di Sergio Di Cori Modigliani
Analizzando i contenuti dei telegiornali e talk show televisivi italiani in data 10 ottobre e sommandoli alla serie di commenti e lettere personali che ho ricevuto nelle ultime 24 ore, si ha uno spaccato trasversale e molto interessante della deriva decadente del nostro paese.
Della sua marginalità.
Non a caso evidenziata, in maniera clamorosa, dal fatto che Sarkozy e la Merkel se la vedono tra di loro avendo preso atto che l’Italia non conta più nulla.
Si comprende il disagio della nazione, la perdita di qualsivoglia punto cardinale, notando soprattutto il continuo manifestarsi di un angosciante cinismo e scetticismo, che attualmente altro non sono se non il pane lievitato che sorregge il trio Berlusconi/Bossi/Bersani: tre facce di un’identica medaglia.
L’unica eccezione –che vale la pena di rilevare- è una intervista davvero bella (perché diretta e priva della consueta verbosità retorica) rilasciata da Nichi Vendola a Corradino Mineo su rainews24 alle ore 19.30 del 10 ottobre..
Se Vendola riuscirà a sottrarsi ai suoi quattro nemici più potenti, che lo vorrebbero morto stecchito subito (a scanso di equivoci e malintesi chiarisco i cognomi dei quattro, in ordine alfabetico: Bertinotti, D’Alema, i Rifondatori, Veltroni) se riuscirà, Nichi Vendola, a sottrarsi alla logica italiota del ricatto fazioso in cambio di un pugno di voti vecchi e stantii, utili soltanto in senso numerico; se riuscirà a dare una poderosa spallata verso il futuro, allora è possibile, forse, che uno scossone “politico” rischiari l’aria, restituisca ottimismo, spinga verso quella necessaria volontà dell’immaginazione, del positivo, del vitalismo, della fantasia futuribile, della voglia autentica di nuovo che sono sempre e soltanto gli ingredienti base di ogni protesta, movimento, rivoluzione, cambiamento democratico.
Altrimenti, se Vendola non ci riuscirà per paura del nuovo e del diverso, per timore di perdere –garantito al 100%- la vecchia zavorra parassitaria di una sinistra becera e obsoleta, furbetta e ipocrita, e si rifiuterà di correre il rischio di andare verso il nuovo, gettandosi nel futuro, e non vorrà andare a guadagnare consensi tra i giovani proponendo una rotta sensata, allora, bisognerà attendere ancora un lungo lungo tempo prima che in Italia si possa affermare –anche sulla carta e in teoria- una qualche probabile alternativa esistenziale all’ignominioso fango che la truppa mediatica offre come pranzo quotidiano, facendo credere ai cittadini narcolettici che si tratti di acque fresche, trasparenti e cristalline.
La nostra etnia è stata talmente violentata, all’interno del proprio intimo vissuto, negli ultimi trent’anni, talmente condizionata in maniera subliminare da aver incorporato una massiccia quanto letale dose di cinismo convulso, che fa da pendant alla perdurante scelta di cercare sempre delle scorciatoie furbe, e mai la strada diretta prodotta da idee forti, interiorizzate, concrete.
Basterebbe leggere i titoli (on-line e quindi ultim’ora) dei più importanti quotidiani italiani tra le 7 e le 11 del mattino 11 ottobre, i diversi telegiornali televisivi della sera del 10 ottobre (tutti uguali) con gli stessi personaggi che corrono da uno studio all’altro, farne una sintesi e paragonarli con la prima pagina di CNN on line, i quotidiani statunitensi, britannici, canadesi, australiani, sudamericani, svedesi e tedeschi, per rendersi conto dell’imbuto asfittico dentro al quale ci hanno spinto, infilato, per metterci tutti da parte.
E seguitare a fare finta di niente.
Basterebbe ascoltare KQWG103,1, la più ascoltata radio della California, seguita dai circa 10 milioni di pendolari che ogni giorni arrivano a Los Angeles da tutta la gigantesca periferia, per accorgersi di quanto sia gigantesca la trasformazione –addirittura EPOCALE- che sta avvenendo in Usa in questi giorni. Nel post che avevo scritto ieri avevo parlato di un rivolo destinato a diventare presto un’ondata; mi devo correggere. Si tratta di una gigantesca onda destinata a diventare presto uno splendido tsunami. Ascoltare alla radio degli opinionisti conservatori, moderati di destra, che sostengono “l’assoluta necessità di uscire fuori da questo disastroso trentennio di edonismo sciocco e plutocratico, per ridistribuire la ricchezza in maniera più equa e rilanciare i grandi investimenti creando lavoro e armonia condivisa” fa davvero ben sperare.
Quantomeno fa bene alla salute.
Se a questo ci aggiungiamo la copertina del quotidiano finanziario moderato conservatore di centro-destra (accreditato e attendibile) Bloomberg news “Marx è arrivato sul Mercato: questa è la nuova realtà. La crisi mondiale ha reso, oggi, 2011, le sue teorie rilevanti e di fondamentale utilità”.e ci mettiamo anche le dichiarazioni congiunte di 12.000 sindaci “pretendiamo che le grandi banche paghino, con tutti gli interessi aggiunti, ciò che è stato dato loro dalle banche centrali” allora si può capire che cosa sta accadendo laggiù.
Mentre The New Republic, la più importante rivista conservatrice statunitense, vero e proprio polmone pulsante della classe dirigente imprenditoriale americana (una specie di sintesi tra Il Foglio e il Sole 24 ore) titola senza mezzi termini “Siamo alla sintesi tra bolscevismo e i Brooks Brothers” spiegando però, allo stesso tempo, lo sconcerto –nient’affatto traumatico, sono un’etnia basata sul pragmatismo- nel dover riferire che uno dei guru della finanza americana. Michael Cembalest, responsabile capo della strategia di finanziamento per i grossi clienti (da 50 milioni di dollari in su) presso la JP Morgan Chase, in una lettera riservata ai suoi clienti vip (resa pubblica ieri sera) spiegava come “ci troviamo dinanzi a una crisi reale, nient’affatto speculativa, e neppure anomala….sta accadendo ciò che Karl Marx aveva previsto con esattezza millimetrica: poiché i margini di profitto del sistema bancario planetario hanno raggiunto il massimo storico negli ultimi trent’anni provocando, inevitabilmente, la compressione dei salari, i margini per l’allargamento del consumo interno si sono ristretti a tal punto da non poter contare su alcuna previsione di ripresa economica a tempi brevi e/o brevissimi”. E aggiunge il direttore della rivista “ci siamo incartati, siamo in una situazione di sovraproduzione finanziaria di denaro per pochi intimi con conseguente abbattimento del livello di ricchezza distribuita presso la classe media dei consumatori: è peggio che nel ’29. Se non si operano delle modificazioni strategiche a 180 gradi, immediatamente, a livello di politica economica, entro sei mesi crolla il mercato mondiale”.
Sulla prima pagina del New York Times, quotidiano attendibile di area moderata centrista, il premio Nobel Paul Krugman spiega, in un suo editoriale, che cosa sta accadendo in Usa oggi e chi sono coloro che partecipano al movimento “occupy wall street”, rispondendo ad alcuni esponenti conservatori di estrema destra che stanno accusando i manifestanti di “essere degli anti-americani che vogliono distruggere tutto e abbattere il nostro sistema di vita” (Eric Cantor, leader della maggioranza repubblicana alla Camera). Il celebre economista spiega e ricorda che i movimentisti rappresentano la spina dorsale dei Grandi Valori americani sui quali è stato costruito il loro sogno democratico.
“Ciò che i padroni di Wall Street non vogliono comprendere è che loro non sono Steve Jobs” scrive Krugman “Sono gente che è diventata ricca senza produrre nulla, trafficando con complessi schemi finanziari che, invece di apportare beneficii al mercato e agli americani che producono e consumano, hanno contribuito a gettarci in una crisi i cui contraccolpi stanno devastando la vita di decine di milioni di americani. Loro non hanno pagato nulla. Le loro istituzioni, sia qui in Usa che in Europa, sono state salvate dalla bancarotta dai contribuenti, grazie all’intervento delle banche centrali. Continuano a beneficiare di garanzie federali esplicite ed implicite: fondamentalmente siamo in una partita in cui loro fanno testa e vincono, mentre i contribuenti fanno croce e perdono. Chiunque oggi metta in evidenza ciò che ormai è diventato ovvio per tutti deve essere demonizzato, licenziato e cacciato via. Chi sono, dunque, questi manifestanti? Che cosa vogliono? Sono cittadini lavoratori che cercano semplicemente di far sentire la propria voce. I veri estremisti, qui, sono gli oligarchi americani, i responsabili della finanza, che vogliono soffocare qualsiasi critica sulle fonti della loro ricchezza. Questo è l’inizio di una battaglia democratica contro l’oligarchia dittatoriale. E a noi americani, agli americani veri, le oligarchie non piacciono. Non sono mai piaciute. Altrimenti avremmo seguitato a servire il Re d’Inghilterra nel 1776 rinunciando a fondare una federazione di stati come quella alla quale abbiamo dato vita e impulso. Questi manifestanti sono i veri americani. Sono gli oligarchi finanziari che non lo sono”.
Un editoriale, questo, che ha scosso molto le coscienze americane.
Perché ha identificato i manifestanti come un movimento patriottico nazionale, quindi trasversale.
Quelli che manifestano non sono anarchici, non sono comunisti, non sono terroristi, non sono stranieri anti-americani, non sono violenti, non sono evasori fiscali, non violano alcuna Legge e non commettono alcun reato. Anzi. Pretendono che la Legge venga applicata a tutti. Tant’è vero che cominciano a inondare di lettere gli uffici investigativi dell’FBI che si occupa di delitti contro il patrimonio.
Per quanto riguarda l’impatto sui media, l’effetto è stato dirompente. Il network della Fox di Rupert Murdoch ha avuto una caduta verticale di 4 milioni di telespettatori in meno in dieci giorni. E il grande network ABC ha deciso di andare appresso ai movimentisti dando voce quotidiana e continua alla cosiddetta “gente normale”.
In aggiunta, il trionfo di due nuove serie prodotte da Hollywood per la televisione, sempre pronta e abilissima nel comprendere in anticipo gli umori che fanno trend. Una, che si pensava indirizzata a un pubblico di nicchia, è già in testa alle classifiche. Si chiama “Due spiantate”. (2 Broke). È la storia di due giovani donne che sono state costrette dalla crisi a rinunciare al loro sogno americano e fanno le cameriere per sbarcare il lunario e mostrano la quotidianità avvilita di chi sta pagando la crisi. L’altra, temuta per l’eccessivo contenuto di violenza, e quindi presentata in ora molto tarda, si chiama “Revenge” (Vendetta) e ha come protagonista l’attrice Madeleine Stowe. E’ la storia di una donna la cui famiglia è stata rovinata da una banca, con il padre suicida per debiti e la madre alcolizzata. La protagonista decide di eliminare tutti i componenti il consiglio di amministrazione di una grossa banca, uno per uno: record d’ascolti.
Sono finiti i tempi rombanti di Dallas e Baywatch, di Sex & the city e Friends, perché i movimentisti sono riusciti a raggiungere un obiettivo clamoroso: hanno capovolto la moda sociale. I protagonisti, alla radio, in televisione, sui social networks, non sono più le celebrità, ma i contribuenti fiscali, i laureati disoccupati, gli imprenditori piccoli che non riescono a ottenere credito. Sono riusciti a operare una trasformazione alchemica che ha del miracoloso: hanno spostato l’invidia per i super ricchi e il lusso in disprezzo sociale.
Valga per tutte la coraggiosa intervista radiofonica di John Donahue, residente a Chicago, nel quartiere cattolico-irlandese, trasmessa e diffusa in tutta l’America. John aveva una Ferrari e si sentiva orgoglioso di ostentarla. Ma poi…poi “ho visto che la gente cominciava a guardarmi male, mi sono sentito isolato, solo….just a stupid man with a useless toy….(un ometto scemo con un inutile giocattolo) e allora l’ho venduta. Mi sono comprato una comoda berlina a 20.000 dollari, sono tornato a casa e ho detto a mia moglie: ecco i soldi della Ferrari, puoi aprirti la tua piccola impresa che tanto sognavi…..nel quartiere mi rispettano di nuovo. Non solo. Ho anche salvato il mio matrimonio”.
La gente, la sera, quando torna dal lavoro, invece che sedersi a guardare la televisione, si informa dove sta il più vicino centro di “occupy together.org” e le coppie preferiscono andare lì piuttosto che spendere soldi che non hanno in una discoteca o in un ritrovo esibizionista. Vanno lì per discutere e confrontarsi con altre persone reali di questioni del mondo reale che appartengono a tutti, alla collettività nazionale. Si divertono così.
E’ una nuova scoperta, per loro: la socialità non consumista al posto dell’individualità legata all’acquisizione degli status symbol costosissimi.
Ecco come sta andando l’America oggi.
Inconcepibile e incomprensibile per il cittadino medio italiano, cresciuto nell’anti-americanismo fortemente voluto dai comunisti, dall’estrema destra e dalla Chiesa cattolica; un anti-americanismo che tutt’ora permea la vita quotidiana degli italiani convinti che gli americani siano dei bamboccioni criminali, ingenui e assassini.
Sono una nazione complessa e poli etnica. Essenzialmente pragmatica.
La crisi economica ha fatto davvero bene a tutti quanti, dal punto di vista umano e spirituale.
E non hanno intenzione di fermarsi.
Anche perché non vogliono mica prendere il potere o sostituirsi a chi lo detiene.
Pretendono semplicemente che “l’1% dei super ricchi che ha provocato il disastro paghi tutto ciò che deve pagare per aiutare a salvare il 99% che loro hanno rovinato”.
Una frase banale, lineare, elementare, piatta, precisa.
Direi, quasi infantile.
Ma è diventato il loro motto.
E una cosa, per i politici americani che conoscono i loro polli, è molto chiara a tutti: non si fermeranno fintantoché il governo federale non avrà raccolto e accolto le loro ragioni.
Non è una moda.
E’ un nuovo stile di vita.
E’ tutt’un’altra cosa.
E' per questo motivo che si travestono da zombie, come nell'immagine che ho scelto per la bacheca.
E’ ciò che manca in Italia.
Perché da noi hanno fortemente spinto –e insistono nel seguitare a farlo- per introdurre il concetto cinico, deprimente, depressivo, della mancanza di futuro. E una spinta simile non può che generare scetticismo, cinismo, una resa totale ancor prima di combattere.
Gli americani, invece, adorano il futuro. Non vedono l’ora che Star Wars diventi realtà.
Non hanno alcuna intenzione di essere spazzati via dalla Storia, sono troppo giovani.
In Italia vige la gerontofilia: un paese vecchio, retto e sostenuto da gente vecchia, che vuole e propone vecchie ricette fallimentari, abbarbicati come l’edera intorno al palo delle proprie corporazioni e delle piccole, piccolissime rendite di posizione acquisita.
Perché ieri sera, 10 ottobre, le televisioni italiane ci presentavano Veltroni come alternativa a sinistra, Pisanu come alternativa a destra, e un certo Ciro Pomicino – chi ha memoria ricorderà di chi parlo- offerto al pubblico televisivo dei gonzi italioti come “editorialista di punta” e new entry della truppa mediatica asservita al minuetto di Stato, la barocca danza narcolettica che introduce il consueto gioco bizantino dei bussolotti, in Italia, buono per tutte le stagioni.
Volete seguitare a dormire? Fate pure.
Ma almeno, abbiate la compiacenza di non sputare in faccia a chi, dall’altra parte dell’oceano, ha deciso e scelto di dire no a uno stile di vita che spegne l’individuo, ne assopisce le ambizioni, e lo trasforma in un robot ignorante, sempre pronto a servire un padrone, magari generoso, che getta briciole e qualche manciata di euro ai gonzi plaudenti.
Altro che primavera araba!
A proposito, la notte scorsa, a Tunisi, consegnata –secondo gli italiani- alla democrazia trionfante, sono stati bruciati tre cinema. Il motivo: proiettavano il film “Persepolis” considerato blasfemo e lesivo della dignità della loro cultura.
Se questa è la primavera, preferisco…. l’inverno del nostro scontento.
Raglia raglia Giovane Itaglia
Gli americani, invece, adorano il futuro. Non vedono l’ora che Star Wars diventi realtà.
RispondiEliminaSe si tratta di questo ci sono anche io, perchè pure io ho nostalgia del futuro.
Ma mi consenta una domanda sig. Modigliani: come mai queste cose le vede e racconta solo lei?
Ed ancora se ciò che dice é vero come mai Capitol Hill sembra non essersene accorta?
@luigiza....Capitol Hill se n'è accorta eccome....io vedo quello che c'è, poi racconto come lo vedo e sono indipendente, mi sono addirittura tolto la pubblicità per rimanere libero da qualunque tipo di condizionamento....ci stanno tante, tantissime cose, sotto gli occhi di tutti, ma la truppa mediatica non vede più nulla...loro sono davvero convinti che riferire l'ultima trovata di Veltroni o di Cicchitto sia importante e quindi scelgono una certa strada: dove vanno loro non accade nulla e non si vede nulla. Basta cambiare strada e il panorama si apre e si mostra nella sua vastità, accessibile a chiunque...tutto qui, non c'è nessun mistero....
RispondiElimina@Modigliani
RispondiEliminami creda non c'è nei miei interventi alcun spirito polemico, solo desiderio di conoscere la verità della realtà americana.
Torno a ripetere: voglio sperare che lei abbia ragione perchè nonostante tutto ritengo quella gente e la loro concezione della vita di gran lunga preferibile a ciò che quelle merdose sette venute dal vicino oriente hanno costruito (si fa per dire) nei secoli in cui hanno avuto il dominio dell'occidente.
luigiza:
RispondiEliminaCiò che non si vede (cioè non si legge o non si ascolta in tv), sembra non esistere.
Vero è che mentre ogni quotidiano e tg nazionale ha riempito paginate (spesso a scopo disinformazione, più che facendo vera informazione) sulle rivolte arabe, su ciò che sta succedendo in America c'è uno strano disinteresse: se e quando danno la notizia, la infilano sotto in fondo, così che quasi non si vede.
Una panoramica veloce di ciò che sta succedendo la trovi QUI, sul NYT online di oggi, e QUI, sul blog del Guardian che segue in diretta ciò che succede a New York e in altre città americane, e QUI, sulla pagina di Occupytogether meetup, dove puoi vedere sulla mappa tutte le città dove sono attivi gruppi di OccupyWallStreet in America e in altre città di altre parti del mondo, anche in Europa (trovi l'elenco aggiornato delle città sotto la mappa).
Quel che è stupefacente è proprio il non averne notizia in Italia.
Come primavera mi pare decisamente più fiorita delle rivolte arabe, finite nel dimenticatoio non appena hanno sostituito un dittatore con un'altro più gradito ai giochi di potere internazionali.
@luigiza 2
RispondiEliminase vai al fondo pagina di OccupyMeetup, trovi il link al blog MeetUp dove ogni gruppo posta aggiornamenti sui vari gruppi sparsi un po' ovunque sia in America che in altre parti del mondo.
La cosa si sta espandendo velocemente.
Sulla posizione della Casa Bianca (cioè di Obama e in particolare dei Democratici, al link che ho messo sopra al NYT, l'articolo parla appunto di come molti siano quelli (politci ma anche sindacati) che stanno sostenendo l'iniziativa.
Ma su questo sono sempre un po' diffidente: esiste un politico o un sindacato che non si attacchi al carro di una iniziativa che rischia di vedersi sfuggire di mano perché non ha voce in capitolo?
Basta ricordare le incredibili affermazioni di Bersani mezz'ora dopo che i Referendum presentavano 1.400 firme in Cassazione: fino a tre mesi prima "sosteneva ma non poteva dirsi d'accordo perché il Pd ha posizioni leggermete diverse". Un minuto dopo il Pd aveva vinto il Referendum, cui non ha mai creduto e, dove poteva, ha apertamente boicottato.
Insomma, mai fidarsi completamente di un politico, soprattutto quando è vicino alle elezioni, come Obama.
Dibattiti molto interessanti.
RispondiEliminaNon che tutto questo sia poi una novità.
L'Islanda cominciò nel 2008 , e dissero che però contava come il due di picche.
Ma sempre in quell'anno in Svizzera , dico in Svizzera, vennero raccolte in un lampo centomila firme per un referendum popolare contro i banchieri.
Fu preso di mira addirittura Marcel Ospen, il capo supremo della UBS, con assemblee di circa seimila piccoli azionisti e gente (svizzeri eh, non napoletani)che saliva sul palco urlando ed intimando di restituire i bonus che si mormorava fossero di 15 milioni di dollari.
Qualcuno arrivò addirittura a sventolargli sotto il naso due wrustel diicendogli che non voleva affamarlo.
Mi vien da pensare che difficilmente ci si muove se si sta bene.
E quindi è del tutto normale vedere questi movimenti oggi.
Molto importante che ci siano, e concordo nella speranza che facciano da detonatori.
Del resto anche il 68 comincio in USA. Peccato che poi da noi si rivelò essere un grimaldello per uccidere la società , a cominciare dalla famiglia .
Direi che da li sono nati i nostri guai.
Si è sgretolata la prima cellula della società , sembrava quasi per caso.
Non credo fosse un caso.
E' per questo che guardo con molto sospetto ,oltre che con speranza, queste nuove panoramiche.
Quanto letto su "Voci della strada" che non è verbo, ha comunque un senso
Non si vede all'orizonte un alleato vero di questo nuovo movimento, uno sponsor o un leader a cui affidare le chiavi del castello una volta conquistatolo.
Stranamente non ho vito acceno ad un Ron Paul ad esempio
E Obama non è certo l'amico , l'agnello innocente.
Il potere, quello vero, ha capacità di adattamento eccezionali.
Ma stavolta ,se fosse reale quanto leggo, gli si chiederebbe di fare un passo indietro.
La vedo dura.
O trova qualche agnello sacrificale che quieti la voglia di sangue delle eventuali masse, oppure potremmo essere davanti ad una nuova rivoluzione francese ,all'americana.
Ecco allora che il peggior incubo del potere americano verrebbe a materializzarsi.
E cioè quello di vedere un popolo ben armato scendere nelle strade.
Ma una Nazione con uno stato di polizia degno dei migliori paesi comunisti e con una guardia nazionale, oltre all'homeland security allertata già da tempo con la scusa del terrosrismo , non lascerà spazio a voli pindarici.
Rimango piuttosto convinto che se questa onda lunga, o tsunami come lei lo definisce, continuerà, si vedranno accrescere le probabilità di messa in onda della legge marziale.
Ed allora sarà interessante cominciare a vedere le cose con gli occhi di un certo ingegner russo, tal Dimitri Orlov, che ha vissutto la crisi dell'epoca Eltsin e che ha stilato basandosi sull'esperienza vissuta nel crollo dell'Urss , una scala di 5 stadi
1 - Collasso finanziario
2 - Collasso commerciale
3 - Collasso politico
4 - Collasso sociale
5 - Collasso culturale
Tanto per sapere eventualmente di che morte si deve morire
@ Rossana
RispondiEliminaMardy Grothe "durante l'anno delle elezioni l'economia controlla i politici molto di più di quanto i politici controllino l'economia"
@yuma
RispondiEliminaApprezzo sia il contenuto del commento delle 14.13 - in particolare Del resto anche il 68 comincio in USA. Peccato che poi da noi si rivelò essere un grimaldello per uccidere la società , a cominciare dalla famiglia .
Direi che da li sono nati i nostri guai., e se qualcuno vorrà un giorno parlarne, avrei qualche rospo da sputare sul come e sul possibile perché quel movimento ancora si aggiri come un fantasma fra noi , che sulla frase di questo Mardy Grothe, di cui non so niente ma che condivido.
Mai come oggi è evidente però che i politici sono ormai controllati dall'economia in qualsiasi momento dell'anno, con o senza scadenze elettorali (tanto, prima o poi, si andrà a votare comunque, per quel che vale, alle condiioni attuali, in Italia)
Io invece, così a naso, non mi entusiasmo più di tanto per "la nuova rivoluzione americana" e ancor meno per "le primavere arabe", a dire il vero.
RispondiElimina"Ma almeno, abbiate la compiacenza di non sputare in faccia a chi, dall’altra parte dell’oceano, ha deciso e scelto di dire no a uno stile di vita che spegne l’individuo, ne assopisce le ambizioni, e lo trasforma in un robot ignorante, sempre pronto a servire un padrone, magari generoso, che getta briciole e qualche manciata di euro ai gonzi plaudenti."
Ecco, io non voglio sputare in faccia a nessuno.
L'idea che mi sono fatto è che gli americani non abbiano "deciso e scelto", ma si siano semplicemente resi conto della cruda e amara realtà.
Il che, beninteso, è già qualcosa.
In quanto all'anti-americanismo italiano ed europeo, beh, bisogna ammettere che gli USA si siano dati un bel da fare per attirarsi le "antipatie" del resto del mondo.
E dirò di più, sono infastidito dalla rapresentazione che si fa del nostro Paese.
È vero, siamo ridotti maluccio, anzi malissimo, ma siamo un popolo straordinario.
Le eccellenze di cui scriveva Modigliani giorni fa, sono che il frutto di un intero popolo.
E non lo dice certo un nazionalista.
@yuma
Non credo che il '68 sia il responsabile dell'attuale stato in cui versa "LA FAMIGLIA", certo allora si predicava il libero amore, si viveva nelle comuni, ma quegli esperimenti sono falliti.
I veri responsabili sono stati il CONSUMISMO, il paradigma della CRESCITA e la conseguente progressiva rinuncia, da parte delle DONNE, al loro secolare ruolo di MADRI e di "angeli del focolare".
Le case di oggi sono perlopiù vuote: i genitori lavorano, i bambini a scuola a tempo pieno + sport + lezione di musica + facebook e i nonni sono alla casa famiglia, o casa loro con la badante.
guru
@ Guru
RispondiEliminaeh lo so so che non ti piace sentir parlar male del 68. :-)
Ma in uno come me che l'ha vissuto ed ha capito fin da subito che avrebbe prodotto danni, trovi un osso duro.
Oggi sarei un medico ed il Sindaco del mio paese , che è diventato medico , è quello che faceva picchetti per non lasciarmi entrare in facoltà.
Mandando a stendere lui ho mandato a stendere il mio futuro.
Non che abbia rimpianti, anzi,lui è ancora incazzato oggi, io no.
Ma questo è un fatto.
Il mio futuro è stato condizionato da quegli eventi in una certa direzione
Ho la sensazione che comunque la cosa che ti è rimasta più impressa sia il libero amore.
Gli esempi che fai sono effetti , non cause.
E la genesi è sempre quella
In realtà la lotta per i ‘diritti civili’ in USA è stata in gran parte una lotta per il diritto a consumare, per allargare e completare la democrazia del consumo
Era il primo settembre 1967 quando Daniel Boorstein, spiegava su Fortune che la democrazia politica doveva essere cambiata in una «democrazia dei consumi».
Aveva capito che "La comunità di consumi è non-ideologica. "
Per fare parte della comunità di consumi non è richiesta alcuna professione di fede.. La comunità dei consumi è democratica
E' stato questo il 68: una rivoluzione «culturale» che non prese il potere, ma cambiò la mentalità delle genti in senso libertario-trasgressivo.
Ci penso ogni volta che vedo ragazzi "bene"col viso attraversato di piercing.
Trasgressivi col guinzaglio. Mi fa ridere
Sono piuttosto convinto che sia stato un movimento «spontaneo» pilotato
Quello che tu chiami "Libero amore"fu un geniale piano per il controllo della popolazione.
Separare il sesso dalla riproduzione fu la chiave di volta.
Sesso senza riproduzione, e riproduzione senza sesso.
Esaltare la pratica della sessualità non-riproduttiva attraverso la sua enfatizzazione...
Io mi ricordo ancor a "Je t'aime, moi non plus".
Gemiti e lamenti in musica.
Se lo facessi ascoltare oggi a mio figlio sbadiglierebbe , a noi faceva rizzare i peli, e non solo quelli.
La contraccezione disponibile a tutti.
L’educazione sessuale educazione alla contraccezione.
L’istruzione e le pubblicità un mezzo per accelerare l’instaurarsi della pubertà.
Frasi come
«L’aborto non sarà più un delitto. L’aborto sarà accettato come normale»,.Furono dette in un congresso di medicina nel 1969, quattro anni prima che la celebre sentenza della Corte Suprema (Roe vs Wade) aprisse la strada alla legalizzazione, prima in USA e poi in Europa.
Idem per «Sarà permesso essere omosessuali»,.
Questo fu l'inizio la .
Da noi , che facemmo il 68 de noantri, grazie anche ad una società cementata ancora dalla famiglia e dai dogmi della chiesa Cattolica i risultati furono annacquati e più allungati nel tempo.
Comunque il divorzio , fiore all'occhiello di quegli anni, ci mise del suo per aiutare gli eventi.
Ho una vaga idea personale che già la chiusura dei bordelli di Stato andasse in quella direzione. ( Per favore Rossana non ci cascare:-))
La difffusione delle droghe credo sia stata parte del puzzle
Quello che però non è riuscito allora, sta in parte riuscendo oggi con questa crisi economica.
Creare il problema , fa insorgere grandi domande di aiuto.
Storia vecchia.
@yuma
RispondiEliminaHo una vaga idea personale che già la chiusura dei bordelli di Stato andasse in quella direzione. ( Per favore Rossana non ci cascare:-))
Tranquillo: ci vuole più che la chiusura dei bordelli di Stato, per farmi cascare
Ho letto invece con molto interesse ciò che scrivi sul '68, e su qualcosa (forse più di qualcosa) concordo.
Solo ho la convinzione che il'68 in Italia sia iniziato nel'77.
E che il referendum sul divorzio (del '74) abbia innescato quello scontro fra visioni del mondo,cioè fra chi vedeva nella vittoria del referendum un primo passo verso la necessaria distinzione fra l'essere cittadini e l'essere fedeli, non importa a quale chiesa, che è ancora in corso.
E che la lotta armata, il terrorismo ( e le leggi che si son portati dietro), abbiano posto allora le condizioni per far sì che in questo paese nulla sia più deciso dai cittadini senza farli passare dal confessionale -cioè attraverso l'approvazione di una qualche chiesa - per una depurazione da possibili aspirazioni a una vera cittadinanza laica.
Ed è qui che metto in conto tutto ciò che non accade mai mentre accade di tutto: l'incapacità a sostenere un proprio pensiero senza darsi una parte di riferimento, e la fatica enorme a farsi strada di una necessaria distinzione fra l'essere cittadini e l' essere fedeli.
A un partito, a una chiesa, a un'idea di società che per chiamarsi tale deve includere in se stessa quella diversità che sola è misura della complessità e quindi dell'umano.
Discorso complesso, difficile affrontarlo qui.
Solo un'ultima cosa, sulla rivoluzione del '68 ('77) che ancora si aggira fra noi e fatichiamo a riconoscere: nasce lì, in America (e in Italia non ha praticamente mai preso forma se non come moda trendy) l'ecologia, l'idea di un ritorno alle coltivazioni biologiche come unica via per sottrarsi al consumismo verso cui spingeva la produzione industriale.
L'America è un paese pieno di contraddizioni, ma rimane il paese da cui non abbiamo mai imparato a copiare le grandi battaglie per i Diritti Civili.
Forse la prima, dopo quelle per il divorzio e l'aborto, è stata quella per l'acqua pubblica. E mi pare un buon segno...
Anche in questo restiamo un popolo diviso fra fedeli (a qualche chiesa) e cittadini (che non hanno chiese, solo diritti/doveri come cittadini).
Come se non riuscissimo a staccarci definitivamente dalla mammella, che può solo essere quella destra o quella sinistra, mai passaggio allo svezzamento e all'autonomia deambulatoria.
@guru
RispondiEliminaI veri responsabili sono stati il CONSUMISMO, il paradigma della CRESCITA ...
Guru una piccola rettifica ed una aggiunta alla tua affermazione che condivido.
CONSUMISMO fine a se stesso, perchè l'aver spostato l'attività principale degli umani dal menar botte al vicino alla generazione di beni che gli stessi che creavano poi consumavano é stata una cosa buona. Ci siamo risparmiati nella ns. parte di mondo un bel numero di guerre.
Da aggiungere: la convinzione idella crescita infinita in un mondo a risorse finite (castrofisti, profeti di sventura... Ricordi? o forse non eri neppure nato?) e quella idiota e criminale che si debba distinguere l'errore dall'errante
Se condividi le mie modifiche dovresti accettare il fatto che i responsabili non vadano cercati a Wall Street e che l'Anonimo che affermava che per cambiare non é necessario scendere in piazza ha ragione da vendere. (ma i suoi commenti sono spariti?)
@Rossana
a proposito del presidente Obama dovresti spiegarmi come mai non ha preso la palla al balzo visto che non molto tempo fa confesso pubblicamente che la sua rielezione nel 2012 la vedeva molto difficile.
O é scemo oppure come credo é solo un puppet President e questo spiega tutto e rende lo scenario paventato dallo Yuma quello più probabile.
In breve: di spontaneo non c'é nulla, come nulla di spontaneo vi era nelle rivoluzioni del Nord Africa.
Semplicemnete era successo che il padrone di casa (USA) che poco prima aveva invitato alla sua mensa un nuovo commensale (Cina) si era accorto che questo gli stava saccheggiando la dispensa. ERd ha reagito nell'unico mod che gli era rimasto: buttare all'aria il tavolo.
Errata corrige
RispondiEliminai commenti dell'Anonimo da me citati qui sopra non sono spariti.
Erano e sono nel post precedente a questo.
@Anonimo
scusa ma perchè non scegli un nick name?
te ne suggerisco qualcuno:
zio Tobia
Lord Fener
Indo Pama
Scegli quello chew vuoi ma sceglilo. Faciliti la lettura agli altri che sanno a chi appartiene il commento.
Grazie
luigiza
RispondiEliminaAl mio commento 11 ottobre h.13.46 mettevo il link a un pezzo di ieri sul NYT che risponde al perché Obama...che ha preso posizione eccome: non so se sia o meno un puppet: Certo non è così politicamente scemo (né lo sono i Democratici) da lasciarsi scappare l'occasione di accreditarsi dei meriti (cioè dei possibili voti) nel momento in cui è in discesa libera nei sondaggi americani
Te ne riporto un paragrafo, ma il pezzo è lungo e dice anche dissensi interni e dubbi di altri Democratici, non proprio pro Occupy Wall Street (che rompe comunque le scatole al Potere)
"Mr. Obama has spoken sympathetically of the Wall Street protests, saying they reflect “the frustration” that many struggling Americans are feeling. Vice President Joseph R. Biden Jr. and Representative Nancy Pelosi, the House Democratic leader, have sounded similar themes. "
luigiza 2
RispondiEliminasulle rivolte arabe e la loro normalizzazione credo di poter essere d'accordo con te.
Ma non sulla genesi della rivolta tunisina, che credo quella sì, spontanea.
Quella libica lasciamo stare, che il come sia nata e il perché, credo lo abbiano capito tutti.
Cosa ancora diversa, secondo me, è quella egiziana, che forse ha preso lo spunto da quella tunisina per un cambio al vertice che forse era necessario più alla politica estera, di quanto si stia rivelando frutto delle piazze egiziane.
bastonate e sangue anche in questi giorni, così come in Tunisia, dove da un rivolta per l'ingiustizia della povertà stanno spingendo per l'islamizzazione di un paese che è stato sempre di cultura laica e di pacifica naturale convivenza con l'Islam.
Non confondiamo però quelle rivolte con ciò che sta succedeno in America: rischiamo di fare un minestrone di cose diversissime che, se hanno qualcosa in comune è solo la lotta alla povertà globale.
Uguale in ogni parte del pianeta nelle sue varie e terribili declinazioni.
@Rossland
RispondiEliminadal Commander in Chief si attendono fatti e non semplici dichiarazioni di simpatia.
Il disastro non é scoppiato il 17 settembre 2011.
Ed eccone un altro (l'enfasi é mia).
RispondiEliminaIERI OCCUPY WALL STREET HA FATTO UNA MARCIA NELLE STRADE DEI RICCHI CHIEDENDO TASSE EQUE.
anocra una volta un movimento senza senso. NON SI DEVE ANDARE DALLE PERSONE MA DALLO STATO CHE HA DECISO PER CERTE REGOLE.
NON SI DEVE PROTESTARE DAVANTI A WALL STREET MA PRELEVARE I SOLDI DALLE BANCHE
e' da queste cose che ben si capisce che questo movimento e' nato solo per far parlare di se e non per cambiare o far cambiare le cose.
LA COPERTURA MEDIATICA (richiesta probabilmente da Obama) è eccellente.
E vi risparmio i link dove si parla (e dicono, ma lo dicono loro) di complotto ben orchestrato.
No, non siamo scettici, siamo semplicemnete LOGICI ed anche un poco vissuti.
luigza
RispondiEliminae immagino che fatti si attendano anche gli Occupanti di Wall Street.
Stiamo a vedere, no?
Obama non è l'uomo solo al comando, è Presidente degli Stati Uniti,cioè di tutti gli Americani.
Immagino non sia proprio facilissimo decidere qualcosa dovendo tener conto dei molti interessi e delle molte diverse visioni del mondo di così tante persone.
Questo sminuisce Occupy Wall Street?
Non credo.
Al commento precedente chiedevi se fosse scemo per non aver preso la palla al balzo.
Manifestare simpatia, politicamente parlando, è già prendere una posizione.
Che poi questa si traduca in azione o no, stiamo a vedere.
Mica ho la sfera di cristallo...
Ma cerco di non avere nemmeno una pre-visione, cioè una risposta già definita a ciò che è ancora work-in-progress.
Leggo, mi faccio un'idea, seguo gli eventi...come te, immagino.
No?
luigiza
RispondiEliminasui complotti: a volte mi chiedo se anche il vedere ovunque complotti non sia di per sé un complotto.
Cioè una forma di delegittimazione creata ad arte per montare dubbi sulla credibilità di ogni cosa che si muove.
Occupy Wall Street, fin qui, non ha rotto vetrine, non ha danneggiato alcuna proprietà, non ha commesso reati di alcun tipo e non si chiama Assault Wall Street.
Quindi, chiedere perché non svuotino i conti bancari è un'idea bizzarra: chiedono il rispetto della Costituzione e una Legge uguale (davvero) per tutti; non di creare disordini per farsi giustizia, ma di rispettare le regole.
La stessa cosa che chiedo io per l'Italia e l'Europa.
Sulla logica dei "un poco vissuti".
Ricordare la storia, cioè il proprio passato, dovrebbe non solo significare il sottinteso "la storia si ripete", ma anche il dare una nuova possibilità alla storia di cambiare, evitando che appunto si ripeta.
Ritornerei alla fiducia.
Almeno finché non sono dati ulteriori elementi per esprimere giudizi di merito sulle altrui buone intenzioni.
Quando sembrano tali, almeno.
Poi: se è così facile pensare con la testa del Presidente degli Stati Uniti, mi chiedo perché mai non eleggano noi, anziché lui, Obama o qualcunque altro.
Non sarà che dal divano del salotto tendiamo a semplificare un mondo che è in realtà molto complesso?
Non sarà che è più facile ragionare in termini di bianco/nero e di buoni/cattivi e una vera rottura di scatole coltivare attivamente speranze in un futuro migliore del passato?
sulle banche, voglio ricordare a voi tutti che una banca non rischia niente perche' praticamente non possiede niente, al massimo il fabbricato in cui si trova e un po' di arredamento che c'e' dentro.
RispondiEliminala banca genera denaro dal denaro ma questo non e' un valore ma solo un intemrediario per lo scambio del valore che risiede nei beni e servizi prodotti.
se l'intermediario non funziona lo si puo' cambiare nel giro di qualche giorno senza problemi.
il problema e' che la massa e' davvero convinta che il denaro abbia un valore intrinseco, cosa che non ha affatto, e' un intermediario di cui ci fidiamo e basta.
quindi togliamoci dalla testa che c'e' un pericolo fallimento della banca, non c'e', il deficit e' solo una nota contabile, e' solo denaro che non e' rientrato alla abcna e quindi rimane ai cittadini, paradossalmente piu' la banca va in bancarotta e meglio e' per tutti noi.
se fallissero tutte istantaneamente ci ritroveremmo col denaro per gli scanbi e non avremmo piu' da pagare quello strano debito generato da quelli strani interessi, quella cosa top secret che se ne parli rischi la vita. chissa' perche' poi gli stati con una banca nazionale che presta denaro senza interessi sono quelli che si prendono le bombe in testa... che strane coincidenze che crea la vita.
se uno capisse il funzionamento del denaro allora capirebbe pure che i super ricchi non sono un problema poiche' poi alla fine una persona piu' di un luogo per volta non puo' godere ma questo e' un discorso complicato.
tornando al movimento, l'unica cosa che vedo e' che si muove e per fortuna, significa che per lo meno e' vivo. per il resto dove si muove non lo sa, non conosce ne' l'obiettivo da raggiungere ne' la giungla moderna attraverso la quale sta camminando, quindi e' un movimento allo sbaraglio.
chi ancora oggi ha un buon controllo sulla massa (ama il potere) lo fa grazie alla profonda conoscenza dell'animo umano, e' gente che conosce molto bene cosa fa compiere ad una persona questa azione piuttosto che quell'altra, e' gente con conoscenze superiori, che vive una vita superiore, che non ha paura di imparare ed affrontare il nuovo.
la conoscenza dell'animo umano sta al primo posto e senza affrontare questo argomento nessun movimento puo' agire per il proprio bene, nessuno.
quelli la' in strada sono completamente ciechi e il potere lo sa e li usa come sa fare e come ha sempre fatto.
tutto ancora per il momento si gioca sul controllo dell'informazione (che non e' il controllo del canale su cui si muove l'informazione).
l'informazione e' sapere e la massa non ha accesso (soprattutto perche' la rifiuta, in rete o in libreria qualcosa si trova e la vita te la mette sotto il naso se uno la desidera) all'informazione che conta, quella che l'aiuterebbe a comprendere cosa e' e come vive.
anonimo
l'uomo e' alla ricerca continua di un regista che organizzi la vita assecondando i propri desideri.
RispondiEliminasolo che la vita nel suo insieme e' estremamente complessa e nessun uomo e' in grado di organizzarla al meglio perche' proprio non ne ha la capacita', non possiede la necessaria conoscenza.
per fortuna che ogni tanto abbiamo il coraggio di fare anche quello che ci sentiamo di fare e allora le cose un po' si sistemano.
ecco, quel che ci sentiamo di fare sarebbe la cosa principale da analizzare, quella cosa che le elite conoscono abbastanza bene e che risiede dentro ognuno di noi. loro la chiamano la connessione con il grande architetto dell'universo, qualcun altro con Dio ma non cambia la sostanza che e' quella che il regista della vita c'e' gia', basterebbe solo seguirlo.
questa e' l'informazione che rende liberi ma che la maggior parte della gente rifiuta ed esclude a priori grazie al grosso fardello dei pregiudizi che si e' creata soprattutto in eta' giovane. la paura fa il resto.
il resto dell'informazione e' ASSOLUTAMENTE INUTILE e dannosa in quanto focalizza il PENSIERO in direzioni non creative.
non serve sapere tutto, non serve sapere della banca o della guerra in libia, serve per prima cosa conoscere se' stessi e cosa si vuole dalla vita, il resto vien da se'.
la massa invece evita tutto cio' accuratamente e si concentra con sforzo sovrumano su qualsiasi cosa che non sia se' stesso. perche'? e chi lo sa, alcuni pero' gia' da tempo parlavano del kali yuga...
senti anonimo. Secondo me dovresti davvero pensare ad un nik.
RispondiEliminaE credo che Luigiza te ne abbia davvero proposti di interessanti. L'ultimo poi è molto originale.
Ed evoca in tutti noi un conoscente che ispirava simpatia.
Sicuramente ormai sarà sparito nei meandri di un lontano oriente o sarà seduto su una nuvola a meditare.
Quindi il nik è libero e te ne puoi appropriare
Visto gli argomenti che porti credo che lui approverebbe
Quindi diciamo che d'ora in poi ti chiameremo Indo.
Oh, sempre che non ti dispiaccia , naturalmente. :-)
@ Rossana
RispondiEliminaInteressante discussione , ma troppa carne al fuoco.
Sull'ecologia poi ...Anche questa potrebbe essere un gran bella trovata. Magari ne parliamo in altra occasione.
In ogni caso considerando che le masse programmano la propria vita ai prossimi cinque minuti , a volte mi chiedo se davvero sia il caso di pensare che davvero possa funzionare l'auto determinazione, o se invece sia necessario che un'oligarchia possa pensare (dandosi delle regole in autoregolamentazione ed autocontrollo) di potersi arrogare il potere decisionale.
Ognuno di noi proietta nei suoi commenti e relativi giudizi, e quindi azioni, le proprie emozioni ed esperienze personali come se fossero replicabili e quindi assunte a parametro.
In perfetta buona fede anche.
Peccato che non funzioni.
Quindi, che ad un certo punto entri in aula il professore, colpisca la cattedra con la bacchetta e mandi ognuno al proprio posto ,potrebbe perfino essere una soluzione.
Certo che qui nascerebbe l'esigenza di essere sicuri che il professore sia davvero un Grande Professore.
Quindi meglio forse un Collegio di Professori.
Solo che anche qui occorrerebbe essere sicuri che lavorino per il bene di tutti, perfino accettando che sacrifichino qualcuno..
E forse è proprio qui che casca l'asino.
yuma
RispondiEliminatroppa carne al fuoco
Vero.
E me ne scuso.
Forse trovo qui, oltre a post che mi stimolano a riflessioni, commenti che le ampliano così da farle diventare quasi un unico lungo ininterrotto argomento di piacevole conversazione insieme a ottimi compagni di banco.
Accetto comunque di buon grado di tornare al mio posto, anche senza l'intervento della bacchetta del professore.
Tanto torno (al prossimo post...)
ricevuto nelle ultime 24 ore, si ha uno spaccato trasversale e molto interessante della deriva decadente del nostro paese. Della sua marginalità. Non a caso evidenziata, in maniera clamorosa, dal fatto che Sarkozy e la Merkel se la vedono tra di loro avendo preso atto che l’Italia non conta più nulla.
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