mercoledì 12 ottobre 2011

Bertinotti incita alla rivolta: non sa proprio ciò che sta dicendo. Io voglio, invece, le viole profumate.

di Sergio Di Cori Modigliani

 “C’è qualcosa di nuovo, oggi, nel sole, anzi d’antico.
Io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole”.

Così, ne “L’aquilone”, l’italiano Giovanni Pascoli, due secoli fa, ci forniva l’occasione –a questo serve la poesia, quando è tale- per usare la sua lirica come splendida metafora della situazione che attualmente stiamo vivendo.

Nei media nostrani c’ un grande ribollire di notizie (???) definizioni, sigle, attribuzioni d’identità a ciò che NON sta accadendo in Italia, nel tentativo maldestro di agganciarsi alla protesta statunitense  –si capisce ed è, per l’appunto, chiaro come “il sole”-, lanciando nel nostro paese una specie di sottoclasse, filiale, addentellato, di “occupy together.org”.
C’è un altrettanto ribollire tra i commenti, lettere e discussioni che affollano diverse palestre e forum virtuali.

L’aspetto comico –se non fosse, in verità, tragico- consiste nel fatto che la truppa mediatica italiana, con guizzo giornalistico dall’indiscutibile sapore provinciale degli ultimi della classe (variante piccolo-borghese) annuncia manifestazioni, raduni, sit-in davanti alla Banca d’Italia a Roma, a Bologna, a Milano, come se si trattasse di qualcosa di più di un raduno amichevole di persone indispettite dal disagio corrente, sia economico che esistenziale. L’hanno addirittura già definito “il movimento italiano che si riflette nel gruppo di occupy wall street” (???).
Seguitando, comunque, a non riferire ciò che accade in Usa.
Danno solo la sigla.
E non lo fanno per motivi di censura.
Magari fosse così.
Se non altro aprirebbe un varco a una onesta protesta formale contro il bavaglio dell’informazione e consentirebbe di scatenarsi sui social networks in aperte discussioni e confronti su ciò che non ci stanno dicendo.
Macchè. Censura: zero.

Si tratta di ben altro.

Non lo fanno per il semplice motivo che non lo capiscono. Quindi, non lo vedono.
Anche se lo vedono, lo interpretano nello stesso modo –e con gli stessi occhi- con i quali una donna afgana (chiamiamola Nazir, un nome a caso), onesta e desiderosa di comprendere la realtà, avviluppata dentro il suo burka celeste, mentre fa la spesa al mercato, osserva, da dietro la griglia necessaria per poter vedere, un ufficiale italiano (chiamiamola Maria, un nome a caso) –di sesso femminile- appartenente al  quarto battaglione dei lagunari veneti, di stanza a Kabul, che sta scegliendo della frutta da acquistare per celebrare il suo lunch.  . Maria sta scegliendo delle succose pere scandagliando lo stesso banchetto dal  quale Nazir ha preso due meloni succosi. Si strusciano, per un attimo, Maria fa un sorriso di convenienza e prosegue per la sua strada. Non la può neppure vedere in faccia, quindi, sulla base del suo uso, costume, educazione e tradizione –oltre che per il suo stato di militare professionista- non è incline alla comunicazione. E’ davvero arduo, per Maria, comunicare con un suo simile senza poterne identificare le fattezze mentre parlano. Idem per Nazir, secondo la sua abitudine. Chissà che cosa pensa, ma per davvero, quando incontra Maria al mercato. Se la invidia o la disprezza. Se muore dalla voglia di parlarci oppure ne sarebbe terrorizzata. Se cerca aiuto da lei o magari, invece, pensa ad ucciderla. Se la sente sorella nella vita oppure nemica invasora della propria patria.
Noi –quantomeno il sottoscritto- non possiamo saperlo.
Negli ultimi sette anni (da allora noi italiani stiamo lì), in 2000 giorni di trasmissioni televisive non c’è stato mai neppure un servizio giornalistico realizzato dalla Rai (che ha lì una sua struttura permanente) nel quale una collega, coadiuvata dalla pimpante troupe regolarmente pagata con i nostri soldi, sia andata a casa di Nazir per sapere che cosa lei e suo fratello, marito, sorella, cognata, padre e vecchia zia, pensano degli italiani. Se sanno chi sono, perché stanno lì, a fare che, perché sono venuti, quando e se andranno via, ecc.,ecc. Soprattutto capire quali possano essere i nessi di comunicazione autentica tra Maria e Nazir. Per capire come e se sia possibile comprendersi a vicenda.
Non gli è mai venuto in mente.
Da noi, l’informazione funziona così.

In Usa, invece, l’informazione funziona –e ha sempre funzionato- in maniera diversa.
Quantomeno fino alla fine del 1980.

Fino a quando un ristretto gruppo di tecnocrati, oligarchi, sorretti da apposite scuole economiche, ha preso il potere, costruendo e determinando un capovolgimento (allora epocale) del concetto di informazione, soprattutto quella di derivazione investigativa e di denuncia, inventandosi il “gossip sporcaccione” (così è stato definito in Usa dai sociologi ”dirty gossip talk”) che ha sostituito “the real news” lanciando sul mercato un concetto che prima non esisteva, quello delle celebrities, veri e propri numi tutelari in rappresentanza di un’idea dell’esistenza che il sociologo Cristopher Lasch definì in un suo geniale libro con il termine “the age of narcisism”.  E sul concetto di informazione di tradizione statunitense, già nel 1981, ha cominciato a stendersi una atroce e mefitica nube onnicomprensiva, resa ancora più fosca, densa, e avvelenata, dopo il tragico attentato alle torri gemelle di New York l’11 settembre del 2001. I pochi giornalisti veri statunitensi rimasero al palo, tentando l’impossibile, finendo sempre per sbattere contro un gigantesco muro di gomma, in grado di assorbire ogni tentativo di legittimizzazione della curiosità, dell’intelligenza, della legalità, insomma….della democrazia rappresentativa. L’ultimo, estremo, tentativo, riguardava proprio l’Italia, nel febbraio del 2004, quando il New York Times, grazie alla più agguerrita pattuglia di giornalisti investigativi di primissima caratura mai schierata in campo dal 1975 (anno del celeberrimo Watergate scandal)  lanciò la campagna di denuncia sulla questione “oil for food” attaccando e chiamando in causa l’uomo che –secondo loro- era diventato il perno centrale europeo nella gestione finanziario/politico/mediatica di una oligarchia trasversale planetaria: Roberto Formigoni, attraverso la sua organizzazione “Memento domini” identificata e denunciata, allora, come uno dei motori pulsanti del controllo finanziario/mediatico planetario, inteso qui nella sua deriva illegale, sotterranea, deviata, al servizio di una plutocrazia legata agli interessi economici dei produttori e venditori di armi nel mondo, tra cui la Repubblica Italiana. Furono costretti a fermarsi.
L’ordine fu perentorio, arrivò dalla Casa Bianca e dal Pentagono, ne andava di mezzo la rielezione di George Bush jr..Ma soprattutto non esisteva una situazione della società civile tale per cui fosse possibile denunciare simili giochetti: allora la gente voleva vedere “sex & the city” strafarsi di cocaina, disposti a vendere la madre al mercato per potersi garantire la borsetta di Prada e un invito alle feste che contavano come status sociale.
In quella primavera del 2004, dopo la pubblicazione della sesta puntata, sedici giornalisti di provata esperienza, di indiscutibile merito, di grandiosa esperienza, e di eccezionale competenza, nonostante fossero in grado di fornire prove sostenibili davanti a qualsiasi tipo di giuria (12.000 pagine di documentazione ufficiale acquisita) sorretti dal direttore e dal proprietario del New York Times, gettarono la spugna. 15 si dimisero e andarono in pre-pensionamento abbandonando la professione per sempre. “Ragazzi, purtroppo non è ancora il momento” disse loro il direttore, giustificando la necessità di dover far abortire l’esplosivo dossier così faticosamente messo in piedi in due anni di duro lavoro.
Pochi mesi dopo, il più grande (e più famoso) giornalista televisivo investigativo americano, Peter Jennings, direttore responsabile del servizio news del network ABC, 38 anni di esperienza alle spalle, annunciava il suo ritiro per motivi di salute.
Tre mesi dopo moriva di cancro al pancreas.
Ma lasciò una specie di testamento professionale, in dieci punti, fotocopiato e inviato con affetto e dichiarazione di stima, a sette dei suoi collaboratori. In quella splendida lettera, Peter Jennings, ricordando le basiche leggi alle quali bisognava attenersi nel dover e voler fare comunicazione informativa nel modo adeguato, dava anche specifiche –quanto pragmatiche- indicazioni per poter “comprendere fino in fondo l’alba in cui le nubi della censura di Stato al di sopra di noi cominceranno a squarciarsi” e che cosa fare quando i tempi fossero stati maturi. Diverse indicazioni, spunti, in alcuni casi, veri e propri ordini venuti dall’aldilà.
C’è voluta un’inattesa batosta traumatica, per squarciare quelle nubi: la crisi finanziaria dell’ottobre 2008, culminata nel marzo del 2009 con la tragica recessione di allora, provocata dall’esplosione della bolla finanziaria planetaria, voluta, provocata, alimentata e prodotta da coloro che avevano provveduto (30 anni prima) a silenziare le persone addomesticando i media.
Quello scossone è stato il primo grande mattone di “occupy together.org”.
Ad aprile del 2009, Marla James (ABC) intervistata a una radio locale fricchettona di San Francisco ebbe a dire “E’ un’opportunità storica davvero unica. Dio benedica la crisi economica se sapremo usarla per rigenerarci eticamente, moralmente, intellettualmente, risvegliando le nostre coscienze e soprattutto facendo appello alla grande tradizione statunitense: quello spirito della Grande Frontiera che ci ha animati da sempre, spingendoci al successo sulla base del merito individuale e della competenza tecnica acquisita attraverso lo studio, l’erudizione, l’applicazione e non scegliendo la via dei furbi che usano scorciatoie avvalendosi dei sostegni di una politica corrotta”.
E in televisione, poco a poco, le celebrities sono passate in secondo piano.
Il clown George Clooney (era stato negli anni 2000 il testimonial “esperto” in economia e finanza mondiale) venne sostituito da Christina Romer, Paul Krugman, i decani degli istituti di studi economici delle università più prestigiose. I bambolotti annacquati Brad Pitt e Angelina Jolie (numi tutelari nella sezione diritti civili e fame nel mondo) vennero sostituiti da Farrad Shanemhi, psicologa egiziana, commissario all’Onu per i rifugiati, che ha cominciato a parlare in televisione con la testa fasciata da un velo nero, perché mussulmana. E gli eredi di Peter Jennings hanno cominciato a raccontare in televisione la storia di Nazir, e di suo marito e dei suoi fratelli. E poi anche quella di Fatima, e quella di Imam Mohzeni, e di tanti, tanti tanti altri ancora. E poi sono cominciati a comparire generali a quattro stelle in pensione che spiegavano agli esterrefatti americani che la guerra in Afghanistan era stato un tragico errore, la guerra in Iraq una truffa e i quotidiani hanno cominciato a pubblicare i rapporti ufficiali dei più nobili tra gli alti ufficiali che avevano inviato delle lettere ufficiali al Ministero della Difesa ottenendo come unica risposta quella di essere licenziati in tronco, alcuni addirittura con annullamento della pensione perché “disfattisti, in aperta violazione delle leggi costituite, sostenitori delle forze nemiche in battaglia nel corso di una guerra formalmente dichiarata”.
E mano a mano che in Usa per tutto il 2009 e i primi mesi del 2010 da una parte aumentava la crisi economica, dall’altra aumentava l’ansia e il desiderio –autenticamente popolare- di sapere come stavano le cose, come erano andate, ma soprattutto come sarebbero andate in futuro. A medio, breve e brevissimo termine.
E’ stato in quel lasso di tempo, dal marzo del 2009 al febbraio del 2010, che sono stati gettati i germi di “occupy together.org”, vera rivoluzione interiore del popolo americano. Proprio mentre la pianta cominciava a germogliare –certamente non a caso- l’estrema destra conservatrice ha genialmente ideato il movimento dei tea-party, e quella piantina si è fermata, ma ha retto alle intemperie. Ha impiegato altri quindici mesi per assestarsi, per riprendere vigore e lena.
Ma intanto erano cambiati anche i media, e le esigenze delle persone, e i gusti.
Soprattutto le mode sociali.
“Occupy wall street” non è una rivolta, e neppure la rivoluzione.
E’ il frutto della rivoluzione, ben altra cosa.

Perché nelle democrazie vere, la rivoluzione è sempre e comunque indolore, mai sanguinolenta, altrimenti che democrazia sarebbe?

Le democrazie vere producono una classe intellettuale e imprenditoriale, nuova e originale, che si situa all’avanguardia e traccia il solco per modificare lo status quo.
E lo fa nel rispetto della tradizione. Si differenzia –come dice la parola stessa- dai conservatori perché ha come scopo quello di recuperare la tradizione migliore non per conservare un sistema che non serve più al bene collettivo di quella nazione X, bensì per evolversi verso il nuovo senza mai dimenticare di portarsi appresso il meglio della propria storia alle spalle.
Ma avendo il coraggio di modificarne il tessuto, la forma, lo scopo, gli obiettivi.
E va da sé, che tutto ciò può essere fatto soltanto con persone nuove. Che abbiano 21 anni o 74 è irrilevante, purchè la loro biografia mostri e dimostri di non essere stati mai compromessi con il sistema che si intende modificare e trasmutare.

“Trasmutazione”, ovverossia traduzione e cambiamento e trasformazione da un elemento a un altro. E’ un termine chimico, usato spesso anche e soprattutto come metafora.
Anche “rivoluzione” è un termine altro, in questo caso astronomico, usato come metafora politica.
E’ ciò di cui l’Italia non ha bisogno, perché ce lo ha spiegato molto bene il geniale italiano, principe Tomasi de Lampedusa ne “Il Gattopardo” quando fa dire al protagonista “l’Italia è un paese dove deve sempre cambiare tutto per poter lasciare le cose esattamente come stavano prima e non cambiare nulla”. E’ il rischio delle rivoluzioni in un paese come l’Italia. Perché la nostra tradizione (splendida, meravigliosa e imbattibile nel campo dello studio scientifico, delle arti, del gusto, dell’architettura, della scrittura, dell’artigianato, del designer,ecc) è tragicamente orrenda per tutto ciò che riguarda la politica (trasformismo, doppiogiochismo, ipocrisia, clientelismo, mancanza di idealità, corporativismo, aristocraticismo, servilismo,ecc).
E noi, come popolo e come nazione, dobbiamo essere in grado di tenerci stretta la grande tradizione intellettual/artistico/scientifica (e vi garantisco che davvero non è poco, anzi: è tantissimo) ma rigenerarci nella sezione politica operando una “trasmutazione”.

Chi scrive è fortemente contrario al concetto di rivolta e di rivoluzione in Italia.
E’ un falso ideologico, nient’affatto necessario.

Le osservazioni e le analisi del Prof. Alberto Rosa e del signor Bertinotti che incitano ufficialmente alla rivolta violenta, le considero pericolose e fuorvianti: non è un caso che la loro biografia li accrediti di una costante e perdurante collusione con i poteri forti oligarchici. Farebbero meglio a tacere e ritirarsi in dignitosa pensione intellettuale, ringraziando il cielo di non esser mai stati smascherati.
Chi li segue lo fa a proprio rischio e pericolo.

Noi italiani dobbiamo “trasmutarci”. Tutti, nessuno escluso. Dalle Alpi al canale di Sicilia.
Ciascuno nell’ambito della tradizione antica localistica, regionale.
Perché la democrazia autentica, intesa qui come esercizio politico nella gestione del bene collettivo, il cui fine consiste nel progresso, sviluppo ed estensione della ricchezza di tutti, al fine di crescere come nazione, popolo e in ultima analisi Stato, da noi, in Italia, non c’è mai stata.

E’ una pianta che non ha mai attecchito.
Non è mai cresciuta.

Basterebbe vedere la prosopopea e la presupponenza con la quale spiriti onesti e ingenui –e parlo qui di persone dotate di coscienza critica- osservano, analizzano e giudicano la realtà statunitense di “occupy together.org” senza capire nulla di quella realtà.
La guardano con gli stessi occhi con i quali un manifestante tunisino della cosiddetta primavera araba guarda l’assembramento di un gruppo di militanti verdi nella zona di Amburgo che protestano vigorosamente, magari contro qualche azienda locale truffaldina, pretendendo l’applicazione della commissione atomica di Bruxelles e l’applicazione al millimetro dei parametri di Maastricht.
Che cosa può pensare, quel tunisino? Io non ne ho la più pallida idea. Ma so per certo che non può fare la stessa cosa a casa sua, sarebbe incomprensibile.

E’ inutile alzare la cresta. E’ irrazionale e fuorviante.

I nostri indignados stanno a “occupy together.org” come la primavera araba sta alle proteste dei verdi tedeschi o degli svedesi che pretendono maggiori diritti civili.
Così come gli egiziani da un efferato dittatore sono passati a un gruppo di dittatori, pensando che per loro cambierà qualcosa, noi –se non comprendiamo subito e immediatamente di che cosa abbiamo “realmente” bisogno- corriamo il rischio di passare da un Berlusconi plutocrate, despota e oligarca, a un gruppo plutocrate, despota e oligarca che con Berlusconi ci è andato a letto per venti anni.

Fintantochè non avremo iniziato il necessario e imprenscindibile processo di trasmutazione, dapprima individuale, e poi via via sempre più collettivo, non avremo nessuna garanzia di modificazione e miglioramento. Tra GiulioTremonti  e il giovane Letta non vi è nessuna differenza. Così come non ce n’è  tra Fabrizio Cicchitto e Massimo D’Alema: uno è stato piduista l’altro è vice-conte vaticano dal nome latino Maximus Dalemianus. Per quale motivo un nobile vaticanista dovrebbe attuare una politica diversa? Se non altro Cicchitto è laico. Qual è la differenza tra Pierferdinando Casini e Rosy Bindi se entrambi provengono dall’azione cattolica ed entrambi hanno marciato contro la legge sull’aborto ed entrambi sostengono che mai e poi mai in Italia ci sarà una tassazione sulle attività economiche dello Stato del Vaticano? Quale dovrebbe essere la differenza tra Bruno Vespa sostenuto dalla DC prima e dal PDL poi rispetto a Michele Santoro sostenuto dal PCI prima e da Rifondazione poi? Sempre di clientele si tratta. Sempre di tifosi faziosi si parla. Sempre schierati con uno contro qualcun altro, mai schierati per qualcosa nel nome di un principio, di una idea forte, di una progettualità comune.
E’ ciò che ci differenzia da quelli di “occupy wall street”. Chi pensa e ritiene che sia la truppa democratica pagata da Obama, non sa quello che dice.
I furbi plutocrati, i mercanti tecnocratici, non hanno schieramento: per loro è sufficiente che chi esercita il potere garantisca loro mano libera nella gestione di gigantesche speculazioni finanziarie. In cambio garantiscono l’assunzione in pianta stabile a centinaia di migliaia di servi compiacenti, più o meno asserviti alla causa del loro padrone d’occasione.

“Io vivo altrove e sento che sono intorno nate le viole”

Così ci regalava Pascoli questa bella lirica bucolica di sapore agreste
Così mi sento io quando vedo, ascolto, sento, e leggo ciò che sta accadendo in Usa.
La consapevolezza che vivo altrove.
La consapevolezza che da loro sono spuntate le viole.
Perché negli ultimi due anni hanno seminato, concimato, innaffiato, irrigato.
E alla fine si sa, a furia di zappare, spuntano fuori le piante.

E’ un po’ come il tanto declamato ’68, che in Italia arrivò con ben quindici anni di ritardo.
In Usa già intorno al 1964, in Francia e Germania nel 1968.
In Italia lo copiammo: paro paro.
Ma non era autentico.

Il vero ’68 italiano si manifestò dopo una concimatura, innaffiatura e irrigazione, durata ben dieci anni.

Il vero’68 iniziò nel marzo del 1977, quando davanti all’ingresso della Facoltà di Lettere e Filosofia, all’Università la Sapienza di Roma, la federazione romana del PCI in accordo con la CGIL organizzò una grandissima manifestazione sindacale, cercando di manipolare –come di consueto-  i giovani narcotizzati dalle direttive di partito. Il grande comizio (si era allora in campagna elettorale) doveva essere tenuto da Luciano Lama, un altissimo dirigente del comitato centrale del Partito Comunista e segretario nazionale del sindacato CGIL.
Ma accadde, quel giorno, un evento inatteso, insospettabile; per l’Italia, inaudito.
Invece del solito Che Guevara, di Salvador Allende o di Fidel Castro, comparve un gigantesco striscione sul quale c’era scritto “Lama non l’ama nessuno”.

Semplice, lineare, di grande effetto, pregno di capacità subliminare, ma soprattutto dotato di una furibonda pulsione esistenziale sottostante che andava a minare l’ossatura stessa dei gruppi politici di controllo di un’Italia che voleva cambiare rotta ma che nessuno voleva che si verificasse, nella realtà dei fatti.

Era l’uscita del movimento dalla burocrazia dei partiti italiani.
Era un urlo collettivo che richiamava, in maniera apparentemente banale, l’idea di un amore condiviso e collettivo, al di fuori della logica contrapposta dei partiti.
Era soprattutto trasversale.
Era una voglia popolare.

Il quotidiano l’Unità, il giorno dopo titolò “squallidi provocatori all’attacco dei lavoratori all’università”.

Il movimento crebbe.
Era iniziato il ’68 italiano, durato neppure un anno.
Perché i comunisti capirono che sarebbero stati spazzati via insieme alla democrazia cristiana e il balletto consueto dei bussolotti avrebbe cambiato musica. Si allearono.

Andarono insieme, in maniera massiccia, contro il’68 italiano che non era più controllato dalla classe politica di burocrati asserviti chi a George Bush sr, chi a Breznev chi al Papa.
Iniziò allora la criminalizzazione dei liberi pensatori, bisognava tagliare la pianta prima che crescesse troppo e provocasse una “trasmutazione” genetica nazionale.
Ricordo i dibattiti politici di allora in televisione quando i disperati comunisti (tra cui D’Alema e Veltroni) dicevano del movimento “non si capisce che cosa vogliano, non si riesce davvero a capire dove vadano, non hanno strategia” le stesse identiche parole che molti italiani stanno usando, oggi, nel definire, con miopia acuta, il movimento di “occupy together.org”.

La lotta durò tredici mesi.

Poi, nella primavera del 1978 venne rapito prima, assassinato poi, Aldo Moro.
Riuscirono a trasformare la pianta in un suo derivato facile da identificare come pernicioso. E la P2 lanciò il proprio programma clandestino.

Da allora, l’Italia non si è mai più ripresa.
Ha vivacchiato.
Come fa oggi.

Importando roba d’altri, addormentando le coscienze.

Ricordo, allora, due tra i più furibondi detrattori del movimento, tra i più violenti accusatori, denigratori e calunniatori di quella libera pianta, nell’autunno del 1977.
Erano proprio il prof. Alberto Asor Rosa, all’università di Roma e il sindacalista Fausto Bertinotti a Genova. Con la bava alla bocca.

E’ per questo motivo che considero e giudico i loro proclami attuali di incitamento alla rivolta una squallida deriva di una interpretazione del mondo che è sempre la solita pappa, condita a seconda dei casi con spezie diverse. Diverse soltanto in apparenza.
Ciascuno di noi è la somma di esperienze passate.
E io ricordo da dove vengono, che cosa dicevano, che cosa scrivevano, come si sono formati, come si sono costruiti la loro attuale rendita di posizione e di prestigio immeritato.

Sono per la “trasmutazione immediata”, e sono contro la rivolta.

Voglio la variante 2011 di “Lama non l’ama nessuno”.

In tanti mi hanno chiesto di esprimermi in proposito.

L’ho fatto con questo post.

Avrei una gran voglia di annusare le viole del Pascoli a casa mia.
E non dovermi sentire sempre, altrove.
Vorrei davvero godermi il lusso di potermi sentire….qui.

Insieme a tutti voi che leggete i miei post.

E insieme a tanti altri ancora.


29 commenti:

  1. Complimenti Modigliani, gran bel post.

    Avrei qualcosa da ridire sulla genesi del '68 qui da noi, evento al quale non ho contribuito ma solo subito (e per questo ancora oggi mi girano) ma riconosco che lei é capace di volare alto e da lassù vedere e far vedere cose che a quelli che volano basso sfuggono.

    Quindi le comunico ufficialmente che avrà luigiza come suo lettore/rompicoglioni assiduo :-))

    Continui così.

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  2. Grazie.
    Un grazie profondo, sincero.
    Per il profumo di viole attuali e lontane, e per aver ricordato quelle antiche, che ancora attendono, pazienti e determinate, che Lama, non l'ami più nessuno così da poter sbocciare.

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  3. @Modigliani e Rossland

    mi avete messo una pulce in testa: e se quella testa di 'gatto' non ha veramente capito un 'c..o'?

    Debbo pensarci sù. Per il momento aggiorno il mio avatar.



    @Modigliani
    Non ho capito il collegamento tra il Formicone ed il Cespuglio.
    Da quando una formica, pur grossa, può impunemente pisciare sul Cespuglio?

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  4. bene, vedo che ci crede davvero .

    Speriamo abbia ragione lei. E sto parlando degli USA intendiamoci, perchè qui da noi servirebbero un due o tre testate atomiche.

    A costo di buttare bambino e acqua sporca

    Discorso difficile.

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  5. Eddai Sig. Sergio
    cheffà tira il sasso e nasconde la mano?
    Orsù, ci dia qualche ulteriore ragguaglio su Forminchioni!
    La curiosità é donna, ma perbacco, é anche maschio! Saluti

    Melman

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  6. Come sempre, ottimo post sig. Modigliani, ottimo davvero.

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  7. INDEPENDENT INQUIRY COMMITTEE INTO THE UNITED NATIONS OIL-FOR-FOOD PROGRAMME
    REPORT ON PROGRAMME MANIPULATION
    CHAPTER TWO
    OIL TRANSACTIONS AND ILLICIT PAYMENTS
    "Iraqi officials and Ministry of Oil records show that the Government of Iraq granted a total of over 27 million barrels of oil over 11 phases in the name of Roberto Formigoni, the President of the Lombardy Region in Italy. Over 24.1 million barrels of this oil were lifted. These oil allocations, however, were handled not by Mr. Formigoni, but by Marco Mazarino de Petro, a friend of Mr. Formigoni’s for 30 years, who, at the time, was serving as a paid consultant in the office of the President of the Lombardy Region.[...]"

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  8. Indipendent = Quanto indipendent?

    Formigoni un perno del complotto cosa? Potrebbe anche essere che colpendo Formigoni si dà una bottarella alla Chiesa?

    A me le "agguerrite pattuglie di giornalisti investigativi di primissima caratura" fanno sempre un po' pensare.

    Anche la profondità della gola profonda dello scandalo Watergate nessuno si è mai curato di andare a vedere quanto fosse profonda ed il "cui prodest"

    Intendiamoci, io non sono un baciapile, ma dalla sua tasca mio caro signor Modigliani vedo spuntare spesso un compasso.

    Naturalmente sono solo impressioni, per quel che valgono e non inficiano assolutamente l'attenzione che dedico ai suoi post sempre molto interessanti.

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  9. @Rossland

    grazie per la segnalazione.
    Adesso mi é chiaro il legame tra l'uomo che lavora per Dio e l'inventore del compassionate conservatism (se ricordo bene).

    Che samaritani, in buona sostanza due figli di buona donna!

    Giusto, giustissimo che potessero lavorare (per Dio) nell'ombra senza seccante copertura mediatica.

    Modigliano vergogna!!

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  10. io sinceramente devo dire che i massoni sono un gruppo di persone che mi piacciono, tra i vari gruppi. hanno una cultura elevata, altrettanta esperienza diretta e alcuni sono anche veramente illuminati. poi di sicuro ci sono anche quelli che si sono uniti per arraffare ma sono complementari. non ci vedo lo sbaglio, vedo una massa irresponsabile che cerca di dare la colpa del proprio operato ad altri quando questi altri non hanno assolutamente il potere di muoverla senza che la massa conceda tale potere. solo che non lo capisce.
    a mio parere va tutto bene e non puo' essere altrimenti, va sempre tutto alla perfezione.

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  11. @yuma.....capisco perfettamente, soprattutto per il fatto che l'acqua sporca è davvero tanta e i bambini sporchi pochissimi.......

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  12. @Melman....segui le indicazioni offerte, gentilmente, dalla nostra amica Rossland...basti pensare che il referente principale di Formigoni era Tariq Aziz, braccio di ferro per 35 anni di Saddam Hussein....

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  13. Non so se ho ben capito, mi sembra che qualcuno sostenga che sono un massone. Personalmente non ci vedo niente di male nell'esser massone. Io non lo sono. Se fossi un massone non terrei questo post, penso che mi occuperei d'altro, e me la vedrei con i miei fratelli di loggia. Sono orfano, senza famiglia, non intesa qui come relazionalità esistenziale, bensì come partecipazione sociale a qualche partito, associazione, movimento, religione, setta, gruppo, banda. Mi piacerebbe, però, non lo nego. Ma non ho ancora trovato una famiglia che mi faccia sentire familiare.......
    @luigiza....non ho capito (davvero non ho capito) di che cosa dovrei vergognarmi.

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  14. @ sergiodicorimodigliani

    Ringrazio per la precisazione.

    E' importante.

    Non perchè lei non sia libero di essere o non essere massone, ci mancherebbe.

    Ma per il fatto che chi legge possa essere scevro da eventuali tare da fare ai pesi lordi.

    Alcune sue asserzioni (su Mazzini ad esempio), a me personalmente hanno fatto pensare che lo fosse , così come alcune sue posizioni decisamente lette (sempre da me) in chiara chiave anticlericale.

    E qui vorrei farla io una precisazione.

    Sono molto critico nei confronti di un sacco di posizioni della Chiesa e non mi piacciono certe interferenze o cocciute prese di posizione.

    Stigmatizzo le manchevolezze notevoli in occasioni che avrebbero dovuto giocare d'anticipo, invece di aspettare reazioni che non sono tardate a venire, come quelle relative alla pedofilia.

    Arrivo addirittura a vedere con fastidio il body language di questo Papa.

    Quindi ben vengano anche informazioni come quelle su Formigoni.

    Nello specifico, credo davvero sia una forzatura , ed anche il fatto che lei abbia enfatizzato fosse amico di Tarek Aziz non cambia la mia opinione.

    Sappiamo tutti benissimo il motivo per cui Saddam e di conseguenza Tarek Aziz di colpo sono diventati i cattivi del fumetto.

    Non credo neanche che sia il caso di ricordarle che il casus belli "armi di distruzioni di massa" si è rivelato essere una false flag come tante altre della storia recente,che gli USA ci hanno propinato per raggiungere i loro obiettivi.

    Ed a quanto pare ce ne stanno preparando altre

    Devo dirle che ad esempio questa forzatura fa scendere il mio indice di gradimento nei suoi confronti.

    Lei è un bravo argomentatore , molto informato e con una dialettica chiara , precisa ed efficace.

    Non ha affatto bisogno di questi mezzucci.

    Queste cose, quando le leggo, mi fanno pensare che lei abbia un disegno.

    E questo mi mette a disagio, perchè magari un
    attimo prima mi ero convinto della sua buona fede.

    Mi scuso per la franchezza, ma non sono abituato a far finta di niente.

    Magari è un atteggiamento sbagliato , ma è meglio che ci chiariamo.

    Ed il fatto stesso che sia qui a scriverle queste cose, è un attestato di stima, altrimenti sarei già sparito.

    Detto questo, resto profondamente convinto che la Chiesa possa, ed anzi debba, essere un punto di riferimento per l'Ooccidente.

    Il nostro Occidente.

    E noi dobbiamo far di tutto per sostenerela , anche criticando e chiedendo rettifiche dove necessario, ma non possiamo permetterci di vederla soccombere al NWO

    E' un elemento di equilibrio e come tale va mantenuto.

    Questo il mio pensiero.

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  15. Grazie Rossland & Sergio per le info sul "lobbysta di Dio" (anche se secondo me Dio lo piglierebbe volentieri a calci in culo, ma va beh...).

    Mi piace questo Blog, oltre che per i di Lei post (quelli da dr.Jekill almeno..), anche per gli interessanti commenti dei lettori: sono anche io, come Yuma, un poco sospettoso, ma va bene così! Cordiali saluti

    Melman

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  16. @Yuma...apprezzo sempre la franchezza, quindi accolgo la sua con favore. E con altrettanta franchezza le rispondo: io non sono anti-clericale perchè non ho un conto aperto con la Chiesa. Sono contro la Chiesa Cattolica nè più nè meno di quanto non sia contro i rabbini, gli ayatollah, gli scintoisti, e la prego di riempire l'elenco mettendoci tutte le organizzazioni religiose costituite che si assumono il compito di gestire il disagio esistenziale di noi animaletti paurosi e soli, cioè gli Umani.
    Se va a controllare i miei post vedrà con quanto sincero e autentico entusiasmo ho esaltato la figura (nonchè l'opera) di don Gallo e gli aspetti positivi di quel nobile uomo, combattente per l'affermazione della libertà nel mondo. Il fatto che sia un prete cattolico per me è irrilevante. E' prima di tutto una persona per bene che si è speso e si spende per il bene collettivo. Ben vengano tutte le persone per bene dovunque esse siano, ma allo stesso tempo (da cui il titolo del mio blog)ben venga la continua denuncia di tutto il marcio compromissorio che si annida, dovunque si annidi. Il mio mantra personale è "nè guelfi nè ghibellini" perchè ritengo che oggi l'unica discriminante vincente e autentica sia tra "persone per bene e mascalzoni", che poi siano di destra o di sinistra, bianchi o neri di pelle, credenti o laici, affiliati all'organizzazione religiosa Pinco Pallino o a un club del tennis, per me è irrilevante. Chi si comporta male, provoca il male, e non ha giustificazione. Per quanto riguarda il fatto che la Chiesa, secondo lei, "debba essere un punto di riferimento per l'occidente" per me vale quanto vale il (mio) principio basato su una considerazione cultural-antropologica tale per cui il riferimento "più importante" per l'occidente dovrebbe essere una pluralità di contenuti che fanno appello alla grande tradizione illuminista del XVIII secolo. Rispetto la sua opinione.
    La prego di rispettare la mia.
    Ciascuno ha la propria.
    Il fatto, poi, che lei ritenga che io ho "un disegno" francamente lo attribuisco alla consuetudine delle fantasie complottiste italiane. Ma sono abituato. L'esercizio del Libero Pensiero, in Italia, comporta sempre reazioni simili, in genere. Io, per mia fortuna, ho scelto di sottrarmi a questo tipo di giudizio. Tant'è vero che non penso affatto che lei sia motivato da alcun disegno.
    Lei la pensa nel modo A, io evidentemente la penso in modo B.
    A me va benissimo.
    Mi piace sempre confrontarmi con chi la pensa in maniera diversa dalla mia, così mi arricchisco.
    Faccia come vuole e come ritiene opportuno.
    Se vuole credere che io ho un disegno, lo pensi.
    Se vuole risparmiare energia, pensi che, forse, sono semplicemente una persona che pensa in maniera libera, tutto qui.
    Sa, esistono gli spiriti indipendenti e autonomi.
    Sono proprio quelli che, quando si manifestano, vengono additati come interpreti di fantomatici "disegni" i cui artefici non si riesce mai a sapere chi siano o dovrebbero essere.
    Risulta sempre difficile accettare l'idea di trovarsi davanti persone che pensano per conto proprio: fanno paura.
    Visto che lei ci teneva a chiarirsi le ho risposto.
    Spero che la mia chiarezza sia stata per lei soddisfacente.

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  17. @Melman.....anche lei (o tu) sospettoso? Ragazzi, ma di che cosa avete paura? Non vi capisco, ma per davvero. Temete che vi spedisca a casa una fattura fiscale? Tranquilli...tranquilli...è tutto gratis!

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  18. @ Sergio

    molto soddisfacente .

    Grazie.

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  19. Fattura fiscale? ehm ... non si potrebbe fare metà in nero... sa com'é tengo famiglia.. anzi per dirla tutta, ne tengo anche più di una!

    Non ci faccia caso, a recitare la parte del Ronin mi diverto un casino! Grazie per la compagnia.

    Melman

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  20. @ Yuma
    Scusami ma tu ti bevi le cazzate dei complottisti,tipo NWO,scie chimiche o fluorocontaminazione?

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  21. @ sergiodicorimodigliani

    Cicchitto laico? Un piduista fiancheggiatore dei reazionari Gelli & Company lei lo considera laico?Forse sarebbe il caso di correggere il tiro dicendo che Cicchitto FA FINTA di essere laico come o forse anche peggio di D'Alema.

    Yung yung

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  22. Inoltre come ebbi già modo di dire in precedenza,continuo a non comprendere il fatto di mettere Santoro sullo stesso piano di Vespa,Santoro è nient'affatto una verginella ma almeno è sempre stato dalla stessa parte politica,non che sia una nota di merito,tutt'altro!Però mi conceda di dire che Vespa è sei o sette volte peggio,è un uomo capace di essere nazista oggi e filo-israeliano domani,mi creda a Vespa preferisco di gran lunga Emilio Fede molto ma molto meno ipocrita e doppiogiochista

    Yung yung

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  23. Per il resto considero l'articolo semplicemente STUPENDO e a scanzo di equivoci,le dico di essere completamente con lei quando racconta qualche vecchia o nuova porcata di stampo comunista"
    Bertinotti,D'Alema,Veltroni, Asor Rosa e tanti altri hanno rovinato l'Italia nè più nè meno di quanto lo abbia fatto il PSI,la DC,il PDL,i Radicali e tutti gli altri,questa è la mia opinione

    Yung yung

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  24. MAMMA MIA CHE ERRORE IMPERDONABILE!!! HO SCRITTO "SCANZO" INVECE DI "SCANSO" MIO DIO,CHE FIGURA DI M...

    Yung yung

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  25. Devo dire che sono contento di trovare il tuo blog, anche se l'ho fatto da un colpo di fortuna. Le informazioni pubblicate qui è così divertente e diverso da altri blog. In breve, un blog davvero bello che terrò in visita molto spesso.

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