di Sergio Di Cori Modigliani
Per salvarci da una ennesima strozzatura economica, la cosa migliore che potrebbe accadere ai cittadini europei sarebbe il ritorno della Grecia alla dracma, la sua dichiarazione di bancarotta.
Idem per Irlanda e Portogallo.
Chi ama l'Europa e gli interessi collettivi dei cittadini dovrebbe chiedere a gran voce il fallimento di queste tre nazioni.
Il potere centralizzato europeo, in questi ultimi mesi, attraverso la grancassa del mondo mediatico garantito (cioè la massa di giornali, settimanali, editori, canali televisivi, esperti che ricevono sovvenzioni da fondi nazionali ed europei) ha lanciato in ampio stile le proprie armi di distrazione di massa.
Lo ha fatto cercando di permeare in maniera contundente e subliminare il cervello dei cittadini attraverso due parole chiave: DEFAULT e DEBITO PUBBLICO.
Le due parole sono entrambe una truffa.
Perché nascondono un inghippo.
E’ ormai tragicomica consuetudine incontrare anziane signore semi-analfabete di economia, le quali, tra una bibita e l’altra, sotto l’ombrellone, confessano all’amica di sedia a sdraio “certo che se la Grecia va in default siamo tutti rovinati” e l’amica, altrettanto ignorante dei meccanismi, come lei, risponde dal suo ombrellone “eh sì, si crea l’effetto domino: è colpa del debito pubblico”.
Ma se per caso andate da quelle due signore e cercate di far loro delle domande articolate, chiedere loro che cosa sia il default, chiedere ragguagli in merito e infine, chiedere una loro opinione, le vedrete prima sbiancare e poi scappare via urlando sostenendo di essere state aggredite da provocatori, guastatori, nemici dell’Europa.
L’inghippo è il seguente:
“Default” sta a “insolvenza” come “escort” sta a “prostituta”.
Il termine, però, nobilita l’effetto.
E' ormai un classico della comunicazione post-moderna.
Consente di costruire paura, incertezza (e quindi consenso perché l’Italia e mamma banche europee ci sorreggano) portando avanti un meccanismo che impoverisce la gente, espolia il risparmio e arricchisce soltanto le banche, quelle private e quelle pubbliche.
Un breve preambolo: domanda: “qual è il sogno di qualunque banchiere al mondo?”
Risposta. “avere un cliente molto ricco che ha bisogno di liquidità e prestargli dei soldi, tutti quelli che vuole”.
Se lo sognano la notte.
Il ricco ha solide garanzie e la banca poco a poco si impossessa dei suoi beni, perché il bisogno di liquidità aumenta sempre di più, gli interessi pure, e intanto la banca “presta” ad altre banche le garanzie offerte dal ricco bisognoso. E’ un circolo vizioso. Se ne esce soltanto in due modi:
A). Il ricco si presenta in banca e dice: salve, pago tutto quello che devo, mi riprendo le garanzie e arrivederci. E’ ciò che la banca NON vuole. MAI. Fa sempre in modo di dargli tanti soldi –magari addirittura extra e sottobanco- affinchè lui non possa mai pagare.
B). Il ricco dichiara bancarotta. Ci rimette le garanzie che perde. Ma la banca deve pagare a sua volta i crediti ottenuti da altre banche, perde soldi. Se si moltiplica questo dato per la somma di tutti i clienti ricchi della banca, ne esce fuori una cifra vertiginosa e la banca fallirà. Dopodichè fallirà anche la banca che ha acquistato le garanzie e così via dicendo.
Allora, le banche si sono inventate un sistema per garantirsi a vicenda.
E’ elementare e funziona alla perfezione:
A). Far pagare ai cittadini i crediti dovuti, applicando una norma facile facile da poter essere compresa da chiunque “quando ci sono profitti, allora il profitto è privato e lo si suddivide tra gli azionisti: la banca guadagna soldi puri cash; quando c’è un debito, allora lo si socializza e lo si fa pagare a tutta la collettività: la banca ci guadagna perché non paga le proprie perdite a rischio”.
Come fare? Semplice. Si dichiara (politicamente) che quel ricco cliente non può fallire. MAI. Quindi bisogna aumentare il debito. Allora se lo prende un creditore garantito da uno Stato Sovrano, il quale si fa garantire da una organizzazione di stati sovrani (tipo Banca Centrale Europea). Il governo centrale, quindi, mette a disposizione una cifra per “salvare” il ricco indebitato, sapendo che non potrà pagare mai. MAI. Il ricco lavora soltanto per pagare gli interessi, che nel frattempo aumentano e vengono rivenduti lucrando altro interesse.
E’ ciò che l’Europa ha fatto con diversi stati, tra cui la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo.
Invece di farli fallire, cioè consentire loro di uscire dall’euro, recuperare la loro antica valuta nazionale, svalutare la propria moneta, pagare i debiti e grazie al costo bassissimo della valuta vendere merci nel mondo riprendendo fiato nel mercato, li hanno foraggiati SAPENDO CHE NON PAGHERANNO MAI E NON POTRANNO PAGARE MAI perché sono già falliti.
La Grecia non andrà mai in “default” perchè è già fallita due anni fa. Non potrebbe pagare neppure un euro nei prossimi 50 anni. Ma tutta la sua ricchezza si trova nelle mani delle banche europee tedesche, francesi, belghe, inglesi. E’ OBBLIGATA POLITICAMENTE A NON POTER FALLIRE. Quindi bisogna impedir loro di fallire, cioè “andare in default”. Così le banche aumentano la massa del credito che rivendono ad altre banche e così via dicendo.
A marzo 2007 la Grecia aveva bisogno di 123 miliardi di euro. Glie li hanno dati le banche europee imponendo un tasso di credito tale per cui la spesa pubblica è triplicata e quindi è aumentato il debito interno. Riusltato di questa bella pensata:
Marzo 2008: la Grecia aveva bisogno di 165 miliardi di euro. Glie li hanno dati le banche europee imponendo un tasso di credito tale per cui la spesa pubblica è triplicata e quindi è aumentato il debito interno. Riusltato di questa bella pensata:
Marzo 2009 la Grecia aveva bisogno di 193 miliardi di euro. Glie li hanno dati le banche europee imponendo un tasso di credito tale per cui la spesa pubblica è triplicata e quindi è aumentato il debito interno. Riusltato di questa bella pensata:
Marzo 2010 la Grecia aveva bisogno di 213 miliardi di euro. Glie li hanno dati le banche europee imponendo un tasso di credito tale per cui la spesa pubblica è triplicata e quindi è aumentato il debito interno. Riusltato di questa bella pensata:
Marzo 2011 la Grecia aveva bisogno di 275 miliardi di euro. Glie li hanno dati le banche europee imponendo un tasso di credito tale per cui la spesa pubblica è triplicata e quindi è aumentato il debito interno. Riusltato di questa bella pensata:
Il meccanismo (nella mente dei folli banchieri) è garantito “ad Aeternum”.
Noi, purtroppo, sappiamo che non è così.
Finchè un giorno esploderà.
E travolgerà tutti.
Nel frattempo il credito lo pagano i cittadini.
Tremonti annuncia nel 2010 severi tagli. Non dice però che una settimana prima ha scelto (ed è stato anche furbo) di non far partecipare più le banche italiane al prestito europeo, ritirandosi dal meccanismo perverso, ma aderire -giusto perchè si è obbligati- mettendoci un obolo fisso. La Banca Centrale Europea sceglie quanto. Data: marzo 2010. Entità dell’obolo: 80 miliardi di euro. Versati.
Li abbiamo pagati noi. I cittadini. Cioè lo Stato italiano.
Il tutto per “salvare” la Grecia che non vuole essere salvata.
Neppure il Portogallo e neppure l’Irlanda vogliono essere salvate.
Hanno perso la libertà di poter fallire.
Paradossale ma reale.
Le banche funzionano così.
Grecia Portogallo e Irlanda sono già fallite tre anni fa.
Pregano con le lacrime agli occhi di poter fallire ma glie lo impediscono.
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La Grecia, il Portogallo, e l’Irlanda non sono a rischio default, SONO GIA’ IN DEFAULT. Nessuna di queste 3 nazioni può andare sul mercato e chiedere soldi in prestito a tassi accettabili. Esse riescono a ripagare i debiti in scadenza solo grazie ai prestiti da parte del fondo monetario internazionale e dell’unione europea. Pagano i debiti con altri debiti.
La Grecia (e di conseguenza Portogallo e Irlanda) non hanno nessuna possibilità di tornare solvibili senza tagliare il debito o uscire dall’euro.
Ma le banche europee impediscono loro di tagliare il debito. Il debito, infatti, -quando è molto alto- lo si taglia svalutando la moneta. Si depauperizza la nazione oggi, si stringe la cinghia, ma si è certi che la si arricchisce domani. Così facendo, invece, si spingono le nazioni verso una lenta agonia. Irreparabile.
Chi paga? Paghiamo noi.
La manovra eccezionale richiesta all’Italia serve a coprire parte dei soldi investiti per salvare nazioni “che sono già fallite”.
QUESTA E’ LA VERITA’ ECONOMICA CHE NON CI DICONO.
Ma è ufficiale che l’Irlanda ci deve 14 miliardi di dollari e la Grecia ce ne deve 4 e il e il Portogallo ce ne deve 17. Non ce li pagheranno mai. Non li avremo mai. Da cui la necessità di manovra suppletiva per l'Italia.
Sono soldi buttati che hanno contribuito soltanto ad aumentare il loro disavanzo. E il nostro.
Quindi bisogna tagliare il debito (a casa delle nazioni che non hanno più nulla su cui tagliare) per mantenere in Europa il guadagno delle banche sul credito alle nazioni in difficoltà.
Semplice, banale, elementare.
Se glie lo andate a chiedere vi diranno “se è per questo gli Usa stanno peggio di noi”. E’ vero.
Ma non dicono che il Canada (immune dalla crisi finanziaria) così come la Svezia, il Brasile, la Corea del sud, la Russia, e altre dodici nazioni si sono chiamate fuori da questo giochetto.
Loro non hanno partecipato ai bagordi.
Non a caso stanno molto meglio dell'Europa.
Non esiste una "crisi finanziaria". E' un falso ideologico.
La "crisi" è endemica. E' perenne. Hanno bisogno che sia perenne per allargare il credito.
E' necessaria per mantenere una gigantesca casta burocratico/politico/bancaria il cui fine dichiarato è:
PROFITTI AI PRIVATI, DEBITI DA SOCIALIZZARE.
Noi, intanto, paghiamo.
Che cosa possiamo fare?
Presentarci dalla signora seduta sulla sdraio sotto l'ombrellone e chiederle. "signora vuole firmare una petizione per chiedere il fallimento di Grecia, Irlanda e Portogallo?".
E quando la signora ci dirà, esterrefatta "E l'effetto domino?".
Noi le diremo "Signora, non si preoccupi. L'effetto domino none esiste, riguarda soltanto le banche. Non riguarda i cittadini. Se queste nazioni falliscono ci guadagniamo tutti. Prima di ogni altro, i singoli cittadini di quelle nazioni".
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