi si definisce “speculatore” (il rispecchiamento del “manipolatore” nel campo della sessualità) altro non è che l’altra faccia del “salvatore della patria” nel 2002 e nel 2009, dato che sono le stesse persone con gli stessi identici obiettivi di allora: il suo vero nome è “capitalismo selvaggio” (una specie di variante, nella deriva della dimensione del denaro di quello che è il cosiddetto “sesso estremo” nel campo dell’erotismo). E’ quello che tutti voi avete voluto, richiesto, preteso e votato e accolto a braccia aperte (finchè c’erano gli orgasmi del consumo e l’ebbrezza ipnotica dell’irresponsabilità sociale collettiva condivisa) e che, economicamente viene definito come “sistema economico volgarmente chiamato “selvaggio” perché così si manifesta nei territori finanziari d’impiego laddove il mercato non è controllato da forti istituzioni centrali che attuano solide politiche di investimento sociale garantito e il mercato dei titoli sovrani e dei titoli privati delle aziende non sono sottoposti a garanzie, leggi, controlli ferrei e severi”.
Ma ritorniamo quindi al nostro John MacKenzie, il quale con garbo e disponibilità ha accettato di spiegarci come funziona il suo lavoro. Forse riesce a toglierci qualche dubbio. Di sicuro (ve lo garantisco) procura delle sorprese.
“Perché l’Italia è interessante in questo momento per gli investitori al ribasso’?” gli ho chiesto.
E lui, di rimando “Vede, l’Italia è ufficialmente considerata dal novembre del 2009 in tutte le società di investimento finanziario del pianeta come “Las Vegas della finanza” perché il popolo italiano è diventato un paese di gente ricca, ricchissima, di gente che può permettersi il lusso di non lavorare, che si occupano prevalentemente di gioielli, gioco d’azzardo e sbronze d’alcool, proprio come a Las Vegas”.
Protesto, naturalmente. Gli chiedo ragguagli.
E lui “Guardi che noi non ci occupiamo di politica. Noi siamo analisti. Noi riceviamo dati, li verifichiamo, li analizziamo, li interpretiamo e poi operiamo. Secondo lei, ad esempio, negli ultimi sei mesi, cioè dal 1 gennaio del 2011 a oggi quali sono stati i settori in cui l’Italia si è sviluppata di più? Glie lo dico io: il lusso sfrenato, il gioco d’azzardo, la vendita di alcool. Mentre la moda pret-a-porter è crollata, il turismo è passato al quinto posto, l’industria metalmeccanica arretra e le banche stanno a pezzi perchè non possono dare soldi alle imprese”. Naturalmente, allibito nell’incominciare ad avere i primi sospetti che, in realtà, il paese (cioè il mio) che io ritenevo mi avesse sedotto, in verità mi ha manipolato, chiedo e pretendo prove certe e inconfutabili.
John Mackenzie mi dice: “eccole qui” e mi mostra i grafici delle uniche aziende che negli ultimi sei mesi stanno reggendo la finanza in Italia:
Bulgari.....................12,17 +50.53%
Lottomtica...............11,43 +23,24%
Campari....................5,20 + 6,88%
Vede la mia faccia un po’ dubbiosa e allora ci aggiunge anche un altro grafico che riguarda le cifre nell’ultimo anno, cioè dal 30 giugno del 2010 al 31 luglio 2011:
Mbeh come finisce?
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