di Sergio Di Cori Modigliani
“Per la prima volta nella Storia è stato
eletto Papa un cittadino dell’America Latina. E’ una grande gioia per ogni
sudamericano. Noi non possiamo che benedire questa scelta e augurargli buona
fortuna e buon lavoro con tutto il nostro cuore. Auguriamo a Papa Francesco che
possa trionfare nella sua missione spirituale e che possa portare, a nome di
tutti noi, il nostro messaggio alle grandi potenze oligarchiche, agli enti
deputati, ai colossi finanziari, alle banche internazionali, affinchè li possa
convincere a gettare un’occhiata alla gente che soffre nel disagio sociale, per
riagguantare il proprio diritto alla dignità come persone. Confidiamo in questa
missione pastorale per aprire un dialogo di fratellanza e solidarietà tra i
popoli, le nazioni, le etnie, le religioni, nessuno escluso e per nessun
motivo. Con l’augurio sincero che finalmente le cause giuste dell’umanità
trionfino e si affermino in questa martoriata e benedetta terra che noi
chiamiamo il nostro pianeta. Che Dio
lo benedica”.
Cristina Kirchner, Buenos Aires 13
marzo 2013, 17.30 ora locale.
Basterebbe questo estratto del discorso della
presidenta della Repubblica Argentina, Cristina Kirchner, dedicato al suo
conterraneo, per chiarire –con i fatti- quale sia la posizione politica attuale
dei sudamericani, rispetto all’elezione del papa. Mezz’ora dopo questo
discorso, tutte le repubbliche sudamericane si sono associate dichiarando che
la Kirchner aveva parlato a nome di tutti.
Mi dispiace per i complottisti che oggi, con la
consueta imbecillità che contraddistingue i sempliciotti dal palato facile,
spiegavano in rete che il nuovo papa è considerato in Argentina un nemico del
fronte popolare della sinistra sindacale che guida il governo argentino, e che
lui e la Kirchner si odiano.
In rete, infatti, oggi, si legge di tutto.
In meno di 24 ore, il Papa è già diventato un santo, un
mascalzone, un torturatore al soldo di Videla, un rivoluzionario, un impiegato
della Cia, un rappresentante delle multinazionali, a seconda dei siti che uno
legge o del tipo di amicizie che ha su facebook.
Sulla rete si legge di tutto. Ed è anche normale,
perché la rete parla di tutto e alla fine prevale chi urla di più e chi è
posizionato meglio nei motori di ricerca.
Sarebbe accaduto la stessa cosa, identica, per
qualunque altro papa. Se fosse stato eletto Sean O’Malley, mezz’ora dopo
avremmo avuto l’elenco (con notevole documentazione fotografica) dei suoi
svariati incontri con i rappresentanti del gruppo Sein Feinn a Chicago e forse
qualcuno avrebbe anche titolato “un terrorista sul trono di Pietro”. Se invece
fosse diventato papa Scola, tutti si sarebbero gettati a raccontare i suoi
rapporti con Formigoni fin nei minimi particolari, e se invece fosse stato
eletto il cardinale Pulijc, allora sarebbero venute fuori le collusioni tra la
chiesa cattolica yugoslava e il maresciallo Tito, essendo stato il cardinale un
amico personale del leader comunista, con il quale amava giocare a carte ogni
tanto nei week end. Nella rete sono sempre pronti file e dossier su
chicchessia, perché è possibile dire qualunque cosa su chiunque.
Il mio proposito, oggi, consiste nel fornire il mio
contributo di interpretazione di questa elezione, soprattutto per il fatto che
si riferisce a una persona, una società e una nazione che conosco abbastanza
bene, essendo la mia nazione di nascita e di provenienza, e avendo visto e
toccato con mano che cosa il cardinale Bergoglio ha fatto (e non ha fatto) in
Argentina tra il 2007 e il 2010, nei tre anni in cui sono tornato a vivere a
Buenos Aires.
Tra i post che ho letto in rete, ne ho selezionato uno che
ritengo elegante e ponderato. Nel presentare la figura di Bergoglio, l’autore,
il prof. Andrea Velardi, racconta di come l’attuale Papa fu coinvolto,
trent’anni fa, nella perfida e assassina dittatura militare, spiegando come
andrebbe letta quella vicenda. Mi è sembrata un’ottima sintesi di una persona
intelligente che ragiona, elabora e pondera. Non a caso è un filosofo.
IL PAPA DEI POVERI E LA
DITTATURA ARGENTINA
di Andrea Velardi
di Andrea Velardi
Dopo il primo entusiasmo per la elezione al
papato del primo latino-americano, del primo gesuita e del primo papa con il
nome del santo più rivoluzionario della storia
della Chiesa, abbiamo dovuto subito distogliere lo sguardo dai simboli e fare i
conti con la biografia concreta del Cardinale Jorge Mario Bergoglio. E proprio
la sua provenienza storico-geografica ha messo tutti in allarme. E’ infatti un
argentino, figlio di una terra attraversata dalle tragedie collettive e dalle
crisi epocali del secolo scorso. Tra tutti: il martirio cruento dei
Desaparecidos. Sequestri notturni senza testimoni. Sparizioni improvvise e
forzate. Detenzione nei campi di concentramento. Torture. Morte. Ma non solo.
Con una crudeltà senza pari i corpi venivano consegnati all’oblio, occultati in
fosse comuni o buttati dai voli della morte nell’Oceano Atlantico o nel Rio de
la Plata. A ricostruire questi fatti, citando anche Bergoglio, è il grande
giornalista Francesco Horacio Verbitsky, esponente di spicco del “Movimento
argentino in difesa dei diritti umani”, collaboratore del New York Times e del
Wall Street Journal, docente alla Fundación para un Nuevo Periodismo
Iberoamericano, fondata da Gabriel García Márquez. Costretto all'esilio in Perù
da José López Rega, membro della P2, personaggio efferato e doppio,
soprannominato Lo Stregone per la sua passione per l’esoterismo, fondatore
della Alianza Anticomunista Argentina, il quale nel 1973 organizza il famoso
Massacro di Ezeiza dove vengono uccisi i sostenitori della sinistra di Perón e
viene aperto un insanabile fossato tra la destra e la sinistra argentina. Con il suo libro
Il volo. Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos,
pubblicato in Italia da Feltrinelli, Horacio Verbitsky ha permesso la condanna
del militare Adolfo Scilingo Ha inoltre scritto un libro pieno di
documentazione che dimostra l'irenismo della Chiesa argentina in merito alla
dittatura dei generali guidati da Jorge Rosario Videla. Non è tanto Doppio
Gioco, ma El silencio tradotto in italiano da Fandango col titolo: L'isola del
silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina. E’ in questo libro
che Verbitsky cita Bergoglio ed è, in nome di queste accuse, che «Il Manifesto»
ha accolto l’elezione del cardinale argentino con il titolo lapidario: “Non è
Francesco". Io non nego affatto che ci siano stati errori di giudizio
e prospettiva, attendismo e reticenza diplomatiche da valutare con attenzione
(chi non ne ha mai fatti in vita sua? io tanti e la psicologia serve forse per
comprenderli o no? e anche riconoscerli però!). Ma tra errore e connivenza o
complicità c’è un abisso. Verbitsky parla soprattutto del nunzio apostolico Pio
Laghi, veramente discutibile in molte sue azioni. Sulla deposizione di
Bergoglio al processo ESMA dove Bergoglio venne citato per la sparizione di due
sacerdoti Verbistky dice: «En la audiencia negó algunos hechos que tengo
claramente documentados». Bergoglio disse di avere informato il suo superiore a
Roma rispetto al sequestro dei due preti Orlando Yorio and Francisco Jalics.
Verbistky riferisce dell'esistenza del documento che attesta che Bergoglio
lasciò al loro destino i preti accusandoli di essere legati alla sovversione e
facendo mancare così la protezione istituzionale dei gesuiti, lasciando
indirettamente la mano libera al regime militare. I due preti rapiti nel maggio
da una nave militare furono ritrovati cinque mesi più tardi impasticcati e
seminudi in un campo. E questo per l'opera silenziosa di Bergoglio che, resosi
conto della tremenda situazione derivata dal cinismo delle procedure canoniche
e dalla efferatezza dell'azione dei generali, si mosse segretamente per
riportare quei preti a casa, sani e salvi. Nel
2005 Bergoglio è stato accusato di un non specificato coinvolgimento in questi
sequestri di persona. Il governo militare avrebbe incarcerato in segreto Yorio
and Jalics per l'opera che svolgevano nei confronti dei poveri. Bergoglio li
aveva invitati a rinunciare di fare visita ai bassifondi e davanti al loro
rifiuto ritirò la protezione ufficiale dell'ordine gesuita al loro operato in
quanto sacerdoti appartenenti all'ordine gesuita cosa che costituì la premessa
per la loro cattura dei due preti. Ma ci si dimentica che Bergoglio (esagerando
certamente e non consapevole pienamente delle conseguenze) una volta saputo del
rapimento svolse una "azione straordinaria dietro le quinte per la loro
salvezza arrivando perfino a chiedere al prete della famiglia del dittatore
Jorge Videla di darsi malato così da potere dire lui stesso la Messa nella casa
del leader della giunta militare, dove Bergoglio in privato, ma con forza
chiese ed ottenne un atto di pietà al Dittatore.
Il suo intervento salvò le vite dei due preti ed è da considerarsi come un azione dell'uomo Bergoglio che comprese la gravità della situazione e le indesiderabili conseguenze umane della sua decisione ecclesiastica (cfr. il libro intervista con Rubin del 2010). Nello stesso anno del libro Bergoglio testimonia sull'argomento scottante dopo essersi rifiutato (sbagliando secondo me!) di comparire davanti alla corte in udienza pubblica. Il giudice Myriam Bregman ha considerato le sue risposte evasive. Ma questa evasività sembra essere più frutto di una ragione di segretezza della sua azione contraria al regime, che non di connivenza. Insomma l'idea che mi faccio è quella di un prete, Bergoglio appunto, affatto connivente o complice del regime, che si barcamena in quel contesto inquietante e spinoso, commettendo errori di prospettiva dovuti al suo ruolo di superiore gesuita, al suo status di prete e alla sua formazione. Errori che però non hanno impedito che avesse la meglio sul suo operato la componente fortemente umana e filantropica della sua persona e della sua appartenenza alla Chiesa. Insomma io propenderei per il rispetto della complessità della biografia riconoscendo il dovere di una maggiore contestualizzazione storiografica. Da studioso non amo la semplificazione. Anche se, a maggior ragione, non amo nascondere gli errori di nessuno. Nemmeno quelli di un Papa.
Il suo intervento salvò le vite dei due preti ed è da considerarsi come un azione dell'uomo Bergoglio che comprese la gravità della situazione e le indesiderabili conseguenze umane della sua decisione ecclesiastica (cfr. il libro intervista con Rubin del 2010). Nello stesso anno del libro Bergoglio testimonia sull'argomento scottante dopo essersi rifiutato (sbagliando secondo me!) di comparire davanti alla corte in udienza pubblica. Il giudice Myriam Bregman ha considerato le sue risposte evasive. Ma questa evasività sembra essere più frutto di una ragione di segretezza della sua azione contraria al regime, che non di connivenza. Insomma l'idea che mi faccio è quella di un prete, Bergoglio appunto, affatto connivente o complice del regime, che si barcamena in quel contesto inquietante e spinoso, commettendo errori di prospettiva dovuti al suo ruolo di superiore gesuita, al suo status di prete e alla sua formazione. Errori che però non hanno impedito che avesse la meglio sul suo operato la componente fortemente umana e filantropica della sua persona e della sua appartenenza alla Chiesa. Insomma io propenderei per il rispetto della complessità della biografia riconoscendo il dovere di una maggiore contestualizzazione storiografica. Da studioso non amo la semplificazione. Anche se, a maggior ragione, non amo nascondere gli errori di nessuno. Nemmeno quelli di un Papa.
Il martoriato continente sudamericano, fin
dalla sua nascita (come America, ovvero da 500 anni) è sempre stato al centro
delle dinamiche politiche internazionali che vedevano nella Chiesa di Roma il
loro punto d’incontro, soprattutto la Compagnia di Gesù, essendo stati i
gesuiti l’ordine ecclesiastico principale che ha gestito dalle origini, per
ordine dei castigliani, il processo di evangelizzazione e di colonizzazione. La
Chiesa ha scelto di macchiarsi di atroci delitti, complice per tutto il ‘500 e
il ‘600 dello sterminio di massa di moltitudini inermi attuato da noi europei,
in cambio della gestione religiosa dei sopravvissuti. I primi a denunciare la
follia di quel periodo, l’enorme ferita e lacerazione prodotta nei secoli dalla
memoria storica, furono i martiri del ‘900, i cosiddetti “teologi della
liberazione”, in gran parte gesuiti, nobili anime che negli anni’60 si
schierarono apertamente a fianco della popolazione locale maggiormente
sfruttata, per contrastare la delittuosa avanzata delle multinazionali
americane che stavano espoliando l’intero continente delle sue risorse locali.
A metà degli anni ’70, irrompe sulla scena pubblica un cardinale italiano,
Carlo Maria Martini, divenuto poi arcivescovo di Milano, un grande massone
progressista, un illuminato teologo che divenne il punto di riferimento della
dottrina sociale più avanzata in Europa, dando vita alla grande stagione di
quella che in Italia venne chiamata “la primavera dei cattolici del dissenso”,
un’onda di pensiero che portò lo stesso Martini a riconoscere le tragiche colpe
della Chiesa nella colonizzazione forzata, spingendo i cattolici italiani verso
un’acquisizione di responsabilità civiche e collettive che poi portarono –come
impatto politico- alla sconfitta dell’ala più retriva della Democrazia
Cristiana e all’elezione di Benigno Zaccagnini come segretario del partito. Ma
allora c’era la guerra fredda e la Chiesa venne contaminata in un processo di
mondanizzazione interno, da una parte l’ala sinistra gesuita legata alla
liberazione e dall’altra l’ala destra legata alle necessità imperialiste
statunitensi in funzione anti-sovietica. Il cardinale Martini fu il primo ad
avvertire la tragedia che incombeva, dichiarando che la Chiesa aveva 200 anni
di ritardo e correva il rischio di soccombere nel suo afflato spirituale,
negando a se stessa l’accesso alla modernità e quindi perdendo il contatto con
la realtà dei popoli. Martini definì nel 1978 l’elezione di papa Luciani “il più
bel dono che lo Spirito Santo potesse fare ai popoli di questa Terra” pensando
che la Chiesa si sarebbe inerpicata verso un nuovo percorso di spiritualità
collettiva ritrovata, coniugando la sintesi tra la dottrina sociale e quella
spirituale. Ma il suo pontificato durò appena quaranta giorni. Vinse, allora,
la necessità bellica della guerra fredda. Venne eletto papa un grande e
indomito guerriero, Karol Woytyla, l’uomo giusto per combattere il comunismo.
Non appena insediatosi, il nuovo papa investì tutte le proprie energie per
combattere sotterraneamente contro i gesuiti, considerati allora l’ala sinistra
sociale della Chiesa, soprattutto in America Latina, riuscendo nella sua
impresa. Sorretti da tale furibondo appoggio, le multinazionali americane e i
colossi finanziari inventarono l’accoppiata Reagan-Bush, responsabile della
risposta militare imperiale in tutto il continente americano, dove centinaia e
centinaia di gesuiti vennero uccisi –molti a sangue freddo- finchè non
riuscirono a silenziarli, riducendoli a una minoranza priva di potere politico
all’interno della Chiesa. Iniziò il periodo più buio e fosco della Chiesa di
Roma, dove il trono di San Pietro si macchiò della più criminale complicità
sostenendo e appoggiando le dittature militari in tutto il continente
sudamericano, mentre a Roma, il papa decideva di affidare il controllo dello
Ior a un uomo della Cia che a Chicago gestiva i rapporti con le organizzazioni
mafiose, sia quella siciliana sia quella irlandese, il cardinale Marcinkus.
Quando Woytyla morì nel 2005, la Chiesa –come istituzione spirituale- era al
collasso. Il prezzo per vincere la guerra contro il comunismo aveva comportato
la fine totale di ogni funzione spirituale, di ogni riferimento evangelico, che
aveva dato vita –ad esempio in Italia- alla stagione del berlusconismo
formigoniano e in Usa all’accordo di ferro tra la Chiesa e i petrolieri texani.
Nel 2000, Bush riesce ad ottenere il 90% dei voti cattolici. Quando si apre il
conclave, nel 2005, i cardinali sono consapevoli della situazione. E’ il
momento più basso, meno spirituale e meno nobile, mai raggiunto dalla Chiesa di
Roma. Nasce una fronda interna molto forte (sostenuta con forza e vigoria
proprio dal cardinale Martini) che spinge per eleggere Bergoglio al trono pontificio.
Ma i tempi non lo consentono e lo stesso Bergoglio fa campagna elettorale
presso i cardinali per convincerli a non votare per lui scegliendo, invece, un
papa di transizione, in attesa dei tempi giusti. Serve un grande teologo, in
grado di dare uno scossone poderoso all’interno dell’edificio ecclesiastico,
per rimediare –se è possibile- ai nefasti guai della mondanizzazione
finanziaria e della perdita di valore etico e spirituale. E’ necessaria una
figura che riporti l’evangelizzazione e la teologia al centro degli interessi
della Chiesa, sottraendola alla politica e alla mondanità, pena la sua scomparsa
dal pianeta. Accorti vaticanisti sostengono che già da allora ci sia stato un
accordo per affidare a Ratzinger un transito momentaneo in attesa di dare il
via libera a Bergoglio. Tant’è vero che la sua elezione, ieri, è stata per
tutti la conferma di una chiara scelta operata nel 2005, e per chiunque conosca
l’autentico teatro geo-politico sarebbe stata una grande sorpresa se lui non
fosse stato eletto. Non appena Ratzinger viene eletto, Bergoglio lascia Roma e
ritorna in Sudamerica dove inizia a cercare di ricomporre e ricompattare la
Compagnia di Gesù, ormai scomparsa dalla curia romana dove è stata soppiantata
dall’Opus Dei e dai sostenitori della presenza vaticanense nel mondo
finanziario internazionale. E nel 2007 avviene il primo episodio che annuncia
la trasformazione operativa della Chiesa. Vince le elezioni in Ecuador Rafael
Correa, un politico locale progressista, fervente e devoto cattolico, molto
vicino ai gesuiti sudamericani, quasi clandestini ormai nella loro presenza
sociale pubblica. Correa, dieci giorni dopo essere stato eletto, va a Buenos
Aires dove si incontra con Bergoglio, ottenendo da lui un via libera per la sua
avventura che, in quel momento, sembrava folle. Non appena insediato, il
presidente ecuadoregno, come primo atto politico invia una lettera a Roma al
papa, confermando la sua obbedienza ma allo stesso tempo comunicandogli di aver
rigettato tutte le credenziali dei nuovi ambasciatori del Vaticano. Si apre un
piccolo caso (allora nessuno ne parlò) risolto a favore dell’Ecuador,
considerata in quel momento una piccola e irrilevante repubblica delle banane.
E a Quito, per la prima volta dopo trent’anni, ritornano in auge i gesuiti. Un
mese dopo la sua elezione, Correa annuncia ufficialmente “la protesta del
debito pubblico” richiamandosi al concetto di “debito immorale” fatto applicare
dagli Usa due anni prima in Iraq. Fa arrestare sedici presidenti di banche, i
proprietari dei tre networks locali, i dirigenti delle multinazionali
statunitensi, e li manda sotto processo e poi in galera. L’Ecuador viene
denunciato dal Fondo Monetario Internazionale e cancellato dall’elenco di stati
che possono usufruire di credito, ma il paese riesce a ottenere finanziamenti a
tasso zero da Venezuela, Brasile, Argentina, Uruguay. E inizia il braccio di
ferro tra il Sudamerica da una parte e la Banca Mondiale, la BCE e il Fondo
Monetario Internazionale dall’altra. Un
anno dopo esplode la bolla dei mutui immobiliari in Usa, con il fallimento
della Lehman Brothers e ha inizio la crisi economica occidentale. Il 10 aprile
del 2009, le borse mondiali toccano i minimi storici. E il Fondo Monetario
Internazionale va all’attacco del Sudamerica con il dichiarato obiettivo di far
pagare alle più ricche nazioni di quel continente il prezzo dei debiti delle
banche europee e statunitensi. Ma trova un totale e inatteso sbarramento. I
nove mesi tra giugno del 2009 e aprile del 2010 vedono un gigantesco braccio di
ferro tra le nazioni sudamericane e il Fondo Monetario. Tutte le nazioni
bocciano le disposizioni e gli ordini ricevuti rispedendole al mittente. E lì
Bregoglio svolge un ruolo importante. E’ il momento in cui in Argentina Nestor
Kirchner sta accelerando la politica dei diritti civili e la propria lotta
contro la finanza internazionale. Si apre a Buenos Aires il “caso Bregoglio” a
proposito dell’appoggio dato dalla Chiesa alla dittatura militare degli
anni’70. Sono mesi interessantissimi, di enorme dibattito pubblico, di
confronto, di confessioni, di lacerazioni, di notizie sulle lotte interne nel
Vaticano tra i gesuiti e l’Opus Dei, tra francescani e domenicani, tra
mondanisti politicizzati e spiritualisti sociali. In Italia, che io sappia, non
è stata data nessuna notizia, nessuna informazione, nessun ragguaglio sugli
eventi di quei mesi infiammati. La Chiesa è messa sotto accusa pubblicamente e
Nestor Kirchner si scontra frontalmente. Ma prevale la linea della moglie
Cristina che avvia una complessa e vincente trattativa “sindacale” (dopotutto
ha alle spalle 25 anni di esperienza nel settore) che frutterà una ritrovata
pace sociale e l’appoggio della Chiesa alla nuova politica sociale keynesiana
dell’ala sinistra peronista al governo. Bregoglio si mette a disposizione del
nuovo governo argentino e denuncia “l’immoralità delle richieste delle grandi
potenze nei confronti di nazioni debitrici senza prendere in considerazione
l’esistenza delle persone e la sofferenza dei ceti disagiati più deboli e fragili”.
Viene richiamato “ufficialmente” dalla curia romana per i suoi interventi, ma
Ratzinger intercede per lui, convincendolo a esimersi dal fare ogni
dichiarazione pubblica, ma di fatto lo sostiene. I cattolici argentini spiegano
che la vera figura di Bregoglio contiene una “doppia faccia”; conservatore per
tutto ciò che riguarda la dottrina della Chiesa e le questioni spirituali
teologiche, ma progressista per tutto ciò che riguarda le questioni sociali ed
economiche. Un compromesso che piace e che risulta vincente.
Bregoglio ottiene consensi da Lula e da Chavez
e la Chiesa, in Sudamerica, lentamente ritorna ad essere un punto di incontro e
di conforto come comunità sociale di riferimento al servizio della
collettività. Abilissimo stratega, riesce a sottrarsi all’attacco delle
oligarchie argentine del privilegio, e fa diverse dichiarazioni pubbliche
contro l’aborto e contro i matrimoni gay che infiammano i conservatori
argentini; ma allo stesso tempo non smette di denunciare le politiche del Fondo
Monetario Internazionale e dcihiara il suo incondizionato sostegno alla
Kirchner, a Chavez, a Lula, a Mujica in Uruguay, a Correa in Ecuador.
Queste sono le ragioni e i motivi per cui in
Sudamerica oggi festeggiano.
Molti, in quella parte del mondo, dai Caraibi
fino al Polo Sud sono consapevoli di stare in guerra contro il resto del
pianeta. Molti sono consapevoli di essere in guerra contro la Banca Mondiale,
contro il Fondo Monetario Internazionale, contro la BCE, contro i colossi della
finanza. Soprattutto contro la Cina, grande nemico comune che l’intero
Sudamerica combatte insieme alla Chiesa.
Questo è il senso del plauso da parte della
Kirchner, grande combattente impeccabile per i diritti civili, vera avanguardia
civica contro ogni forma di colonizzazione e di dittatura finanziaria. E’ stata
lei a volere fortemente i processi contro i militari criminali. E non è certo
una donna incline a compromessi ipocriti. In Argentina, presso molti circoli
accreditati, si arriva addirittura al punto di sospettare che dalla curia
romana, nel 2009, sia partita una bella campagna di delegittimazione di
Bergoglio al fine di spingerlo alle dimissioni per sostituirlo con persona più
gradita al Fondo Monetario Internazionale.
Una cosa è certa. E su questo, non vi è alcun
dubbio.
Da oggi, Mario Draghi, Christine Lagarde, Mario
Monti, Angela Merkel, Barroso, Van Rompuy, Rajoy e compagnia cantante, non andranno più a letto tranquilli e così certi
che la loro linea economico-sociale passerà comunque.
All’attuale Papa Francesco la linea
friedmaniana iper-liberista non piace affatto.
Questo è poco ma è sicuro.
E per noi, in questo momento, penso che sia la
più bella notizia che potessimo ricevere.
P.S.
Ecco un link interessante; è un blogger argentino,
che fa parte di un gruppo che si definisce “sinistra razionale”. Lui si chiama Gerardo
Fernandez. Tanto per spiegare che umore tira a Buenos Aires e come la sinistra dei
diritti civili vede questa elezione. Il link è: http://tirandoalmedio.blogspot.com.ar
.
Il titolo del blog è : “Tirando al medio”. Il titolo
dell’articolo pubblicato oggi è: “Es lògico
que Bergoglio sea Papa”.
Direi che il suo post di stasera mi riempe di gioia e speranza per il futuro, l'elezione di qust'uomo è di gran lunga la cosa più "rivoluzionaria" che la chiesa potesse in questo momento fare. Come le scrissi ieri sera di primo acchito mi sembrava una buona notizia, ora con qualche informazione in più ( come al solito lei è chiaro, di ampie vedute, colto ed esaustivo ) mi pare meravigliosa. Tra l'altro, non vorrei sembrarle veniale, ma in questo attuale quadretto geopolitico "vicino" a papa Francesco avremmo uno Ior, di cui ricordo che in tempi recenti lei scrisse una frase il cui incipit faceva più o meno così : "basterebbe una telefonata.." Voglio quindi solo sperare che il suo pontificato duri abbastanza e pensando a papa Luciani già temo. Per concludere credo proprio noi si stia vivendo un momento storico cruciale; siamo fortunati ad essere qui ora, consapevolmente. Grazie ancora del suo post e buona notte signor Sergio. Guido Allievi
RispondiEliminaMi unisco ai ringraziamenti: articolo interessantissimo, e che dà da pensare.
RispondiEliminaAnche sull'approccio alle notizie che abbiamo tutti, in questo periodo di scarsa fiducia collettiva.
Sergio,grazie ancora per le illuminanti riflessioni sul nuovo papa,che mi auguro,per il bene di tutti,abbia e riesca a fare il ""miracolo"""......
RispondiEliminaMi sono deciso a scriverti,perchè sono indignato e sconcertato,dalle notizie di questa mattina sulla possibilità di un governo di larghe intese,cioè una indecente ammucchiata di tutti i partiti ,con esclusione del Movimento 5 Stelle,sotto la regia dell'amico intimo del re dei pagliacci,nientepopodimeno che :D'Alema.
L'indecenza supera sè stessa,spinta dal terrore che un manipolo di cittadini onesti possa scoprire il coperchio della loro pentola di indicibili,incofessabili,impensabili,intrallazzi operati ""ope legis"".
Stiamo a vedere a che livelli sale il termometro dello schifo,con l'escusatio,della impellente necessità di dare comunque un governo al paese.....ed altre amenità dall'apparenza seria!!
Poi,Sergio,ho accidentalmente ascoltato il fantozziano dibattito,su rainews24 di questa notte,tra il giornalista di turno con un giornalista mi sembra del Il fatto quotidiano,che ha scritto addirittura un libro su quello che c'è dietro Beppe Grillo,Casaleggio.L'illuminato giornalista si poneva domande veramente intelligentissime del tipo:
""perchè i grillini,(concediamolo per brevità giornalistica o evidenziamo il solito subdolo sistema di distorcere quando non peggio...)non ci fanno partecipare alle loro riunioni......
perchè non ci concedono di entrare con una webcam nella Casaleggio a registrare.....i processi di formazione degli indirizzi mediatici....
All'apparenza richieste condivisibili....specie alla luce di una presunta imbecillità del popolo che crede che è nelle riunioni pubbliche che si forma il profilo operativo di un partito,piuttosto che di un movimento,pittosto che di una azienda .
Cosicchè partendo da un presupposto subdolamente falso,lo pseudo scrittore intende sostenere che il Movimento 5 Stelle non rappresenta altro che un finto movimento di democrazia condivisa,appalesandosi ai suoi occhi (io sostengo,miopi,presbiti,anastigmatici e affetti da glaucoma bilioso,ma soprattuto in consapevole malafede) come una struttura di potere verticale.
La sconsolante conclusione è che se gli italiani,abbeverati alla tecnica del guardonismo,per credersi informati,acquisteranno una sola copia del sullodato libro,.....siamo messi veramente male.
Il conforto sono i quasi 9milioni di voti che il Movimento ha già conquistato dagli italiani onesti,di buon senso e consapevoli ,che diventeranno 18 milioni alle prossime elezioni.
Ci risentiamo.
Grazie, caro Sergio per questa panoramica di informazioni utilissime e preziose! Continuo a rimanere impressionato dalla tua capacità di analisi e sintesi nell'illustrazione di fatti storici complessi. Le tue interpretazioni sono per me davvero un faro mentre navigo nel buio o quasi. Troppi hanno spento le luci: giornalisti, politici, fanatici, religiosi ecc. Quindi non ci resta che osservare 'le stelle' per orientarci... E io ne conto più di cinque... ;-) Walter
RispondiEliminaCaro Sergio,
RispondiEliminanon trovi preoccupanti queste dichiarazioni del 2007 rilasciate commentando la candidatura alle presidenziali argentine di Cristina Kirchner:
"Le donne sono naturalmente inadatte per compiti politici. L'ordine naturale ed i fatti ci insegnano che l'uomo è un uomo politico per eccellenza, le Scritture ci mostrano che le donne da sempre supportano il pensare e il creare dell'uomo, ma niente più di questo. Abbiamo avuto una donna come presidente della nazione e tutti sappiamo cosa è successo".
Le troverei preoccupanti se fossero vere. La fonte? (Yahoo answers non vale)
EliminaIo preferisco non focalizzarmi sul passato di un uomo, nemmeno su quello che dice. Voglio vedere i fatti e solo allora potro´ capire chi ho difronte. Purtroppo fin´ora quello che i miei giovani occhi hanno visto riguardo alla chiesa cattolica non e´ un esempio. Il nuovo papa ha scelto il nome del Grandissimo S. Francesco e spero che sia all´altezza di tale nome. E per fatti intendo: una chiesa caritatevole, equa, senza ostentazioni, umile, senza interessi economici, fraterna, chiara, rispettosa dei diritti di tutti senza distinzione di alcun tipo, consapevole dei suoi limiti e errori, che non si arroghi il diritto di essere l`unica e vera parola di Dio, tollerante, non gerarchica, non maschilista, che metta all´opera quello che predica insomma. Un caro saluto
RispondiElimina...Dimenticavo, io reputo la Sig.ra Kirchner molto intelligente e quello che ha scritto dimostra che il suo scopo, al di la´ del passato e di polemiche riguardo a Bergoglio, sia il bene di tutti. E´ lungimirante e veramente credente, e non a caso ha inserito nell´augurio il punto fondamentale verso il quale tutto il mondo deve combattere e aprire gli occhi: gli interessi economici di pochi sopra la vita delle persone.
RispondiEliminaCaro Sergio il tuo Post ha ridato, penso, a buona parte di coloro che ti seguono, una speranza di cambiamento me compreso. Poi ho letto questo: http://lospecchiodelpensiero.wordpress.com/2013/03/14/habemus-papam-i-gesuiti-al-potere/ che mi ha riportato alla realtà!!! Come lo giudichi??? Comunque grazie per il tuo lavoro. Bisio
RispondiEliminaNon facciamoci troppe seghe mentali. già il fatto di avere un papa che mostra evidenti segni di indifferenza verso i clichè istituzionali e un nutrito gruppo di giovani appollaiati sugli ultimi scanni del palamento, dovrebbe farci esultare di gioia!
EliminaDimenticavo: ho finito gli aggettivi per lodarti Sergio, ma tu continua a scrivere, ti riesce troppo bene!
Non è una questione di seghe mentali. Mi pare che il post segnalato afferma cose diametralmente opposte rispetto a quelle dette da Sergio!! Lui che ha da dire?? mi piacerebbe un suo commento, se lo ritiene utile, tutto qua.
EliminaGrazie Sergio, non sono un dietrologo; tuttavia penso che le notizie su Bergoglio, fatte uscire da sinistra, ma riprese con improntitudine dal mainstream nostrano non siano neutre ma volute proprio da quelle centrali economiche che contrastano il nuovo corso nel continente latino-americano. Grazie ancora, concordo altresì che Francesco sarà un dottrinario nella morale come sanno essere però gli austeri conservatori, ma rivoluzionario nel contempo con l'esempio e la difesa degli umili.
RispondiEliminaQuesto articolo mi è piaciuto molto, lo attendevo; soprattutto mi ha fatto bene allo spirito poichè oggi ho fatto una scorpacciata di letture, non tutte“mainstream” e non certo rinfrancanti, con opinioni varie e spesso controverse, per esempio sui rapporti con la dittatura, con i Kirchner, sulle posizioni di destra e progressiste, oppure conservatrici e di austerità, di collaborazione integrazionista con i presidenti dell’Unione che proprio conservatori e di destra non sono.
RispondiEliminaNon ho ben capito tuttora come stiano le cose.
L’altra sera seguivo in diretta TV l’elezione del papa per la curiosità e la passione con cui seguo questo momento storico e politico; all’annuncio del papa argentino mi è uscito un urlo “e vaaai…” per l’interesse che nutro per la storia più recente del Sud-America ma anche per i significati e i risvolti che ciò poteva avere.
Io penso che ci sarà del vero, un po’di tutto, in questo calderone di opinioni e testimonianze, ma soprattutto penso che questo papa, di grande personalità, abbia una storia di uomo libero e di vocazione incondizionata.
Mi interessa, personalmente, ciò che questo papa porta con la sua vita, la cultura del popolo da cui origina, le sue esperienze e i suoi errori, ed è ciò che vedremo solo nell’opera e nei fatti molto presto.
Non mi aspetto che celebri matrimoni gay, né che apra degli spacci di contraccettivi o faccia sposare i sacerdoti, non mi appassiona particolamente, ma mi piacerebbe che superasse l’ossessione della vita e dell’embrione che ha caratterizzata il messaggio della chiesa negli ultimi decenni come se non ci fosse altro, mi piacerebbe che modulasse i messaggi piuttosto sulla dignità della vita, mi piacerebbe che avvicinasse la Chiesa alla sofferenza e all’inquietudine dell’essere uomo in questa epoca, tema di interesse imprescindibile tanto dei credenti quanto dei non credenti, mi piacerebbe che fosse in grado di portare il messaggio evangelico in modo virale nella società, e soprattutto cominciasse una storica opera di pulizia, oralizzazione, reindirizzamento e spoliazione di potere politico nei ranghi ecclesiatici, l’unica cosa che ho capito farà di sicuro.
Carmen
Anch'io la ringrazio per questo e tutti gli altri suoi articoli, che trovo sempre stimolanti perche' esprimono opinioni indipendenti (=libere).
RispondiEliminaLa prima bella notizia riguardo questo papa, qui, e' che la cosa non e' andata giu' molto bene a Cameron, per via di alcuni suoi vecchi commenti sulla questione Malvine (gli inglesi si ostinano a chiamarle Falklands...).
Mi pare proprio un buon inizio!
Alessandra
il fatto, caro Sergio DCM, è che quello di Papa è un mestiere di m...., e quindi ogni canaglia è adatto a farlo
RispondiEliminaLa frase riportata da Lei è semplicemente perfetta e sarà il metro con il quale si giudicheranno gli atti di questo Papa ma cosa ne pensa del fatto che non un solo media italiano (per quel che ne so io) ha riportato questa frase? Eppure la presidenta del paese di provenienza del Papa dovrebbe avere una certa eco...Chi è complottista dunque? una certa sinistra anticlericale che mette in cattiva luce il Papa o i media che oscurano uhna frase chiave sottoscritta a quanto dice Lei da tutto il sudamerica? Mi piacerebbe avere una sua risposta sul blog e anche sapere da dove ha estrapolato la frase (sul Web italia non sono riuscita a trovarla...)Grazie e a rileggerla
RispondiEliminaFabio C
Se si riferisce alla frase della Kirchner è stata riportata dall'emittente Rainews24 che ha mostrato nel corso della rubrica "decoder" l'intera conferenza stampa della presidenta argentina.
EliminaGrazie, sono riuscito a vedere l'estratto video.
EliminaComunque un trattamento molto marginale, data l'importanza,non crede?
Fabio C La Spezia
Finalmente del vero giornalismo. Grazie!
Eliminacome commenta questo documento http://tiempo.infonews.com/notas/programa-del-cardenal-bergoglio
RispondiEliminaUn articolo equilibrato, comeequilibrato deve essere il nostro giudizio affinche' possaessere veramente oncreto e veritiero. Confesso di essere un pochino pendente tra quelli che descrivono con dietrologie piu' o meno veritiere un giudizio non positivo sul Papa Francesco, che forse si e' ispirato piu' a Francesco Aversio cofondatore dei gesuiti, che non a San Francesco. Tuttavia, vorrei sottolineare che la sua candidatura sembrerebbe certamente esser stata pilotata; cosi come le dimissioni di Ratzinger e gli scandali precedenti. E allora, mi domando, quanto ci sia di puro e nobile in un personaggio , che e' la pedina, anzi lo scacco , divenuto Re della scacchiera. Oppure le forze che hanno manovrato tutto cio' si sono poi servite di un pover uomo? Vedremo.
RispondiEliminacentinaia e centinai di gesuiti furono uccisi
RispondiEliminama come fai ad invertarti simili corbellerie
ma certo che hai una fantasia immensa ti aamiro per questo mescoli bush, la chiesa, i domenicani, i gesuiti
hai vissuto in tanti posti diversi che ci sarebbero volute tre vite
dopo tre post sul quarto sei capace di smentire quello che hai scritto nel primo
e ci sono pure quelli che credono che tutto quello che scrivi è vero
ragazzi non fatevi prendere in giro questo si inventa il novanta per cento di quello che scrive
Caro Sergio,
RispondiEliminaperchè non legge questi messaggi e ci fa un analisi critica?
http://messaggidagesucristo.wordpress.com/2013/03/16/14-marzo-2013-questo-gesto-nefando-durante-la-settimana-santa-sara-visto-da-coloro-che-tengono-gli-occhi-aperti/
salve Sergio
RispondiEliminaha visto come sul fatto del 15/3
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/15/papa-francesco-santa-sede-su-accuse-a-bergoglio-diffamazioni-da-sinistra-anticlericale/531617/
sembrano dare una notizia diversa o decontestualizzata da come vede lei la questione
grazie
Tiziano
e come mai Giovanni Paolo secondo che e' stato qua descritto come un complice di assassinii di gesuiti e di connivenza con la mafia lo fanno santo? Non e' una vergogna?
RispondiEliminaL'articolo e' molto interessante. Scrivo pero' per fare due appunti. Al momento ho la fortuna di essere in Argentina. Cosa che mi da la possibiita' di seguire in modo molto calzante quanto avviene in questi giorni. Anzitutto non e' cosi' netta la posizione di rallegramento dei sudamericani su questa elezione. Oggi nel centro di Buenos Aires si alternavano schiere di manifesti che si felicitavano per questa elezione papale con altrettanti manifesti che sotto la foto di Bergoglio presentavano la scritta "Argentino y Peronista". Da queste parti l'attributo peronista e' da assimilarsi, con le dovute sfumature differenti, al nostro fascista.
RispondiEliminaLa seconda puntualizzazione riguarda l'entusiasmo con cui si tratteggia nell'articolo la figura di Cristina Kirchner. Cerco di sintetizzare al massimo la mia perplessita' a riguardo. La sinistra extra parlamentare e anche molta sinistra istituzionale prende le distanze in modo deciso dal suo operato, accusato di palesare evidenti tratti di populismo (parola che non amo assolutamente usare). Da osservatore esterno posso invece descrivere le mie esperiene personali. La tv pubblica trasmette, ad esempio, tutte le partite di calcio del campionato di serie A argentino. Un po' come Sky o Mediaset premium qui da noi. Nei tempi morti dell'inconntro qui in Italia siamo soliti vedere la pubblicita' dello sponsor di turno. Mercedes. Acqua Uliveto. Kinder. E cosi' via. Sulla tv pubblica argertina questi sono sostituiti con la scritta "futbol para todos" (calcio per tutti), seguita da un primo piano de La presidenta (la chiamano cosi') e da una grande scritta Tina (tutti la chiamano Cristina con il tono direttamente identificativo che in Italia ha il nome Silvio) che gradatamente si rimpicciolisce per essere affiancata da un'ulteriore scritta Argen (tina). Dopo tutto cio' compare una grande scritta "Presidencia de la Nacion". Il tutto avviene almeno ogni 5 minuti per l'intero incontro. E' evidente che si usino strumenti di propaganda molto simili sia a categorie politiche formalmente antitetiche sia alle multizionali. Il tutto va pensato in un paese in cui, ad esempio, l'istruzione e' completamente affidata al settore privato.
Caro Luca, non so che paese hai visto e dove vivi. Comunque sia -te lo dico con affetto- hai letto "da italiano" l'Argentina. La frase "Da queste parti l'attributo peronista e' da assimilarsi, con le dovute sfumature differenti, al nostro fascista" è davvero ridicola, oltre che fuorviante dal punto di vista storico. La sinistra argentina, anche se critica, è interamente peronista in funzione dello schieramento bellico contro il FMI, contro la Banca Mondiale e contro la BCE. Leggi il giornale "Pagina 12" e lo capirai. E' la destra oligarchica che si autodefinisce "moderati democratici" che accusa i peronisti di essere fascisti per cercare di convincere la sinistra a non appoggiarli più. Il gioco è sempre riuscito, fino al 2003. Dopodichè non ha più funzionato perchè all'interno del partito ha vinto la linea dei "montoneros" e quella dei sindacalisti.
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