venerdì 29 luglio 2011

Quando la politica diventa pornografia: la macchina del fango è un'arma di distrazione di massa della sinistra

"La superiorità morale del centro-sinistra non esiste. Men che meno del Pd". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris "In questo momento esiste una gran voglia di politica dalle mani pulite che viene dal basso. Non esiste in questo momento una superiorità morale, men che meno del Pd, né del centro-sinistra. Non c'é una superiorità etica di un certo schieramento politico".
di Sergio Di Cori Modigliani



Cronaca di una morte annunciata: come Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi hanno deciso di dare esecuzione al piano di suicidio collettivo del PD –e della sinistra democratica- trascinando il paese in una deriva consociativa e collusiva con quei soggetti contro i quali sostengono di star costruendo una opposizione.
I più lucidi e “politici” tra gli esponenti della sinistra democratica, i più “pensanti” e lungimiranti, vedi Vendola (intervista comparsa in data venerdi’ 29 luglio 2011 sul quotidiano la Repubblica) Chiamparino, Fassino e Renzi, prendono con saggezza le distanze dinanzi alla catastrofe annunciata.
Ho scelto quella che nell’immaginario collettivo della mia generazione, precedente a quella attuale, sintetizza e rappresenta il simbolo della pornografia: Gola Profonda.
Questo era il titolo del primo film pornografico apparso e distribuito alle masse in occidente nel 1968, in conseguenza dell’abolizione della censura preventiva: si chiamava Gola Profonda, aveva come protagonista una certa Linda Lovelace, e raccontava la storia di una inquieta casalinga piccolo-borghese che si recava dal ginecologo per ovviare a un curioso disturbo fisico: il clitoride si era “magicamente” spostato ed era finito in fondo alla gola. Risparmio gli ovvii particolari. Il film fu un successone. Nel 1975, quando esplose in Usa il cosiddetto scandalo Watergate –relativo a intercettazioni illegali da parte del presidente Usa ai danni dell’opposizione democratica- due bravi giornalisti del prestigioso quotidiano Washington Post, Carl Bernstein e Bob Woodward, denunciarono lo sporco affare grazie alle confessioni di un anonimo informatore (la cui identità è stata resa nota soltanto due anni fa, 37 anni dopo,  in seguito alla sua morte). La stampa mondiale definì quell’informatore Deep Throat, per l’appunto, Gola Profonda.
La scelta di questo nome fu azzeccata. Identificava quel punto malefico e pernicioso dello scontro politico democratico in cui il confronto esula dai confini della legalità e diventa “osceno”, per l’appunto: pornografico.
In greco, “pornos” vuol dire osceno.
Con il termine pornografia si indica la “esplicita manifestazione e mostra di oscenità, sia essa fisica, fisiologica, metaforica”.
E’ ciò che la politica italiana è diventata.
Pura pornografia.
Non è un caso che i più lungimiranti in Italia –al di là di un facile moralismo accattone- abbiano individuato nei comportamenti personali sessuali di Berlusconi un gusto molto forte per la pornografia, intesa non soltanto come pratica esclusiva di un gusto molto privato, bensì come sistema esistenziale di interpretazione del mondo, e quindi, poco a poco, esteso a macchia d’olio in tutto il sistema economico, finanziario, industriale.
Fine della premessa.
Veniamo alla questione:
Bersani sostiene che “nel PD non esiste una questione morale”. Non soddisfatto di questa frase ne aggiunge, con inusuali toni aggressivi, un’altra che dice “Il messaggio è arrivato: l’abbiamo capito. Vogliono buttarci addosso la macchina del fango”.
Tutto ciò per difendere e salvaguardare dei militanti del PD (tutti di stretta provenienza PCI) che l’attuale segreteria del PD –Bersani e Bindi in testa- sta a un passo da trasformare in “vittime della magistratura” né più né meno di quanto non affermino di esserlo Berlusconi, Previti, Dell’Utri, Papa, Bisignani.
E perché sta accadendo tutto ciò?
Semplice: La magistratura ha trovato a new deep throat, una nuova gola profonda. E, come nelle migliori sceneggiature, la persona non compare, non si sa da dove provenga. Tant’è vero che non vengono pubblicate intercettazioni, lanciate accuse, o prodotte illazioni. Si aprono degli incartamenti giudiziari, si svolgono delle indagini, alcune personalità si trovano indagate, perchè ci sono alcuni imprenditori che si sono stufati e hanno deciso di vuotare il sacco.
Era ora.
Ma le informazioni, la nostra new entry Gola Profonda Italiana, fa in modo che arrivino poco a poco anche ai giornalisti, ai quotidiani, alle televisioni, ai bloggers, alla stampa estera, in modo tale da impedire il consueto giochetto perverso italico del consociativismo colluso.
Non è più possibile, quindi, coprirli.
Perché quando le vicende diventano pubbliche, scompare la possibilità di poter usare quelle informazioni come arma di ricatto per acquisire prebende, privilegi, favori.
Passiamo adesso ai fatti. Perché la gente ha il diritto civico –oltre che il dovere civile- di sapere che cosa sta accadendo, come, dove, quando.
Se non si hanno in mano i fatti, non è possibile comprendere e attuare delle scelte.
La magistratura milanese ha identificato una associazione, con sede a Milano, al terzo piano di Via Galileo Galilei n.14, dal nome “Fare Metropoli”. La magistratura sostiene che tale associazione, fondata nel 2008 dall’allora capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani, Filippo Penati –fino a una settimana fa vice-presidente del consiglio regionale della Lombardia- fosse un’associazione che aveva come scopo quello di gestire un sistema di tangenti tra classe politica e imprenditoria.
Bersani e la Bindi negano.
I magistrati, invece, proseguono nel racconto. Spiegano come tale associazione abbia una particolarità davvero più unica che rara nel mondo dell’associazionismo: ha un unico esponente, rappresentante e socio, il suo Presidente –dalla fondazione in data 30 dicembre 2008- Pietro Rossi. L’ufficio è composto da quattro stanze completamente spoglie. Le stanze sono sempre vuote. Non ricevono visite, non hanno neppure il telefono. E’ l’unica associazione al mondo che non ha un sito web, non compare su internet. Non hanno neppure una segretaria. Eppure, tra i finanziatori di questa associazione troviamo la Banca di Legnano, la BMG comunicazione, la Sarno, la Gavio: tutte solide aziende che di solito non fanno affari con il primo arrivato.
L’associazione ha ricevuto finanziamenti per decine e decine di migliaia di euro, costantemente: una pioggia di danaro garantito. Secondo la magistratura questa associazione era il punto di raccordo tra le imprese (cioè l’industria che lavora) e Filippo Penati, il braccio destro di Bersani. Guarda caso, spulciando tra le carte della magistratura si viene a scoprire che tutti i finanziamenti generosi offerti a tale associazione provengono da imprese e professionisti ai quali la provincia di Milano ha offerto appalti, consulenze, incarichi, privilegi.
I soldi sono stati registrati ufficialmente nei libri contabili come finanziamento associativo. Secondo la magistratura, questi soldi, dall’associazione venivano poi versati al comitato elettorale di Filippo Penati, quindi al PD.
“Ufficialmente” quindi, i soldi per il partito provengono da una associazione.
E’ vero.
Ma l’associazione non spiega la ragione –non riesce proprio a trovarne le ragioni e il motivo- per cui degli imprenditori si siano svegliati un mattino decidendo di essere così generosi e munifici con un’associazione che non si occupa di nulla. Non fanno nulla. Nei loro uffici non accade nulla. Neppure un sito web, neppure una segretaria, neppure una linea del telefono, neppure un computer, un fax. Nada de nada.
Il presidente dell’associazione, Pietro Rossi, però, non è uno qualunque. E’ un consigliere d’amministrazione della società “Tangenziali esterne Milano” Spa, un’azienda quotata in borsa. Accanto a lui, attorno allo stesso tavolo, c’è una vecchia conoscenza della magistratura che ha memoria –e archivi ben guardati- l’imprenditore Bruno Binasco, finito in galera nel marzo del 1993 –la cosiddetta Tangentopoli- per aver finanziato illegalmente l’allora Partito Comunista Italiano. Secondo i magistrati inquirenti della procura di Monza, Binasco avrebbe versato soltanto nel 2010, 2 milioni di euro a Penati.
Ufficialmente, questa benemerita associazione della sinistra riceve contributi per “svolgere delle attività culturali di interesse sociale pubblico”. Certo, è curioso il fatto che dal dicembre del 2008 al luglio del 2011 non abbia neppure prodotto un evento. Non uno. Neppure uno. Zero. Più zero. Zero eventi a fronte di milioni di euro ricevuti. Perché i soldi fioccano eccome. E arrivano da privati, da enti, da banche, da associazioni. Guarda caso tutte società i cui amministratori e dirigenti vengono selezionati politicamente dal comitato provinciale di Filippo Penati. E da questa associazione partono offerte e proposte di consulenze a certe persone -tutte appartenenti a un ristretto numero di individui intorno a Penati & Co- che poi vediamo, qualche volta, comparire in televisione sostenendo che il PDl taglia i soldi alla cultura e che la sinistra è diversa. A me non sembra tanto diversa. Non essendo diversa non comprendo su quale base e principio intenda costruire una opposizione.
Per oggi, basta così.
Ai lettori pensanti che hanno seguito la lettura di quest’articolo fino a questo punto pongo una domanda con la raccapricciante sincerità di un democratico che proviene dalla sinistra: “dove sta secondo voi la macchina del fango di cui parlano Bersani e la Bindi?”.
Come mai quando la magistratura arresta Bisignani, i giudici diventano eroi, e quando la magistratura attacca Penati, allora si parla “di macchina del fango”?
C’è qualcuno in grado di spiegarmi questo problema lessicale?
C’è qualcuno che può spiegarmi come Bersani possa minimamente pensare a una credibile difesa di individui, sistema operativo, e norme consolidate, che sono –all’interno del PD- esattamente uguali a quelle proposte, prodotte e imposte dal PDL di Silvio Berlusconi?
Se il PD si comporta come il PDL perché mai dovrebbe essere giustificato?
In nome di quale principio?
La risposta è elementare: nel nome della pornografia.
Bersani è un pornografo della politica.
E’ molto probabile, per non dire quasi certo,  che nella sua vita privata sia un marito fedele, probo, amoroso e ottimo compagno, dotato di una sessualità personale pimpante e decorosa. Ma non basta per avere l’arroganza di “sentirsi” diverso dal premier.
In campo pubblico, sempre pornografia è.
Perché è la politica trasformata in oscenità.
Chi difende e salvaguarda il diritto della sinistra a operare nella illegalità, è un pornografo della politica.
Preferisco l’amore libero. A ciascuno secondo il proprio gusto.
Come Vendola, Chiamparino, Fassino, Renzi.

E mi auguro tanti tanti tanti altri.

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