di Sergio Di Cori Modigliani
Ieri notte, la televisione americana ha trasmesso delle immagini surreali.
Da vero e proprio film di fantascienza.
Della serie “scenari apocalittici da terzo millennio”; così infatti sraebbe stato definito nel 1991, solo vent’anni fa.
La location dove si è svolta la vicenda è una ridente città del settentrione degli Usa, St.Paul, capitale dello Stato del Minnesota, al confine con il Canada.
Il set, davvero dei migliori, nella tradizione classica dei film americani: una enorrme quantità di autopompe dei vigili del fuoco, lustrate a lucido, con le sirene e le campanelle che suonavano, i pompieri in divisa da parata, fieri e immobili, e dietro di loro circa duemila volanti della polizia stradale con tutte le luci accese e le sirene a tutto volume, seguiti da una fila di majorettes con i gonfaloni dello stato e gente che invece di applaudire contenta per l'ameno spettacolo estivo, piangeva a calde lacrime, si abbracciava singhiozzando, mentre, dalla parte opposta della città, entrava l’esercito federale Usa, 19 battaglioni dei marines che provenivano da Fort Rockers nel confinante Stato dello Iowa, seguiti da 250 camion della Croce Rossa Internazionale.
Una scena da film.
Ma non era un film.
Era la realtà.
Era l'ultimo pieno di benzina delle autopompe dei vigili del fuoco e della polizia di stato.
Perché ieri, alle ore 14.30, per la prima volta nella propria storia e per la prima volta nel mondo occidentale dal 1945, uno Stato ha dichiarato ufficialmente bancarotta, cioè l’insolvibilità dei propri debiti per gli impiegati pubblici e per gli addetti ai servizi.
E' quello che gli elegantoni seguitano a chiamare “default” perchè sanno che in Europa fa meno impressione.
Poiché gli Usa sono una nazione federalista con enorme autonomia, i 50 singoli stati dell’unione non sono assicurati né garantiti dal governo centrale, se non in caso di a) guerra b) attacco terroristico c) catastrofe naturale d) emergenza sanitaria. Fine.
La bancarotta non è mai stata contemplata.
Sono una nazione ottimista.
Quantomeno, lo erano fino a ieri.
E così, dopo aver dato l’annuncio “ufficiale”, il Minnesota ha licenziato in tronco i propri 25 mila dipendenti pubblici, ha annullato il servizio ospedaliero, quello scolastico, quello realtivo alla gestione dei parchi, quello relativo alle infrastrutture chiudendo le sei autostrade che collegano il Minnesota agli altri stati confinanti, ha annullato il servizio di polizia, manutenzione delle strade e vigili del fuoco. “Non ci sono soldi, quindi tutti a casa”.
Tutto qui: pragmatici, essenziali, diretti.
L’avevano avvertito da tempo. Nessuno li ha ascoltati.
Quando la notizia era arrivata a Washington –circa un mese fa- naturalmente il governo si era precipitato a dire “è scontato e chiaro che vi aiuteremo”. Ma non ha potuto farlo perché anche Washington è senza soldi: devono pagare 832 miliardi di euro di interessi passivi alla Banca Mondiale entro il 2 agosto e non sanno dove andarli a prendere.
E allora, per evitare il dilagare della criminalità e il turbamento dell’ordine pubblico, hanno mandato l’esercito che sostituirà polizia e vigli del fuoco. Hanno anche aperto dodici ospedali da campo nei parchi cittadini, comprese quattro sale chirurgiche di emergenza: sostituiscono gli ospedali chiusi per insolvenza.
Ecco alcuni dati storici su questo meraviglioso stato che dal 15 luglio 2011 -tecnicamente- non esiste più, non hanno una amministrazione, non hanno servizi, hanno dsiciolto tutte le attività politiche e burocratiche: si è dissolto travolto dalla penuria finanziaria del blocco occidentale.
Esiste soltanto coem espressione geografica.
Presto emigreranno tutti e la zona si spopolerà.
Abitato da tribù di Chippewa e Sioux, dal 1682 era entrato a far parte della Louisiana francese, seguendone le sorti. Passato agli Stati uniti (1803) di fatto fu colonizzato a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Nel 1849 divenne territorio autonomo ed entrò come stato dell'Unione il 2 maggio 1857. Fu teatro di numerose guerre indiane specie contro i Sioux tra il 1861 ed il 1863.
Il Minnesota era il trentaduesimo stato degli USA (ne è entrato a far parte l'11 maggio 1858) La superficie è di 225.181 km², gran parte dei quali occupati dall'acqua di laghi e fiumi, inclusa una parte del Lago Superiore.
Situato in posizione centro-settentrionale, e confinante con Canada, Nord Dakota e Sud Dakota, Iowa e Wisconsin, il Minnesota è conosciuto come la terra dei 10.000 laghi (in realtà sono quasi 12.000). Oltre a questi conta 6.500 fra torrenti e fiumi, fra cui l'omonimo Minnesota e il Mississippi, che sfociano in tre diverse direzioni: Baia di Hudson in Canada a nord, Oceano Atlantico a est e Golfo del Messico a sud. Secondo un'antica leggenda non a caso prende il nome dal vocabolo dakota minisota, cioè acqua che riflette il cielo.
250 associazioni di cittadini minnesotiani si sono rivolti agli eredi degli indiani Sioux e Dakota chiedendo loro se vogliono riprendersi lo stato e amministrarlo, approfittando di questa tragedia sociale per fondare quello che sarebbe "il primo stato indiano della confederazione Usa".
Il governo centrale è rimasto esterrefatto dinanzi a questa prospettiva.
Non sanno che pesci prendere.
Non sanno come rispondere.
Cominciano a delinearsi dei tragici ancorchè affascinanti imprevisti scenari.
Amo gli Usa e sono stato nel Minnesota, un luogo di incomparabile bellezza naturale.
So che in Italia è molto forte l'anti-americanismo fazioso.
A me dispiace, con il cuore, essere stato ieri testimone del fallimento del Minnesota, con decine di migliaia di persone ridotte sul lastrico da un giorno all'altro, perchè non hanno ammortizzatori sociali, non sanno dove andare e le banche porterà via loro la casa quasi subito, dato che nessuno potrà più pagare il mutuo.
E' l'inizio di uno scenario sempre più probabile per tutti.
Bisogna abituarsi. Bisogna adattarsi. Bisogna saper riconoscere i segnali.
Good luck old Minnesota, take care of yourselves!
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